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Autore: OmegaHolmes    23/10/2023    5 recensioni
Rob Wilkins (uno dei produttori di Good Omens) ha spiegato il vero significato dello sguardo di Aziraphale dopo il bacio...
"Ha detto che non ci sono più nemmeno gli usignoli, allora è vero, è davvero un addio, lo sta lasciando."
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: Al NY Comicon uno dei produttori ha spiegato cosa significa lo sguardo di Aziraphale dopo il bacio... ed è straziante.
Ovviamente, dopo averlo saputo il mio cervello ha inziato a viaggiare ai 1000 km/h incapace di smettere di pensarci, fino a quando non ne ho scritto la mia versione.
Spero possa piacervi, anche se è scritta di getto :)
Buona lettura <3

***

Il cuore gli martella arrogante nel petto, risuonando tra le orecchie ovattate.

Crowley se ne sta andando, ha rimesso gli occhiali, guarda altrove.

“Ho...ho bisogno di te!” ha balbettato, quasi in lacrime cercando di fermarlo, di convincerlo a restare con lui per sempre, come avevano sempre sognato.

Il fulvo gli porse uno sguardo enigmatico, stanco: “Idiota… avremmo potuto essere noi…”

 

Bum, bum, bum, i tamburi dentro alla sua testa non smettono di battere, mentre lui inizia a percepire gli spazi ruotare.

 

Ha detto che non ci sono più nemmeno gli usignoli, allora è vero, è davvero un addio, lo sta lasciando.

Aziraphale si volta dall’altro lato, non riesce a reggere di vederlo andare via, non vuole mostrargli quanto sta piangendo per lui, per quello stupido demone.

E’ così frastornato che non ode i passi avvicinarsi, non riesce a capire cosa sta accadendo nemmeno quando due mani lo cingono per il bavero e lo spingono verso qualche parte nello spazio, certo di ricevere uno scossone, essere spinto a terra, invece…

 

Cade sulle sue labbra.

 

E’ così strano che sussulta, spaventato, è premuto con così tanta forza contro di lui che a malapena riesce a respirare, non sa più come si faccia, non sa più nulla, vede, sente, prova, respira solo Crowley.

 

Crowley, Crowley, Crowley…

 

Cosa aveva letto nei libri?

Come facevano?

 

Trema come un foglia, vuole toccarlo, vuole stringerlo, ma è paralizzato, non sa come fare…

Con titubanza, passa le mani su quelle scapole che ha sempre ammirato, provando un brivido dalla testa ai piedi, ma ha bisogno d’aria, ha bisogno-

 

Crowley lo lascia, fissandolo enigmatico come sempre, mentre lui è un mucchio d’emozioni contrastanti, confusione, brividi.

 

E’ davvero accaduto?

Crowley, il suo Crowley, lo ha davvero baciato di punto in bianco?

 

Non riesce a respirare, gli viene da piangere, il petto gli brucia tanto da far male…

 

Il fulvo lo fissa a labbra schiuse, in attesa di una sua parola.

 

Balbetta qualcosa, è così arrabbiato tutto d’un tratto, come ha potuto farlo ora, dopo secoli, proprio ora che se ne sta andando?

 

“I-io...ti…”

 

La voce gli si spezza, sentendosi improvvisamente abbandonato: “...f-fallo di nuovo… ti prego, fallo ora…” soffia in una supplica, guardandolo straziato.

 

Un battito di ciglia e la figura calda del fulvo lo sta avvolgendo con i suoi abiti scuri come la notte, mentre lui si aggrappa a quella schiena con disperazione, desiderando di assaggiare ancora quelle labbra, di essere nutrito finalmente con l’amore che ha sempre desiderato.

Crowley come sempre ubbidisce, dandogli ciò che desidera, riunendo le loro labbra in un contatto meno violento e terribilmente passionale.

Aziraphale non l’ha mai fatto prima, non sa come si faccia, ma sente il bisogno di aprire la bocca, cercare la lingua dell’altro, sentire quel sapore unico e nuovo ad un livello più profondo.

Le mani di Crowley viaggiano lungo la sua schiena in un modo così solido che Aziraphale si sente una nuvola pronta ed evaporare al primo soffio di vento.

Il fulvo lo spinge verso la scrivania mentre le loro bocche continuano a cercarsi, umide, ansimanti, disperate.

L’angelo piange, non riesce a smettere, non riesce a credere che finalmente stia accadendo, che Crowley lo ricambi e lo ami tanto quanto lo ha sempre amato.

Il demone non riesce a parlare, non vuole più parlare, emette solo qualche verso roco spingendo l’altro a sedersi contro la scrivania per riuscire a dominarlo meglio, lo vuole sopraffare e bloccare per sempre in quel momento, impedendogli di andare via.

Le mani di Aziraphale vanno ad intrecciarsi tra i capelli rossi, tirandoli appena, incredulo di quanto siano morbidi e così… familiari.

Tutto di Crowley è familiare, è come tornare a casa dopo un lungo viaggio estenuante, essere abbracciati dopo un lungo pianto, bere una cioccolata calda dopo una giornata uggiosa, è semplicemente Crowley.

 

Nella sua testa Aziraphale si ripete “Fallo ancora e ancora e ancora… baciami fino a che non ti stanchi… ti prego, Crowley non lasciarmi solo…”

 

Aziraphale apre gli occhi.

 

Tutto attorno bianco puro, accecante.

 

E’ in Paradiso, stava sognando di nuovo.

 

Le mani gli tremano andando a posarsi sulle labbra, lasciando sfuggire una lacrima.

 

Se solo avesse detto ciò che aveva provato, ora non sarebbe solo nell’immensità del Paradiso.

  
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