Gocce di cera
Ho soffiato sulla fiamma senza pensarci
lasciando il buio in due metri quadri, assorto,
la puzza di uno stoppino estinto invade ogni cosa
parla per me che decido di stare zitto
estinto come quella fiamma gelida.
Ho le labbra screpolate,
dei tagli sulle mani che non so spiegare
la fiamma spenta è gelo dentro di me,
una candela senza più cera e due iridi sbiadite
in un angolo del cuore che non illumino più.
Ho provato a scrivere con la cera nera “aiuto”
Ho trovato un muro bianco ed è lì,
staccata dall’intonaco come tutto il resto,
colata anche lei sulle mie braccia stanche
e quelle iridi sbiadite ancora lì.
Gocciolo anche io, come cera,
sciolto su una sedia a sentire la condanna,
a vedere di nuovo, ancora e ancora,
spegnere la fiamma della mia candela,
dovrei arieggiare per non sentire l’odore di stoppino bruciato.
A questo punto gettami via come cera e resta iridi sbiadite nella mia anima