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Autore: musa07    07/10/2023    0 recensioni
[SakuAtsu][Time!Skip]
"Atsumu ovviamente non conosceva il concetto di “vergogna”. Soprattutto se riguardava (il suo) Omi.
Eccolo là, quindi, che lo stava fissando senza vergogna alcuna – anzi: in modo del tutto ammiccante e in adorazione – durante una delle interviste che gli addetti stampa della squadra degli MSBY organizzavano di tanto in tanto per e con i loro supporter. E che per Kiyoomi, manco a dirlo, erano un vero e proprio supplizio.
Ed erano i suoi ricci il suo conforto in quei momenti. I ricci e i suoi due nei perfettamente simmetrici sulla fronte.
E se Atsumu su quei due nei ci aveva fantasticato all'inverosimile (e ancora ci continuava a fantasticare) dal momento esatto in cui i suoi occhi mielati si erano posati su di essi anni fa, ultimamente l’attenzione aveva iniziato a posarvi con particolare insistenza su quel riccio ribelle che si appoggiava proprio sui suddetti nei. E che Kiyoomi, in quel momento, stava continuando a farsi scorrere tra le dita lunghe e affusolate[...]"
Questa storia partecipa al #Writober, indetto da #Fanwriter.it #giorno7
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfic scritta per il writober indetto da Fanwriter.it

Lista: PumpInk
Prompt: Vergogna #7giorno
Fandom: Haikyuu
Personaggi: Miya Atsumu – Sakusa Kiyoomi
Rating: Verde

 

Eccallà! Sapevo che presto o tardi avrei finito per scrivere una storia sui ricci di Omi ahahah (colpa sua se mi è venuta la fissa dei ricci. E colpa anche di Youtube che – non capisco proprio per quale misterioso motivo ahahah – continua a suggerirmi video del Timothée, che per me è come sarebbe fisicamente Omi nella real life)

 


 

 

Atsumu ovviamente non conosceva il concetto di “vergogna”. Soprattutto se riguardava (il suo) Omi.

Eccolo là, quindi, che lo stava fissando senza vergogna alcuna – anzi: in modo del tutto ammiccante e in adorazione – durante una delle interviste che gli addetti stampa della squadra degli MSBY organizzavano di tanto in tanto per e con i loro supporter. E che per Kiyoomi, manco a dirlo, erano un vero e proprio supplizio.

Ed erano i suoi ricci il suo conforto in quei momenti. I ricci e i suoi due nei perfettamente simmetrici sulla fronte.

E se Atsumu su quei due nei ci aveva fantasticato all'inverosimile (e ancora ci continuava a fantasticare) dal momento esatto in cui i suoi occhi mielati si erano posati su di essi anni fa, ultimamente l’attenzione aveva iniziato a posarvi con particolare insistenza su quel riccio ribelle che si appoggiava proprio sui suddetti nei. E che Kiyoomi, in quel momento, stava continuando a farsi scorrere tra le dita lunghe e affusolate, per poi iniziare a ripetere l’operazione. Forse non se ne stava neanche rendendo conto, si trovò a pensare Atsumu, che aveva voltato un po' alla volta la poltroncina completamente verso di lui anche se Bokuto, che stava rispondendo alle domande che l’intervistatore gli stava facendo, si trovava alle sue spalle. Non voleva essere scortese o maleducato ma davvero: quel gesto di Kiyoomi lo stava ipnotizzando come mai prima in vita sua, oltre a fargli accelerare il fiato, che si era fatto improvvisamente corto e mozzato.

Eccolo... indice e pollice si appoggiavano delicatamente alla radice e poi proseguivano insieme la morbida curvatura del riccio, giù fino alla radice e poi di nuovo. Sarebbe rimasto lì a guardarlo in loop. Ma purtroppo ecco che arrivò il turno di Kiyoomi di rispondere alle domande che i supporter dei MSBY avevano preparato per loro e allora ecco che lo schiacciatore riprese pieno possesso della sua più totale lucidità e razionalità, con grande disappunto di Atsumu, che iniziò a mordicchiarsi la punta del pollice, nel momento in cui Kiyoomi gli regalò inconsapevolmente l’ultima immagine sulla quale avrebbe fantasticato per almeno due settimane. Portarsi una ciocca di capelli dietro all’orecchio, con un gesto di una sensualità innata.

“Cazzo!” pensò Atsumu dentro di sé, prendendo un piccolo ispiro più lungo degli altri, perché gli vennero in mente tutte quelle volte in cui Kiyoomi usciva per ultimo dalle docce dopo gli allenamenti tamponandosi i ricci mentre gocce d’acqua gli colavano da essi lungo le spalle e poi via: scivolano giù per il petto e poi sull’addome, infrangendosi sull’asciugamano legato sui fianchi.

Solo una volta, almeno per il momento, si era arrischiato di sfiorarglieli quei ricci. La settimana prima, di ritorno da una trasferta.

Seduti fianco a fianco sull’autobus, Kiyoomi aveva indossato la mascherina per gli occhi, di quelle che si usano per dormire, cuffie, braccia incrociate al petto ed era lentamente scivolato nel sonno. Ma era scivolato anche fisicamente, non solo metaforicamente. Addossando la testa sulla spalla di Atsumu. E allora lui aveva osato. Facendo meno rumore e movimento possibile, due dita si erano avvicinate lentamente proprio a quel riccio ribelle, sfuggito al controllo della mascherina per gli occhi, e ne aveva dolcemente saggiata la punta, vedendo come – una volta che lo aveva rilasciato – proprio come una molla era ritornato al suo posto.

A.D.O.R.A.B.I.L.E si era ritrovato a pensare. Proprio come in quel momento, vedendo come le dita di Kiyoomi, mentre parlava, ritornassero a posarsi su quel riccio per scostarlo da davanti agli occhi. Si erano dovuti catapultare a fare quell’intervista praticamente appena finita la partita, quindi una doccia velocissima e i ricci di Kiyoomi aveva preso un verso tutto loro.

“Ricci stronzetti!” pensò divertito Atsumu lasciandosi sfuggire una piccola risatina divertita, che tentò di dissimulare con un colpo di tosse. Fallendo miseramente. E tutti gli occhi si puntarono su di lui. Soprattutto un paio di color ossidiana, che ogni volta lo inghiottivano.

Tossicchiando si mise seduto ritto sulla poltroncina cercando di darsi un contegno e, soprattutto, cercando di capire di cose stessero parlando. Magari Omi stava raccontando un aneddoto triste o strappalacrime della sua infanzia e lui aveva RISO! Oh, Santo Cielo! L’anima lo abbandonò in quel preciso istante a quel pensiero. Aveva iniziato a vedere come finalmente Kiyoomi accettasse la sua (molesta) presenza. Stava quindi muovendo quei primi passi nel far breccia nella sua corazza ed ora magari aveva rovinato tutto.

Che fare? Salvare capra e cavoli e confessare? Ma no, ma no! Confessare cosa davanti a migliaia di persone? Che non lo stava minimamente ascoltando perché si stava tirando dei vaneggi da paura sui suoi ricci e sul modo nel quale se li sfiorava? Ma anche no!

Sfoderò il suo solito ghignetto strafottente, quello che sapeva facesse imp4zzire chiunque – uomini e donne – e che non aveva presa solo sull’unica persona verso la quale avrebbe tanto voluto che funzionasse. Unica persona che lo stava giustappunto fissando in quel momento e che… aspetta! Fermi tutti! Stava sorridendo? Kiyoomi stava veramente sorridendo?! Sì, ok: più che un dolce sorriso era un vero e proprio sorrisetto storto mefistofelico che forse, forse!, non prometteva nulla di buono.

 

- Atsumu-san stavamo giusto chiedendo a Sakusa-san di scegliere quale domanda, tra quelle pervenute dai vostri supporter, fare a uno di voi. – gli spiegò il cronista divertito.

Oh… cazzo! Forse era leggermente fottuto. Kiyoomi, con buone probabilità, non avrebbe avuto pietà di lui.

- Vai Omi-Omi sono tutto tuo. – proferì tuttavia ammiccando al suo indirizzo e rilassandosi sulla poltroncina in una posa che voleva palesare tutta la sua tranquillità, mentre lui e Kiyoomi si sfidavano con gli occhi.

- Oh, con vero piacere Miya. – ricambiò Kiyoomi mentre i suoi occhi si posavano sulla domanda che aveva scelto nella lista e, nel farlo, pensò bene di mordicchiarsi il labbro inferiore per un istante, in modo inconscio. E uccidendo definitivamente Atsumu, ma dettagli.

- Vai! – di nuovo quella posa rilassata, mentre posava un gomito sulla spalliera della sua seduta.

- Qui chiedono di vedere la cronologia del tuo telefono. –

E a mano a mano che il sorrisetto di Kiyoomi affiorava divertito, quello di Atsumu lentamente m0riva sulle sue labbra.

Cazzo, era VERAMENTE fottuto!

 

 

 

 

Continua… (devo farla continuare PER FORZA! ahahah)

   
 
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