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Autore: Tynuccia    06/10/2023    1 recensioni
[Gundam SEED Freeeom] Cagalli scosse i capelli biondi, tentando di non far trasparire il suo disagio. "Sono qui per lavoro, non mi sembra il caso".
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Missione
 
 
Quando il cameriere tolse dal vassoio un calice di vino e lo posò davanti a lei, Cagalli inarcò le sopracciglia chiare. “Avevo ordinato un’acqua tonica”, disse, il tono gentile per non farlo sentire troppo in torto per l’errore di distrazione. 
 
L’inserviente annuì, raddrizzandosi elegantemente. “Certo, madame, ma questo è un gentile omaggio del signore laggiù. Torneremo immediatamente con la sua tonica”.
 
La ragazza, sempre più confusa, lanciò un’occhiata tra gli ospiti sulla terrazza ed individuò piuttosto facilmente il suddetto signore, seduto qualche tavolo più in là. Anche lui la vide, e sollevò il suo bicchiere in un muto brindisi, le labbra incurvate in un sorriso affascinante.
 
Con una considerazione che in passato non pensava di possedere, Cagalli si alzò e, preso il calice, si diresse verso il suo ammiratore, che la studiò con aria divertita. "Benché apprezzi il gesto", cominciò a dire, mettendogli davanti il vino, "sono costretta a rifiutare il suo omaggio".
 
Lui sbuffò una risata. "Neppure un sorso?", indagò. "In questa bella giornata estiva, e con un tramonto del genere, un aperitivo è proprio quello che ci vuole".
 
Cagalli scosse i capelli biondi, tentando di non far trasparire il suo disagio. "Sono qui per lavoro, non mi sembra il caso".
 
L'altro poggiò il mento sul palmo della mano, osservandola da dietro le lenti scure. "O forse ha qualcuno che la aspetta a casa?".
 
Quella domanda così diretta fece arrossire la giovane, che distolse lo sguardo. Che sfacciato. "Qualcosa del genere", si ritrovò comunque a rispondere in un borbottio vago. "Dobbiamo risolvere un paio di cose".
 
Lui annuì, quasi comprensivo, ma allargò il sorriso, maliziosamente. "Mi perdoni, ma mi dà l'idea di essere proprio un cretino", ragionò prima di bere un po' del suo vino. 
 
Cagalli, straordinariamente paziente, intrecciò le braccia sul petto. "Ingenuo, mi verrebbe da dire. Agisce sempre senza pensare, e ne abbiamo pagato le conseguenze", spiegò brevemente. "Ciò non significa che mi venga voglia di flirtare con chicchessia".
 
Il signore, come lo aveva chiamato il cameriere, emise un verso di assenso. "E cosa ci fa, l'Emiro Delegato di Orb a Nizza?", chiese ancora, apparentemente sordo e cieco al poco velato rifiuto. 
 
Lei sospirò. Non si era aspettata una seccatura simile. "Deve vivere in un altro mondo. Il summit in Costa Azzurra dei governi mondiali è su tutte le testate giornalistiche", gli fece notare. "Lei, invece?".
 
Lui rise e tese il braccio verso la sedia di fronte. "Ha tempo? Se mi fa compagnia glielo posso raccontare".
 
Il Delegato tentennò un secondo, soppesando l'offerta, quindi si accomodò, ripromettendosi che non si sarebbe mai più prestata a certe sciocchezze.
 
*
 
Più tardi, quella stessa sera, Cagalli si spostò dal corpo dell'amante e si lasciò cadere sul materasso, ansimante e sudata. Spiò in direzione del giovane, che era riuscito a convincerla a seguirlo nel suo appartamento dopo un paio di drink al bar. "So che non sei il tuo più grande fan, ma addirittura darti del cretino...".
 
L'altro le passò un braccio attorno alla vita e la strinse contro di sé, regalandole un sorriso sornione. "E tu, che vai in giro a dire agli sconosciuti che abbiamo problemi di coppia?", ritorse, benché palesemente divertito. 
 
"Non sei uno sconosciuto", protestò debolmente la bionda, appoggiando la guancia sul suo petto.
 
"In quel frangente sì", spiegò paziente lui. "Pensavo che a questo punto ti fossi impratichita".
 
"Ha parlato il tombeur de femmes", mugugnò Cagalli, arricciando le labbra in una smorfia offesa. "Anzi, direi che lo stuolo di signorine che hai conosciuto durante l'ultima guerra parli da sé. Se non fossi così maledettamente tonto potrei anche essere gelosa".
 
Athrun Zala scoppiò a ridere e si mise a sedere. "Ti amo anche io", disse, guardandola con affetto. 
 
Presa contropiede, lei arrossì profusamente e gli diede un piccolo pugno sul braccio, facendolo ridere ancora di più.
Non era la prima volta che si cimentavano in quel gioco assurdo, in cui facevano finta di non conoscersi, per poi flirtare e finire a letto insieme. Con Athrun costretto in una missione di spionaggio internazionale, era l'unico modo per potersi vedere, e ogni qualvolta lei viaggiasse per lavoro, come per magia lui trovava affari da seguire nel medesimo luogo. Cagalli trovava quella messinscena tanto sciocca quanto eccitante, e in più di un'occasione si era domandata come diavolo gli fosse venuta quell'idea così bislacca. 
 
"Come sta Toya?", chiese all'improvviso l'Ammiraglio, scostandole alcune ciocche bionde dalla fronte. 
 
Cagalli fece spallucce. "Bene, beato lui che non deve sorbirsi tutte queste chiacchiere politiche. Non per il momento, almeno". Si guardò le ginocchia e scosse piano il capo. "A te invece quanto manca per concludere?".
 
Sapendo che quella frase era semplicemente il suo modo per dirgli che le mancava, Athrun si esibì nell'ennesimo sorriso, intenerito e colpevole. "Non saprei. Le indagini procedono a rilento e ci tocca essere cauti per non rovinare tutto. Non riesco a immaginare cosa succederà, e non posso dirmi ottimista".
 
Lei annuì con aria greve, ma gli mise una mano sulla guancia e si sporse per baciarlo. "Lo sai che mi fido di te. E di noi. Siamo sopravvissuti a molto peggio". 
 
Athrun non si fece troppi scrupoli a portarla sotto di sé, attaccandole il collo con le labbra mentre dalla finestra aperta soffiava una leggera e piacevole brezza. Era vero, quello che diceva la sua amata, e se c'era un'unica certezza nella sua vita travagliata, quella era che non avrebbe mai abbandonato la giovane donna che, con la sua schiettezza ed i modi dolcemente spigolosi, era riuscita a salvarlo in più di un'occasione.
 
 
 
 
 
 
 
Boh, la Sunrise rilascia il trailer in cui si vede Athrun sotto copertura (o così sembrerebbe) e io sono di bocca buona. O forse semplicemente pazza. Fatto sta che ho voluto provare a immaginare uno sviluppo pregresso per la sua storyline. Sicuramente il film andrà in direzione diversa, ma sono 14 anni che me infischio delle direttive di Fukuda, non inizierò certo ora a farmi venire le paranoie.
 
PS: l'idea bislacca gliel'ha data Dearka, ça va sans dire.
  
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