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Autore: ArwenDurin    15/10/2023    1 recensioni
Post s2, gli Aziracrow si rincontrano dopo qualche anno.
"«Sei venuto!» Non poté frenare il velo d’emozione appena lo vide con la sua tipica camminata raggiungere il palco musicale, luogo che aveva accolto le loro risate e osservato le loro discussioni- cos’altro avrebbe dovuto vedere oggi?
L’angelo sperava in una parola: riparo.
Nel vederlo non si vergognò di pensare ad una sola parola che sembrasse in sintonia con il calore che sentiva nel petto, come se in quegli anni fosse stato in assenza di qualcosa dentro di sé e nonostante la tensione e l’ansia che lo avvolgevano, le sue spalle si rilassarono e soltanto una parola era adatta: Crowley era casa. "
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Sei venuto!» Non poté frenare il velo d’emozione appena lo vide con la sua tipica camminata raggiungere il palco musicale, luogo che aveva accolto le loro risate e osservato le loro discussioni- cos’altro avrebbe dovuto vedere oggi?
L’angelo sperava in una parola: riparo.
Nel vederlo non si vergognò di pensare ad una sola parola che sembrasse in sintonia con il calore che sentiva nel petto, come se in quegli anni fosse stato in assenza di qualcosa dentro di sé e nonostante la tensione e l’ansia che lo avvolgevano, le sue spalle si rilassarono e soltanto una parola era adatta: Crowley era casa.
Era una giornata d’inizio di primavera che ancora portava traccia dell’inverno nel fresco dell’aria e negli alberi spogli, per quanto qualcuna verde cominciava a vedersi tra le fronde, e piccoli boccioli di fiori spuntavano qua e là nell’erba, uno di loro sfiorò le scarpe di Crowley mentre ci passava vicino per raggiungerlo. Quando l’aveva invitato a quell’incontro, non era sicuro di nulla soprattutto contando il fatto che erano passati anni, infatti era rimasto di spalle rivolgendo il volto al cielo e al sole, prima di potersi voltare e vedere se sarebbe arrivato.
«Curiosità, dopo quanti sono? Cinque, Sei? Sì già, così pensavo cosa vorrà mai un arcangelo supremo da un semplice demone?»
Aziraphale si aspettava che non sarebbe stato facile, eppure quel tono distaccato e stanco lo colpirono più di un urlo che avrebbe preferito a quella indifferenza.
Non esisto più per te?
Cacciò indietro il magone, ignorò la provocazione e ogni sentimento sgradevole, aggrappandosi alla speranza che intrinseca faceva parte della sua natura etera.
«Crowley, tu sei molto di più e mi dispiace se…»
«Vuoi il mio aiuto, vero? È così insopportabile lassù immagino,» indicò con il dito il cielo e con una smorfia proseguì «troppe regole, troppi angeli testardi che non le ascoltano, già, nulla di nuovo sotto il sole. È successo qualcosa e vuoi una mano.»
«Avevi ragione e sì…hai ragione anche adesso, ma ci sto lavorando e mi dispiace che richiederà del tempo ma non è per...»
Crowley sbuffò una risata e lo interruppe.
«Beh, buona fortuna.»
Non lo guardò, nei suoi occhiali c’era il riflesso del sole ed erano puntati su di lui, ma Aziraphale sentiva che non lo stava guardando.
«Non mi aspetto dell’aiuto, volevo soltanto dire che ci sto lavorando perché tra gli angeli che non ascoltano ci sono alcuni che lo fanno e che meritano il mio aiuto. Non posso abbandonarli come non posso abbandonare la Terra.»
«Lo so che non puoi.»
«E non posso abbandonare te.»
Lo aggiunse in sussurrò ma tentò di cercare il suo sguardo che non trovò, perché Crowley scosse il capo volgendo l’attenzione altrove mentre stringeva le labbra.
Non mi crede.
«Stai zitto, non mi interessa e non voglio ascoltare tu che…»
«L’hai sempre fatto.»
Lo interruppe l’angelo in procinto della disperazione, a quel punto il demone gli rivolse l’attenzione, o almeno lo sguardo per quanto ma glaciale e distante come non mai
«Niente dura per sempre.»
Aziraphale lo fissò senza riuscire a parlare, chiudendo ed aprendo le labbra più volte intento a far uscire una parola, un segno… qualsiasi cosa pur di fermarlo, poiché di nuovo Crowley se ne stava andando.
«Io ho bisogno di te!»
Ma Crowley non si fermò, l’angelo chiuse gli occhi e sospirò raccogliendo le forze, zittendo l’orgoglio.
«Non è per il paradiso che ti cerco. Sto cercando te!»
Quelle parole fecero sì che il demone si fermasse per quanto rimase di spalle.
«È per questo che siamo qui oggi, per dirti che mi dispiace per tutto! Quello che hai provato, che ho visto nei tuoi occhi quel giorno io… vorrei cancellarlo, vorrei poterlo fare ma non posso. L’unica cosa che posso davvero fare è chiederti scusa, dirti che mi dispiace se mai vorrai perdonarmi.»
Cominciò a tremare e si bloccò mentre guardò il demone trarre un lungo sospiro e finalmente voltarsi verso di lui.
«Che cosa cambierebbe, Aziraphale?»
L’angelo sbatté le palpebre confuso, torcendosi le mani per qualche istante.
«Non capisco…»
«Anche se ti dicessi che ti perdono, cosa cambierebbe tra me e te, mmh? Non sarò mai l’angelo perfetto che tu vuoi, non lo sono più da secoli e non voglio più esserlo.»
Stava parlando in un tono così stanco, che Aziraphale sentì una stretta al cuore giungere fino ai suoi occhi che si riempirono di lacrime. Si era preparato alla sua ira, alla sua impulsività, conosceva il suo demone e la rassegnazione nonché sottostima nei suoi riguardi, ma non c’era mai stata arrendevolezza per loro due, non così.
Nessuna litigata li aveva portati così lontani.
Mi vuoi ancora Crowley, o sono soltanto un peso per te mascherato da un ricordo indesiderato?
Oramai con il cuore pesante, confrontò l’idea che forse non sarebbe andato come aveva sperato, che i fiori sbocciati intorno a loro non avrebbero vinto sul grigiore dell’inverno ancora presente… ma non importava. Ciò che per l’angelo contava era che il demone sentisse che non era odiato, che non era cambiato il suo amore per lui qualsiasi cosa l’altro avrebbe deciso di fare.
«Non è la perfezione che voglio, non l’ho mai cercata.»
Sentì il suo volto riempirsi di sentimento mentre faceva qualche passo verso di lui, mostrandosi vulnerabile, facendogli vedere la sua anima attraverso i suoi occhi.
«Io ti vedo Crowley, sei sempre tu non importa la fazione dove stai, non fai parte di nessuna di loro. Questo non è cambiato e mai cambierà, il mio bisogno di te.»
Crowley volse il capo altrove.
«Tu mi trafiggi l'anima. Io sono tra l'agonia e la speranza.»
Il cuore di Aziraphale prese a battere veloce, riconoscendo le parole di quel libro.
«Jane Austen, l’hai letta davvero?»
Il demone annuì soltanto.
«Persuasione, il mio preferito…»
Sussurrò più a se stesso che a colui che aveva di fronte, ma gli rispose ugualmente.
«Mmh, immagino perché, peccato che la tua scelta è stata chiaramente diversa dal romanzo. Hai scelto loro, Aziraphale!»
Un briciolo d’emozione del suo vecchio demone di conoscenza, si accese sotto il muro di indifferenza che aveva eretto, e l’angelo ne sarebbe stato soddisfatto se fosse stata un’altra occasione e non facesse così tanto male.
«Avevo scelto un posto di pace dove potevamo essere noi! Senza dover scappare mai più! Perché l’avremmo aggiustato insieme ma avevi ragione… il paradiso si è perduto e c’è tanto lavoro da fare, e mi dispiace tanto ma io non voglio più,»
Si bloccò deglutendo l’ansia che stava avvolgendo il suo essere, sospirando e chiudendo gli occhi e raccogliendo il coraggio di cui aveva bisogno prima di poterlo guardare.
«Non voglio più sacrificare la mia felicità in questo modo e di conseguenza la tua. Io sono qui se tu…»
«Credi davvero di poter tornare qui dopo sei anni e pretendere che sia tutto uguale, come se tu non te ne fossi mai andato? Mettere una fottuta pietra sopra a quello che è successo? Lo pensi davvero?»
Lo interruppe bruscamente il demone, facendolo sussultare. Crowley aveva allargato le braccia esasperato, muovendosi avanti e indietro davanti a lui mentre parlava.
«Mi dispiace, i-io…»
«Smettila di dirlo! Ho capito, non devi scusarti così, non mi devi niente.»
«Sì invece! E meriti le mie scuse e di sapere che mi manchi così tanto.»
Stava aprendo il suo cuore più di quanto avesse mai fatto, nascondendo l’orgoglio per un sentimento molto più grande che lo occupava come nei suoi pensieri, ma Crowley l’avrebbe visto nonostante fumasse di rabbia? Poteva intravedere le fiamme dei suoi occhi dietro gli occhiali da sole che portava, ora le vedeva così bene visto che si era avvicinato nel pieno della discussione.
«Aziraphale, quel che fatto è fatto, non si può tornare indietro e nulla può cambiare se…»
«Io ti amo!»
Aziraphale lo interruppe così in un urlo disperato che fuoriuscì direttamente dal suo cuore, cominciò a tremare di nuovo  e si asciugò le lacrime che stavano bagnando il suo volto mentre il demone lo guardava con le labbra ancora socchiuse ma fermo sul posto.
«Se ti dico che ti amo, mi credi? Non pretendo niente da te, e non voglio cancellare ciò che è stato, mi dispiace soltanto che sia accaduto e di averti fatto così male… proprio a te, la più splendida creatura che io conosco!»
Si avvicinò ulteriormente al demone, annullando quasi le loro distanze e sorridendogli appena, prese anche lui in prestito le parole di Jane Austen, non tremando nemmeno quando le pronunciò: c’era sicurezza nella sua voce, determinazione nei suoi sentimenti e di quanto volesse essere chiaro per Crowley.
«Ti offro di nuovo il mio cuore, ti appartiene ancor più di quando me lo spezzasti. Non dirmi che è troppo tardi, che questo prezioso sentimento è svanito per sempre. Non dirmi per carità che l’amore è più rapido a morire. Non ho mai amato nessuno all'infuori di te. Posso essere stato ingiusto, forse debole e offeso, ma incostante mai.»
Tu mi hai aperto il tuo cuore, lascia che ricambi, amore mio.
Lo vide deglutire più volte e guardarsi intorno prima di incrociare il suo sguardo. Poi qualcosa cambiò, lo percepì anche se non poteva vedere i suoi occhi, li sentì bruciare.
«Tu non hai idea di com’è stato, mi hai lasciato qui da solo e ora te ne torni qui con così belle parole e pretendi anche che io ti credo?»
Il demone stava urlando a quel punto e l’aveva preso per il colletto con irruenza, l’angelo sbatté la palpebre e le lacrime dei suoi occhi, guizzarono nelle sue ciglia.
«Mi dispiace, io non intendevo…»
«Non puoi fare così, non adesso, tu non.»
Il demone lo lasciò di scatto e abbassò il volto.
«Fanculo.»
Si allontanò come se l’angelo scottasse e scoppiò a ridere rumorosamente ma tremando fortemente, una risata di tristezza. L’angelo fu tentato di abbracciarlo per cancellare quell’ansia che devastava il suo essere, ma si trattenne perché sapeva Crowley l’avrebbe respinto.
«Sono sincero quando ti dico che ti amo con tutto me stesso, più del paradiso che Dio mi perdoni, e più di ogni altra cosa. Dimmi che mi credi, ti prego.»
Attese con impazienza finché Crowley non abbassò le spalle sospirando.
«Anche se fosse… è troppo tardi.»
Aziraphale sentì il suo cuore creparsi nuovamente, ma non si bloccò decidendo di parlare ancora nonostante tutto.
«Io volevo solo che lo sapessi, ecco tutto.»
Abbassò lo sguardo trattenendo nuovamente le lacrime che si affacciarono ai suoi occhi e si voltò, pronto ad andarsene con quell’assurdo organo rosso nel suo petto che ora era spezzato totalmente, ma non importava.
Crowley importava.
«Angelo, aspetta.»
Quand’ecco che una parola, un nomignolo lo fermarono, da quanto tempo non si sentiva chiamato così da Crowley? Un suono diverso da chiunque l’avrebbe mai detto.
«Non mi chiedi cosa provo io?»
Sentì il suo cuore fremere e ravvivarsi all’improvviso e altre lacrime pizzicare i suoi occhi azzurri che scivolando sulle sue guance.
«N-non c’è bisogno ti disturbi a dirmerlo io…»
«Chiedimelo.»
Lo interruppe con vigore, un tono convinto ma senza traccia della rabbia né della stanchezza di poco fa. Aziraphale sentì un singhiozzo fuoriuscire dalle sue labbra prima che potesse fermarlo, e si voltò lentamente verso di lui.
«Tu provi a-ancora, provi qualcosa per me?»
«Questo non è mai cambiato, e mai cambierà.»
Aziraphale gli sorrise tremante sentendo citare le sue parole, la speranza tornò a sfiorare il suo essere, mentre gli si avvicinava. I loro sguardi si incontrarono e l’angelo spinto dal suo stesso sentimento, si ritrovò a sporgere la mano verso la sua e piano, lentamente come fosse qualcosa di sacro, le loro dita si sfiorarono in piccole carezze.
«Allora non è troppo tardi per l’amore.»
Crowley tolse la mano dopo qualche istante e scosse la testa più volte ma l’angelo oramai ravvivato dalla speranza e dall’amore, cercò il suo sguardo con cautela e allungò le mani verso di lui, verso l’ostacolo tra di loro.
«Posso?»
Il demone non rispose ma non si oppose quando gli tolse gli occhiali da sole incontrando di nuovo dopo tutto quel tempo i suoi occhi, e oh, gli erano mancati così tanto! Anche se ancora e nuovamente, non erano umidi per la gioia che vorrebbe vedere al posto di quella disperazione scritta nelle sue lacrime trattenute.
«Ma basterà… questo? Tu questa volta, rimarrai?»
Il demone stava tremando così tanto che la sua voce si spezzò e nei suoi grandi occhi gialli si accese la disperazione in una voce silenziosa ma che non poteva nascondere non ora mentre una lacrima scese nella sua guancia.
«Oh, Crowley.»
L’angelo a quel punto lo abbracciò delicatamente all’inizio visto che Crowley esitò ma fu un breve momento, prima che si rilassasse tra le sue braccia.
«Sono qui.»
Sentì il demone sussultare e avvertì dal suo colpo tremante che stesse piangendo, cosicché l’angelo lo avvolse ancora più dolcemente prendendo a cullarlo, mentre Crowley si aggrappò a lui e lo strinse con la stessa intensità.
Gli carezzò i capelli, accogliendo le sue lacrime, e non lasciandolo un istante mentre anche le sue guancie si bagnarono.
«Non azzardarti a lasciarmi mai più, hai capito, angelo?»
Crowley parlò dopo qualche istante quando i singhiozzi si furono calmati, e poggiò la testa nell’incavo del suo collo.
«Mai più amore mio, perché ti amo, ti amo, ti amo.»
Continuò a sussurrarglierlo mentre carezzava la sua schiena e lo abbracciava ancora, Crowley di tutta risposta si coccolò ancora meglio nelle sue braccia e lo carezzò anche lui perché non aveva bisogno di rispondere a parole. Aziraphale chiuse gli occhi lì tra le sue braccia, sentendo soltanto loro stretti l’un l’altro mentre un leggiadro vento si era alzato, spazzando via qualche traccia del freddo d’inverno e lasciando posto ai fiori lì presenti.
 
Il sole stava baciando i loro volti e presto la luna li avrebbe trovati mentre si erano seduti sul bordo del palco musicale, accoccolati, non separandosi nemmeno un istante ma d’altronde avevano più di seimila anni da recuperare.
Erano avvinghiati l’uno all’altro come se fossero una cosa sola, Crowley aveva poggiato la testa sulla spalla di Aziraphale, e l’angelo lo stringeva a sé, mentre le loro mani intrecciate erano appoggiate sulle sue gambe.
«Mio caro?»
«Mmh.»
Aziraphale deglutì sentendo le sue guance imporporarsi all’improvviso.
«L’altra volta tu mi hai, m-mi hai baciato.»
Crowley alzò lo sguardo verso di lui e l’angelo strinse le labbra evitando il suo sguardo.
«Sssì.»
«Pessimo tempismo.»
«Sì, già. Mi dispiace.»
Aziraphale gli carezzò il fianco con affetto con la mano con cui lo stringeva a sé.
«Però mi chiedevo se tu vorrai, beh, s-se mai ci riproverai un giorno.»
Gli lanciò qualche occhiata nervosa e vide un leggero sorriso coprire le labbra del demone.
«Oh sì, lo farò eccome.»
«Bene.»
Aziraphale deglutì nuovamente e poi accoccolò la testa su quella di Crowley chiudendo gli occhi e sospirando, mentre le loro mani intrecciate presero ad accarezzarsi con i pollici i dorsi, e godendosi il paesaggio e il sole che tramontava lasciando il posto alla sera tranquilla che sarebbe apparsa davanti ai loro occhi.


Angolo Autrice: come la maggioranza del fandom penso, avevo bisogno che gli aziracrow avessero l'happy ending che tutt* aspettiamo nella s3
💗💗 Il libro preferito di Azi è davvero Persuasione, e pensare parla di una ragazza che ama qualcuno che non può sposare poichè la sua famiglia è contraria, dice già tutto così come le frasi del suddetto *fangirl attivo* XD
Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà 😊

 
   
 
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