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Autore: musa07    08/10/2023    1 recensioni
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"Atsumu aveva voluto portarlo in qualche modo con sé. Ai Campionati Mondiali. Con quello che era stato il suo numero – l’undici – impresso sulla sua schiena. Insieme al loro nome.
Lo ha visto, Osamu, alzare la coppa della vittoria. Lo hanno visto tutti, stipati del suo locale, in quella che era stata fin dall’inizio della partita una festa gioiosa, dove amici vecchi e nuovi si erano mescolati tra di loro, soffrendo ed esultando insieme. Dando vita a nuovi ricordi[...]
Potevano aver scelto due futuri diversi, di vivere due vite diverse, ma ognuno di loro viveva sempre nel cuore, nell'animo, nei pensieri dell'altro[...] due metà che formavano un Tutto[...]"
Questa storia partecipa al #Writober, indetto da #Fanwriter.it
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Atsumu Miya, Osamu Miya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfic scritta per il #writober indetto da #Fanwriter.it


Lista: PumpInk
Prompt: Medaglia #8giorno
Fandom: Haikyuu
Personaggi: Miya Atsumu – Miya Osamu
Rating: Verde

 

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Atsumu aveva voluto portarlo in qualche modo con sé. Ai Campionati Mondiali. Con quello che era stato il suo numero – l’undici – impresso sulla sua schiena. Insieme al loro nome.
 
Lo ha visto, Osamu, alzare la coppa della vittoria. Lo hanno visto tutti, stipati del suo locale, in quella che era stata fin dall’inizio della partita una festa gioiosa, dove amici vecchi e nuovi si erano mescolati tra di loro, soffrendo ed esultando insieme. Dando vita a nuovi ricordi.
 
Perché è sempre stato Osamu il gemello gentile, quello che, se e quando sorrideva, lo faceva in un modo dolce e gentile, che ti faceva capire che di lui ti potevi fidare. E Atsumu in qualche modo viveva per osmosi questa gentilezza, che gli permetteva di farsi perdonare la sua sfacciata strafottenza.
Ma anche Atsumu era in qualche modo gentile. Con suo fratello per lo meno lo era. Era come se sentisse la responsabilità di essere, se pur di soli pochi minuti, il più grande tra i due.
 
- Solo perché, fin da subito, hai dovuto far il prepotente e sei voluto uscir per primo. – gli ricordava sempre Osamu, facendolo inalberare. Questa frase Osamu gliela diceva sempre quando guardavano quel video. Quel video che il loro padre aveva fatto nel preciso istante in cui le ostetriche li avevano appoggiati sul petto della loro mamma. Prima Osamu e poi Atsumu e puntualmente salivo le lacrime agli occhi a tutti e due quando vedevano come nel momento in cui anche Atsumu veniva delicatamente appoggiato sul corpo della madre, accanto al suo gemello, immediatamente allungava un braccio verso Osamu, per avvolgergli le spalle, per stringersi nuovamente l’uno addosso all’altro.
Sembrava fossero una cosa sola fin dall'inizio e che il Destino li avesse divisi in due. Ma due metà formano sempre un Tutto…
 
Quel video lo avevano guardato un’infinità di volte. Soprattutto quando, una volta finito il Liceo, si erano dovuti in qualche modo separare. Soprattutto quando capitava che non vivessero in simbiosi. Soprattutto quando Osamu aveva detto ad Atsumu la sua intenzione di non continuare a giocare a pallavolo a livello professionistico…
 
 
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- Perché Samu!? È il nostro sogno questo! –
- È il tuo sogno, Tsumu. – aveva replicato Osamu, con un sorriso triste ma dolce, cercando di accarezzargli una guancia per ammansirlo un po'.
Perché? Anche se erano sempre stati insieme, perché Osamu aveva deciso di abbandonarlo? Gli ci era voluto un po' di tempo per sbollire e capire, ma alla fine Atsumu aveva compreso che non si trattava di un addio ma semplicemente che entrambi avevano intrapreso la strada che desideravano davvero. E questo non significava che dovessero separarsi. Anche perché non c'era modo che potessero non vivere in simbiosi. Potevano aver scelto due futuri diversi, di vivere due vite diverse, ma ognuno di loro viveva sempre nel cuore dell'altro, con la stessa grande capacità di emergere, di uscire dall’ordinario.
E Atsumu ha reso orgoglioso suo fratello portando a casa la vittoria. Osamu soprattutto è felice, orgoglioso, di vedere come tutti finalmente abbiano visto la grandiosità di suo fratello. Il mondo intero l’ha visto…
 
Ma ora, nel momento in cui Atsumu ha attraversato le porte degli arrivi dell’aeroporto e si sono corsi incontro per abbracciarsi, quello che Osamu vede fissandolo negli occhi è il riflesso di se stesso.
 
- Congratulazioni, Nii-chan. – si diverte a dargli in parte il tormento usando quel nomignolo che da piccoli si è sempre rifiutato di usare per fargli dispetto, ma solo per non scoppiare a piangergli in muso. E sente la risata di Atsumu vibrargli sul petto.
Così come sente battere sul petto la medaglia d’oro che Atsumu porta al collo.
- Ce l’abbiamo fatto insieme, fratellino. Abbiamo vinto. – ricambia divertito la piccata, togliendosi la medaglia dal collo e usando il nastro di seta per allacciarla al polso di entrambi.
- Insieme, eh? – ridacchia Osamu, sollevando il braccio e fissando la medaglia che penzola tra le loro mani.
- Come sempre. Sei sempre stato il mio stronzo alleato, quello che mi ha sempre spinto a dare il massimo. E soprattutto quello che ha sempre creduto in me. Come io in te. – è la risposta di Atsumu.
Ed ora anche il suo sorriso, è un sorriso gentile.
 
   
 
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