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Autore: Yurippe    04/10/2023    2 recensioni
( Storia crossover con i personaggi di "Un Diavolo a Roma" di Innai Mari)
Azaele, sapendo che Christie, la sua nuova amica umana, è una grande appassionata della Divina Commedia decide di farle fare lo stesso viaggio per l'aldilà che il sommo poeta ha compiuto. Ma...qualcosa andrà storto!
Che cosa succederà? non resta che scoprirlo!
Genere: Comico, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: i personaggi di Azaele, Akenet, Atriel e Michele non mi appartengono! Sono di proprietà di Innai Mari.

 

Un viaggio da dimenticare:

“Ci sediamo qui?”

“Si”.

“Perfetto”.

Christie Bloom si sedette al tavolo, per poi tirare un lungo sospiro.

Quel sabato pomeriggio, era andata in giro per Firenze con la sua amica Katherine, che era da tanto che non vedeva. Camminando e chiacchierando le due, erano entrate alla Feltrinelli di via Brunelleschi, dove avevano fatto un po’ di shopping. Christie, aveva recuperato “Il mistero delle Amazzoni” di Hanna Lynn e, Katherine, alcuni volumi di magia nera.

Una volta uscite dalla libreria, avevano deciso di rilassarsi con un Bubble Tea, nel locale sito dopo Ponte Vecchio.

Ma, come al solito, Christie diede prova della sua imbranataggine: infatti, come inserì la cannuccia dentro al bicchiere, un po’ del contenuto le schizzò in faccia.

“Ahh! Accidenti!” esclamò, per poi asciugarsi il viso con la manica del giubbino nero.

Katherine alzò gli occhi al cielo. “Christie! sei un vero danno!”

La mora, un po’ risentita da quelle parole, sbuffò. Poi, però, decise di rispondere con una battuta.

“Non è vero! Possa, Satana in persona, prendermi nel caso stessi mentendo!”

Quella battuta, però, non piacque a Katherine.

Da strega, da parte di madre, quale era, non scherzava mai su certi argomenti e non voleva nemmeno che gli altri lo facessero.

Non tardò, quindi, a riprenderla.

“Christie! Non dirlo manco per scher…”

Non fece in tempo a finire la frase che il misfatto avvenne.

Infatti, da dietro la sedia su cui Christie era seduta, un enorme buco sul terreno si aprì. Da esso uscirono varie fiammelle e delle terribili urla di dolore che fecero raggelare Katherine.

Come se tutto ciò non bastasse, una mano venne fuori e afferrò Christie per la caviglia.

Christie sobbalzò, per poi abbassare lo sguardo “Ma cosa…?”

Non fece in tempo a dire o fare altro che subito, la mano, con uno scatto la buttò giù dalla sedia e inizio trascinarla verso l’inferno.

“Kate! Aiutarmi! ti prego!”

La povera Christie urlava disperata, chiedendo aiuto all’amica, mentre tentava, inutilmente, di aggrapparsi a qualunque cosa per sfuggire al nefasto destino!

Kate, però, non riuscì a fare niente e l’amica scomparve dentro alla voragine, che si richiuse poco dopo.

Intorno regnava il caos: la sedia buttata all’indietro, il bicchiere contenente il Bubble tea, giaceva a terra con tutto il contenuto sparso qua e la, così come anche il sacchetto contenente il libro acquistato e poi c’era Kate. Lei era semplicemente shocckata.

Ok, sapeva che non bisognava scherzare con queste cose, ma mai avrebbe pensato di diventare testimone delle conseguenze. Soprattutto, non avrebbe mai pensato che fosse stata proprio Christie, a pagare tale screzio! Lei che era sempre stata buona ed educata…perché punirla così la prima e, unica volta, che lo aveva fatto? Non era giusto! Com’era caduto in basso l’Inferno! Probabilmente, erano a corto di anime  e, avevano deciso, di condannare  la prima fessa che aveva nominato un suo abitante invano…sì, doveva essere così! Non trovava altra spiegazione!

Ma, ben presto, la disperazione, lasciò spazio alla rabbia.

“Accidenti a te, Christie! Ti ho detto mille volte di non scherzare con queste cose!”

 

*

 

“Azaele, andiamo…davvero te la sei presa?  Era solo una battuta! Lo sai che e’ un modo di dire, andiamo! Io e te siamo amici!”

Christie era a dir poco terrorizzata. Davanti a lei, a pochi metri, stava Azaele come non lo aveva mai visto prima. Egli, infatti, presentava le sue grandi ali e le corna, ops! L’ aureola spezzata, ben visibili. Gli occhi erano rossi e demoniaci, come anche lo sguardo che teneva.

Faceva decisamente paura!

Egli continuava a fissarla, senza proferire parola.

Tutto ciò non fece altro che fare preoccupare, ulteriormente, Christie.

“A-Azaele?” mormorò, allora, con un filo di voce.

Il demone rimase così ancora per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere.

Christie, allora, alzò un sopracciglio confusa “che cosa c’è da ridere?”

Azaele si asciugò le lacrime, venute fuori dalle troppe risate, per poi rispondere.

“Avresti dovuto vedere la tua faccia! Troppo divertente! Passavo di qui per caso quando ti ho sentito dire quella frase… com’è che faceva? Ah sì! “Non sono un danno, possa Satana in persona prendermi nel caso stessi mentendo! “Ahahahah! Fantastico! Non ho proprio resistito! Hahahahaha!”

Altre grasse risate seguirono da parte di Azaele, tanto da tenersi le mani sulla pancia, come se avesse detto la barzelletta più divertente del mondo.

Chi non rideva era invece Christie che, iniziando a realizzare il tutto, chiese “uno scherzo? E allora…il buco sul terreno con fiamme e urla? Il trascinarmi dentro ad esso? E quegli occhi rossi??”

“Tutta scena!” esclamò quello tranquillo, tornando normale. Stava per riprendere parola ma, improvvisamente, si ritrovò addosso l’amica.

“Scemo! Deficiente! Cretino! Mi hai fatto prendere un colpo!”

Azaele si ritrovò, così, afferrato per le braccia, per poi venire scosso violentemente avanti e indietro, come un foglio, da un’alquanto incazzata Christie.

Accidenti quanto era permalosa! E dire che era stato pure teatrale per rendere il tutto più divertente!

Sospirando afferrò i polsi della ragazza, per poi riprendere parola.

“Calmati! Quante storie per uno scherzetto innocente! Comunque c’è un motivo per cui l’ho fatto: tu ami la Divina Commedia, no?”

A quella domanda la compagna di Abaddon smise di dimenarsi, per poi guardarlo alquanto confusa.

“Beh, si, ma… cosa c’entra?”

“C’entra che…ti accompagnerò per un viaggio nell’aldilà! Proprio come fece il sommo poeta!”

Alla fine dell’annuncio, fatto come se fosse l’evento del secolo, Azaele posò le mani sui propri fianchi, per poi assumere uno sguardo fiero della sua pensata.

Christie, al contrario, era alquanto perplessa. Ok, era un amante di quel grande classico della letteratura italiana dai tempi delle scuole medie, amore che l’aveva portata a prendere un ottimo voto all’interrogazione e ad andare a vedere il musical l’anno prima, ma, compiere lo stesso viaggio del protagonista non era certamente il suo sogno nel cassetto!

Avrebbe visto cose assai forti per la mente umana, soprattutto all’Inferno, e non solo…c’erano dei problemi che, certa che Azaele non ci aveva minimamente pensato, decise di porre.

“Aza…ascoltami: sono onorata che tu voglia farmi fare questo viaggio, ma… sei sicuro che si può? Dante era prescelto, io no, e poi…tu non puoi, salire in Paradiso! Chi mi accompagnerà?”

“Ooh non preoccuparti! Ci penseremo quando saremo lì! Al massimo chiederò a Michele di accompagnarti. Subito farà un po’ di storie, lo conosco, ma poi vedrai che non si tirerà indietro, siamo pur sempre amici suoi, no?  E ora andiamo! Abbiamo già perso troppo tempo!”

Così Azaele afferrò per il braccio Christie, senza darle il tempo di replicare, per poi teletrasportarsi.

 

*

“Azaele… mi stai prendendo per il culo?”

Christie osserva l’amico demone con le mani sui fianchi, assai infastidita. Ok, sapeva che i demoni erano bugiardi di natura ma che a ingannarla fosse uno che era suo amico non le andava proprio giù.

Era convinta che si sarebbe trovata all’inferno una volta teletrasportati… non davanti all’ingresso dell’Ikea!

Azaele ridacchiò “No! Al contrario! Ti ho fatto prendere la scorciatoia!”

Christie si fece confusa “Che cosa intendi dire?”

“Intendo dire che, grazie all’ascensore dell’Ikea, si può accedere all’Ikea infernale, ebbene sì ne abbiamo una anche noi, e di conseguenza entrare all’inferno evitando la Selva Oscura e le lonze che sono delle grandissime rompiscatole!”

Christie rimase assai sorpresa nel sentire tutto ciò. Chi lo avrebbe mai detto che uno dei portali dell’inferno si trovava proprio nel grande negozio per la casa? Non sarebbe più riuscita a vederlo come prima e avrebbe fatta molto attenzione, da quel momento, ogni volta che ci andava!

“Wow…” e’ la sola cosa che riuscì a dire.

“Già…wow! Su! Ora andiamo! O questo viaggio non lo inizieremo mai!”

Azaele afferrò Christie per il braccio iniziando a correre, dato non si poteva volare con tutti quegli umani nei paraggi, verso l’edificio.

“Azaeleee! Piano! Finiremo per cadere entrambi!” urlò la ragazza preoccupata di come potesse finire quella corsa, conoscendo l’imbranataggine che li accomunava.

Per fortuna nessuno dei due inciampò e in pochi secondi furono davanti all’ascensore, dove entrarono.

Christie, a quel punto, si appoggiò con la schiena al muro per poi incrociare le braccia al petto, in attesa di giungere nel regno del dolore eterno. Si girò, poi, verso i pulsanti dei piani dove vide Azaele schiacciare il pulsante…che non c’era?

“Aza…” disse, alquanto confusa “che cosa stai schiacciando? Non c’è alcun pulsante in quel punto!”

Nel sentire quella domanda Azaele sorrise appena, per poi rispondere.

“Sei fortunata a non vederlo. Il pulsante che porta dritto all’inferno lo vediamo solo noi demoni e gli umani, che a volte pigiano per sbaglio, con l’anima non propriamente candida. Quindi niente…questo significa che non spetta a te dover scontare la pena dura “.

Nel tono di Azaele si scorgeva il sollievo nel sapere la sua amica salva dalla dannazione. Vero che in caso contrario avrebbe trovato il modo di salvarla ma non doverlo fare era decisamente meglio! L’inferno non era posto per una ragazza come lei, anche se era un danno vivente!

Christie allora sorrise, sollevata “menomale…senti, posso chiederti una cosa?”

“Cosa?”

“Vista l’occasione, che sicuramente mai più avrò, vorrei, diciamo, approfittarne…mi faresti incontrare di persona tutti i personaggi nominati nell’opera? Ulisse, Paolo e Francesca! Virgilio! Si! Lui soprattu…”

“Calmati! Frena con l’entusiasmo o finirai per fare uno dei tuoi soliti danni! Prima iniziamo il viaggio poi facciamo tutto!”

 A quelle parole Christie si acquietò, riconoscendo che l’amico aveva ragione. Certe volte, anzi troppe, si lasciava trascinare dalle cose e finiva per fare casini, quindi era meglio si desse una calmata dato che dove stava per andare non era certo Disneyland! Aveva paura di rimanere traumatizzata da ciò che avrebbe visto? Beh, si, ma…ormai era in ballo e tanto valeva ballare!

In un paio di secondi, che sembrarono infiniti, l’ascensore arrivò a destinazione e le porte, piano piano, si aprirono.

Ma, a differenza, di quanto la ragazza immaginava, quello che si trovarono davanti non era altro che la parte finale dell’Ikea, con il magazzino e le casse. Tutto perfettamente uguale a quello umano. Se non fosse che sapeva di essere all’inferno non avrebbe mai detto di esservi appena arrivata.

Talmente tanto sembrava quella normale che, a tratti un po’ delusa ma impaziente al tempo stesso, uscì per prima dall’ascensore e iniziò ad avviarsi, dove? Non lo sapeva nemmeno lei!

Quella era una mossa assai azzardata e Azaele non tardò ad andarle dietro mentre la chiamava.

“Christie? Aspetta non è consigliab…”

PUM

Il secondo misfatto avvenne in quel momento!

Christie era arrivata nell’aldilà da meno di cinque minuti e già aveva fatto danno! Come? Andando a sbattere contro un demone che era pieno di scatoloni, facendoglieli cadere tutti a terra!

“Oddio! Mi scusi! Non volevo!”

Si scusò immediatamente la protetta di Raphael, facendo anche un leggero inchino. Già si scusava sempre, anche quando non c’era bisogno, figurati in quel caso, con demoni pronti a darti alle fiamme!

Il malcapitato, però, non sembrava molto contento di questo “incidente”.

“Ma guarda dove vai razza di deficiente! Cos? Un umana??”

Ad Azaele per poco non prese un colpo. Quello che Christie aveva scontrato non era un demone qualunque! Era Akenet! Uno degli aricidiavoli a capo del girone dei traditori e, soprattutto, un tipo incazzoso!

Non perse, quindi, tempo e corse in aiuto dell’amica.

“Akenet! Grazie mille per averla trovata! È un anima dannata assegnata a me che devo portare al suo posto! Vieni qui!”

E con uno strattone al braccio si riportò la ragazza vicino, quella farsa era l’unico modo per salvarla da una quasi certa furia di Akenet.

“Ahio! Ehi!” si lamentò la povera Christie per lo strattone, non proprio delicato, ricevuto, per poi guardarlo confusa.

Akenet però, forse perché di bugiardi nella sua esistenza ne aveva visti troppi, non se la bevette.

“Una dannata? A me questa sembra più viva che morta!”

Il panico prese Azaele che iniziò a riflettere.

“Acc…è più furbo di quanto pensassi! E adesso che faccio? Ma no! È che non si è accorta di non essere morta! Ma posso garantirti che questa ragazza ha molto, molto, molto peccato! Devo portarla nel girone dei…dei…”

“Accidenti! e ora che cosa mi invento? Christie non ha la faccia da cattiva! E non ha commesso nemmeno chissà che peccato grave…”

“Andiamo Akenet, lascialo stare! Se Azaele dice che è morta è sicuramente così. E poi guardala…ha proprio la faccia da lussuriosa!”

In quel momento Azaele, se solo fosse stato accettabile per la sua natura, avrebbe ringraziato tutti gli angeli del paradiso. Proprio quando il panico lo stava per divorare, al fianco di Akenet, comparve Atriel. Erano salvi!

Chi non era molto contenta, di essere stata scambiata per una lussuriosa, era Christie. Infatti stava fissando la nuova arrivata con faccia shocckata, per poi dire.

“Eh? Ma come si permette quest…”

Prima che potesse fare scoppiare il finimondo Azaele la interruppe.

“Esatto! Nel girone dei lussuriosi! Proprio lì! Ora scusate ma devo sbrigarmi! Ciaoooo”

E corsi corse via, lontano dai due, trascinandosi dietro una ancora furiosa Christie.

I due demoni osservarono i due finché non sparirono dalla loro vista.

La prima a prendere parola fu proprio Atriel.

“Però…devo dire che per essere una dannata è piuttosto educata, visto che si è scusata dopo averti urtato! Vorrà dire che non la torturerò troppo”.

Akenet, però, non era dello stesso avviso.

“Sarà…ma a me questa storia non garba nemmeno un po’! Quel casinaro ne sta combinando un'altra delle sue e quella ragazzina è più viva che morta…te lo dico io!”

Atriel sbuffò sonoramente “e smettila di essere sempre così polemico! Fidati un po’ di più di noi diavoli! E ora andiamo! Voglio il mio armadio montato entro stanotte!”

A quel punto Akenet, rassegnato, raccolse gli scatoloni a terra e seguì Atriel verso le casse.

Ma non era finita lì! La storia di Azaele e della ragazza non lo convinceva e sarebbe andato a fondo alla questione! Con le buone, ma, soprattutto…con le cattive!

 

*

Christie, nella sua vita, ne aveva viste di tempeste meteorologiche ma quella, era, senza dubbio, la peggiore.

Dopo essere fuggiti dai due demoni, Azaele aveva deciso, per non creare troppi sospetti, di farla iniziare proprio dai lussuriosi.

Dal momento che ci avevano messo piede il vento li aveva travolti completamente.

Azaele doveva tenersi ben stretto il cappello in testa e Christie era ormai spettinata. E dire che prima di uscire si era persino piastrata i capelli!

“Beh…benvenuta nel terzo girone…che te ne pare?” Azaele azzardò una battuta, giusto per sdrammatizzare.

Christie non tardò a rispondere, mentre tutti i capelli le andavano in faccia “mi sembra che cercherò di non commettere questo peccato! Non ci tengo a essere travolta da questo vento terribile per l’eternità!”

“Ben detto! Non ne vale proprio la pena se la punizione è questa! Ma…a proposito, qua volevi parlare con qualcuno?”

“Si…vorrei poter sentire dal vivo la storia di Paolo e Francesca!”

Non che Christie non sapesse la loro storia a memoria però, insomma, ascoltarla dal vivo era sicuramente un'altra cosa!

“Allora ricordavo bene! Ok, aspetta che li cerco…eccoli li! Ehi piccioncini! C’è una persona qua che vuole parlare con voooooooo…aiutoooo!!”

Azaele non riuscì a terminare la frase che, all’improvviso, lui e Christie vennero travolti da una folata di vento più forte delle altre che li buttò, di schiena, contro una roccia.

Azaele non si fece niente, mentre Christie sentì una fitta alla schiena talmente forte che le tolse il respiro per un secondo.

Azaele se ne accorse e, preoccupato, le chiese “stai bene?”

Christie rispose, ancora provata dal colpo “diciamo che prima stavo meglio! Ma che diamine succede? Come mai siamo stati travolti? Non avevi detto che con te non correvo alcun pericolo?”

“E infatti non ne corriamo! Questo è stato solo un imprevisto, capitano, no? Ora dammi la mano e vedrai che tutto si risolverà!”

Ma così non avvenne.

Nell’esatto momento in cui Christie stava per afferrare la mano dell’amico, infatti, una nuova e ancora più forte folata li travolse, per poi scaraventarli di qua e di là senza sosta, tanto da finire per fare perdere l’orientamento allo stesso Azaele.

Presto il panico travolse Christie, insieme alla tristezza. Perché si era fatta convincere da Azaele a compiere quella pazzia? Non poteva rifiutare gentilmente l’offerta e tornare dalla sua amica che, sicuramente, stava morendo dalla preoccupazione? No, come al suo solito si era lasciata convincere e ora rischiava di rimanere lì per sempre, si era autocondannata da sola! Per non parlare dei suoi custodi…se avessero deciso di punirla non venendola a salvare avrebbero avuto tutte le ragioni!

Le lacrime, presto, invasero i suoi occhi.

“Ma perché ho accettato questa pazzia?? Io non voglio rimanere qui per sempre! Non sono nemmeno morta! Buahaaaaaaaaaaaaaaaa!”

Ad Azaele dispiacque vedere la sua amica così disperata, ancora di più perché lui c’è l’aveva infilata, così cercò di tranquillizzarla.

“Oh andiamo! Non essere così drammatica! Come ti ho già detto si tratta di un imprevisto! Ora lasciami riflettere che…”

“Aha! Lo avevo detto io che questa non era morta!”

Una voce interruppe sia il discorso di Azaele che il pianto di Christie. Entrambi si girarono alla loro destra, dove un alquanto incazzato Akenet, in volo, li fissava con le braccia incrociate.

“Akenet! Che cosa fai qui? Questo non è il tuo girone!” chiese Azaele, assai confuso nel trovarlo lì.

La risposta non tardò ad arrivare.

“Stavo leggendo le istruzioni per montare l’armadio ad Atriel quando, un fastidioso pianto di piagnona, mi è giunto alle orecchie. Mamma mia se si udiva ovunque! In tutto l’inferno oserei dire! Ho deciso così di cercare la fonte e…avevo indovinato! Questa piagnona non è una dannata! È una fottuta umana viva!”

L’ultima frase, che scandì ben bene, il guardiano del cocito la disse afferrando la povera malcapitata per il colletto e sollevandola di qualche metro, come a metterla in mostra a chiunque era lì, dannati e demoni. Che osservavano la scena incuriositi.

Christie, oltre a essere spaventata, si vergognò come una ladra, tanto da diventare rosso pomodoro. Almeno una consolazione, in tutto ciò c’era: aver regalato un po’ di divertimento ai dannati.

Azaele cercò, ormai colto in flagrante, di rimediare.

“E vabbè…ci hai scoperti! Ma ascoltami, c’è una ragione…”

“Non mi interessa un cazzo delle tue ragioni Azaele! Ora voi due venite con me!”

A quel punto Akenet afferrò anche Azaele per il colletto, per poi volare perfettamente verso l’uscita.

“E ora... fuori dai piedi prima che mi arrabbi sul serio!”

Con questa urlata Akenet lanciò fuori i due, facendoli finire con il didietro a terra. Dopo di che richiuse la porta, sbattendola.

Dopo alcuni secondi a riprendere parola fu Azaele, mentre Christie si massaggiava il didietro.

“Uff! Akenet è il solito guastafeste!”

“Io te l’avevo detto che non si po…ahio!”

“Ehi! Che ti succede?”

“Hai presente quando, arrivata la prima folata, siamo finiti di schiena, contro quella roccia? Ecco…ho battuto la schiena e…temo non fosse una semplice botta…ora mi fa un male cane!”

Al termine della spiegazione la faccia di Christie si piegò in un espressione di dolore. A quel punto ad Azaele presero i sensi di colpa. Sapeva che la schiena era un punto delicato per gli umani e che una brutta botta poteva rovinarli per sempre.

E se l’avesse resa invalida e non avesse più potuto camminare? No! Non ci voleva nemmeno pensare!

Cercando quindi di mantenere la calma si avvicinò a lei “Ok, rimani calma, vedrai che troveremo una cura…”

“E-Ehm!”

Oh no! Le cose non potevano andare peggio di così!

A pochi metri da loro, con una faccia che era un mix tra il severo e l’arrabbiato, stava Safet, il suo superiore!

“Azaele! Si può sapere che diamine stai combinando?”

Si…era decisamente alterato!

Azaele si rimise quindi dritto, mentre Christie osservava il nuovo arrivato con sguardo intimorito, per poi prendere parola.

“Safet! che piacere vederti! Che cosa ci fai qui?”

“Non fare il finto tonto Azaele! So già tutto! Che diavolo ti è saltato in mente? Portare un umano vivo all’inferno! Hai idea delle conseguenze che potevano esserci? Sempre a fare casino sei!”

“Ma no è solo che…insomma, questa mia amica, Christie si chiama, è un amante della Divina Commedia così…”

“Cosi hai pensato di farle fare lo stesso viaggio! Mi pare ovvio! Accidenti…da quando c’è stato Dante gli umani hanno preso l’Inferno per un parco giochi!”

Safet non ne poteva davvero più di tutto questo. Passi Dante che era il prescelto ma, gli altri umani che scuse avevano? L’inferno era il luogo del tormento eterno, cosa c’era di così divertente da vedere? Era pesante pure per loro che erano demoni!

Christie, buona com’era e sapendo bene che parte della colpa era anche sua, decise di intervenire.

“Mi dispiace signor Safet, non volevo recare disturbo. La colpa è anche mia, avrei dovuto rifiutare quando mi è stato proposto il viaggio, invece ho accettato, quindi, per piacere non si arrabbi con Azaele!”

Safet, che da buon e vecchio maestro, sapeva essere saggio rimase colpito dalla ragazza e dall’educazione con cui si era rivolta a lui. Non lo aveva chiamato demone, no, si era rivolta a lui come persona e questo gli aveva davvero fatto piacere.

Prese quindi parola. “Sei davvero una brava ragazza, oltre che coraggiosa per aver ammesso una simile colpa. Spero che tu abbia capito il tuo errore e che esistono luoghi più belli per fare le scampagnate”.

Christie rise piano “assolutamente sì!”

“Bene…dai Azaele, riaccompagnala a casa, io e te faremo i conti dopo!”

“Lo farei volentieri signore, ma, abbiamo un problema…”

Così Azaele spiegò il colpo che la sua amica aveva preso e il dolore che esso aveva portato.

Safet sospiro pesantemente “questo è uno dei motivi per cui i vivi non devono mettere piede qui! Comunque tranquilli…ci penso io!”

Così il buon e vecchio superiore si avvicinò alla ragazza inginocchiandosi di fianco a lei. Dopo di che le posò una mano poco sotto il centro della schiena, cioè dove c’era il male. Poco dopo dalla mano venne fuori una luce bianca, che brillò qualche secondo per poi scomparire.

“Va meglio?” Chiese allora.

Christie fece quindi una prova, riuscendo a rimettersi in piedi senza problemi. “Come nuova! Grazie mille!” annunciò con un grande sorriso.

“Bene! Allora direi che per te è giunto il momento di tornare a casa, Azaele la riaccompagni, visto che sei tu l’artefice di tutto?”

“Sicuramente! Vieni Christie, si torna a casa!”

“Si! Ciao signor Safet, grazie ancora per l’aiuto!”

“Figurati!”

E cosi Azaele prese sulla schiena Christie per poi volare verso l’uscita.

 

*

“Si può sapere come avete fatto a perdervi?”

“Te l’ho già detto Michele: eravamo appena arrivati nel girone dei lussuriosi e quando stavo per chiamare Paolo e Francesca una folata di vento ci ha travolti, per poi trascinarci qua e là e, infine, farci perdere l’orientamento!”

Il giorno dopo Michele, che era venuto a sapere dell’accaduto aveva deciso di chiedere il tutto ai diretti interessati, andando a casa della ragazza che, nel frattempo, aveva rimediato un bel raffreddore.

Ora tutti e tre erano seduti al tavolo e Christie non aveva fatto altro che soffiarsi il naso, inutile dire che aveva quasi finito il pacchetto di fazzoletti.  Un raffreddore da post viaggio? Proprio un ottimo souvenir!

Michele sospirò “Azaele…sei sempre il solito!”

“Sarà! ma è colpa sua!” iniziò Azaele, indicando Christie “il suo voler parlare con chiunque mi ha fatto andare in confusione e mi sono perso!”

Ma Christie non intendeva stare zitta, non in una colpa che non era solo sua! Così replicò subito.

“Io? Parla quello che mi ha afferrato dal nulla e trascinato sotto!”

I due cominciarono così a bisticciare. Uno spettacolo a dir poco esilarante, dato che si trattava di due imbranati che si rinfacciavano delle colpe, a dir poco assurde, a vicenda.

Ma Michele non era andato lì per farli litigare ma solo per sapere, perciò si rammaricò di aver scatenato la lite.

Per fortuna l’idea su come farli riappacificare gli venne subito e non tardò a usarla “che ne dite della mia cioccolata calda con panna?”

Inutile dire che i due smisero subito e, con gli occhi che brillavano, risposero in coro:

“Assolutamente si!"

 

Ringraziamenti:

A Innai Mari per avermi dato il permesso di usare i suoi personaggi con cui creare questi simpaticissimi crossover! grazie cara! senza di te questa storia, come anche la preccedente, non sarebbe mai nata! non so che poteri hai ma solo chiacchierando riesci sempre a darmi nuove idee! xD grazie per sopportarmi e spero che ti sia piaciuta <3

Ad Amily Ross: per avermi fatto da Beta <3

  
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