Seduta, osservo, chino il capo:
c'č qualcosa di magico, romantico
nella goccia che cade
battendo sulla ringhiera,
uno... due, tre... ancora e ancora.
M'ammalia il nano secondo
in cui ella si frantuma,
quanta vita che palpita
nel mio stomaco,
quanta gratitudine che provo
nel poter contemplare
un atto cosě prezioso.
Che importa cosa sia il passato,
il futuro,
sono lontani... non m'appartengono.
Recita parole la mia mente,
scruta come uno scultore
il momento saliente, labile
perché cotanta gioia, credo,
l'uomo possa possederla
per un tempo misero.
Č l'animo che respira.
Per lui č questa la veritá,
č quella l'eternitá:
la goccia che cade...e io rinasco.