Videogiochi > Final Fantasy VII
Ricorda la storia  |      
Autore: Shasha_cupcake95    05/10/2023    0 recensioni
I ricordi possono essere dolci, dolci come la marmellata di Banora Bianche, quella che Genesis era solito usare per le torte da offrire ad Angeal, ma possono essere anche aspri...aspri come i primi succhi creati dal giovane Rhapsodos.
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angeal Hewley, Genesis Rhapsodos
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Before Crisis, Crisis Core
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Genesis, aspettami!-
Urlai correndo dietro quella esile figura dai capelli ribelli rossi come un tiepido tramonto autunnale, quando i campi sono pronti alla mietitura ed il profumo della legna che arde nei camini e nelle stufe riempie l'aria e solletica piacevolmente il palato. Un esserino cosi gracile, ma agile e veloce da sembrare una piccola scheggia impazzita mentre percorreva la strada sterrata che attraversava il frutteto della sua famiglia. Il sole aveva superato da tempo il punto più alto del cielo ed ora sembrava fermo, in bilico, quasi fosse incerto sul calare e lasciare spazio alla sera e così far terminare i nostri giochi, oppure prolungare la sua permanenza nel cielo e permetterci così di continuare a sognare di essere soldati fieri e valorosi contro mostri enormi. Sembrava un enorme palla di fuoco ferma fra le ringhiere dei balconi.
Con l'agilità di un gatto, Genesis, si arrampicò su un'albero per poi fermarsi sul ramo più alto e portare il suo sguardo vispo e furbo sulla mia persona, non potevamo essere più diversi, non solo nel colore dei capelli, o nella carnagione, ma anche per il vestiario. Lui era sempre impeccabile, anche quel giorno indossava i suoi calzoncini color cachi lunghi fin sotto il ginocchio, una camicia bianca e sopra un cardigan blu scuro. Mi sorrise svelando così la piccola finestrella fra gli incisivi, il dente gli era saltato via il giorno prima dopo un pessimo salto effettuato per attraversare il ruscello che segnava il confine della proprietà dei genitori. Quello non era stato il suo miglior atterraggio, lo avevo visto finire di faccia fra l'erba e con le mani aggrapparsi al terreno per evitare di scivolare nell'acqua gelida del ruscello. Quando sollevò il viso constatai le sue guance rosse, difficile dire se per la fatica nel rimanere aggrappato o per la vergogna. Senza emettere una sola sillaba si mise in piedi e con fare serioso si ripulì le ginocchia sporche di terra ed erba. Non osai muovermi, Genesis era il comandante ed io non avevo il permesso di eseguire nessun gesto senza un suo ordine preciso. I suoi occhi, lucidi per le lacrime trattenute, si puntarono sulla mia figura, serio come un vero soldatino. Le sue labbra si schiusero incurvandosi all'insù ed io osservai con orrore il suo incisivo superiore cadere a terra ed il sangue sporcare le sue labbra già così rosse sul suo viso dalla pelle candida adornato da piccole lentiggini.
Sua madre lo aveva preso per un orecchio e trascinato oltre la porta di casa, porta che mi venne sbattuta sul muso malamente, non avevo il permesso di entrare in casa Rhapsodos, ai suoi genitori non andava a genio che il figlio giocasse con me, un bambino povero ed un ladruncolo...
Scossi il capo ridestandomi dai miei ricordi ed incrociai le braccia al petto trattenendomi dal grattarmi, l'infeltrito maglione che portavo era una tortura contro la pelle.
-Se cadi perderai un'altro dente...o forse un braccio!-
Lo avvertì guardandolo camminare in perfetto equilibrio fino a giungere ad un ramo dove alcune accidenmele sembravano pronte per la raccolta. Lui rise allungando una mano per constatare quanto mancasse al frutto per essere maturo e poi tornò a fissarmi.
-Ho guadagnato un Guil con quel dente!-
Affermò come se fosse la cosa più importante, come se la ramanzina da parte della madre non fosse mai avvenuta, ma dalla guancia leggermente più tonda non mi fu difficile intuire come la cosa fosse andata a finire, ma sapevo che non me lo avrebbe mai detto apertamente, Genesis non parlava molto dei suoi genitori. Lo guardai scendere dall'albero ed a pochi metri da terra buttarsi su di me sapendo perfettamente che non gli avrei mai permesso di finire nuovamente con la faccia nel fango, lo accolsi fra le braccia sentendo le gambe tremare per via dello slancio con cui si era gettato. Il mio cuore si sciolse alla sua risata divertita mentre mi stringeva il collo con le esili braccia ed i suoi capelli mi solleticavano la punta del naso.
-Voglio andare ad esplorare!-
Affermò sciogliendo l'abbraccio indicando un boschetto poco lontano dal frutteto, conoscevamo quel luogo come le nostre tasche, vi avevamo passato interi pomeriggi d'estate e qualche volta vi avevamo anche dormito aprofittando dell'assenza dei genitori di Genesis mandando la povera governate in crisi nel trovare il letto vuoto l'indomani.
Portai lo sguardo al sole, ormai non mancava molto al tramonto e di conseguenza alla cena, ma quando mi voltai verso il boschetto incrociai lo sguardo del mio caro amico.
-Non vorrai rifiutare l'ordine del tuo comandante!-
Affermò con fare serio porandosi entrambe le mani ai fianchi tenendo quelle pozze azzurre, che erano i suoi occhi, fissi nei miei. Genesis aveva uno strano potere su di me, per quanto sapessi che molti giochi da lui proposti potessero metterci nei guai, sopratutto mettere me nei guai, io non riuscivo a non seguirlo in quelle piccole avventure. Non so dire se ne fosse consapevole, se avesse compreso con quanta facilità potesse manipolare il giovane io.
Sta di fatto che quella sera tardammo a rientrare a casa ed io finii a letto senza cena, ma proprio mentre me ne stavo nel letto con gli occhi pieni di lacrime, con cui lottavo per non farle scivolare sulle mie guance, qualcosa colpì ripetutamente il vetro della mia finestra. Sotto la mia camera vi era la tettoia dove riponevamo la legna per l'inverno. Mi alzai asciugandomi il viso e mi avvicinai lentamente alla finestra, fuori l'oscurità la faceva da sovrano impedendomi di vedere anche solo le fronde degli alberi, tenendomi pronto per ogni evenienza, ad un passo da essa una figura ci si appoggiò con forza al vetro emettendo quello che doveva essere un ringhio inferocito seguito subito dopo, al mio balzo, da una sonora risata.
-Genesis!-
Borbottai aprendo la finestra venendo investito dalla sua risata, ero certo che anche lui fosse stato messo in punizione, ma non era tipo da lasciarsi comandare a bacchetta, non lo era mai stato. Mi guardò attentamente sedendosi sul cornicione della finestra con quell'eleganza che sembrava appartenere solo a lui. Accavallò le gambe celate dal lungo pigiama.
-Stavi piangendo?-
Mi chiese per niente preoccupato, sembrava più intenzionato a capire come avrebbe dovuto reagire ad una punizione, invece di sgattaloiare sui terrazzi come un gatto per raggiungere la mia finestra. Scossi il capo passandomi le maniche per pigiama sul volto per cancellare le lacrime che non erano riuscite ad averla vinta. Lui sorrise con sguardo da volpe piegando appena il capo di lato lasciando così che alcune ciocche andassero a sfiorare il suo ovale perfetto.
-Ti ho portato una cosa!-
Affermò togliendosi dalle spalle lo zaino da cui estrasse una bottiglietta ed un contenitore per gli alimenti. Lo guardai con fare interrogtivo mentre appoggiava il tutto sulla scrivania vicino alla finestra, conosceva molto bene i tipi di punizione messi in atto da mia madre.
-Ti ho portato del succo di Accidenmele ed una fetta di torta-
Lo guardai sorpreso mentre con fare teatrale si spostava le ciocche dal viso come a voler sottolineare la riuscita della sua missione. Mi avvicinai osservando incuriosito il succo.
-Sono un genio, l'ho ideato io-
Affermò con il mento alto come a voler sottolineare la sua supremazia. I suoi occhi tornarono fissi sulla mia figura come in attesa di un mio responso. Aprì la bottiglietta portrandomela alle labbra aspettandomi il meraviglioso gusto delle Banora Bianche, ma ciò che ottenni fu un gusto leggermente acidulo, troppo accidulo! Arricciai le labbra portando lo sguardo su Genesis incerto sul cosa dire, un responso negativo avrebbe potuto dire firmare la mia condanna, uno positivo...firmare la mia condanna! Perchè di certo si sarebbe aspettato di vedermi finire la bottiglietta dell'orribile intruglio.
-Come ti sembra?-
Chiese con una luce negli occhi, speranza? Desiderio omicida? Deglutiii a fatica cercando di cancellare dalla bocca qualsivoglia traccia di quel gusto e vidi la luce nei suoi occhi sparire insieme ad un sospiro rassegnato.
-Ancora aspro, vero?-
Borbottò recuperando un quadernetto dove annotò qualcosa, solo anni dopo scoprii che si trattava di un vero ricettario dove annotò per filo e per segno il processo per creare il succo di Banora Bianche.
-Ho aumentato la dose di limone sperando così di ritardare l'inacidimento del prodotto-
Mi spiegò ricevendo come risposta uno sguardo stranito, non dalla sua conoscenza tecnica della trasformazione degli alimenti, era sempre stato portato nella cucina, per lo meno per quanto riguardava i dolci, infatti il mio sguardo si spostò al contenitore posto sulla mia scrivania.
-Mi piacerebbe creare un prodotto che possa durare abbastanza per essere esportato anche al di fuori della regione-
Spiegò recuperando la scatola per aprirla rivelandone così il contenuto, una fetta di torta con la marmellata di Banora bianche. Me la porse con un piccolo sorriso sulle labbra, ma nei suoi occhi vedevo la delusione per non essere riuscito nella sua impresa, odiavo vedere quell'esrpessione sul suo viso. Mi gonfiai il petto e recuperai la bottiglietta e con un gesto deciso me la portai alle labbra ingoiando con fare vorace quell'intruio sotto lo sguardo a bocca aperta di Genesis, me ne sarei pentito di certo il giorno dopo, ma in quel momento ero solo ostinato a far sparire la delusione dal suo viso. Una volta che la bottiglietta fu vuota mi staccai riprendendo aria.
-Grazie per il succo! Era buonissimo!-
Affermai quasi sull'attenti ed una nuova luce si accese negli occhi di Genesis, una luce che non prometteva nulla di buono. Si portò il dorso della mano sotto il mento, il gomito appoggiato sul ginocchio e lo sguardo di una volpe intenta a guardare un povero coniglio caduto nella sua trappola.
-Felice di sentirtelo dire, nello zaino ci sono altre 3 bottigliette-
Davanti al mio sbiancare scoppiò a ridere arricciando la punta del piccolo naso costellato di lentiggini, la sua risata sembrava lenire ogni mio dolore, anche i morsi della fame e l'acidità di stomaco che di certo si sarebbe presentata a breve. Sorrisi sentendo le guance andare a fuoco e mi sedetti sulla sedia in legno posta vicino alla scrivania iniziando a gustarmi il dolce. Il gusto della marmellata esplose in bocca riuscendo a coprire l'aspro del succo, ecco l'arte di Genesis, i suoi dolci riuscivano sempre a farmi sorridere, perfetti in ogni loro sfumatura, dall'aspetto, al profumo ed infine il gusto. Lo guardai dondolare le gambe in attesa di un mio commento, anche se di certo sapeva già quale fosse.
-Squisita-
Affermai con le guance ancora piene e lui sorrise piegando nuovamente il capo informandomi che di quella, purtroppo, non ve ne fosse altra.
Eravamo solo due bambini, due bambini ignari della realtà celata nel nostro corpo, di ciò che il futuro aveva in serbo per noi. Due bambini intenti a giocare nel cortile con il sole fermo alle ringhiere, con le sue guacne rosse ed il mio maglione infeltrito. Giocavamo ad essere grandi, ma mai grandi quanto i nostri sogni...

...Mi porto alle labbra una sigaretta mentre osservo questo strano mondo, ho perso la memoria di quando ho avuto accesso nel Life Stream rendendomi conto di quanto fosse diverso da ciò che tutti supponevano. Una nuova vita, una realtà ben diversa da quella che conoscevo, niente super soldati, niente guerre, solo anime erranti intente a vivere quella nuova realtà con tutte le sfide di una normalissima vita. Sembrano aver dimenticato, dimenticato ciò che vi fosse prima, perchè io no? Perchè mi trascino in questa realtà portandomi i ricordi di un'esistenza che mi sembra così lontana, perchè nella mia mente vi è sempre lui con quel suo fare arrogante, con l'arte oratoria degna del miglior attore del mondo? Perchè pensare alla tua risata mi provoca una morsa nel petto? 
Al mio arrivo ti ho cercato prima di comprendere che non ti avrei trovato in quel flusso di vita, un sollievo, ma anche un timore poichè ero ignoravo se Zack fosse riuscito in quell'impresa che gli avevo affidato.
Avevo smesso di pensare a te, eppure eccoti nuovamente tornare alla mia mente con i ricordi della nostra infanzia, ecco improvvisamente il desiderio di abbracciarti come quando eravamo piccoli, d'improvviso ecco il desiderio di tornare ad osservarti senza osare proferire parola, osservare i tuoi occhi fissi su un'altra persona, una persona che non ero io...ma andava bene cosi. Eppure questa nuova realtà non è cosi male, ma non posso nascondere quanto mi manchi, quanto la tua assenza sia divenuta giorno per giorno più forte provocandomi un dolore nel petto e non posso fare a meno di chiedermi se anche tu, ovunque ti trovi, stia provando la stessa cosa. Mi sento come un monumento in mezzo a tutte queste vite, un monito a ciò che vi è stato prima, a cosa la ricerca di potere possa portare.
Quanto sarà passato? Dove sei ora? Cosa fai?
D'improvviso penso a te solo in quel mondo che ho lasciato. Sephiroth sarà al tuo fianco? La dove lo avresti sempre voluto anche se mai hai osato dirlo ad alta voce, dirlo a qualcuno, forse nemmeno a te stesso.
Quanti anni dovranno passare perchè io possa rivederti? 
Il mio sguardo si alza soffermandosi alle nuvole pesanti che sovrastano la città preannunciando pioggia, qualcosa scorre sul mio viso, di certo devono essere le prime gocce di pioggia, devono per forza esserlo. Il mio corpo sussulta quando una mano sfiora alla mia guancia, abbasso leggermente il capo trovando ad accogliermi un viso dalla pelle candida, gli occhi azzurri incorniciati da delle lunghissime ciglia, l'ovale del viso sfiorato da delle ciocche rosse, le carnose labbra ed il naso con ancora qualche lentiggine a regnare.
-Stavi piangendo?-


----------

Due parole dall'autrice.
Per colpa di una mia cara amica sono tornata nel mondo di Final Fantasy VII  Crisis Core dopo non so quanti anni. Rigiocare il capitolo, vedere i legami fra i vari personaggi a questa età mi ha permesso di notare diverse sfumature. Ho sempre adorato Angeal, ma mai quanto adesso edendo in lui una forza d'animo incredibile e portarne il cosplay in fiera mi riempie il cuore di gioia. 
Ho voluto dare una voce ai suoi ricordi, analizzare i sentimenti che lo legano a Genesis, la canzone di Lorenzo Fragola "d'improvviso" ha avuto un ruolo fondamentale in questo testo. Spero sia stato di vostro gradimento e di ricevere da voi delle recensioni che possano aiutarmi a migliorare.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: Shasha_cupcake95