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Autore: Chiccaxoxo    07/10/2023    0 recensioni
L’amore può prendere infinite strade. Il percorso di Sasuke non è convenzionale, ha dovuto attraversare il proprio dolore e quello degli altri. Lui e Itachi non possono amarsi veramente senza prima aver raggiunto il fondo del dolore.
Ma Itachi dovrà toccare il fondo anche per sentirsi meritevole dell’amore di Kisame.
Coppia: Kisame/Itachi. KisaIta. Kisame x Itachi
Questa storia partecipa al Whumptober 2023.
Prompts usati: Thermometer; Delirium; “They don't care about you.”
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Kisame Hoshigaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Itachi/Kisame
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Naruto Shippuuden
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“Hai la febbre, vuoi che ci fermiamo da qualche parte?”
Nessuna risposta, Itachi seguiva Kisame con il viso pallido e stanco.
L'uomo squalo sapeva che Itachi era mangiato nell'anima e nel corpo.
Sedevano al tavolo della prima locanda trovata. Uno di fronte all’altro, incapaci di rompere il silenzio, immobili come statue di sale, quello fastidioso che brucia al sole e corrode la pelle.

Era stato Itachi a cambiare il quadro straziante. Kisame era stato colto impreparato, si era ritrovato con il viso di Itachi seppellito nel petto.

Kisame non era riuscito a rompere il fermo immagine, solo ora si rendeva conto di quanto fosse grave la sofferenza di Itachi. Era crollato nonostante ci fossero altre persone.
“Andrà tutto bene, Sasuke se la caverà" Kisame sussurrava con le labbra sulla testa di Itachi. Gli avvolgeva le spalle scosse dai singhiozzi.
Il suo sguardo era prostrato mentre stringeva Itachi, Kisame non aveva mai toccato il suo partner. Il cuore gli si spaccava, a nessuno importava di Itachi, ma lui amava tutti tranne se stesso.
“Ho distrutto la vita di mio fratello. Era così sorridente prima.”
“No” Kisame non gli staccava le labbra dai capelli.
“Kisame, potresti...” La domanda di Itachi era sospesa nell'aria, alzò la faccia ferita.
Kisame lo aveva afferrato per le spalle: "Hai già preso la medicina. Respira e calmati."
Kisame aveva già visto scene simili. Quando Itachi non riusciva più a sopportare il dolore, trascorreva le giornate a letto imbottito di tranquillanti. Il delirio ricominciava appena svanito l'effetto.
“Vado a prendere un bicchiere d'acqua” Itachi si era alzato sulle gambe tremanti.
“Va bene” Kisame lo aveva lasciato andare.
Gli occhi di Kisame passarono da angosciati a scioccati realizzando quello che Itachi aveva in mano, oltre all'acqua si era preso un grosso mochi al cioccolato. Ne aveva già ingollata la metà. Una scena straziante, Itachi masticava senza riuscire a smettere di piangere, zucchero e cioccolato gli colavano dagli angoli della bocca e sul mento.
"Lo sai che non dovresti mangiare questa roba, ti fa male" Kisame gli aveva afferrato il polso per fermarlo, non stava usando la forza.
“Non c'è più niente che possa farmi male. Sono io che distruggo gli altri”.
La verità che aveva fatto parte di Itachi per tutta la sua vita. L'incubo vissuto in silenzio da quella notte.
Itachi si faceva male lentamente, se si fosse squarciato lo stomaco con un kunai non avrebbe sofferto abbastanza. Aveva il diabete e preferiva suicidarsi a stillicidio. Il dolore che Itachi credeva di meritare non era mai abbastanza.
Kisame non riusciva a parlare, gli aveva tolto il mochi. Itachi sporcava il mantello di Kisame di cioccolato senza alzargli la faccia dal petto.
Kisame lo aveva preso in braccio per portarlo su per le scale, verso la terribile notte che li attendeva. Incubi, deliri, siringhe che Kisame avrebbe dovuto infilare nelle cosce di Itachi.

"Dov'è mio fratello?"
Sasuke aveva quasi demolito la porta. Sebbene Kisame non si aspettava che Sasuke li trovasse, si era alzato con calma dal letto dove giaceva Itachi. Non aveva mai perso di vista il partner. Nella penombra, Kisame poteva vedere il volto distorto di Sasuke.
Nemmeno il tempo di reagire, Sasuke era già corso verso il letto di Itachi. Kisame sapeva che prima o poi avrebbe dovuto perdere Itachi, ma non l'aveva mai immaginato così. E poi non era pronto.
Avrebbe mai potuto esserlo? Lui... amava Itachi.
Ma Sasuke era una persona diversa. In ginocchio e con la faccia abbattuta, sembrava un uccellino ferito. Accarezzava piano la testa del fratello avvolto in strati di spesse coperte. Sasuke guardava Itachi spostandogli i capelli da una parte all'altra.
“Nii – san? Sono io…"
Itachi non reagiva. Sasuke gli sfiorava la pelle sudata e calda.
"Nii - san, ho saputo tutto, so che l'hai fatto per me" Sasuke gridava, scuoteva il corpo inerme del fratello.
"Sasuke..." Kisame gli si era avvicinato "Ho dovuto somministrargli dei sedativi. Reagiva al dolore facendosi del male."
Sasuke guardava l’uomo squalo disperato e con gli occhi pieni di lacrime. Solo poche ore prima avrebbe voluto distruggere Itachi, ma ora sapeva.
Kisame sospirava: "È riuscito a nascondere il dolore finché non è diventato troppo."
L'anima di Sasuke era ardente: "Non è lui il colpevole. Non avrò pietà."
Con la faccia contorta, Sasuke aveva tirato su le coperte. Lividi freschi risaltavano sulle gambe di Itachi.
"Se non lo avessi fatto sarebbe finito in coma " Kisame aveva allontanato piano Sasuke per coprire Itachi. L’uomo squalo era allarmato, gli aveva messo il termometro sotto l’ascella prima di premergli le coperte sul petto.
Sasuke si muoveva come un automa, la faccia inespressiva. Si era fermato solo sentendo la schiena sbattere sulle ante dell'armadio. Scivolava verso sinistra fino allo spazio vuoto della porta aperta. Strisciava lungo il corridoio senza registrare le sue azioni.

Sasuke era fuori, barcollava lungo il vialetto esterno. Era tornato incandescente appena superato il cancello e uscito in strada.


Sasuke era arrivato, finalmente di nuovo a Konoha. C’era già stato, gli avevano spiegato cose che ora non ripescava dalla mente elettrizzata.

Gli era chiaro solo che gliel’avrebbero pagata cara, era insopportabile vedere il suo amato Nii - san odiarsi così tanto da volersi distruggere. Sasuke impazziva pensando a come Itachi aiutava sempre tutti considerandosi inutile. Itachi non aveva mai perso il suo infinito altruismo nonostante avesse sofferto così tanto. Non gli interessavano i complimenti, gli bastava vedere sorridere le persone che amava. Non ci voleva molto per rendere Itachi felice, eppure anche questo era stato troppo per quei due farabutti
Gente come quella valeva meno dello sputo per terra.
Sasuke aveva deciso di usare tutto il dolore che aveva dentro e tutto ciò che lo aveva ferito. L'esplosione di emozioni gli guidava la mano sinistra verso l'ingresso del palazzo dell'Hokage.
"Vieni fuori, maledetto!" l'urlo era lacerato di dolore e rabbia "Scendi o salgo io a prenderti!"
Sasuke non badava ai frammenti di legno conficcati nelle nocche, il sangue gli era schizzato sulla faccia. Aveva leccato via la goccia che gli era caduta sul labbro inferiore, nuova motivazione per attingere al dolore e continuare a usarlo.
"Avete due minuti, brutti vecchiacci. Giusto il tempo che mi serve per radere al suolo questa baracca!"
Era inaccettabile che tutto quel male rimanesse impunito.
Sasuke era crollato schiacciato dalla consapevolezza dopo aver sferrato l'ultimo calcio alla porta sbarrata. Lì non c’era più nessuno, quando era venuta fuori la verità erano stati arrestati.

Sasuke era paralizzato in un grido agghiacciante, i violenti spasmi gli toglievano il respiro. Si riprendeva dalle apnee solo per gridare ancora la sua impotenza. Lui li avrebbe voluti morti, invece sarebbero rimasti in vita. Loro avevano avuto la fortuna di invecchiare, ai suoi genitori e tutti i suoi amici non era stato concesso.
Le braccia che avevano avvolto Sasuke erano amorevoli e ferme.
Una dolce camicia di forza.
Sasuke gli aveva affondato il viso nel petto, si era lasciato trascinare giù fino a ritrovarsi seduto per terra. Morbide labbra gli si erano posate sulla fronte mentre l'odore rassicurante del suo Nii - san lo calmava all'istante.
"Perdonami, Itachi... saresti dovuto restare a riposarti."
"Non devi mai scusarti quando ami qualcuno, Otouto" Itachi lo stringeva forte, non gli aveva mai tolto le labbra dalla fronte.
Sasuke non si sentiva più sbagliato. Guardava il fratello maggiore con gli occhi lucidi "Kisame ti ama. Sei tutto il mio mondo e ci devi credere. Lo meriti. Meriti di vivere."


 


 


 

   
 
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