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Autore: Sunnydafne    09/10/2023    0 recensioni
La separazione in amore è come un lutto, sopratutto nel caso di Inuyasha e Kagome, separati da 500 anni ed un portale che non funziona più. Come supereranno il loro dolore? Vediamoli mentre attraversano le tipiche 5 fasi del dolore.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quarta fase

FASE DELLA DEPRESSIONE.

 

“La mia vita è un inferno”, “Non c’è via d’uscita”.

La quarta fase reca con sé un’autentica presa di coscienza della perdita. La persona si sofferma su tutto ciò che non può più condividere con l’ex partner, amplificando involontariamente il livello di sofferenza e generando un circolo vizioso che induce a uno stato di vera e propria depressione. Sintomi tipici del momento sono mal di testa, aumento o perdita del peso corporeo, incapacità di concentrarsi, irritabilità, insonnia o eccessiva sonnolenza, rabbia, frustrazione, tristezza persistente e volontà di isolarsi.



🥀



Inuyasha 

I giorni trascorrevano con insolita lentezza, i lavori di ricostruzione del villaggio erano quasi giunti al termine e i chiacchiericci sull'imminente unione tra Sango e Miroku erano il pettegolezzo più apprezzato tra le donne del villaggio.

Come ogni mattina, dopo aver riposato sul Goshinboku per la notte, mi alzavo per andare al pozzo, dopo un salto inutile pattugliavo la zona, il mio territorio. 

Quella mattina però ci fu una variante. 

Arrivato al pozzo notai la figura esile di Sango, accovacciata sul labbro di legno che sosteneva il suo peso mentre ispezionava pericolosamente il fondo. Non mi sono avvicinato, non era una novità per me che gli altri, in mia assenza si recassero al pozzo, sopratutto Sango e Shippo. 

Rimasi nascosto dai sensi della cacciatrice, volevo darle un momento per sé, sapevo che presto avrebbe lasciato il luogo, conosceva bene le mie abitudini. 

Nascosto dietro un albero la sentì sospirare e tirare su con il naso, l'odore delle sue lacrime mi arrivò al naso un secondo dopo. 

Sango, la forte combattente, piangeva al pozzo. 

Sarei rimasto sorpreso se quell'odore non fosse sempre persistente al pozzo da quando ci ha lasciato.

“oh Kagome ” la sentì mormorare “amica mia, quanto mi manchi.. Sai, sai.. La nostra casa ormai è quasi completata, quindi manca poco alla mia unione ufficiale con Miroku.. C'è una parte di me che vorrebbe aspettarti.. Ma.. Se non tornassi mai più da noi? ”

Quelle parole, mormorate da una delle donne più forti che avessi mai incontrato aprirono in me una voragine.

E se non fosse davvero mai tornata?

Cosa ne sarebbe di me?

In quel momento, tutte le paure e il dolore che avevo abilmente nascosto dietro altre emozioni si impossessarono del mio animo. Caddi a terra con le ginocchia, ancora nascosto dietro l'albero, e fu allora che percepii l'odore delle mie stesse lacrime. Le forze delle cosce mi abbandonarono e con un tonfo anche il mio sedere toccò il suolo, il mio capo era chino, occhi chiusi che non smettevano di lacrimare. 

Fu questa la scena patetica che trovò Sango, dopo che si alzò per tornare al villaggio. Troppo immerso nel mio stesso dolore per accorgermi del suo avvicinarsi a me.

“Inu.. Yasha.. ” mormorò lei, ancora lacrime fresce cadevano anche sul suo viso.

Alzare la testa sembrava un impresa titanica, sulle mie spalle il peso del mondo.

Quando i miei occhi trovarono i suoi lessi la stessa perdita che sentivo, lo stesso dolore riflesso.

“Sango ” fu tutto ciò che dissi, Prima che anche lei si inginocchiasse accanto a me per abbracciarmi.

Piangemmo insieme per non so quanto tempo. Tra le sue braccia trovai il coraggio di ammettere quegl'orrori che mi tenevano sveglio la notte

“Non tornerà.. Non tornerà più... ”

“sshh” cercava di calmarmi “non dire così, Inuyasha, non perdere la speranza.. ”

“come farò, Sango, come farò senza di lei al mio fianco? ”

“oh Inuyasha ” la cacciatrice si allontanò da me quel tanto che bastava per guardarmi in volto, senza lasciare un minimo contatto tra noi  “io.. io lo so che è dura, per te più di tutti.. Ma non sei solo Inuyasha, non lo sarai mai più.. Siamo una famiglia, siamo la tua famiglia e ci prenderemo sempre cura di te. ”

“Non.. Non è la stessa cosa.. ”

“lo so, ma sono sicura che Kagome non vorrebbe che tu fossi triste.. Più di una volta mi ha confidato che tutto ciò che voleva era che tu fossi felice”

“ma era lei la mia felicità ” mai a nessuno avevo ammesso così tanto, neanche a me stesso, ma ora, qui, con una Sango i lacrime che condivideva parte del mio fardello mi sentivo libero di ammetterlo.

“e tu la sua.. Sono sicura che i kami non saranno così ingiusti nei vostri confronti ”

“Non ci credi nemmeno tu Sango.. Ti ho sentito poco fa! ” il mio tono aveva un sottofondo acido, lo so decisamente ingiusto, ma non ho forza per fare altrimenti.

“io.. io.. ”la vidi vacillare, abbassò lo sguardo con senso di colpa, e questo scatenò la mia stessa colpa.

“Non preoccuparti per me Sango, sono sempre stato solo, continuerò così.. Tu.. Tu sposa il monaco, e create una famiglia vostra.. era quello che Kagome ha sempre voluto per voi. ”

“Non ha mai voluto che tu non ne facessi parte! ” mi apostrofò con rinnovato spirito.

“Non è qui, no? Non ha voce in capitolo!”

“INUYASHA! ” mi aspettavo quasi uno schiaffo dalla donna, ma non avvenne, anzi il suo sguardo si rattristì maggiormente.

“è vero.. Ma.. Oltre a lei, noi tutti ti siamo debitori e soprattutto affezionati, quindi, ti prego, non lasciarci anche tu..” in quel momento non c'era l'ombra della forte guerriera, ma davanti a me c'era una giovane bambina spaventata e triste. Anche io mi sentivo precisamente così.

“come devo fare? ”

Prese un respiro profondo e mi guardò con determinazione “non lo so, so solo che tutto ciò che possiamo fare è pregare e sperare che le nostre preghierina si avverino.. E nel frattempo abbiamo l'un l'altro per sostenerci a vicenda”

“sembri il monaco.. ”

“Pff!” sbuffò “forse ho passato troppo tempo con quel pervertito! ”

“beh.. Non è così male.. ”

“no, certo che no.. ”

Sospirai alzandomi, guardai il pozzo, non avevo forza di provarlo, quella era il primo giorno che non avrei controllato il portale del tempo.



Kagome

 

“MAMMAAAA” gridare, invocare il nome di mia madre nel cuore della notte era divenuta una nuova macabra routine degli ultimi giorni.

Mi sveglio dai miei incubi impaurita e in lacrime e l'unica consolazione erano le braccia amorevoli di mia madre.

“Kagome cara, sono qui” le parole di mia madre come sempre mi riportarono al presente. Lontano dagli orreri dei mie sogni.

“Non c'è la faccio più, mamma” le mie parole erano singhiozzi angosciati, alla quale mia madre rispose stringendomi maggiormente tra le braccia.

“bimba mia” sospirò la donna, incerta su come calmare la figlia “vieni, vieni nel mio letto come quando eri piccola, ti porto una tisana e ci accoccoliamo” l'offerta, semplice, di mia madre portò in me un calore denso che accolsi con gratitudine.

Fu così che iniziai a dormire con mia madre, lampada accesa e le sue braccia per impedirmi di crollare su me stessa.

La prima notte fu lunga e agitata, senza vero riposo, al mattino non avevo forza di alzarmi, e mia madre mi disse di rimanere a letto. Come se fossi malata mi portò i pasti e delle tisane, asciugando le mie lacrime e lasciandomi sfogare.

“lo so” mi diceva “passerà, te lo giuro ” ripeteva come un mantra mentre mi accudiva.

Mi raccontava di mio padre, e di come aveva superato la sua perdita. Mi diceva che ero forte, ma non lo ero abbastanza per abbattere le maglie del tempo.

“è normale soffrire ”

“tira tutto fuori, dolce bambina mia”

Le sue parole erano un sottofondo al mio pianto incessante.

Ci vollero tre giorni per esaurire le lacrime ed entrare in uno stato quasi catatonico, ma mai mia madre mi lasciò sola. 

Rimasi a letto quasi una settimana intera, e per questo non smetterò mai di ringraziarla.

 

   
 
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