Serie TV > I ragazzi della prateria
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Autore: Buckette    30/10/2023    0 recensioni
La storia di una ragazza che si trasferisce in America per tentare la fortuna ma i suoi piani vengono sconvolti. Positivo o negativo? Continuate a leggere per scoprirlo
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una serena mattina di aprile a Sweetwater, un venerdì, e come tutte le settimane, arrivò la diligenza che riportava a casa qualche padre o marito che era stato lontano per degli affari o qualche straniero di passaggio che presto sarebbe ripartito. Quella mattina però c’era un passeggero insolito, uno che si sarebbe fermato a Sweetwater per un bel po’ di tempo, forse per sempre. Scesero tutti e per ultima, aiutata dal cocchiere, fece capolino una giovane donna alta, magra, dai capelli lunghi e biondi raccolti con un pettine d’argento. La donna ringraziò dell’aiuto e si accinse a scaricare i bagagli, aiutata ancora dall’uomo che si offrì di accompagnarla all’hotel. La giovane accettò l’aiuto e poi salutò con gratitudine l’uomo che riprese il suo viaggio con la diligenza. Prese accordi con il ragazzo alla reception e si fece indicare la stanza, chiedendogli anche se fosse possibile avere pronto a breve un bagno caldo. Aveva proprio voglia di rilassarsi un po’ e di lavarsi via lo sporco del viaggio. Aveva viaggiato per nave dall’Italia, poi aveva preso il treno ed infine la diligenza. Era esausta. Entrò nella stanza ed iniziò a tirare fuori dalla borsa lo stretto necessario per la mattinata e per il bagno, ripromettendosi di sistemare tutti i bagagli la sera. Non sapeva che i suoi piani sarebbero stati completamente sconvolti…
Dopo essersi rilassata con il bagno caldo che le avevano preparato, uscì e si diresse dallo sceriffo. Voleva presentarsi e chiedere informazioni sul suo nuovo lavoro: sarebbe stata la maestra di Sweetwater. Lo trovò che sonnecchiava sulla sua sedia con i piedi sulla scrivania. Fece un leggero colpo di tosse e quando vide che non aveva sortito l’effetto desiderato, ci riprovò con più forza. Lo sceriffo sobbalzò sulla sedia e per poco non si rovesciò.
“ Eh, cosa… chi?”.
Poi vide la giovane donna davanti a lui e si ricompose.
“ Teaspoon Hunter al suo servizio, signora”.
“ Buongiorno sceriffo, piacere di conoscerla. Mi chiamo Debbie Mariani, vengo dall’Italia e da lunedì sarò la nuova maestra. Volevo chiederle delle informazioni sulla scuola e se poteva aiutarmi ad ambientarmi”.
“ Piacere mio signora”.
“ Signorina sceriffo”.
“ Oh certo, signorina. Dunque, la scuola è proprio qui vicino, venga con me così gliela mostro e le spiegherò come funziona”.
“ Grazie, è molto gentile”.
 “ Ma le pare? Dunque italiana eh? Cosa la porta qui in questo paesino sperduto?”.
“ La voglia di rifarmi una nuova vita e di intraprendere una nuova avventura”.
“ Capisco, bene, andiamo”.
Lo sceriffo la accompagnò alla scuola, le mostrò il locale  e le disse che se avesse avuto bisogno di qualsiasi cosa, libri o altro, avrebbe potuto andare all’emporio del signor Thompkins lì vicino.
“ Grazie sceriffo, le sono molto riconoscente”.
“Si figuri signorina, spero di rivederla presto”.
 Lei gli sorrise, ignara di quanto presto lo avrebbe rivisto…
Mentre stavano uscendo dall’edificio, si imbatterono in un giovane dai lunghi capelli biondi che portava una giacca di pelle con frange.
“ Ehi Teaspoon, dove ti eri cacciato? Ho bisogno di sapere quanti sacchi di farina devo comprare, Rachel non me lo ha scritto sulla lista”.
Stava per imprecare quando sollevò gli occhi e lasciò l’imprecazione sospesa nell’aria. Fu stupito di vedere lo sceriffo in compagnia di una bella giovane ben vestita con un grazioso vestitino azzurro e con dei dolci occhi verdi.
“Buongiorno signorina, William F. Cody al suo servizio” e le prese la mano per baciargliela.
Teaspoon intervenne e disse: “ Cody, ti presento la signorina Mariani, viene dall’Italia e da lunedì sarà la nuova maestra, quindi cerca di comportarti bene con lei”.
“ Buongiorno signor Cody, piacere di conoscerla”.
“ Il piacere è tutto mio signorina”.
Cody non le staccava gli occhi di dosso. Debbie ringraziò Teaspoon e gli chiese se potesse indicargli il negozio di Tompkins per gli acquisti. Cody non potè fare a meno di intervenire e si offrì di accompagnarla, ma lei rifiutò cortesemente e disse che se la sarebbe cavata da sola. Cody ci rimase un po’ male ma si ripromise di non lasciarsi scappare la prossima occasione. Debbie salutò i due uomini e seguì le indicazioni dello sceriffo.
“ Buongiorno signorina, in cosa posso esserle utile?”.
 “ Buongiorno signor Tompkins, lo sceriffo mi ha detto che posso trovare qui da lei il necessario per la scuola, sono la nuova maestra, mi chiamo Debbie Mariani”.
“ Piacere di conoscerla, mi faccia avere la lista e le procurerò il materiale al più presto”.
“ Grazie, è molto gentile. Potrebbe cortesemente dirmi dove posso trovare l’ufficio postale? Devo spedire urgentemente una lettera”.
“ Può darla a Teaspoon, oltre che essere lo sceriffo, dirige la stazione dei Pony Express poco fuori dalla città”.
“ Preferisco portarla di persona, grazie. Come raggiungo la stazione?”.
” Oh è facile, basta attraversare la prateria per un paio di miglia e se la troverà davanti”.
“ Grazie, è molto gentile, un’ultima cosa: dove posso noleggiare un cavallo?”.
“ Non vorrà cavalcare da sola fin là vero? Potrebbe fare brutti incontri e poi sarebbe meglio andarci con un calesse, non a cavallo. Comunque può trovare dei cavalli dall’altra parte della strada”.
“ Grazie per i consigli signor Tompkins, a presto”.
Debbie non aveva la minima intenzione di ascoltare i suggerimenti del negoziante, quindi tornò in camera, scrisse la lettera che avrebbe inviato ai suoi genitori per comunicare loro che era arrivata e stava bene e poi si cambiò. Indossò un comodo paio di pantaloni beige, una camicia della stessa tinta ed una giacca di renna marrone, si legò i capelli con una semplice coda, poi andò dal venditore di cavalli e ne noleggiò uno per l’intera giornata. Si fece di nuovo spiegare la strada per essere sicura di non sbagliare e poi si avviò verso la stazione dei Pony Express, entusiasta per la sua nuova vita.
Se ne era andata dall’Italia perché si sentiva soffocata dalla famiglia e dai pregiudizi. Aveva combattuto contro tutto e tutti per studiare perché una donna doveva solo stare a casa e farsi una famiglia. I suoi genitori volevano costringerla a sposare un uomo che lei non amava e lei non voleva vanificare tutti i sacrifici che aveva fatto per avere un’istruzione, quindi un giorno decise che se ne sarebbe andata in America dove sapeva che le donne non erano così segregate come in Italia. I suoi genitori non avevano preso bene la sua decisione, ma di fronte al suo atteggiamento ribelle, avevano dovuto cedere.
Salì sul cavallo e si diresse verso la stazione indicatagli, tenendo stretta nella tasca interna della giacca la lettera destinata alla sua famiglia. Mentre cavalcava, si godeva la serenità della prateria e respirava quell’aria pura a pieni polmoni.
All’improvviso sentì che il cavallo si stava agitando e che si faceva sempre più inquieto, ma non riusciva a capirne il perché. Decise di fermarsi un momento per vedere se ci fosse qualcosa che non andava ed all’improvviso li vide. Un gruppo di indiani a cavallo si stava dirigendo verso di lei. Immediatamente rimontò a cavallo e cercò di cavalcare verso il bosco lì vicino, ma inutilmente; alcuni dei guerrieri più veloci la raggiunsero in un battibaleno e lei non ebbe più via di fuga. Il cavallo continuava a scalpitare e quindi le era impossibile tentare la fuga. Rimase immobile fino a quando venne circondata dagli indiani. Erano in 5 e le fecero cenno di seguirli. Lei cercò di far loro capire che non ne aveva la minima intenzione ma loro, con molta calma, ripeterono il gesto di incitamento. Debbie cercò di spronare il cavallo e di tentare la fuga, ma appena ci provò, i due che l’avevano raggiunta per primi la bloccarono e la fecero scendere. Debbie incominciò a gridare ed a piangere, implorando che la lasciassero andare, ma i guerrieri erano intenzionati a portarla via con loro. La legarono dietro il suo cavallo e la costrinsero a seguirli. Lei cadde ripetutamente, si rialzò ogni volta, ferita nell’orgoglio, ma non potè fare nient’altro che seguirli, terrorizzata per quello che stava per accaderle.
La scena non era sfuggita ad un uomo. Era un mezzosangue che viveva tra i bianchi, mezzo indiano kiowa, che lavorava anche lui per la Pony express. Il suo nome era Buck Cross ed era il fratellastro di Orso Rosso, il capo della tribù kiowa della zona. Aveva i capelli neri che gli arrivavano alle spalle, un orecchino che rappresentava uno scheletro di serpente e portava un coltello infilato negli stivali. Aveva sentito le urla della ragazza mentre stava tornando dalla sua corsa ed aveva deviato in quella direzione, nascondendosi tra gli alberi. Aveva osservato e ponderato la situazione ed aveva capito che se avesse tentato di salvarla, non sarebbe riuscito a liberarla, erano in troppi e c’era il rischio che nella colluttazione i guerrieri scoccassero qualche freccia che avrebbe colpito o lui o la ragazza. Decise allora di seguirli a distanza, pronto ad intervenire nel caso le avessero fatto del male.
Debbie fu condotta nell’accampamento della tribù dei Lakota e non appena la videro, tutti, uomini, donne e bambini la circondarono incuriositi. Gli uomini dissero qualcosa a quello che doveva essere uno dei capi, ma non il capo assoluto, perché dai gesti Debbie capì che non potevano prendere alcuna decisione. Fu affidata ad una donna anziana che la portò in una tenda e le diede una tazza di acqua. Lei rifiutò, spaventata da quello che avrebbe dovuto affrontare.
Buck intanto rimaneva nascosto lì vicino. Aveva deciso che se le cosse fossero rimaste tranquille, sarebbe intervenuto durante la notte per liberarla, in caso contrario, avrebbe tentato subito di farla scappare. La giornata trascorse tranquilla, verso l’ora di pranzo una giovane donna entrò nella tenda dove era tenuta prigioniera Debbie per portarle da mangiare, ma lei rifiutò, non riusciva  a mandare giù niente. Giunta la notte, quando tutti furono andati a dormire, Buck si avvicinò alla tenta e guardò da un’apertura. Vide che la donna anziana stava sonnecchiando e che la ragazza era appoggiata al lato della tenda vicino all’entrata, seduta su un giaciglio con delle coperte, ma evidentemente era decisa a rimanere sveglia tutta la notte, terrorizzata all’idea di addormentarsi e di perdere di vista quello che stava accadendo. Buck si avvicinò all’entrata della tenda e riuscì a chiudere con le mani la bocca a Debbie, la quale emise un mugugno dalla sorpresa e dalla paura. Buck le si avvicinò all’orecchio e le disse nel modo più dolce e tranquillizzante possibile: “ Non avere paura, sono qui per liberarti, sono un corriere del pony express, ma devi fare quello che ti dico”.
Debbie annuì e lui allentò la presa, ma quando lei si voltò e vide che era un mezzosangue, fu terrorizzata e si lasciò sfuggire un grido. Se ne pentì subito perché la vecchia si svegliò e stava per lanciare l’allarme quando Buck la prese per un braccio e le disse qualcosa in una lingua che Debbie non conosceva, poi le fece scivolare qualche moneta nella mano e prese Debbie per un braccio. Lei non sapeva come comportarsi e quando lui vide la sua esitazione le sussurrò all’orecchio : “ Fidati di me e cerca di essere credibile, conosco le usanze di questo popolo e posso portarti via di qui. Assecondami”.
Lei annuì e quando lui la abbracciò lo lasciò fare. Era totalmente stordita, non sapeva cosa stesse succedendo, ma sentiva che l’unica cosa da fare era fidarsi di lui. Lui le prese la mano e finse di mettere un anello al dito di Debbie, indicando alla donna che erano promessi. La donna annuì e li lasciò andare. Buck aveva fatto intendere alla donna che Debbie era la sua promessa sposa e che era stata ingiustamente rapita, quindi era venuto per reclamarla. Per convincerla a lasciarli andare, le aveva dato anche una piccola “ ricompensa”.
Buck prese Debbie per mano, la fece montare sul suo cavallo e partì il più velocemente possibile. Nessuno dei due parlava, la corsa era velocissima e l’unico obiettivo era andarsene di lì prima che qualcuno si accorgesse della loro fuga.
Quando furono sufficientemente lontani, Buck fermò il suo cavallo. Chiese a Debbie come si sentiva, ma lei era troppo terrorizzata e non ripose. Lui si voltò verso di lei e le spiegò che probabilmente gli indiani stavano aspettando il ritorno del loro capo per decidere la sua sorte e nel frattempo la avevano affidata a quella donna anziana. Le spiegò che per liberarla aveva dovuto fingersi il suo uomo che era venuto a rivendicarla, altrimenti la donna non l’avrebbe mai lasciata andare. Debbie lo guardò stranita, non sapeva cosa pensare ed era spaventata dal fatto che lui fosse indiano, ma d’altra parte l’aveva salvata e leggeva nei suoi occhi che forse poteva fidarsi.
“ Stanotte ci accamperemo qui, ormai è troppo buio per continuare. Domani mattina ti porterò alla stazione dove potrai riprenderti dallo shock e riposarti un po’. Rachel si prenderà cura di te”.
L’idea di passare la notte da sola con un mezzo indiano dopo l’avventura che aveva vissuto e per di più in mezzo alla prateria la spaventò a morte, così quando Buck smontò da cavallo, lei colse l’attimo e spronò l’animale convinta di riuscire a fuggire per andare non sapeva dove. Non aveva fatto i conti con la prontezza di Buck che con un fischio richiamò indietro il suo cavallo e la fece scendere. Lei cercò di ribellarsi ma Buck la guardò negli occhi e dolcemente le disse: “ So che fai a fatica a fidarti dopo quello che ti è successo, ma ti assicuro che non voglio farti del male. Mangeremo qualcosa che mi sono portato per la mia corsa e poi ci metteremo a dormire. Se ti fa sentire più sicura, tra noi due metteremo il cavallo, così non ti sentirai minacciata”
Debbie sorrise a questa ultima battuta e lui le disse: “ Ehi, cos’è questo? Un sorriso? Allora posso sperare che inizi a fidarti”.
Debbie lo guardò di nuovo negli occhi e vide tanta dolcezza. Decise che avrebbe provato a rilassarsi ma ancora non parlò. Si limitò ad abbozzare un altro sorriso e lui dolcemente la fece sedere su una coperta mentre accendeva un fuoco per cuocere un po’ di carne che aveva portato con sé nel caso avesse dovuto trattenersi più a lungo durante la sua corsa. Debbie continuava a non parlare e Buck, che era in grande imbarazzo perché non era certo un gran chiacchierone ma un ragazzo molto timido, provò a farle qualche domanda per sapere chi fosse o almeno il suo nome.
“Vuoi dirmi almeno come ti chiami? Il mio nome ed il mio lavoro li conosci. Ti va di spiegarmi cosa ci facevi tutta sola in mezzo alla prateria?”.
“ Mi chiamo Debbie Mariani, vengo dall’Italia e sono la nuova maestra di Sweetwater. Stavo venendo alla stazione del pony express per affidarvi  una lettera da spedire alla mia famiglia, quando sono stata assalita dagli indiani ed ho veramente creduto di andare incontro ad una sorte terribile”
Quelle parole pronunciate in un fiato la riportarono alla realtà e solo allora capì cosa le fosse successo realmente, prima era come se vivesse in una sorta di limbo. Iniziarono a sgorgarle le lacrime dagli occhi e fu presa da scosse nervose. Buck istintivamente la abbracciò ma lei si ritrasse impaurita.
“ Scusami, non volevo turbarti di più, volevo solo consolarti e farti sentire al sicuro”
“Scusami”, disse tra le lacrime, “ non ti ho nemmeno ringraziato per avermi salvata, sono ancora sotto shock”.
“Lo capisco, ma non ti preoccupare, è tutto finito. Mangia qualcosa e poi riposati. Domani andrà meglio. E comunque piacere di conoscerti Debbie”.
Lei gli sorrise ed a poco a poco smise di piangere e si lasciò convincere a mangiare qualcosa. Sentiva che poteva fidarsi di quel ragazzo e che non aveva più niente da temere.
“E così sei italiana? Come mai ti sei trasferita qui, se non sono indiscreto?”
“Beh, volevo cambiare vita e spero che dopo oggi le cose andranno meglio”
“Ne sono sicuro. Ora riposa, hai avuto una giornata difficile”
Buck fece per allontanarsi ma lei lo fermò: “No, non te ne andare, resta qui, mi sento più tranquilla e scusa se prima ho tentato di fuggire, non mi rendevo ancora ben conto di essere ormai in salvo”.
“E’ comprensibile. Va bene, resto qui, ma tu devi riposare!”
“Va bene e grazie di nuovo”.
Buck le sorrise e Debbie sentì una strana sensazione alla pancia ma non ci fece molto caso. Era esausta e voleva solo chiudere gli occhi.
La notte trascorse tranquilla e quando la mattina dopo si svegliò, aprendo gli occhi si trovò abbracciata a Buck. Probabilmente nel sonno non si era resa conto delle sue azioni. Si sfilò appena prima che lui si svegliasse.
“Buongiorno!Come stai stamattina?”
“Meglio, grazie!”
I due si guardarono un istante negli occhi ma lei distolse subito lo sguardo, era molto imbarazzata perché si chiedeva se lui si fosse accorto che durante la notte l’aveva abbracciato.
“Bene, allora mettiamoci subito in viaggio, così Rachel ci preparerà un’abbondante colazione, ne abbiamo bisogno entrambi”
“Chi è Rachel?”
“La donna che si prende cura di noi cavalieri, ti piacerà”.
“Ieri ho conosciuto lo sceriffo Hunter ed un tuo amico, credo, si chiama…. Co…oh fatico a ricordare”
“Deve essere Cody”
“Sì, giusto, ho ancora le idee un po’ confuse. Grazie ancora Buck, non so cosa avrei fatto senza di te”
“Non devi ringraziarmi, lo avrebbe fatto chiunque”
Debbie non ne era molto sicura. Cominciava a vedere le cose sotto un’altra prospettiva e capiva che probabilmente doveva a Buck la vita.
Il ragazzo la fece salire sul suo cavallo davanti a lui, così che potesse stare più comoda ed appoggiarsi a lui nel caso volesse riposarsi un po’. Durante la cavalcata nessuno dei due parlò. Buck provava una piacevole sensazione nel sentire che Debbie si appoggiava teneramente a lui e lei non riusciva a capire cosa fosse quella strana sensazione che sentiva nella sua pancia.
Nel frattempo, alla stazione del pony express, i  corrieri, Teaspoon e Rachel erano in pensiero per Buck: avrebbe dovuto tornare al più tardi nel pomeriggio del giorno precedente, ma non si era ancora fatto vivo. Uno dei ragazzi molto amico di Buck, quasi un fratello per lui, Ike, che era muto a causa della scarlattina che aveva avuto da piccolo, a segni aveva fatto capire agli altri che voleva andare a cercare l’amico, ma Teaspoon gli aveva detto di pazientare fino all’indomani: se non fosse tornato, avrebbero organizzato le ricerche.
Il mattino dopo, non appena sentirono arrivare un cavallo, si precipitarono tutti fuori dalla casa e dalla baracca per vedere se fosse Buck. Quando il cavallo si avvicinò, il primo a riconoscere il corriere e la ragazza che era con lui fu Cody che disse : “ Ma cosa ci fa Buck con la nuova maestra? Che diavolo è successo?”
Tutti guardarono Cody incuriositi e Teaspoon spiegò agli altri che avevano conosciuto la donna la mattina precedente.
Uno dei ragazzi, Jimmy Hichock, che aveva la fama di essere un abile pistolero, guardò Cody di sottecchi e gli disse: “ Ah, hai conosciuto una ragazza e non ci hai detto niente? Vuoi tenerla tutta per te? Mi sa che comunque sei arrivato tardi!”.
Cody fece una smorfia ma non ebbe il tempo di rispondere perché nel frattempo i due ragazzi erano arrivati. Tutti si fecero intorno a Buck, Ike per primo e cominciarono a fare domande sulla sua salute, su cosa fosse successo e su chi fosse quella ragazza. D’istinto Debbie si strinse a Buck che subito disse : “ Sto bene, ragazzi, vi dirò tutto, ma ora fate spazio, non vedete che la spaventate?”
Rachel intervenne e disse ; “ Ragazzi, ha ragione, state indietro, lasciateli respirare”.
“Grazie Rachel”. Buck poi aiutò Debbie a scendere e disse: “ Lei è Debbie, la nuova maestra ed ha avuto una brutta avventura con un gruppo di indiani lakota. Rachel, ha bisogno di te”
“Subito, vieni cara”.
“Grazie e buongiorno a tutti, mi dispiace recarvi disturbo”
“Nessun disturbo”, disse Rachel, “ un bel bagno ed un’abbondante colazione ti aiuteranno a riprenderti e, se poi vorrai, ci racconterai cos’è successo”
Debbie annuì e dopo che i ragazzi si furono presentati, seguì Rachel in casa. Nel frattempo i ragazzi e Teaspoon incominciarono a fare domande. Buck raccontò per sommi capi cos’era successo e poi disse che i dettagli li avrebbe raccontati Debbie, se ne avesse avuto voglia, poi si scusò ed andò anche lui a lavarsi.
Uno dei corrieri, Lou, finì di preparare la colazione al posto di Rachel che era con Debbie, ma nessuno mangiò finchè non furono tutti a tavola.
Rachel preparò un bagno caldo per Debbie ed una camicia ed una gonna da mettersi perché i suoi vestiti erano tutti sporchi e strappati. Avevano press’a poco la stessa taglia, solo la ragazza era più alta ed aveva meno seno, ma gli indumenti le sarebbero comunque andati bene.
“Prenditi tutto il tempo che vuoi e rilassati, io sono di là, se hai bisogno chiamami”, le disse dolcemente.
“Grazie, sei molto gentile”.
“ Ma ti pare. A dopo “.
Debbie si tolse i vestiti sporchi e si immerse nella vasca. Subito si sentì invadere da un dolce torpore e si abbandonò a quella piacevole sensazione chiudendo gli occhi. Appena chiusi, le apparve il volto dolce di Buck che le sorrideva e Debbie aprì subito gli occhi. Si sentiva strana e non capiva perché non riuscisse a dimenticare anche solo per un attimo quel volto. Pensò che fosse gratitudine e perché era stato il primo volto amico che aveva visto dopo la brutta avventura. Dopo essersi lavata e rilassata, uscì dalla vasca, si asciugò ed indossò i vestiti di Rachel. Uscì dalla stanza e trovò la donna che l’aspettava seduta su una sedia.
“ Se te la senti e si pronta, possiamo andare a fare colazione”
“Va bene, grazie  per la tua gentilezza ed il tuo aiuto”
Rachel le sorrise  e la prese sotto braccio. Quando le due donne entrarono nella baracca, i ragazzi rimasero a bocca aperta, tutti tranne Lou, che guardò Debbie di sottecchi e lei se ne accorse subito ma fece finta di nulla. Rachel la invitò a sedersi e lei si accomodò tra la donna e Teaspoon, di fronte a Buck. Per un attimo ci fu un silenzio imbarazzante, subito interrotto da Cody che esclamò .” Diamine signorina, cosa  mi combina? Non la posso lasciare sola un momento che si fa assalire dagli indiani?”
Debbie arrossì e poi disse: “ Per favore, chiamatemi Debbie, non signorina, sono vostra ospite. Temo che sia stata tutta colpa mia, il signor Tompkins mi aveva avvisata di non andare da sola a cavalcare nella prateria e di prendere almeno il carro ma io non ho voluto ascoltare perché avevo fretta di portarvi una lettera da spedire. “
“Quindi stavi venendo da noi?”, disse Jimmy.
“ Sì, volevo mandare alla mia famiglia al più presto una lettera per avvisare che ero arrivata e stavo bene”
“Hai voglia di raccontarci cos’è successo, te la senti?”, chiese Teaspoon.
Debbie acconsentì, si fece forza e raccontò ai ragazzi ed allo sceriffo l’accaduto.
“ E poi è arrivato Buck..”, disse Cody.
“ Sì, per fortuna, anche se all’inizio ho provato a scappare anche da lui perché ero terrorizzata. Poi ho capito che potevo fidarmi e mi sono lasciata aiutare”
“Come facevi a sapere che anche lui non avrebbe approfittato di te? Non lo conoscevi”, continuò Cody.
“ L’ho guardato negli occhi ed ho sentito che potevo fidarmi”
Gli occhi di Buck e Debbie si incontrarono, ma subito entrambi distolsero lo sguardo. La cosa non sfuggì a Noah, un altro dei corrieri, di colore, che si era unito al gruppo poco tempo prima.
“Come hai fatto a convincere la vecchia  a lasciarla andare Buck?”, chiese Kid, un altro dei corrieri che sedeva vicino a Lou.
“Le ho dato del denaro”. Buck omise di dire cosa avesse veramente detto alla donna per non sentirsi in imbarazzo e per non mettere in difficoltà anche Debbie. Lei lo ringraziò con lo sguardo.
“Bene, Debbie, che programmi hai quindi?”, chiese Jimmy.
“Per ora ho preso una stanza all’hotel in città, ma appena mi sarò sistemata, tra qualche giorno voglio iniziare a cercare una piccola casa non lontano dalla scuola”
“Ed hai intenzione di viverci da sola?”, chiese Kid.
“Beh, sì, non conosco nessuno e non posso passare la vita in una stanza dell’hotel”.
“Non credi che sia pericoloso per una donna sola, dato anche quello che ti è capitato?”, chiese Jimmy.
“Che alternative ho? Sono sola”.
Rachel ebbe un’idea: “ Senti, stavo pensando che a me farebbe davvero piacere avere un aiuto nel gestire tutti questi ragazzacci, perciò se ti va puoi stare qui da noi, abitare con me e quando non sei a scuola o non devi preparare le lezioni o correggere i compiti, potresti darmi una mano con i ragazzi, che ne dici?”
“Beh, non so, io non vorrei essere invadente e dare fastidio”.
“Nessun fastidio, fidati, anzi!”, disse Cody.
Tutti risero e Debbie arrossì. Non sapeva proprio cosa dire ed era profondamente in imbarazzo. I ragazzi cercarono di convincerla ed Ike le disse qualcosa a gesti.
“Non capisco Ike, mi dispiace”.
“Sta dicendo che saremmo felici di averti qui. Usa dei segni indiani che gli ho insegnato io “, la informò Buck.
“Sei gentile, Ike. Non lo so ragazzi”
“Avanti, non farti pregare”, disse Cody.
“Beh, se siete tutti d’accordo e se non do fastidio, accetto”
“Bene!”. Urlò Cody.
“ Siete tutti davvero d’accordo? Anche tu Lou?”
A Debbie non erano sfuggiti gli sguardi di Lou e non riusciva a capire perché. Anche Noah non sembrava troppo entusiasta.
Lou rispose: “ Perché me lo chiedi?”
“Perché vorrei che foste tutti d’accordo e non voglio imporre la mia presenza  a nessuno. Se la mia permanenza qui dovesse creare problemi a qualcuno di voi, non esiterei ad andarmene e ad organizzare la mia vita come avevo pensato”
Lou rispose: “Per me non è un problema, non ti preoccupare”
“Sono contenta, perché mi piacerebbe che diventassimo amiche, dovremmo essere coetanee”
“Chi ti ha detto che sono una ragazza? Buck, gliel’hai detto tu?”
Debbie intervenne prima che Buck potesse rispondere: “Vuoi dire che qualcuno non lo sa? Buck non mi ha detto niente, per me è stato subito evidente, non fosse altro per gli sguardi che lanci a Kid”
“Nessuno lo sa in città e vorrei che le cose rimanessero così”
“Oh, certo, non sta certo a me raccontare i fatti tuoi, però davvero mi piacerebbe che diventassimo amiche”
“Vedremo” disse Lou.
“Allora siete tutti d’accordo, anche tu Noah, non hai ancora detto nulla”, chiese di nuovo Debbie.
Non voleva dare fastidio a nessuno, voleva rifarsi una vita serena, senza inutili incomprensioni di cui non aveva bisogno.
Noah rispose con un semplice “ Ah ah”.
“Benissimo”, intervenne Rachel,” allora è deciso. “
“Grazie a tutti, spero di trovare una nuova famiglia qui con voi. A proposito di famiglia, è possibile spedire la lettera che avevo scritto ai miei genitori? Anche se credo di doverla riscrivere con le ultime novità”.
“Certo”, disse Teaspoon, “ lunedì Noah la porterà durante la sua corsa”
“Grazie. Vado subito in città con il cavallo…oh il cavallo che avevo noleggiato! L’hanno tenuto gli indiani!”
Teaspoon le disse di non preoccuparsi, avrebbe parlato lui con il signor Carson ed avrebbe sistemato tutto. Poi aggiunse : “ E comunque, dopo l’avventura di ieri non è proprio il caso che tu esca di nuovo da sola. Manderò Cody a prendere le tue cose in hotel, ne sarà felicissimo, non è vero?”
“Certo”, rispose il ragazzo, “ al tuo servizio. Devo andare in hotel e ritirare i tuoi bauli e la tua borsa, giusto?”
“Grazie Cody, sei davvero gentile”
“Per te questo ed altro, sono al tuo servizio”
“Non avevamo dubbi Cody”, disse Noah e tutti scoppiarono a ridere. Tutti tranne Buck che sembrava infastidito dalla corte spietata che l’amico stava facendo alla ragazza.
Rachel si alzò per sparecchiare la tavola e Debbie la seguì ma la donna le disse di riposarsi.
Debbie rispose: “ Se devo abitare qui devo essere considerata come una di voi, quindi è giusto che io ti aiuti e poi il bagno caldo e la colazione mi hanno ristorata a sufficienza, grazie”
Rachel non controbattè e le due donne sistemarono la tavola e le stoviglie. Nel frattempo i ragazzi erano andati a svolgere le loro mansioni, mentre Teaspoon e Cody si diressero in città.
Rachel e Debbie si recarono poi in casa e la prima mostrò alla ragazza dove avrebbe potuto sistemarsi.
“E’ stata una fortuna che Buck abbia sentito le tue urla, vero?”, disse Rachel
Debbie arrossì un po’, cosa che non sfuggì a Rachel, e poi rispose: “ Sì, gli sarò riconoscente per sempre”
“E’ un ragazzo dal cuore nobile, si getterebbe nel fuoco per salvare una persona in difficoltà. Se conquisti la sua fiducia avrai un alleato fedele per sempre”
“Vedrò di non farmelo nemico allora”. Le due donne risero e poi uscirono a fare il bucato. Ike era lì vicino a loro e fece dei segni a Debbie che lei ovviamente non comprese. Anche Rachel ogni tanto faceva fatica a capire Ike, non aveva ancora imparato bene i segni, ma arrivò Buck che comunicò alle donne che Ike stava dicendo che era contento che Debbie sarebbe rimasta con loro.
“Grazie Ike”, disse la ragazza,” credo proprio che chiederò a Buck di insegnarmi i segni per poter comunicare con te”. Poi si volse verso Buck e gli disse : “ Sempre che per te vada bene  e che ne abbia voglia”
“Oh certo, quando vuoi”, rispose lui.
Rachel, che aveva capito che qualcosa era nell’aria, disse a Debbie: “ Se vuoi potete prendervi un po’ di tempo mentre aspetti Cody, io non ho più bisogno qui”
“Per me va bene”, disse Buck, “ anch’io ho finito”
“D’accordo allora”. I due si sedettero sul portico di Rachel e Buck iniziò ad insegnarle i segni basilari per comunicare con Ike.
Dopo circa un’ora tornò Cody con i bauli e le cose di Debbie che nel frattempo era nella baracca a preparare con Rachel il pranzo.
“Grazie Cody, mi sdebiterò”.
“Non vedo l’ora “, disse il ragazzo, attirandosi un’occhiataccia di Rachel e di Debbie.
Cody se ne andò senza proferire parola e portò i bagagli di Debbie in casa.
Terminato di preparare il pranzo, Debbie tornò in casa a riscrivere la lettera per la sua  famiglia e poi tornò nella baracca con gli altri.
“Oh, Debbie, non ti abbiamo ancora detto che per domani abbiamo in programma un pic-nic al fiume, verrai vero?”, chiese Rachel.
“Oh sì, volentieri, grazie, sembra carino!”
“Cosa farai nel pomeriggio?”, chiese Jimmy.
“Oh, penso che organizzerò il lavoro per la scuola lunedì, ma prima devo sistemare i miei bagagli e per questo ci vorrà un bel po’ di tempo”.
“ Se vuoi ti posso aiutare”, disse Lou. Aveva capito che era stata scortese ingiustamente con lei e voleva rimediare.
“Mi farebbe davvero piacere, Lou, grazie”.
“Pensi di andare da sola a scuola lunedì pomeriggio? Non credo sia una buona idea. Ti accompagnerei volentieri”, intervenne Cody.
“Oh no, non è necessario, ci andrò da sola ma questa volta con il calesse, se posso prenderlo”
“Credo che Cody abbia ragione, almeno per qualche giorno sarebbe meglio che qualcuno ti accompagnasse per farti vedere il percorso più sicuro e per accertarci che gli indiani non siano più nei paraggi”, disse Buck.
Debbie lo guardò un po’ in malo modo, non aveva una gran voglia di fare il viaggio con Cody, ma quello che aveva osservato Buck era giusto.
“Oh va bene, ma solo per qualche giorno e magari lunedì ne approfitterò per comprarmi un cavallo tutto mio”.
Dopo il pranzo, Debbie e Lou andarono a sistemare i vestiti e le cose della nuova arrivata. Lou era sconvolta dalla quantità di vestiti e scarpe che Debbie si era portata dietro. Debbie amava essere sempre in ordine e coordinare abiti ed accessori.
“Mi dispiace di essere stata scortese con te, ma quando sei arrivata tutti gli occhi erano puntati su di te e sono stata un po’ gelosa”
“Non preoccuparti, Lou, lo capisco e credo che la tua gelosia riguardasse soprattutto Kid, o mi sbaglio?”
“E’ così evidente?”
“Beh, sì, siete una bella coppia”
“Direi che anche tu hai fatto colpo: Cody e Jimmy non ti staccano gli occhi di dosso e credo che anche Buck sia rimasto colpito…”
Debbie arrossì un po’ quando Lou pronunciò il nome di Buck.
“Ah, vedo che qui qualcuno mostra già qualche simpatia! Buck è un bravo ragazzo, è molto timido e riservato ma è un buon amico”
“Sei la seconda che me lo dice oggi. Ho bisogno di ambientarmi e di rendermi ancora conto di quello che mi sta succedendo e che mi è capitato ieri. Sarò sempre grata a Buck per avermi salvata. Sai, mi sta insegnando la lingua dei segni, è molto gentile”
Lou sorrise e le ragazze chiacchierarono allegramente mentre sistemavano le cose.
Quando Lou se ne fu andata, Debbie cercò di organizzare il lavoro per il lunedì successivo, ma faticava a concentrarsi, la sua mente continuava a tornare a Buck, alla sua dolcezza ed alla sensazione che provava quando era vicino a lui.
La sera, dopo cena, rimase per un po’ nella baracca a guardare i ragazzi che giocavano a carte. Si posizionò vicino al camino dove si trovava Ike e provò a comunicare un po’ con lui. Buck la vide in difficoltà e la raggiunse per aiutarla. Dopo un po’ si ritirò nella sua stanza. Era esausta, quella giornata era stata piena di emozioni e doveva ancora smaltire lo spavento per la brutta avventura che aveva passato il giorno prima. Dormì di un sonno un po’ agitato, a volte le tornava in mente la paura che aveva provato e si svegliava di soprassalto ma poi si riaddormentava tranquilla perché sapeva di essere ormai al sicuro.
L’indomani mattina si alzarono tutti di buon’ora, prepararono il necessario per il pic-nic, le donne si recarono a Messa, dove Debbie venne presentata al reverendo ed alle signore di buona famiglia di Sweetwater che avrebbero mandato i loro figli a scuola e poi, tornate, partirono per il pic-nic: Rachel e Debbie sul calesse e gli altri a cavallo.
Arrivati, i ragazzi incominciarono a giocare tra di loro, mentre Debbie e Rachel prepararono le coperte e le pietanze per il pranzo. Mangiarono tutti con grande appetito, poi decisero di fare il bagno.
“Forza Debbie, vieni anche tu con noi”, le disse Cody, ma lei rifiutò dicendo che non aveva l’abbigliamento adatto.
“Non è la prima volta che vediamo una donna in mutandoni fare il bagno, guarda Rachel”, fece notare Jimmy, ma Debbie rispose: “ Eh ma in Italia non si usano i mutandoni, indosso un altro tipo di biancheria e preferisco così, sarei in imbarazzo”
“Oh oh”, fecero i ragazzi in coro.
Tutti si misero a ridere e si tuffarono nel fiume, tranne Buck che decise di rimanere con Debbie. Anche lui provava una strana sensazione in sua compagnia, qualcosa che non aveva mai provato prima. Ne aveva un po’ paura, ma non voleva chiudersi in se stesso come suo solito. Le chiese se volesse continuare ad imparare i segni indiani e lei disse di sì. Alcuni segni erano semplici, altri invece non li capiva e Buck sorrideva e cercava di farle capire come posizionare le mani. Il tocco delle sue dita sulle mani di Debbie lo faceva trasalire ed anche lei provava la stessa cosa. Debbie si stava rendendo conto di essere fortemente attratta da Buck e ne era un po’ spaventata perché dopo tutto non lo conosceva ancora bene, ma era più forte di lei. Buck le aveva fatto vedere un segno particolare e lei non riusciva a ripeterlo, così si posizionò dietro di lei, le prese le mani e le mostrò come fare. Per un attimo i loro occhi si incrociarono ed entrambi sentirono un forte impulso. Le loro bocche si stavano lentamente avvicinando ma ad un tratto sentirono Cody e Jimmy che li chiamavano e che li stavano raggiungendo. Debbie e Buck si allontanarono d’istinto arrossendo entrambi e quando i due ragazzi arrivarono Jimmy esclamò: “ Abbiamo interrotto qualcosa?”
“No, Buck mi stava solo insegnando un po’ di segni da usare con Ike.”
“Dai Buck, vieni a buttarti con noi, non fare il solito solitario!”.
Buck si alzò e si diresse verso il fiume, visibilmente scocciato. Gli andò incontro Rachel che gli disse: “ Non preoccuparti Buck, lei sa scegliere, guarda!”
Debbie, dopo aver scambiato due parole con Jimmy e Cody, anche lei infastidita per l’interruzione, aveva detto loro che dopotutto poteva bagnarsi almeno i piedi nel fiume ed aveva raggiunto il gruppo.
La giornata passò serenamente ed alla sera tornarono tutti allegri. Dopo cena, Debbie disse che sarebbe andata a leggere un po’ sulla  veranda e poi sarebbe andata a letto. Il giorno dopo avrebbe iniziato il suo lavoro e voleva essere ben riposata. Appena uscita, dopo qualche istante, Rachel disse a Buck: “ Buck, fammi un favore, potresti andare a casa ad accendermi il camino, mi sono dimenticata di mettere i legni e non vorrei che io e Debbie stessimo al freddo”
“Certo Rachel, vado subito”.
“Grazie Buck”
Mentre stava leggendo, Debbie lo vide arrivare e provò di nuovo quella strana sensazione allo stomaco.
“Rachel mi ha chiesto di accendere il camino”
“Il camino? Sei sicuro?”
“Sì, perché?”
Debbie sorrise: aveva capito che Rachel, avendo intuito tutto, aveva voluto lasciarli un po’ da soli per riprendere il discorso interrotto nel pomeriggio al fiume.
“Oh, niente, capirai quando entrerai”.
Buck la guardò in modo strano e poi entrò. Dopo un attimo uscì e la guardò tra il sorpreso ed il divertito:” Non capisco”
“Rachel deve essersi sbagliata”
Buck alzò il sopracciglio e poi le chiese: “ Cosa leggi?”
“Un libro sul mondo greco, sono una grande appassionata. Parla di antichi miti, storie avventurose, amori strani ed impossibili…”
“Interessante, mi incuriosisce. Potresti prestarmelo quando avrai finito di leggerlo”
“Certo, ma credo che dovrò aiutarti io questa volta, è in italiano”
Buck non sapeva come comportarsi ma non se ne voleva andare. Le chiese: “ Posso vedere?”
“Certo, siediti”
Debbie gli mostrò il libro e le illustrazioni ed incominciò a spiegargli alcuni racconti. Sentiva molto caldo nonostante la brezza che soffiava.
Buck mise la sua mano sul libro proprio mentre lei stava girando la pagina e le loro mani si sfiorarono. Di nuovo provarono la stessa scossa del pomeriggio, si guardarono per un lungo attimo e poi lui stava quasi per baciarla quando…
“Buck, dai, vieni, ci manca una persona per giocare a carte, Lou si è stancata”.
Non ci potevano credere, Jimmy li aveva interrotti di nuovo.
Buck non potè fare altro che gridare: “ Arrivo” e poi le diede la buonanotte guardandola timidamente.
Lei gli augurò a sua volta la buonanotte e sospirò. Incominciava a chiedersi se sarebbero mai riusciti a baciarsi. D’altronde aveva tutto il tempo e non voleva correre troppo. Sapeva solo che si sentiva molto attratta da quel ragazzo e che non aveva mai provato simili emozioni per nessun altro. Andò a dormire emozionata per il giorno dopo e per quello che stava accadendo.
Al mattino si alzò, aiutò Rachel a preparare la colazione e poi, mentre mangiavano, affidò a Noah la lettera per i suoi genitori. Dopo aver sistemato la tavola, fece il bucato ed una volta terminate le faccende, disse a Rachel che sarebbe andata a fare due passi lì intorno per esplorare un po’ il luogo.
“Stai attenta e non allontanarti molto, mi raccomando”
“Certo, non ti preoccupare”
Rachel rientrò in casa ma non le sfuggì che Buck aveva raggiunto Debbie
“Ciao, vai a fare una passeggiata?”
“Sì, voglio vedere un po’ i dintorni. Mi accompagni?”
“Volentieri”.
Passeggiarono per un po’ senza parlare e molto imbarazzati, chiedendosi entrambi se finalmente sarebbero riusciti a scambiarsi quel bacio.
“Sei pronta per oggi? Sei emozionata?”, disse Buck per interrompere il silenzio.
“Sì, emozionata ma anche desiderosa di incominciare”
“Sarai  bravissima, andrà tutto bene, vedrai”
“Grazie Buck”
Calò ancora il silenzio fra di loro e passeggiarono fino ad arrivare ad un ruscello.
Si sedettero su una roccia e Debbie si guardò intorno estasiata. Era così bello quel posto. I suoi occhi verdi brillavano alla luce del sole e Buck, quando lei non se ne accorgeva, non smetteva di fissarla.
“E’ così bello qui, sembra davvero il Paradiso”, disse lei.
“Non ci sono posti così in Italia?”
“Oh certo, ce ne sono di molto belli, ma dipende molto anche dalle persone con cui si osservano”. Non poteva crederci, lo aveva detto. Questo pensiero le era sgorgato dal cuore spontaneamente e non era riuscita a trattenersi.
Lui arrossì e ad un tratto disse: “Ecco allora perché questo posto è così incantevole”. Le parole di Debbie gli avevano sciolto la lingua: in altre circostanze e con altre persone, non avrebbe mai pronunciato nemmeno lui queste parole. I due si guardarono per un istante negli occhi e poi, inevitabilmente e magicamente, i loro visi si avvicinarono e le loro bocche si unirono: finalmente quel bacio rimandato era andato a buon fine.
All’inizio le loro labbra si sfiorarono soltanto, ma poi il bacio divenne più profondo ed appassionato e durò parecchi secondi.
Debbie si sentiva davvero in Paradiso ed avrebbe voluto che quell’istante non finisse mai.
Quando si staccarono, si guardarono di nuovo imbarazzati e sorrisero.
“Alla fine lo abbiamo fatto e nessuno ci ha interrotto”, disse Buck per uscire dall’imbarazzo.
“Già”, disse lei e poi si baciarono di nuovo. Rimasero lì per un po’ abbracciati senza parlare e contemplando il paesaggio: lui si era seduto dietro di lei e la avvolgeva con le sue forti braccia e lei si era abbandonata a quella piacevole sensazione.
Si resero presto conto a malincuore che era ora di andare. Si alzarono e si incamminarono mano nella mano.
“Sai, non avevo mai provato una sensazione così forte, è la prima volta per me”, disse lui ad un tratto.
“ Per me è lo stesso, ma mi piace, sono felice”
“Anch’io, come non lo sono mai stato e tu sei così bella”
“Non è vero, ma faccio finta di crederti”
“Lo sei, almeno per me”
Si baciarono di nuovo e lentamente tornarono a casa.
Poco prima di arrivare, Buck le disse: “ Sabato sera, ci sarà un ballo in città. Ti andrebbe, beh, insomma, di venire con me? Voglio dire, ci andremo tutti ovviamente, ma mi farebbe piacere essere il tuo accompagnatore ufficiale”
“Certo, molto volentieri, grazie per avermelo chiesto, ne sarò onoratissima. Mi dispiace solo che oggi sarà Cody ad accompagnarmi e non tu”. Mentre diceva queste ultime parole arrossì.
“Magari domani potrei accompagnarti io, se vuoi”
“Certo, ne sarei felicissima”
“Allora è deciso”.
Prima di svoltare verso la casa si baciarono ancora e poi lasciarono le loro mani. Sapevano che per ora era meglio non dire niente a nessuno e tenere per loro i sentimenti che stavano provando.
Buck andò nella stalla a sistemare i cavalli, mentre Debbie entrò in casa per raggiungere Rachel prima di preparare il pranzo.
La donna le chiese: “Com’è andata la passeggiata? Non ti sei allontanata molto, vero?”
“No, no e poi non ero sola, mi ha raggiunta Buck, ero al sicuro, non ti preoccupare.”
Debbie sapeva che era meglio non mentire a Rachel, dato che probabilmente aveva capito qualcosa.
Quest’ultima vide la luce particolare negli occhi della ragazza ed intuì cosa fosse successo. Sorrise tra sé e disse: “Allora è stata una piacevole camminata?”
“Sì, molto, i posti qui sono meravigliosi”
“I posti, eh?”, sorrise Rachel. Debbie arrossì di nuovo e Rachel capì che era meglio non stuzzicarla oltre.
“Su, andiamo a preparare il pranzo a quei lupi affamati”. Le due donne risero di cuore.
Quando fu pronto, Rachel suonò il triangolo e tutti si misero a tavola.
“Allora Debbie, com’è andata la mattinata?”, chiese Jimmy.
“Oh bene, grazie, ho fatto una passeggiata.”
“Potevi dirmelo, ti avrei accompagnata volentieri”, sottolineò il ragazzo.
“Beh, in realtà mi ha accompagnato Buck” e di nuovo un velo di rossore salì sulle sue gote.
“Oh, Buck…”, disse maliziosamente Jimmy.
“Sì, non mi andava di farla andare da sola”, sembrò quasi giustificarsi lui.
“Beh, oggi ci faremo una bella passeggiata col carro noi due mia cara e vedrai quante avventure ti racconterò”, sottolineò Cody
“Non ho dubbi”, disse lei in modo molto asciutto.
Dopo il pranzo e dopo aver sistemato la tavola, Debbie andò in casa a preparare le sue cose ed a cambiarsi d’abito. Per il primo giorno decise di indossare un delizioso abito rosa antico, non molto scollato sul seno, che era protetto da un pizzo color beige. Era molto graziosa e tutti i ragazzi glielo fecero notare.
“Grazie a tutti, ma così mi imbarazzate!”
“Su, andiamo!”, disse Cody.
I due partirono e Buck provò una stretta allo stomaco nel vedere Debbie andarsene con il suo amico. Ricordò però la mattinata trascorsa insieme e sorrise.
Durante il tragitto, Cody monopolizzò la conversazione e davvero non fece altro che raccontare le sue avventure. Debbie si annoiava da morire, ma sapeva che non poteva farglielo esplicitamente capire, così cercava ogni tanto di interrompere la narrazione delle fantomatiche imprese del cow boy per approfittare per fare delle domande generiche sui ragazzi, ma finalizzate a sapere qualcosa di più riguardo a Buck.
Finalmente arrivarono e Cody la lasciò alla scuola, dicendo che sarebbe andato al saloon e poi sarebbe tornato a prenderla.
Debbie era davvero molto emozionata. Presto entrarono i 10 ragazzi che da quel giorno sarebbero stati i suoi alunni. Parte del tempo passò per le presentazioni. Raccontò ai ragazzi la sua storia e poi volle che ognuno di loro le raccontasse qualcosa per imparare a conoscerli meglio. Fu soddisfatta di questa sua prima lezione.
Quando uscì, trovò Cody che la aspettava per andare a scegliere il suo cavallo personale: si recarono dove Debbie aveva noleggiato il cavallo la volta scorsa e non appena entrò nella stalla lo vide: un meraviglioso esemplare dal mantello bianco con qualche macchiolina grigia sul dorso: appena lo guardò capì che doveva essere suo. Chiese il prezzo e si accordò con l’uomo. Era felicissima e soddisfatta.
Legò l’animale al calesse ed i due ragazzi si diressero verso casa. Questa volta Cody le fece qualche domanda su di lei e sulla sua famiglia ed il viaggio risultò decisamente meno noioso dell’andata.
Arrivati alla stazione, Cody si offrì di aiutarla a sistemare il suo cavallo, ma Debbie ringraziò e disse che non ce ne sarebbe stato bisogno. In realtà sperava che Buck la raggiungesse nella stalla per trascorrere qualche momento con lui.
Sembrava che le avesse letto nel pensiero perché poco dopo si aprì la porta e lui entrò.
“Ciao”, le disse.
Lei non si voltò e lo salutò a sua volta.
“Com’è andata allora?”
Lui intanto le si avvicinò.
“Beh, direi molto bene. Ho conosciuto i ragazzi, abbiamo fatto una chiacchierata di conoscenza e poi sono andata ad acquistare questa meraviglia”
Gli mostrò orgogliosa il suo nuovo cavallo.
“E’  molto bello, complimenti”
“Ha però bisogno di un nome e volevo aspettare te per deciderlo insieme”
“Oh, grazie, sei molto dolce”
Lei sorrise e gli prese la mano e lui si strinse un po’ di più a lei
“Avevi in mente qualcosa?”, chiese Buck.
“Non so, un nome che rappresenti la sua maestosità e velocità”
“Allora potresti chiamarlo DIYAMI,  in kiowa significa << aquila>>”
“Diyami….mmm….sì, mi piace, sono d’accordo! Ecco fatto bello”, disse accarezzando l’animale,” ora anche tu hai un nome che ti si addice”.
Debbie si voltò verso Buck e lo guardò. Lui non potè fare a meno di baciarla ed il bacio diventò sempre più profondo ed avido.
Lui non sapeva dove mettere le mani, ma ad un tratto la strinse di più a sé e cominciò ad accarezzarla sulla schiena e poi sempre più giù, non riusciva a fermarsi.
Lei si staccò e gli prese le mani per allontanargliele dicendo “No, Buck, aspetta”
“Mi… mi dispiace, io… non volevo, cioè, volevo ma sto andando troppo in fretta, scusami, davvero”
“No, Buck, non scusarti, aspetta, va tutto bene, non hai fatto niente di sbagliato. Lo voglio anch’io, davvero, lo desidero come non ho mai desiderato nessuno prima d’ora, ma voglio che la nostra prima volta sia speciale e non vorrei dover fare tutto in fretta con la paura che entri qualcuno da un momento all’altro, scusami”
“Scusa tu, mi dispiace, non dovevo, è che non ho mai provato un sentimento così forte per nessuna e non sono riuscito a fermarmi, mi dispiace”
“ Te lo ripeto, non devi scusarti, sono felice di quello che provi e sappi che anche per me è così, solo dobbiamo aspettare il momento e l’occasione giusta per rendere tutto perfetto ed indimenticabile, d’accordo?”
Lui annuì e Debbie lo baciò teneramente.
“Ora è meglio che andiamo, altrimenti gli altri potrebbero pensare male ed avrebbero ragione…”, sorrise.
Lui abbozzò un sorriso ed uscirono.
“Vado un momento in casa, di’ agli altri che arrivo subito, per favore”
“Va bene, a dopo”
Debbie entrò in casa accaldata: stava succedendo davvero? Lo conosceva appena ed era pronta  a fare l’amore con lui? Sì, era pronta, nel suo cuore sapeva che lui era quello giusto, l’aveva capito fin dalla notte passata nella prateria quando l’aveva salvata. Era pronta ad iniziare in tutto e per tutto la sua nuova vita. Si rinfrescò un po’ e poi raggiunse gli altri nella baracca, dove Rachel aveva già preparato la cena.
Mentre lei era in casa a rinfrescarsi, Buck entrò dalla porta della baracca con un volto abbattuto, tanto che Rachel gli chiese se andasse tutto bene. Lui rispose di sì e poi si sedette al suo posto.
Poco dopo entrò Debbie e Rachel le chiese: “ Va tutto bene?”, immaginando che fosse successo qualcosa tra i due ragazzi.
“Sì, tutto benissimo, non sono mai stata così felice in tutta la mia vita”
“Bene, raccontaci com’è andata oggi!”, disse Rachel
“Ho conosciuto i ragazzi ed impostato il lavoro, da domani si incomincia davvero. Poi ho preso con  me Diyami”
“E chi è?”, chiese Jimmy
“Il mio cavallo, Buck mi ha aiutata a scegliere il nome, vuol dire AQUILA in kiowa”
Ike fece segno che era un bellissimo nome. Debbie capì e lo ringraziò a segni.
“Caspita come sei diventata brava con Ike”, esclamò Kid
“Ho un ottimo maestro”, rispose lei sfoderando un bellissimo sorriso complice a Buck, che aveva visto ancora dispiaciuto per l’episodio accaduto nella stalla. Quel sorriso significava: va tutto bene, Buck, mi hai reso la donna più felice del mondo.
Lui ricambiò il sorriso, sicuramente ora più sollevato e di nuovo Rachel, ma anche Lou questa volta, si accorsero della cosa. Sicuramente tra quei due stava nascendo qualcosa di bello, pensarono.
“Bene, allora possiamo mangiare lo spezzatino Rachel, sto morendo di fame”, esclamò Cody
“Non abbiamo dubbi Cody, servitevi pure”
Tutti si misero a ridere e poi incominciarono a mangiare. Dopo un po’, Jimmy chiese: “Debbie, domani potrei accompagnarti io se vuoi, ho tre giorni liberi”
“Grazie Jimmy, ma domani andrò con Buck”
“Oh, va bene, non lo sapevo, aspetterò il mio turno”
“In realtà mercoledì pensavo di accompagnarla di nuovo io, Jimmy”, sottolineò Cody.
“E perché, scusa, te lo ha chiesto forse lei?”, controbattè Jimmy
“Piano, piano, ragazzi, non voglio discussioni su chi mi deve accompagnare, anche perché mi piacerebbe essere indipendente”
“No, è ancora presto, io ti consiglierei di farti accompagnare almeno per questa settimana”, intervenne Buck
“Buck ha ragione, puntualizzò Lou, devi imparare bene la strada e vedere come  evitare i pericoli, però non è il caso di litigare”
“Ci avrei scommesso che sarebbe finita così, tsè”, sbottò Noah.
A Debbie questa affermazione non piacque e decise di chiarire; aveva capito fin dal primo giorno che Noah aveva qualcosa contro di lei ed era arrivato il momento di capire cosa.
“Scusa Noah, cosa vuoi dire?”, chiese.
“ Voglio dire che da quando sei arrivata si fa a gara per compiacerti e mi sembra davvero assurdo”
“Noah, io non ho chiesto niente a nessuno e non sono certo qui per essere servita. E’ stata una vostra idea sia di ospitarmi qui sia di accompagnarmi al lavoro, quindi non prendertela con me”
“Certo, ma tu ci sguazzi in questa situazione. A quale donna non piace far girare la testa a molti ragazzi?”
“Non a me, ti assicuro! Non ho chiesto io queste attenzioni e non sono certo il tipo di donna che ama cinguettare con gli uomini. Se scelgo un uomo è perché provo dei sentimenti per lui, non per vanità.” Questa frase era più rivolta a Buck che a lui.” Si vede proprio che non mi conosci ancora. Ho chiesto a tutti voi se foste d’accordo sulla mia permanenza qui ed anche tu hai detto di sì. Se è un problema, me ne posso andare e cominciare la vita che avevo pianificato. Basta dirmelo.”
“Oh, finalmente è uscito il tuo carattere”
“Cosa intendi?”
“Intendo che ero stufo di vedere solo il tuo lato dolce e carino, finalmente hai dimostrato di avere carattere e di saper prendere di petto le persone. Adesso posso accettarti con serenità”
Debbie lo guardò basita e poi disse: “ Se volevi vedere ogni lato del mio carattere bastava chiedere, felice di averti illuminato”
I ragazzi e Teaspoon erano rimasti impietriti di fronte al battibecco di Debbie e Noah. Intervenne Rachel: “ Bene, ragazzi, non vi sembra il caso di moderare un po’ i toni?”
“Sì, scusatemi tutti, ma non mi va di essere attaccata e giudicata per quello che non sono. Sono molto felice di essere qui e spero di aver trovato una nuova famiglia a cui mi sto davvero affezionando. Se però la mia presenza qui infastidisce o urta la sensibilità di qualcuno, sono pronta ad andarmene, anche se a malincuore”
“Chiedo scusa anch’io”, affermò Noah, “ volevo solo evitare che tra di noi scoppiassero inutili incomprensioni. Mi dispiace Debbie di averti trattata così. Ti sei guadagnata il mio rispetto e ti do anche il mio benvenuto. Spero che d’ora in poi potremo andare d’accordo”
“Certo,  ne sarei felice”.
I due si diedero la mano e la cena continuò serenamente. Dopo cena, Debbie e Rachel si trattennero un po’ con i ragazzi e Debbie cercò di dialogare un po’ con Ike, aiutata da Buck e da Lou che non aveva voglia di giocare a carte con gli altri, poi andarono tutti a dormire.
Il giorno dopo Debbie era emozionata perché si sarebbe fatta accompagnare in città da Buck e sperava di poterlo conoscere un po’ meglio. La mattina, dopo aver fatto colazione ed aver sistemato tutto, andò nella stalla a sellare Diyami. Lou la raggiunse e si offrì di fare una cavalcata con lei. Debbie ne fu felice perché voleva veramente che diventassero amiche. Durante la passeggiata le due ragazze chiacchierarono un po’ e si raccontarono delle loro famiglie: Lou disse a Debbie che  era orfana di madre e padre e che aveva un fratello ed una sorella in orfanatrofio e che sperava un giorno di poter prenderli con sé. Debbie le raccontò della sua famiglia e le spiegò i motivi che l’avevano spinta a lasciare tutto per trasferirsi in America.
Debbie ad un tratto chiese a Lou: “ Tra te e Kid è una cosa seria?”
Lou arrossì e fu un po’ imbarazzata ma decise che se voleva avere un rapporto di amicizia con Debbie, doveva imparare a confidarsi, perciò le rispose: “ Non lo so, abbiamo provato a stare insieme ma non ha funzionato, però ci amiamo e teniamo l’uno all’altra. Vedremo come andranno le cose in futuro. Tu piuttosto, mi sembra che ci sia qualche simpatia per un certo ragazzo…”
Anche Debbie sapeva che doveva fidarsi: “ Beh, mi piace e mi fa sentire bene. Vedremo”
Le due ragazze sorrisero e poi incominciarono a tornare indietro perché si era fatto un po’ tardi.
Debbie andò ad aiutare Rachel per il pranzo e Lou andò nella stalla a sistemare i due cavalli. Lì trovò Buck che preparava i cavalli da attaccare al calesse per il pomeriggio.
“Ciao Buck, ti prepari per oggi?”
“Sì”
“Ti piace, vero?”
“Cosa?”
“Guarda che non devi vergognarti o imbarazzarti, è una bella cosa e sinceramente non ho mai visto i tuoi occhi brillare così”
“Beh sì”
“Secondo me siete una bella coppia”
“Lou, per favore, non….”
“Tranquillo, non dirò nulla”
“Grazie”
I due poi si diressero alla baracca.
Dopo il pranzo, Debbie andò a preparare le sue cose e quando fu l’ora raggiunse Buck al calesse. Era agitata ed emozionata, aveva voglia di stare con lui un po’ da sola ma temeva di non sapere cosa dire.
Tutte le preoccupazioni svanirono all’istante perché la conversazione venne spontanea. Debbie raccontò a Buck la sua vita in Italia e lui le raccontò la sua vita tra i Kiowa prima, alla scuola della missione poi e come viveva la sua situazione di mezzosangue a Sweetwater. Le aveva aperto le ali del cuore: non era mai riuscito a raccontare a nessuna donna la sua vita in modo così dettagliato. Era sempre stato riservato e timoroso di mettere a nudo la sua anima, ma con Debbie era diverso, sentiva che lei poteva capire ogni aspetto del suo cuore e della sua vita.
La chiacchierata a volte era interrotta da qualche tenero bacio ed i due non potevano essere più felici.
Debbie fu molto soddisfatta della sua lezione e durante il viaggio di ritorno raccontò a Buck per filo e per segno che cosa aveva fatto con i ragazzi. Ad un tratto si interruppe ed esclamò: “ Oh, ma sto parlando solo io e credo che tu ti stia annoiando a morte a sentire cosa faccio a scuola”
“Al contrario, è bellissimo vedere la passione che metti nel tuo lavoro. Sei così dolce”
“Grazie”.
Seguì un bacio appassionato.
“Quando hai intenzione di dire agli altri che mi accompagnerai tu al ballo di sabato?”
“Perché dirlo, lasciamo che lo scoprano loro”
I due sorrisero maliziosamente e poi Debbie si appoggiò a lui finchè arrivarono vicino alla stazione.
Debbie lo accompagnò a sistemare il carro e poi andò in casa a sistemare le cose di scuola.
Buck entrò nella baracca ed ovviamente fu tempestato di domande, ma schivo com’era, eluse tutti i commenti e le richieste.
La sera trascorse tranquilla e si decise che il giorno dopo Jimmy avrebbe accompagnato Debbie in città. Buck doveva fare la sua corsa e sarebbe stato fuori tutta la notte.
Il giorno dopo Debbie era un po’ triste perché Buck le mancava molto. Lo aveva salutato furtivamente al mattino nella stalla con la scusa di andare a vedere il suo cavallo. Non immaginava che le sarebbe mancato così tanto. Provava dei sentimenti molto profondi per quel ragazzo ed a quanto pare era ricambiata. Quando pensava ai loro baci sentiva un formicolio nella pancia che la faceva sognare. Il pomeriggio la compagnia di Jimmy fu in realtà piacevole. Non era sbruffone come Cody e si trovarono a parlare del più e del meno e lui le raccontò le motivazioni della sua fama negativa. Debbie ne fu molto incuriosita e provò quasi tenerezza per quel ragazzo che tutti temevano ma che in realtà voleva solo avere una vita normale.
La sera, a cena, decisero che la mattina dopo Teaspoon ed i ragazzi, tranne Ike che doveva dare il cambio a Buck, sarebbero andati ad acquistare dei nuovi cavalli.
Dopo aver fatto colazione, infatti, l’indomani partirono e rimasero alla stazione solo Ike, Debbie e Rachel.
Ad un tratto si vide arrivare veloce un calesse: era una giovane donna che cercava Rachel: sua sorella stava per partorire ed il dottore non era disponibile. Rachel non se lo fece ripetere due volte, disse a Debbie di badare lei alla casa ed alle faccende ed andò con la ragazza.
Di lì a poco tornò Buck, diede la sacca ad Ike, andò a portare nella stalla il cavallo e poi entrò nella baracca.
“Bentornato”, gli disse Debbie.
“Ma dove sono tutti?”
“Teaspoon ed i ragazzi sono andati ad acquistare dei cavalli, mentre Rachel sta aiutando una amica a far nascere il suo bambino perché il dottore non è in città. Siamo solo io e te”
“Mmm, bene!”, disse lui e la baciò.
“Siediti, ti scaldo la colazione, sarai affamato”
“Grazie”
Mentre lei si affaccendava per scaldare il cibo, Buck non le staccava gli occhi di dosso. Debbie se ne accorse e disse: “ Cosa c’è?”
“Oh niente, solo che mi piace vederti mentre ti prendi cura di me, mi piace “
Lei sorrise e non disse nulla. Mentre lui faceva colazione, lei si portò avanti a preparare il pranzo e quando Buck ebbe finito, le portò il piatto.
“Lascia stare, faccio io”
“Mi piace aiutarti e condividere con te questi momenti”
Lei gli prese il piatto, lo mise nel lavandino e lo baciò. Buck stava per stringerle la vita ma lei gli prese le mani.
Buck si staccò dal bacio e disse: “ Scusami, sto andando di nuovo troppo veloce”
Lei gli mise un dito sulle labbra e poi gli sussurrò all’orecchio:” Ora sì”
Lui la guardò stupito ma lei gli prese di nuovo la mano e lo portò vicino alla sua branda. Buck capì cosa avesse voluto dire con quell’<>.
La baciò appassionatamente e lei incominciò a sbottonargli la camicia.
“Sei sicura, non dobbiamo farlo per forza, se hai bisogno di tempo lo capisco”
Per tutta risposta lei gli levò il gilet e gli tolse completamente la camicia. Era così bello e forte. Buck si fece coraggio anche se era molto imbarazzato ed agitato ed incominciò a sua volta a sbottonarle il vestito.
Quando glielo ebbe tolto, per spezzare la tensione, le disse : “ Oh, quindi è questa la biancheria intima che non volevi mostrare al fiume?”
Debbie sorrise ma non rispose, gli sbottonò i pantaloni e glieli fece scivolare lungo le gambe.
Buck se li tolse insieme agli stivali e poi la adagiò sulla branda. Quando furono senza vestiti, lui incominciò ad accarezzarla ed a baciarla e quando capì che era pronta, iniziò a penetrarla dolcemente.
Per Debbie era la sua prima volta, quindi sentì un po’ di dolore ed emise un leggero mugugno che non sfuggì a Buck: “ Ti ho fatto male, scusa, non volevo. Vuoi che smetta?”
“No, è normale che senta un po’ di dolore, è la mia prima volta”
“Anche per me e sono felice che sia con te. Sei sicura che vuoi che continui?”
Per tutta risposta lei lo baciò e lo attirò a sé.  Buck fu dolcissimo e Debbie provò una sensazione meravigliosa, si sentiva davvero in Paradiso.
Si sdraiarono l’uno accanto all’altra e lei gli si accucciò vicino.
“E’ stato meraviglioso”, gli disse, “come avevo sognato”.
“Anche per me. Sicura di non esserti pentita?”
“Assolutamente no, però devo dirti una  cosa”
“Dimmi”, disse Buck un po’ preoccupato
“Voglio che tu sappia che non sono una che va a letto con il primo che  conosce. So che ci siamo appena conosciuti, ma provo qualcosa di molto forte per te e mi è sembrato naturale. Non voglio che tu pensi male”
“Non potrei mai pensare male di te. So che sei una ragazza seria e sono felicissimo che tu abbia deciso di affidarti a me”
Si baciarono di nuovo e rimasero per un po’ stretti ed abbracciati.
A malincuore dovettero alzarsi e rivestirsi e Debbie gli disse: “ Ora dovrai aiutarmi a rifare la tua branda se non vuoi che tutti capiscano cos’è successo”
Buck la guardò un po’ stupito, ma lei si voltò verso il lenzuolo e lui vide delle macchioline di sangue e capì.
“Passami delle lenzuola pulite per favore, così le sostituiamo e poi vado subito a lavarle”
“Lenzuola pulite? Non so dove siano”
“Nell’ultimo cassetto del cassettone. Possibile che lo sappia io che sono qui da meno di una settimana e tu non ne hai idea? Uomini!”
Risero e Buck le passò le lenzuola. Andarono poi a  casa di Rachel e Debbie lavò i panni sporchi. Mentre lavava e stendeva, Buck la guardava estasiato.
“Mi stai fissando di nuovo”, lo prese in giro
“Scusa, ma vederti svolgere le faccende come prima mi fa venire voglia di famiglia”. Arrossì mentre diceva queste ultime parole e lei sorrise senza dire niente.
“Lascia che ti aiuti a stendere”
“Non è necessario, davvero”
“Beh, in una famiglia, se si lavora entrambi bisogna pur aiutarsi”
Lei sorrise e gli disse: “ Ti sei accorto di cosa hai appena detto?”
“No, cosa?”
“Delle due l’una: o hai intenzione di sposare una donna che lavora, oppure…”
“Oppure?”
“Oppure stai pensando a noi due”
Lui sorrise e non disse niente ma la baciò appassionatamente.
“Allora posso considerarti il mio ragazzo?”
“Beh, dopo stamattina direi di sì!” e si baciarono di nuovo
Concordarono sul fatto di non dire ancora nulla a nessuno e di continuare ad essere discreti.
Tornarono alla baracca e Debbie si mise a preparare il pranzo. Rachel tornò poco dopo e raccontò ai due la sua avventura: “ E’ stato bellissimo fare venire al mondo un bambino”
Poi, con noncuranza, chiese a Debbie: “ Hai fatto di nuovo il bucato?”
“Ehm, sì, ecco, Buck ha…”
“Ho sporcato il lenzuolo con gli stivali e lei è stata così gentile da cambiarlo e lavarlo”
“Con gli stivali eh…? D’accordo”. Rachel aveva capito tutto ma non volle metterli in imbarazzo.
Arrivarono immediatamente anche gli altri ragazzi e mentre sistemavano i cavalli aiutati da Buck, le due donne prepararono il pranzo.
Mentre mangiavano, Rachel chiese chi dovesse accompagnare Debbie nel pomeriggio e prima di ogni altro si offrì Buck. Debbie ne fu estremamente felice ed i due si scambiarono uno sguardo complice.
Cody ovviamente protestò ma poi si rivolse a Debbie e le disse: “ Beh, spero che almeno accetterai di farti accompagnare da me al ballo di sabato!”
“Veramente ci andrò con Buck”, disse lei abbassando lo sguardo imbarazzata.
Cody affermò: “ Senza offesa Buck, ma non sarebbe meglio che lei venisse accompagnata da qualcuno che le possa presentare la gente che conta in città visto che è la nuova maestra? Non prenderla male, ma non credo che sia opportuno che Debbie faccia la sua prima apparizione pubblica con te”.
“Cody!”, urlarono tutti all’unisono.
“Forse hai ragione, io non sono gradito in città e potrei danneggiare la sua immagine, d’altronde se un membro della mia famiglia la pensa così, figuriamoci il resto della città!”. Buck si alzò di scatto, rovesciò il piatto ed uscì sbattendo la porta.
“Sei un idiota!”, urlò piena di rabbia Debbie ed uscì per raggiungere Buck.
Lo trovò nella stalla che accarezzava Diyami, forse ripensando al momento in cui gli avevano dato quel nome. Lo abbracciò da dietro e per un lungo istante i due non parlarono. Poi lui si voltò  e le disse: “ Cody ha ragione, non sono abbastanza per te. Mi sono illuso che potesse funzionare, ma tu devi occupare una certa posizione in città ed io potrei esserti d’intralcio”
“Ma stai scherzando? Non voglio più sentirti dire simili sciocchezze! Io sarò estremamente orgogliosa di presentarmi al tuo fianco e sfido chiunque  a dire qualcosa di male. Cody è un idiota che vuole solo farsi notare, non ascoltare quello che dice. Gli brucia il fatto che io ti preferisca a lui”
“Sentire quelle parole da chi consideri come un fratello fa male. Davvero se le pensa lui che dovrebbe rispettarmi, figurati gli altri!”
“Per favore, non voglio più sentire nulla di simile! Tu sei un ragazzo meraviglioso, pieno di qualità e se gli altri hanno dei pregiudizi e non lo capiscono, allora peggio per loro”
“Non dovresti prendere le mie parti. Fermiamoci mentre siamo ancora in tempo!”
“Buck Cross! Io non ho nessuna intenzione di rinunciare a te e poi ti ricordo che non siamo più molto in tempo”. Si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò: “ E se stamattina fosse stato concepito un bambino?”
Buck la guardò terrorizzato, non per l’idea del bambino, ma perché forse si erano spinti troppo in là senza pensare alle conseguenze. Le disse: “ Non rinnego nulla di quello che c’è stato tra di noi, anzi, vorrei che potessimo goderci questo momento, ma davvero non voglio danneggiarti”
“Posso decidere io della mia vita? Io voglio provare a stare con te, ad essere la tua ragazza, poi se non dovesse funzionare pazienza, ma sarà una decisione nostra, non degli altri. Giurami che non rinuncerai a noi così in fretta”
“Vedo che non ho alternative”
“Esatto” e lo baciò appassionatamente.
“Anzi, credo che dovremmo venire allo scoperto almeno con i ragazzi e dichiarare che abbiamo intenzione di frequentarci”
“Sei sicura?”
“Sì, così eviteremo spiacevoli episodi”
“D’accordo, allora stasera ne parlerò a cena “
Sentirono la porta della stalla aprirsi ed entrò Cody. Buck si voltò e Debbie gli disse: “ Cosa vuoi ancora?”
“Puoi lasciarci soli, per favore?”
Lei guardò Buck che annuì. Debbie uscì e tornò nella baracca.
Buck non si voltò, rimase girato verso il cavallo di Debbie accarezzandolo.
“Buck, scusami, sono stato un idiota, non avrei dovuto dire quelle cose. Non le penso veramente. Sai come sono fatto! Voglio sempre primeggiare e non sopporto di essere superato in qualcosa. Debbie mi piace e non sopportavo che tu fossi arrivato prima”
“Questo non ti dà il diritto di offendere le persone, Cody”
“Hai ragione. Non dovevo comportarmi così. Ti chiedo scusa, sono pronto a fare qualsiasi cosa per dimostrarti che non penso davvero quello che ho detto. Ti rispetto molto e non voglio perdere la tua amicizia. Ti prego perdonami”
Buck, seppur ferito nell’orgoglio, sentiva che Cody era sincero ed era così felice di quello che stava succedendo con Debbie e della sua dimostrazione di affetto, che non voleva dare a Cody la soddisfazione di rovinare tutto, pertanto accettò le sue scuse ma gli disse: “ Beh, vediamo, potresti pulire per un mese la stalla al posto mio e non riprovarci più, altrimenti assaggerai i miei pugni ed un vero trattamento indiano”.
“Un mese! Non sarà troppo?”
Buck lo guardò con il sopracciglio alzato e Cody alla fine cedette. Si diedero la mano e tornarono nella baracca.
Nel frattempo, Debbie aveva informato gli altri che era riuscita a calmare Buck ma aveva dimostrato tutto il suo rammarico per la situazione che si era creata. Quando i due rientrarono e mostrarono dei volti sereni, tutti ne furono felici. Cody si scusò con gli altri e promise che non si sarebbe più verificato un simile episodio.
Come deciso, Buck accompagnò Debbie alla scuola e durante il viaggio lei cercò di rassicurarlo ancora sul fatto che le parole di Cody non dovevano avere nessun peso, ma capì che avevano comunque segnato profondamente Buck, anche se non voleva darlo a vedere.
La sera, mentre cenavano, Debbie guardò Buck e gli fece capire che  era ora di parlare di loro ai ragazzi, Rachel e Teaspoon. Buck approfittò di un momento di silenzio e cominciò: “ Ragazzi, dopo quanto è successo stamattina, per evitare ogni altro motivo di scontro, voglio comunicarvi una cosa. E’ difficile per me parlarne, non sono molto espansivo come sapete, ma credo di doverlo fare. Debbie mi piace e non so per quale strano miracolo, sembra che lei ricambi questo sentimento, quindi avremmo deciso di provare a frequentarci un po’ e di vedere cosa succede. Non voglio che questo crei malintesi fra di noi. So di non essere adatto a lei come diceva Cody oggi, ma lei mi piace molto”. Mentre pronunciava queste parole arrossì.
“Buck, ti prego, ti ho già chiesto scusa”, intervenne Cody.
“ Cody, molti penseranno quello che hai detto oggi, lo so, ma non ci importa”
“ Buck mi piace davvero e credo che mi sto innamorando di lui, è un ragazzo meraviglioso e non rinuncerei per nulla al mondo a lui, neppure se dovessero circolare delle malelingue”
Buck arrossì ed abbassò lo sguardo quando Debbie pronunciò quelle parole, non se lo aspettava, ma ne fu felice perché forse gli servivano per fargli capire che anche lui si stava innamorando di lei ed incominciava a vedere un futuro insieme.
Gli altri rimasero per un momento in silenzio, poi Rachel intervenne: “ Beh, la cosa mi sembrava abbastanza evidente. Sono felice per voi ed è vero, andrete incontro a delle difficoltà, ma forse il fatto che anche Debbie è una straniera potrebbe giocare a vostro favore”
In effetti non ci avevano pensato.
“Beh, che dire, congratulazioni ragazzi. Sapete che da oggi in poi sarete il bersaglio delle battutine dei ragazzi  vero?”, sottolineò Teaspoon. Tutti risero ed Ike fece capire a segni che era molto felice per l’amico. Buck e Debbie lo ringraziarono.
Dopo aver sistemato la tavola, Debbie disse che sarebbe andata sulla veranda a leggere un po’ e Buck disse che l’avrebbe seguita. Prese il suo libro ed uscirono insieme tra i sorrisini dei ragazzi.
Mentre camminavano, Debbie gli disse: “ Beh, è andata, non è stato così difficile, no?”
“Già”, rispose lui.
“Senti, mi dispiace se ti ho messo in imbarazzo dicendo che credo che mi sto innamorando di te, ma lo penso davvero.”
“E’ stato bellissimo, grazie”. Non se la sentì ancora di dirle che lui provava lo stesso e Debbie ne rimase in realtà un po’ delusa, ma per ora non volle pensarci. Arrivati sulla veranda, Buck si sedette sul dondolo mentre Debbie entrò in casa a prendere il suo libro.
“Ehi, ragazzi, venite a vedere, lei lo ha lasciato fuori, non lo ha fatto entrare in casa”.
“Cosa credevi Cody”, disse Noah, “ sanno benissimo che qualcuno qui li sta spiando e poi se hanno detto che hanno voglia di leggere…”
“Sì, certo!”
“Ma la smettete di curiosare? Lasciateli stare e cercate di non tormentarli nei prossimi giorni, non è carino ed io e Kid ne sappiamo qualcosa”, li rimproverò Lou.
Debbie uscì dalla casa e si sedette vicino a Buck. I due si baciarono, consapevoli che dalla baracca li stavano spiando, ma non importava. Buck disse: “ A proposito di prima, anch’io…”
“Non è necessario Buck”. Era felice che lui si stesse sforzando di aprirle il suo cuore. Si baciarono di nuovo, poi lei si appoggiò a lui ed iniziarono entrambi a leggere i loro libri.
Quando videro uscire Rachel dalla baracca, capirono che era arrivato il momento di salutarsi.
“Buonanotte Buck”
“Buonanotte ragazza!”
“Ragazza?”
“Sì, non sei la mia ragazza ufficialmente ora?”
Risero, poi si scambiarono un altro bacio e si lasciarono.
Rachel salutò Buck e poi entrò in casa con Debbie.
“Siete una bella coppia, sono contenta per voi”
“Grazie Rachel, speriamo solo non si faccia influenzare dai pregiudizi della gente. Cody l’ha ferito molto, non si aspettava che un suo amico, quasi un fratello, lo trattasse così”
“Cody non è cattivo, ma quando vuole una cosa non guarda in faccia a nulla pur di averla ed in questo caso voleva te. Ha capito di aver sbagliato”
“Speriamo sia come dici tu. Buonanotte”
“Buonanotte”.
L’indomani mattina, le due donne andarono alla baracca per la colazione e trovarono fuori Buck che sistemava il suo cavallo: doveva fare una corsa in giornata. Rachel entrò e Debbie si fermò con lui. I due si guardarono e poi si baciarono timidamente.
“Credi che davanti agli altri…”, chiese lei.
“Mi stavo chiedendo la stessa cosa ed infatti sono uscito per incontrarti prima”
“Credo che dovremmo essere naturali”
“Sai vero che ci punzecchieranno?”
“Lasciamoli fare”, poi lo baciò appassionatamente, consapevole di avere molti occhi puntati addosso.
Rientrarono e per fortuna nessuno disse niente. Debbie ne approfittò per portare il discorso su un altro argomento: “ Lou, allora, sei pronta per gli acquisti di oggi?”
“Sì, ecco, pensavo una cosa. Dite che se mi vestissi per una volta da ragazza mi riconoscerebbe qualcuno? Mi piacerebbe molto per una volta sentirmi una donna in pubblico”
“Beh, se usiamo degli accorgimenti di trucco e parrucco, direi che si può fare”, disse Rachel.
Debbie ebbe un’idea: “Rachel, perché non vieni con noi?” Sarebbe divertente tutte e tre insieme”.
“Non so, devo preparare la cena, c’è molto da fare qui”
“Ma se ci portiamo avanti prima di andare, farai in tempo. Dai, e poi se per una sera ceniamo un po’ più tardi non succede nulla, vero ragazzi?”
“Ma sì, dai Rachel, non ti prendi mai un po’ di tempo per te”, intervenne Teaspoon.
“Bene, siamo d’accordo allora”, disse Debbie.
Finita la colazione, Debbie accompagnò fuori Buck per salutarlo. Uscirono mano nella mano e prima che lui salisse sul cavallo, si baciarono, incuranti degli altri che li guardavano. Mentre lui si allontanava, lei gli urlò: “ Cavalca sicuro amore mio!”, sicura che queste ultime parole non gli arrivassero. Aveva ancora paura di pronunciarle davvero.
Subito dopo Rachel e Debbie si diedero da fare per preparare tutto il necessario per la cena, così all’ora stabilita partirono per la città. Durante il tragitto, le tre ragazze chiacchierarono allegramente e pensarono a come fare con Lou. Si divertirono tantissimo e si ripromisero di prendersi ogni tanto un po’ di tempo per loro.
“Sono così emozionata ragazze per il ballo di sabato!”, esclamò Debbie.
“Solo per il ballo?”, la canzonò Lou.
“Beh, no! Sono emozionata anche perché sarà la mia prima uscita con Buck e sarà anche un’uscita ufficiale, insomma, una specie di esame! Non vedo l’ora! Immaginate quanto sarà bello mentre mi accompagnerà!”, esclamò con gli occhi sognanti.
Rachel e Lou la presero in giro: “ Senti, senti, è proprio cotta!”
“Sì ragazze, mi piace davvero molto”
“Siete belli e noi non abbiamo mai visto Buck così preso”, disse Lou.
Debbie sorrise. Mentre lei era a scuola, Rachel e Lou incominciare a dare un’occhiata alle vetrine dei negozi e quando arrivò Debbie fecero acquisti divertendosi molto.
La sera, dopo cena rimasero tutti nelle baracche ad ascoltare i racconti di Teaspoon quando era ranger e di tanto in tanto Debbie e Buck, Lou e Kid, si scambiavano qualche coccola. Debbie era molto felice, in una settimana aveva trovato il suo equilibrio ed una nuova bellissima famiglia.
L’indomani, durante la mattinata si svolsero le solite attività, poi, mentre le donne si preparavano, i ragazzi andarono a noleggiare altri due calessi per andare al ballo.
Quando le tre ragazze uscirono, rimasero tutti a bocca aperta. Rachel indossava una camicetta bianca con del pizzo sulla scollatura ed una gonna marrone; Lou un bellissimo vestito turchese e portava i capelli raccolti ed un po’ di trucco per camuffarsi, mentre Debbie aveva acquistato un vestito verde acqua con degli inserti di merletto ed aveva fatto una acconciatura raccolta con dei boccoli. Kid e Buck rimasero senza fiato quando le videro uscire dalla casa di Rachel e tutti li invidiarono. Debbie arrossì quando Buck le disse: “ Sei bellissima” ed anche lui lo era: indossava una giacca nera sopra una camicia bianca che faceva risaltare il colore dei suoi capelli e dei suoi occhi ed aveva i capelli legati in una piccola coda.
Rachel venne accompagnata da Teaspoon e dopo essere saliti sul calesse, partirono alla volta della città.
Quando arrivarono, il ballo era cominciato da poco. Debbie era emozionatissima e lo era anche Buck. Quando fecero il loro ingresso nel salone, molti si voltarono a guardarli e Debbie dovette dare una piccola spinta a Buck. Sapeva quanto fosse teso ma era orgogliosa di essere al suo fianco. I due si misero subito a ballare per evitare di dover parlare con qualcuno. Appena il ballo fu terminato, come  era prevedibile, furono raggiunti da molte signore e distinti signori che volevano conoscere la nuova maestra. Debbie parlò cordialmente con loro, senza mai lasciare il fianco di Buck che a volte interveniva nelle conversazioni. Voleva partecipare della sua vita e sapeva che in certe situazioni avrebbe dovuto vincere la sua timidezza.
La serata fu davvero piacevole. In molti si chiedevano chi fosse la ragazza dal vestito turchese che ballava con Kid ed i ragazzi dissero che era una lontana cugina di Rachel che sarebbe ripartita l’indomani. Kid monopolizzò il carnet di ballo di Lou, così da evitare ogni malinteso, alternandosi solo con gli altri corrieri. Debbie ballò con molti ragazzi, ma appena poteva tornava da Buck. Stava così bene quando era con lui che non avrebbe mai voluto lasciarlo, ma con il suo lavoro sapeva che erano importanti anche le relazioni sociali. Mentre ballavano, spesso si guardavano negli occhi e quello bastava: capivano i sentimenti l’uno dell’altra ed erano felici di come stavano andando le cose. Forse Rachel aveva ragione: il fatto che lei non fosse del luogo, ma una straniera, rendeva meno problematico il suo rapporto con un mezzosangue. Del resto, molti uomini avevano apprezzato gli interventi che lui aveva fatto nei loro discorsi e si erano accorti che non era così selvaggio come pensavano, ma solo timido.
La serata passò molto piacevolmente e mentre tornavano, Debbie si appoggiò teneramente a Buck e gli disse: “ Hai visto che è andato tutto bene? Insieme siamo perfetti, nessuno potrà mai dire il contrario”.
“Sì, devo dire che sono molto sollevato, ma non illuderti, non sarà sempre così”.
“Non voglio pensarci ora, voglio solo godermi questo momento meraviglioso”.
“E’ stato bello. Con te provo delle sensazioni bellissime, grazie”
“Grazie a te”.
“Domani ti va di andare a fare un pic nic noi due da soli al fiume?”
“E’ una bellissima idea, approvata”
“ Bene allora”.
Si baciarono e rimasero in silenzio fino a casa. Una volta arrivati, si salutarono tutti, li informarono del loro programma per il giorno dopo ed andarono a dormire. Debbie però non riusciva a prendere sonno, era troppo emozionata per la serata. Alla fine, però, la stanchezza prevalse e crollò.
La mattina successiva, prima preparò il necessario per il pic-nic, poi andò alla funzione con Rachel.
Tornata, disse a Buck che avrebbe voluto andare al fiume con Diyami. Buck lo preparò ed i due montarono a cavallo dopo aver salutato gli altri che lanciarono loro maliziose battutine. Debbie e Buck non se la presero, erano troppo felici per la giornata che avrebbero trascorso insieme. Buck guidò Diyami che si fece condurre come se riconoscesse il suo secondo padrone. Debbie si appoggiò teneramente a lui ed in pochissimo tempo arrivarono al fiume. Debbie preparò la coperta ed il cesto, ma prima di mangiare, Buck le propose di fare un bagno.
“Ma non abbiamo i vestiti di ricambio!”, osservò lei.
“E chi ha detto che dobbiamo tenere i vestiti?”, rispose lui sorridendole. Buck non voleva credere di aver pronunciato quelle parole. Lui, così timido e riservato, davanti a Debbie vedeva cadere tutte le difese e diceva quello che gli passava per la testa senza problemi.
“Signor Cross, cos’è, una proposta indecente?”
“Ah ah”, rispose Buck con quel broncetto che lei adorava così tanto.
Sorrise, si avvicinò a lui ed incominciò a spogliarlo e lui fece lo stesso con lei. Si gettarono in acqua e giocarono per un po’, finchè si avvicinarono l’uno all’altra e furono travolti dalla passione. Fecero l’amore incondizionatamente, godendo di ogni attimo insieme, senza problemi e senza freni, come se si conoscessero da sempre e fossero insieme da una vita. Lui poi la guardò dritta negli occhi in cui lei si perdeva sempre e le disse: “ Ti amo”. Lei rimase senza parole e le vennero le lacrime agli occhi.
“Ho detto qualcosa di sbagliato?”, si preoccupò subito Buck.
“No, è tutto così bello e giusto che mi fa commuovere. E comunque, anch’io ti amo e voglio stare con te per sempre”
I loro occhi si fissarono intensamente ed entrambi lessero tutto l’amore che l’uno provava per l’altra. Si baciarono e fecero di nuovo l’amore.
“E comunque l’altro giorno ti ho sentita, sai?”
“Quando?”
“Quando mi hai detto di cavalcare sicuro, hai aggiunto << amore mio>>”.
Debbie arrossì. Lui la guardò ancora negli occhi e le disse: “ Ho provato un’emozione grandissima e lì ho capito di amarti davvero”
“Oh Buck! Ma cos’ho fatto di buono nella vita per meritarti?”
“E’ il destino che ci ha fatti incontrare, non può essere diversamente. Altrimenti come sarebbe potuto accadere che una sconosciuta che abitava a mille miglia da qui mi rubasse il cuore?”
Lei rise e disse: “ Hai ragione!”.
Uscirono e si avvolsero nelle coperte che avevano portato nel caso in cui fosse diventato freddo. Si sedettero vicini e rimasero lì ad asciugarsi al sole, coccolandosi e baciandosi teneramente.
Quando furono asciutti, Debbie tirò fuori il cibo che aveva portato e pranzarono. Rimasero ancora un po’ accoccolati sulla riva del fiume e poi ripartirono per non tornare tardi.
Sulla via del ritorno, da lontano videro arrivare incontro a loro un capo indiano. Debbie si irrigidì ma Buck le disse di stare calma: aveva riconosciuto il suo fratellastro Orso Rosso.
“Cosa ti porta qui fratello?”, chiese Buck quando gli fu più vicino.
“Ti cercavo, ho una cosa importante da comunicarti”
“Che cosa succede?”
“Quella donna”, disse indicandomi, “ l’hai sottratta ad un capo lakota”
“Non l’ho sottratta a nessuno, è la mia donna ed è stata ingiustamente attaccata da cinque guerrieri lakota. Comunque si chiama Debbie e sta con me”
Debbie non fiatò. Il terrore la stava assalendo e si strinse più che potè a Buck. Lui restituì la stretta per farle capire che era lì per proteggerla.
“Era destinata al capo tribù. Era fuori per una battuta di caccia e quando è rientrato nell’accampamento gli hanno raccontato l’accaduto. Ora la rivuole. Uno dei guerrieri è un amico dei kiowa. Dalla descrizione dell’uomo che l’ha presa ha capito che poteva trattarsi di te ed è venuto ad informarmi.”
“Lei non è sua, non è proprietà di nessuno. Stiamo insieme e la difenderò con la mia stessa vita se è necessario”
“Non essere sciocco fratello, non ne vale la pena”
“Non ti permettere Orso Rosso, per te forse non ne vale la pena, ma io la amo e non la lascerò andare”
Debbie gioì di quelle parole, ma era talmente spaventata che non riuscì a godersele appieno.
“Scusa se ho offeso te e lei”, fece un cenno a Debbie che rimase impassibile, “ma allora devi lottare per averla, sai qual è la nostra legge e tu sei sempre mezzo kiowa”.
“Se devo lottare per lei sono pronto, dimmi cosa devo fare”.
“No, Buck, non devi farlo!”, esclamò Debbie terrorizzata.
“Queste sono le nostre leggi, stare con me significa accettare anche questo”
“Significa accettare che ti uccidano?”
“Non mi uccideranno, combatteremo lealmente ed andrà tutto bene. Se non lo faccio non avremo mai pace”
“E se non andasse bene?”
“Allora io sarei morto e tu diventeresti la sposa del capo lakota”
“Ma io non voglio!”
“Non preoccuparti, non succederà. Orso Rosso, di’ al capo che sono pronto al confronto”
“Bene, in serata ti manderò un mio uomo che ti comunicherà dove e quando. Addio fratello”
“Addio”.
Orso Rosso se ne andò. Debbie supplicò Buck di non farlo: “ Buck, ti prego, non puoi accettare!”
“Devo Debbie, non potresti vivere in sicurezza altrimenti, cercherebbero di rapirti di nuovo e prima o poi finiresti lo stesso nelle sue mani. Queste sono le leggi indiane, quindi è meglio finirla subito. Stai tranquilla, andrà tutto bene”. Poi la baciò teneramente e le disse: “ Ti ho appena confessato di amarti, non voglio lasciarti andare e vederti nelle mani di un altro. Godiamoci questa giornata meravigliosa che abbiamo trascorso insieme. Vedrai che sarà la prima di una lunga serie”.
Lei lo abbracciò e lo baciò ed incominciò a pregare che lui avesse ragione.
Tornati alla stazione, Buck non voleva dire nulla dell’accaduto, ma Debbie lo convinse a rivelare la cosa a Teaspoon e gli altri ragazzi, così che comunque ci fossero dei testimoni.
“Dannazione,in che situazione vi siete cacciati”, affermò Teaspoon.
“Tu l’avresti lasciata là al mio posto?”
“No, hai ragione, ma avete delle leggi assurde voi indiani”
“Davvero dici questo? Devo ricordarti alcune leggi dell’uomo bianco?”
“Hai ragione ragazzo, ma stai attento. Noi saremo con te”
“No, devo andare solo, se vi vedessero salterebbe l’accordo”
“ E noi non ci faremo vedere, ma saremo lì”
“D’accordo. Non ci resta che aspettare l’informatore di mio fratello”.
Non passò molto tempo che egli arrivò: disse a Buck che lo scontro sarebbe stato la mattina successiva all’alba a metà strada tra l’accampamento lakota e la stazione del pony express, sotto una grande quercia. Buck aveva capito dove si trovasse il luogo e disse che andava bene.
“Porta i miei saluti a mio fratello”
“Sarà presente domani”, disse l’uomo.
Buck rientrò nella baracca ed informò Debbie e gli altri dell’accordo. Gli uomini definirono i dettagli mentre Rachel e Lou cercavano di rassicurare Debbie.
“Mi dispiace che non sarò qui a sostenerti”, disse Lou che il giorno successivo avrebbe avuto la sua corsa.
“Non preoccuparti, Lou, Buck mi ha assicurato che andrà tutto bene”. Lo disse più per rassicurare se stessa.
Buck si avvicinò a Debbie e le chiese di uscire un momento con lui.
“D’accordo”
La prese per mano ed andarono sulla veranda della casa.
“Andrà tutto bene, vedrai, ma se dovesse succedere qualcosa, promettimi che tenterai il tutto per tutto per fuggire. Sei una persona meravigliosa e meriti un amore vero, non di diventare la moglie di un indiano che nemmeno conosci”
“Beh, mi piacerebbe diventare la moglie di un indiano che conosco”. Si pentì subito di quello che aveva detto, ma non era riuscita a fermarsi in tempo.
Lui sorrise e le rispose: “ E così infatti sarà, ma promettimi lo stesso quello che ti ho chiesto”
“Lo prometto”, rispose lei. Si abbracciarono con forza e si baciarono, poi rimasero così, l’una nelle braccia dell’altro per un po’.
Rientrarono e si comportarono come in una normale serata, ma si sentiva che c’era molta tensione.
Dopo un po’, decisero tutti di andare a dormire. Rachel tornò in casa con Debbie ma prima di andare in camera sua volle stare un po’ con lei.
“Stai tranquilla, Buck sa quello che fa”.
“Lo so, ma ho paura lo stesso. Oh Rachel, lo amo così tanto. So che può sembrare strano, lo conosco da poco, ma so che lui è quello giusto. Oggi abbiamo trascorso una giornata stupenda e lui è riuscito a sciogliersi ed a dirmi che mi ama ed ora questo”. Scoppiò a piangere e Rachel la strinse forte a sé. Le preparò una tisana e poi andarono a dormire.
Anche Buck era teso: era sicuro di quello che faceva, ma c’era sempre un margine di rischio ed adesso che aveva trovato il vero amore non voleva perderlo. Quando Debbie aveva accennato al matrimonio era scattato qualcosa in lui. Sapeva che era presto, che ci sarebbe voluto del tempo, ma sapeva anche che quella doveva essere la naturale  evoluzione del loro amore, era la volta giusta ed era pronto a donarsi completamente ad una donna.
I ragazzi cercarono di stargli vicino, soprattutto Jimmy che poteva capire il suo stato d’animo. Andarono tutti a dormire. Inutile dire che quella fu una notte insonne per tutti.
La mattina dopo si alzarono prestissimo, fecero una rapida colazione e poi si prepararono ad andare al luogo dell’appuntamento.
Deborah e Buck andarono con il cavallo di quest’ultimo, mente gli altri li seguirono senza farsi vedere.
Arrivati sotto la quercia, videro che gli indiani erano già lì e si accorsero che, come aveva anticipato l’uomo la sera precedente, c’era anche Orso Rosso, chiamato come arbitro e giudice dello scontro.
“La ragazza venga qui da me”, disse Orso Rosso.
Buck la strinse in un abbraccio e le disse di fidarsi di lui e del fratello. Debbie lasciò la sua mano ed obbedì. Si avvicinò ad Orso Rosso e lo guardò con gli occhi pieni di lacrime, convinta che avrebbe trovato indifferenza nei suoi occhi, ma non fu così. Il suo sguardo fu dolce e senza che gli altri se ne accorgessero le disse: “Stai tranquilla, mio fratello ti ama e sa quello che fa”. Poi si volse verso i due contendenti e disse: “ Preparatevi”.
Buck si tolse la giacca e la camicia e rimase a torso nudo, come del resto il suo avversario. Orso Rosso disse: “ Il duello si svolgerà con l’impiego di una sola arma, a vostra scelta, e si concluderà quando uno dei due non sarà più in grado di lottare”
Buck scelse il suo coltello ed anche il capo lakota scelse la stessa arma. Debbie era terrorizzata.
“ Inizi lo scontro e vinca il migliore”.
I due uomini diedero il via ad una lotta molto violenta. All’inizio Buck sembrava avere la meglio perché colpì quasi subito l’avversario alla gamba, ma poi l’altro si riprese e Buck dovette indietreggiare parecchio. Ad un tratto, il lakota gli sferrò un colpo alla spalla che fece cadere Buck in ginocchio. L’indiano gli era quasi addosso per colpirlo di nuovo, quando si fece forza, si rialzò e sferrò a sua volta un colpo in mezzo al petto all’avversario che vacillò e cadde a terra. Si rialzò subito e si avventò di nuovo contro Buck che fu solo colpito di striscio alla gamba. Il lakota pensava di averlo messo a terra, ma Buck riuscì a stare in piedi ed approfittando di un momento di distrazione dell’avversario, lo colse di sorpresa e lo colpì tanto violentemente che non solo cadde a terra ma perse anche il coltello. Buck in un attimo gli fu addosso e gli mise il suo coltello alla gola. L’indiano lo implorò di finirlo, ma Buck disse di no, non voleva macchiarsi le mani di sangue: “ Non voglio ucciderti, voglio solo che d’ora in poi lasci stare la mia donna”.
 Il lakota fece cenno di sì. Buck lo aiutò ad alzarsi ed i due si diedero la mano. Orso Rosso dichiarò finito lo scontro e proclamò Buck vincitore.
Debbie corse verso di lui e si gettò tra le sue braccia baciandolo sul viso. Piangeva dalla felicità e dal dolore di vederlo così ferito. I lakota se ne andarono ed Orso Rosso si avvicinò alla coppia: “ Sapevo che ce l’avresti fatta fratello ed hai dimostrato tutto il tuo onore e buon cuore”. Poi si volse a Debbie: “ Non avercela con me, come capo devo far rispettare le nostre leggi e non avevo capito quanto mio fratello ti amasse”
Debbie sorrise e gli disse: “ Spero che ci sarà occasione di conoscerci meglio, le persone che Buck ama sono per me degne di rispetto”, Lui la ringraziò e poi li salutò.
Appena fu partito, i ragazzi e Teaspoon sbucarono dal loro nascondiglio e si congratularono con Buck che però stava perdendo molto sangue.
“Andiamo a casa Buck, dobbiamo andare dal medico”, disse Debbie.
“Non mi serve un medico, non è niente di grave, però ho bisogno di stare da solo con te. Per favore, potete lasciarci? Torneremo per pranzo e non preoccupatevi per me, sto bene. Ho portato con me delle bende e degli unguenti indiani che mi aiuteranno a pulire le ferite ed a riprendermi in fretta”
“Sei sicuro ragazzo?”, chiese Teaspoon.
“Sì, ho bisogno di stare con lei”.
“D’accordo”. Li salutarono e se ne andarono.
Debbie andò al cavallo di Buck a prendere il necessario per medicarlo. “ Sei sicuro che non hai bisogno del dottore? Stai bene?”
“Sì, ho solo bisogno di stare con te e di parlarti”
Debbie si irrigidì, aveva paura che Buck volesse per qualche motivo interrompere la loro relazione.
“Debbie, questa storia mi ha fatto capire una cosa importante”
“Buck, ti prego, non rinunciare a noi!”
Lei era disperata, non voleva assolutamente separarsi da lui, lo amava profondamente e dopo aver conosciuto questo sentimento così forte, non voleva rinunciarci.
“Non voglio rinunciare a noi, tutt’altro! Ho bisogno di aprirti il mio cuore, cosa che non ho mai fatto con nessuno prima d’ora, nemmeno con Ike che considero un fratello. Io non ho mai voluto affezionarmi veramente a nessuno, ho sempre avuto paura di essere rifiutato per la mia condizione e che amare qualcuno mi avrebbe provocato solo sofferenza. Poi ti ho incontrata ed ho capito cosa voglio dalla vita. Ho cercato di contrastare questo sentimento, ho provato a trovare mille ragioni per allontanarti e per lasciarti andare,  per farti avere un destino migliore, ma non ce l’ho fatta. Sei entrata nella mia vita come una tempesta, mi hai scosso cuore ed anima e quando ho avuto davanti agli occhi il pericolo di perderti, mi sono sentito smarrito. Io non so cosa ci riserverà il futuro, non so cosa ci succederà, so solo che voglio costruire qualcosa di importante con te giorno dopo giorno, senza più nasconderci e magari, chissà, tra qualche tempo, quando ci saremo conosciuti completamente ed avremo condiviso tutto l’uno dell’altra, potremmo anche pensare di costruirci una famiglia. Non ho mai avuto pensieri di questo tipo, non ho mai immaginato di poter costruirmi una famiglia con qualcuno, ma ora è questo quello che provo”
Debbie aveva gli occhi pieni di lacrime, aveva ascoltato incredula ogni parola che usciva dalle sue labbra e non poteva credere a quello che sentiva. Ogni parola pronunciata da lui rispecchiava quello che provava anche lei, il suo cuore stava quasi per scoppiare.
“Buck, queste parole mi fanno sentire una donna privilegiata. Non so cosa ho fatto di buono nella vita per meritare il tuo amore. Tutto quello che hai detto rispecchia perfettamente quello che io provo per te. Venendo qui in America volevo solo ricominciare a vivere, avere una vita anonima ma indipendente e poi ti ho incontrato. Dio solo sa quanto voglia stare con te e costruirmi una vita futura insieme. Grazie di amarmi così tanto, ti giuro che niente e nessuno potrà mai separarci. Come hai detto tu l’altro giorno, siamo stati segnati dal destino”
Si guardarono negli occhi e si baciarono, poi, incuranti del fatto che fossero in aperta prateria, si rifugiarono dietro degli alberi e fecero l’amore, assimilando l’uno l’anima dell’altro.
Si rivestirono e tornarono alla stazione per pranzo. Quando arrivarono, Rachel corse loro incontro, seguita da tutti i ragazzi e da Teaspoon.
“Come state, cos’è successo?”
“Niente Rachel, stiamo bene, avevamo solo bisogno di stare un po’ da soli, tutto qui”
“Le tue ferite?”
“Nulla di grave, guariranno in pochi giorni”
“Non pensare nemmeno di fare le tue corse ragazzo”, sottolineò Teaspoon.
“Ma Teaspoon…”
“Niente ma!”
“Va bene, ma solo per un paio di giorni, poi riprenderò a pieno ritmo, qualche ferita non mi ha mai fermato”.
“Vedremo”.
“Intanto oggi accompagnerò Debbie a scuola”
“Non se ne parla nemmeno, l’accordo era che questa settimana sarei andata da sola ed a maggior ragione dopo quello che hai passato stamattina. Dopo pranzo fila subito a letto a riposarti”
“Sì signora!”, rispose facendo il cenno di saluto ad un colonnello.
“Auguri fratello, ti stai prendendo una bella gatta da pelare, te l’avevo detto che aveva un caratterino”, disse Noah ridendo.
Tutti fecero una bella risata e la tensione venne allontanata. Entrarono nella baracca e pranzarono con appetito.
Dopo il pranzo Debbie obbligò Buck a stendersi un po’ sulla branda e lei andò in casa per preparare la sua lezione. Andò da sola in città e tutto andò bene. Prima di tornare, decise di entrare in un negozio per prendere un regalo a Buck per ringraziarlo di averla salvata di nuovo e per le parole che le aveva detto. Ike qualche giorno prima le aveva mostrato un bracciale che Buck gli aveva regalato quando per un momento aveva deciso di abbandonare il pony express a causa di un’incomprensione con Jimmy. Debbie decise di regalargliene uno simile con incisi all’interno i loro nomi. Prese accordi con il proprietario ed il braccialetto sarebbe stato pronto per la settimana successiva.
Quando tornò, trovò Buck che la aspettava sulla veranda. Le andò incontro, l’attirò a sé e la baciò.
“Com’è andata?”
“Tutto bene, sono sana e salva, ormai ho imparato la strada. Tu come stai?”.
“Oh io sto bene, non preoccuparti per me. Senti, sai la cosa che ci siamo detti l’altra mattina? Sì, insomma, ci chiedevamo se dovessimo… ecco…scambiarci qualche effusione davanti agli altri”
“Sì”
“Non voglio più nascondermi, sanno tutti a questo punto cosa provo per te”
“Va bene, ne sono felice” e lo baciò ancora. Mano nella mano entrarono nella baracca dove Rachel stava preparando la cena.
“Tutto bene?”, le chiese.
“Sì, sì, sono sopravvissuta!” e rise.
La sera cenarono e poi Buck e Debbie se ne andarono seduti sul dondolo. Rimasero abbracciati guardando l’orizzonte e quel meraviglioso cielo stellato che si stendeva davanti a loro, consapevoli che avevano trovato finalmente la persona con cui avrebbero trascorso la loro vita.
I giorni successivi trascorsero in tranquillità e dopo un po’ di riposo, Buck riprese le sue corse. Debbie, quando Buck era fuori, ne approfittava per scrivere lettere ai suoi familiari ed alle sue amiche in Italia. Ai suoi genitori non aveva ancora raccontato niente di Buck, ma le sue amiche furono immediatamente informate di quello che le stava capitando.
La settimana successiva, Debbie andò a ritirare il bracciale che aveva ordinato per Buck.  Adesso doveva solo scegliere il momento giusto per darglielo.
L’occasione si presentò presto: Buck, deciso a formalizzare il loro rapporto, la invitò a cena in città.
Una sera, mentre stavano chiacchierando sulla veranda, dove spesso si andavano a rifugiare per restare un po’ da soli, lui la sorprese dicendole: “ Debbie, non abbiamo ancora avuto modo di festeggiare, sì, insomma, il fatto che stiamo insieme. Ti andrebbe di venire a cena con me?” .
“Molto volentieri signor Cross” e lo baciò. Stabilirono che sarebbero usciti il sabato sera. Quando lo comunicarono ai ragazzi, Cody, che doveva ancora digerire il rospo, scherzò e disse: “ Ehi, Kid, Lou, attenzione che questi due vi battono sul tempo. Tra un po’ li vedremo con un anello al dito”.
Buck e Debbie arrossirono ma non dissero nulla, si limitarono a scambiarsi uno sguardo d’intesa, ricordando le parole che le aveva detto Buck il giorno dello scontro con il capo lakota.
Debbie si fece aiutare da Lou e Rachel per prepararsi. Indossò un vestito azzurro con il collo alto e lasciò i capelli sciolti, come piaceva a Buck. Lui si presentò con la consueta camicia bianca e la giacca nera delle grandi occasioni, con un mazzo di fiori che significavano l’inizio ufficiale del corteggiamento. Era imbarazzato ed emozionato perché quella sarebbe stata la loro prima uscita da soli come coppia e la città avrebbe capito come stavano le cose. Temeva che potesse succedere qualche episodio spiacevole che rovinasse la serata.
Diede i fiori a Debbie che ringraziò, li mise in un vaso e poi uscirono sottobraccio. Legarono al calesse i loro due cavalli e partirono. Arrivati in città, entrarono nel ristorante dove Buck aveva riservato un tavolo: voleva essere sicuro di essere ben accetto e di non far assistere Debbie ad una situazione spiacevole. La cena andò benissimo, furono trattati come una normalissima coppia di innamorati e Buck incominciò a rilassarsi quando vide che nessuno aveva niente da ridire e che gli occhi degli altri clienti non erano tutti puntati su di loro. Risero e scherzarono per tutta la sera  e poi decisero di fare una passeggiata prima di tornare. Debbie capì che quello era il momento giusto per dargli il suo regalo.
“Buck, non credo di averti ancora ringraziato abbastanza per tutto quello che hai fatto per me e per le parole che mi hai detto l’altro giorno”
“Non devi ringraziarmi, chiunque si sarebbe battuto per te”
“Non credo proprio, comunque, ecco, prendi”
“Cos’è?”
“Un regalo per dimostrarti tutta la mia gratitudine ed il mio amore”
“Grazie”. Lui sorrise e quando l’aprì rimase molto colpito. Riconobbe la fattura simile al bracciale che aveva regalato ad Ike.
“Come fai a sapere…”
“Sei stato un buon maestro e spesso faccio delle chiacchierate interessanti con Ike”, sorrise. “ Guarda dentro”
“I nostri nomi”
“Sì, incisi così che non si possano più cancellare”
“Grazie. Ti amo”
“Anch’io ti amo, non sai quanto”
Si baciarono pieni di desiderio l’uno dell’altra, poi si avviarono per tornare a casa.
Ovviamente il giorno dopo dovettero soddisfare la curiosità dei ragazzi, di Teaspoon e di Rachel ma raccontarono il minimo indispensabile.
A volte, quando poteva, Buck la accompagnava in città, così ne approfittavano per stare insieme e spesso, quando usciva, Debbie lo trovava mentre discuteva con alcuni signori distinti della città. Stava a poco a poco guadagnandosi la fiducia ed il rispetto della maggior parte dei cittadini e lei era così contenta per lui, perché sapeva che gli avrebbe tolto un grosso peso dal cuore questo comportamento. Buck acquistava sempre più sicurezza in se stesso e nel loro rapporto.
Ben presto potè dimostrare quanto valesse e quanto fosse utile alla città.
 Da qualche tempo, dei Sioux attaccavano alcuni convogli di merci destinati alla città e la popolazione era in fermento perché temeva che presto i viveri non sarebbero stati sufficienti. Era stato mandato un generale con l’esercito da Fort Laramie per cercare di risolvere il problema, ma quando avevano visto arrivare i soldati, i Sioux si erano inferociti maggiormente ed avevano aumentato le incursioni.
Teaspoon ne parlò una sera con Buck: “ Figliolo, tu ne sai niente? Come mai all’improvviso gli indiani si sono messi a fare incursioni, tra l’altro aumentate all’arrivo dell’esercito”
“Non lo so Teaspoon, ma c’è qualcosa che non mi torna. I Sioux non ci hanno dato problemi per anni ed all’improvviso incominciano ad attaccare, bisogna capirne il motivo”
“Domani ci sarà un’assemblea cittadina, voglio che tu sia al mio fianco per capire come muoverci”
“D’accordo”
L’indomani, come stabilito si tenne l’assemblea. Teaspoon prese la parola e spiegò quanto gli aveva detto Buck. Qualcuno provò come al solito ad inveire contro Buck, che però questa volta non si fece intimorire e si offrì come esploratore e mediatore. Alcuni cittadini non volevano essere rappresentati da un mezzosangue, ma Buck si era fatto apprezzare da  molti e questa volta diversi uomini lo sostennero, tra questi il sindaco.
“Ho avuto modo di discutere più volte con Buck del problema indiano e so che è un ragazzo di estrema sensibilità e diplomazia, un ottimo mediatore perché conosce le regole di entrambi i popoli. D’altro canto, se non fosse una persona colta e capace, credo che la signorina Mariani, la maestra che istruisce i nostri figli, non si sarebbe legata a lui. Io gli darò tutto il mio appoggio e confido in lui”
Debbie, che era presente, si sentì riempire il cuore di gioia; il loro rapporto era stato completamente accettato ed era una garanzia di rispetto per il suo uomo.
Sentendo le parole del sindaco, loro rappresentante, i cittadini acconsentirono a mandare Buck nell’accampamento sioux per capire cosa stesse succedendo.
Buck partì immediatamente, non prima che Debbie lo avesse salutato e baciato davanti a tutti, come per sancire che si fidava ciecamente di lui. Gli sussurrò: “ Stai attento, mi raccomando amore”
“Non preoccuparti, andrà tutto bene, ho degli amici nell’accampamento e non corro pericoli”
“Cavalca sicuro e torna presto da me”
Buck partì ed arrivò senza problemi all’accampamento. Fu riconosciuto e portato dal capo tribù.
“Cosa ti porta qui fratello kiowa?”, gli chiese l’uomo.
“Ho saputo delle incursioni che i tuoi guerrieri stanno facendo alle carovane che trasportano merci in città e sono venuto a capire cosa succede”
“Sei qui per difendere l’uomo bianco?”
“No, per aiutare voi e loro. Siete vissuti in pace con l’uomo bianco per anni ed ora vi comportate così, c’è sicuramente qualcosa che non torna”
“So che posso fidarmi di te. Siamo costretti a fare queste incursioni perché da settimane l’uomo bianco sta violando l’accordo stipulato con i Sioux. Ogni settimana dovrebbero arrivarci carri di viveri per il nostro sostentamento secondo i patti e noi così non dovremmo fare incursioni nei territori dell’uomo bianco. Abbiamo resistito qualche giorno, ma ora i nostri figli e le nostre donne muoiono di fame, siamo costretti a rubare ed assalire le carovane per vivere. Abbiamo mandato dei nostri uomini a Fort Laramie per sapere il motivo di questi ritardi ma non sono stati ricevuti”
“Capisco. Se riuscissi ad organizzare un incontro con i capi dell’esercito o i responsabili dell’accordo, saresti disposto a trattare?”
“Certo, la guerra non fa comodo alla mia tribù, porterebbe solo distruzione e morte”
“Va bene, se ti fidi, mi faccio  carico di provare a farvi incontrare”
“Va bene fratello, attendiamo tue notizie entro pochi giorni”
Buck ripartì alla volta di Sweetwater, ma accortosi di essere molto vicino all’accampamento del fratello, decise di fare un veloce deviazione. Orso Rosso fu molto felice di vederlo.
“Come stai fratello, l’ultima volta che ci siamo visti sanguinavi dopo la lotta con il capo lakota. Ne è valsa la pena?
“Oh sì fratello. Amo quella donna e non avrei voluto perderla per nulla al mondo. Dovresti conoscerla meglio e ti accorgeresti delle sue qualità. Grazie a lei mi accettano di più in città ed ho finalmente trovato un equilibrio”
“Sono felice per te, anche se non capisco come si possa perdere la testa così per una donna”
“Probabilmente non ti sei mai innamorato”
“I capi non hanno tempo per l’amore”
“E’ un vero peccato perché solo così si riesce a vivere completamente”
“Mi hai incuriosito sai? Mi piacerebbe conoscerla. Portala qui qualche volta”
“Parli sul serio?”
“ Sì e per dimostrartelo di darò un dono per lei. Sono arrivate delle vesti nuove pregiate per una festa di matrimonio di Aquila bianca, te la ricordi? Te ne darò una in dono per lei”
“Ricordo Aquila Bianca, era una bambina dolcissima. Ti ringrazio per il dono ed anche per la fiducia e l’amore che dimostri per me”
“Sei sempre mio fratello, giusto?”
“Certo. Adesso devo andare, ho una missione importante da compiere in città. Appena potrò verrò con Debbie, se possibile magari anche questa domenica”
“Vi aspetto quando vorrete. Buona fortuna fratello”
“A te e grazie ancora”
Buck partì molto felice: anche se non lo dava a vedere, ci teneva molto al giudizio ed all’approvazione del fratello.
Mentre Buck era impegnato in queste questioni, dopo la sua partenza Debbie tornò a casa e spiegò a Rachel come erano andate le cose. Era davvero felice per Buck e Rachel notò una luce particolare nei suoi occhi.
“Ami molto quel ragazzo, vero?”
“Sì, farei qualsiasi cosa per renderlo felice”
“Qualcosa mi dice che avrete un brillante futuro insieme”
“Non so come andranno le cose, spero solo che tu abbia ragione. Le nostre anime sono in sintonia e si sono fuse insieme e spero che non si separino mai”
“Le vostre anime?”
Debbie arrossì. Non sapeva se poteva confidarsi del tutto con Rachel ma decise che poteva fidarsi di lei, era un’amica.
“Beh, sì, siamo molto uniti”
“Sono felice per voi, lo avevo capito, avete una luce particolare negli occhi quando vi guardate e solo quella particolare complicità può far scaturire quella luce”
“Lui è stato dolcissimo e, ecco… è stata per entrambi la prima esperienza. E’ meraviglioso”
“I famosi stivali che hanno sporcato le lenzuola…”
“Ma tu…”
“Sì, te l’ho detto, quella luce deriva solo da quello”
“Ti voglio bene Rachel, sei come un a sorella per me”
“Anch’io te ne voglio”
Le due donne si abbracciarono e poi ripresero le loro faccende. Il pomeriggio, come di consueto, Debbie andò a scuola e quando uscì vide arrivare Buck in lontananza. Gli andò incontro, lo baciò appena lui smontò da cavallo e gli chiese: “ E’ andato tutto bene?”
“Sì, è come avevo immaginato, l’esercito ha tagliato i rifornimenti alimentari ai Sioux”
“Ecco spiegato il loro comportamento. Andiamo da Teaspoon”
“Andiamo?”
“Certo, non credere di potermi tagliare fuori dalla tua vita”
Buck sorrise e la baciò. Andarono nell’ufficio di Teaspoon e Buck spiegò la causa delle incursioni e che aveva promesso al capo sioux un colloquio con il capo dei soldati di Fort Laramie.
“Dannazione, quei maledetti soldati, perché diavolo non hanno rispettato i patti?”, esclamò Teaspoon.
“Perché come al solito vogliono provocare una guerra per massacrare gli indiani e prendersi le loro terre, la solita vecchia storia”, rispose Buck.
“Per fortuna conosco il colonnello Buxton a Fort Laramie. Vai a riposarti ed avvisa Noah che domani mattina partiremo per il forte e vedremo di risolvere anche questa situazione”
“D’accordo”, disse Buck.
Debbie non aveva preso bene la notizia che Buck sarebbe ripartito l’indomani, ma sapeva che per lui era importante, quindi non disse nulla durante il ritorno alla stazione.
“Debbie, so che non sei felice che domani me ne vada di nuovo, ma non posso sottrarmi”
Lui le leggeva nell’anima.
“Lo so Buck, solo stai attento e torna sano e salvo da me”
“Sicuro, anche perché domenica abbiamo un impegno”
Lei lo guardò alzando un sopracciglio, incuriosita.
“Al ritorno mi sono fermato a salutare mio fratello Orso Rosso. Abbiamo parlato un po’ di te e lui vuole conoscere meglio la donna che ha rubato il cuore del suo fratellino. Anzi, mi ha dato questo dono per te “. Buck le diede il vestito che aveva ricevuto da Orso Rosso.
Debbie aveva le lacrime agli occhi.
“Grazie, riuscì a dire commossa”
“E’ così brutto?”, scherzò Buck
“No, sciocco, sono commossa per il gesto di tuo fratello e perché mi sembra di entrare a fare parte sempre di più della tua vita”
“Sei già parte della mia vita e della mia anima, non c’è nulla che potrebbe legarci di più, almeno per ora…”
Lei lasciò cadere il discorso e sorrise.
Arrivati a casa, Buck informò gli altri della situazione e disse a Noah che l’indomani sarebbero andati con Teaspoon a Fort Laramie.
La mattina presto i tre uomini partirono. Debbie approfittò del tempo libero che aveva per scrivere alla sua famiglia ed alle sue amiche italiane. Erano tre ragazze del nord ed una del centro Italia che aveva conosciuto durante una manifestazione femminile: donne che volevano maggiori diritti. Si erano subito piaciute ed erano rimaste in contatto. Sapevano tutto della loro vita reciproca ed avevano fatto giurare a Debbie di scrivere loro della sua nuova situazione in America. Debbie aveva mandato qualche lettera generica, ma ora sentiva che era arrivato il momento di informare la sua famiglia e le sue amiche della relazione con Buck. Ci mise tutta la mattinata e poi affidò le lettere ad Ike che sarebbe partito il giorno dopo.
La giornata trascorse tranquilla e la sera passò un po’ di tempo con Lou e Rachel a chiacchierare, anche se il suo pensiero era rivolto a Buck lontano da lei.
Nel frattempo, i tre uomini avevano raggiunto Fort Laramie ed erano riusciti ad avere un colloquio con il colonnello Buxton. Buck aveva spiegato all’uomo la situazione ed egli aveva promesso che l’indomani avrebbe indagato tra le truppe per scoprire da dove fosse partito l’ordine di non mandare più i viveri ai Sioux. Buck, Noah e Teaspoon si sistemarono per la notte e la mattina successiva tornarono da Buxton. Come promesso, aveva convocato a rapporto tutte le truppe ed aveva esposto quanto stava succedendo. Nessuno ovviamente confessò nulla, ma il colonnello aveva notato l’inquietudine di uno dei suoi sottoposti. Appena congedati i soldati, ne parlò a Teaspoon che incaricò Noah di seguire il sospettato. Lui e Buck sarebbero rimasti al forte per non insospettire nessuno. Noah si mise subito sulle tracce del soldato che infatti, senza farsi notare, si allontanò dal forte per raggiungere un losco individuo appena fuori dalle porte. Noah decise di non intervenire subito ma di riportare immediatamente la cosa a Teaspoon ed al colonnello. I quattro uomini decisero di tendere una trappola al soldato: si fecero sentire mentre discutevano di un nuovo carico diretto all’accampamento dei Sioux, in modo che il traditore lo riferisse al suo contatto, ed infatti la sera stessa, l’uomo sgattaiolò di nuovo fuori. Questa volta fu seguito da Teaspoon, Buck, Noah e dal colonnello che voleva coglierlo sul fatto. Dopo una lunga cavalcata, il soldato si fermò ad una casa nel bosco, bussò ed entrò. Gli uomini di nascosto spiarono dalla finestra e Noah riconobbe l’uomo della mattina. A quel punto, i quattro fecero irruzione nella casa e disarmarono i due uomini che tentarono di reagire e ferirono di striscio Teaspoon. Assicuratisi che stesse bene, il colonnello e Buck fermarono i due individui, mentre Noah aiutava Teaspoon. Li legarono ad una sedia e li costrinsero a confessare. L’uomo che il soldato aveva incontrato era un ex soldato cacciato dall’esercito che voleva vendicarsi dei Sioux che lo avevano fatto cacciare dal suo squadrone e voleva che si scatenasse una guerra contro di loro, che venissero massacrati e scacciati dalla loro terra.
Ottenuta la confessione, i due uomini vennero condotti al forte ed imprigionati per essere sottoposti ad un processo e giustiziati per tradimento.
Buck prese accordi con il colonnello Buxton per un incontro con il capo sioux per ripristinare i patti e si offrì di fare da intermediario. Il colonnello accettò e l’indomani mattina i due si recarono all’accampamento. Il capo sioux riconobbe Buck ed accettò di dialogare con il colonnello, dopo che Buck gli ebbe spiegato l’inganno del soldato traditore. L’accordo venne ripristinato ed i Sioux giurarono che avrebbero cessato gli attacchi alle carovane di viveri dirette a Sweetwater. Gli uomini si strinsero la mano e ripartirono.
Appena tornati a Fort Laramie, Teaspoon chiese a Buck se voleva riposarsi prima di ripartire ma lui disse di no, era troppo ansioso di tornare a casa e di rivedere Debbie.
Teaspoon annuì e sorrise, scambiandosi con Noah uno sguardo d’intesa ed i tre ripartirono al galoppo.
Arrivarono a Sweetwater la sera. Debbie era seduta sulla veranda dopo la cena a leggere un po’, aveva voglia di stare sola perché sentiva molto la mancanza di Buck. Quando vide da lontano la polvere alzarsi, capì che stavano per tornare e corse incontro ai cavalli.
Appena furono arrivati, Debbie li salutò e chiese loro se stessero bene e se avessero risolto il problema.
Teaspoon le disse: “ E’ andato tutto bene, non preoccuparti, ho rimediato solo un graffio alla spalla, ma il tuo ragazzo è incolume e si è dimostrato un abilissimo mediatore. Ti sei scelta un ragazzo in gamba”.
“Lo so”
Buck arrossì mentre smontava da cavallo e la abbracciava e baciava. Noah e Teaspoon sorrisero.
“Lasciate i cavalli, ci penso io, entrate così Rachel vi scalderà un po’ della cena avanzata, sarete affamati”
“Non vediamo l’ora”, dissero in coro Teaspoon e Noah.
“Io la aiuto con i cavalli e vi raggiungo”, disse Buck.
I due uomini si scambiarono uno sguardo di intesa e si avviarono. Buck prese Debbie per mano e la aiutò a portare i cavalli nella stalla. Una volta che li ebbero sistemati, la prese tra le sue braccia e la baciò appassionatamente, non voleva più staccarsi da lei.
“Mi sei mancata tantissimo”
“Anche tu ed ero molto preoccupata. Sicuro che sia andato tutto bene?”
“Sì, non preoccuparti, domani Tespoon convocherà un’assemblea e spiegheremo quanto è accaduto”. Buck poi la informò velocemente dei fatti.
“Come vorrei stare un po’ da solo con te stasera”
“Lo vorrei anch’io, ma sai che non possiamo”
“Lo so, ma cercheremo di recuperare domenica…”
Lei sorrise, poi si presero per mano ed andarono nella baracca dove gli altri due stavano già mangiando.
Quando si furono ristorati e lavati, andarono tutti a dormire.
L’indomani mattina, Teaspoon avvisò il sindaco di convocare un’assemblea cittadina per comunicare l’esito della spedizione e Debbie volle andare con loro.
Il sindaco chiese a Buck di spiegare quanto accaduto e lui relazionò l’esito della spedizione. Quando ebbe concluso, il sindaco disse: “Grazie Buck, tu ed i tuoi amici avete svolto un grande servizio per la comunità di Sweetwater.”.
Poi si rivolse all’assemblea e disse: “Dopo l’intervento di Buck ed il ruolo che ha avuto in questa spiacevole situazione, credo che tutti ormai abbiate capito quanto questo ragazzo sia importante per la nostra comunità. Anche chi prima era contrario al suo coinvolgimento, ha avuto la dimostrazione che Buck è sempre stato leale nei nostri confronti e che ha a cuore il bene della città come tutti noi. Si è dimostrato un valido esploratore e mediatore e credo di parlare a nome di tutti dicendo che saremmo onorati se volesse continuare a svolgere questo ruolo per noi. Ci ha permesso con il suo intervento di evitare una tremenda carestia. E’ per questo motivo, caro Buck, che ho deciso di donarti una medaglia di riconoscimento”.
Il sindaco prese la medaglia e la consegnò a Buck che, estremamente imbarazzato, disse: “Grazie, io non so cosa dire, non è necessario. Ho fatto quello che avrebbe fatto qualunque cittadino”
“No Buck, e lo sai, quindi ti prego di accettare i nostri ringraziamenti e questo premio”
“Certo, grazie a lei e grazie a tutti voi”.
I due uomini si strinsero la mano tra gli applausi degli altri cittadini. Buck era molto emozionato ed imbarazzato e Teaspoon gli diede una amichevole pacca sulla spalla, seguito da tutti gli altri ragazzi. Buck poi raggiunse Debbie che lo guardò piena di orgoglio e con le lacrime agli occhi.
“Sei un eroe ormai e sei tutto mio!”, gli disse. Lui sorrise e la prese per mano.
L’assemblea fu sciolta e tutti tornarono alle loro occupazioni.
Quella sera, Rachel e Debbie prepararono una torta per festeggiare la medaglia di Buck, che era sempre più imbarazzato ed incredulo.
Quando furono soli, la sera, sulla veranda, lei gli disse: “Sono fiera di te amore”, era la prima volta che lo chiamava così e lui arrossì, “ hai dimostrato alla città quanto vali e che uomo meraviglioso tu sia. Credi ancora che stare con te potrebbe danneggiarmi?”
“Credo che la mia relazione con te abbia contribuito molto a quanto è successo oggi e non smetterò mai di chiedermi cos’ho fatto per meritarti”
“Io non c’entro niente, hai semplicemente mostrato quanto vali e che persona corretta tu sia”.
I due si baciarono e poi si salutarono.
Arrivò la domenica stabilita per l’incontro con Orso Rosso. La mattina, dopo la funzione in Chiesa, Debbie tornò a casa ed indossò il vestito che Orso Rosso le aveva regalato. Presero il suo cavallo e dopo aver salutato gli altri, partirono per l’accampamento kiowa. Debbie era molto agitata e si stringeva a Buck che cercava di tranquillizzarla dicendole che sarebbe andato tutto bene e che suo fratello non era così burbero come appariva.
Arrivati all’accampamento, Orso Rosso andò subito incontro alla coppia, abbracciò Buck appena smontato da cavallo e poi si avvicinò a Debbie. Lei gli tese la mano per salutarlo, ma lui, con estrema sorpresa della ragazza, la abbracciò, poi le disse: “ Benvenuta nel nostro accampamento e nel nostro mondo sorella”.
“Grazie, anche per questo dono”, rispose Debbie molto imbarazzata.
“ Ti sta molto bene” e sorrise.
Andarono a sedersi nella tenda di Orso Rosso che iniziò a raccontare alcuni episodi divertenti della vita di Buck. In questo modo si allentò la tensione e Debbie cominciava a sentirsi a suo agio. Poi Orso Rosso le chiese se voleva raccontargli qualcosa di lei e Debbie fece un rapido riassunto della sua vita e spiegò le motivazioni che l’avevano portata in America. Poi raccontò ad Orso Rosso l’avventura di Buck ed il capo kiowa fu molto orgoglioso del fratello. Pranzarono insieme ed assistettero ad alcune danze kiowa in onore della coppia. Nel pomeriggio, Buck disse che era meglio tornare per non farsi sorprendere dal buio. I tre si salutarono ed Orso Rosso disse a Debbie: “ Ora che ti conosco, capisco perché mio fratello ti ama così tanto, non l’ho mai visto così sereno e felice. Ha una luce negli occhi che mi fa capire la sua felicità. Spero che ci rivedremo presto”
“Lo spero anch’io e grazie di tutto”
Si strinsero la mano e lei e Buck rimontarono a cavallo. Mentre cavalcavano lentamente, Debbie disse a Buck: “ Avevi ragione, tuo fratello è una persona meravigliosa, in alcuni aspetti vi assomigliate molto”.
“Te l’avevo detto, mostra un atteggiamento burbero per il ruolo che riveste, ma in fondo in fondo è un brav’uomo”
“Potevamo restare di più se volevi, non è poi così tardi”
“No, ma non ho intenzione di tornare subito a casa…”
“Buck Cross, che intenzioni hai?”
“Lo vedrai”, disse in tono malizioso.
Mentre tornava la volta precedente dall’accampamento di suo fratello, aveva notato una piccola cascina abbandonata che si intravedeva tra le piante. Si era fermato ed aveva constatato che era davvero disabitata. Aveva velocemente fatto un po’ di pulizia ed aveva pianificato di portare lì Debbie per stare un po’ da soli. Quando si avvicinarono, Buck deviò dalla strada solita e Debbie gli chiese: “ Dove stiamo andando?”
“Sorpresa”. Lei sorrise.
Arrivarono subito e Buck, dopo essere smontato da cavallo, la aiutò a scendere. Prese un pacco che si era portato dietro e la condusse nella cascina. Quando entrarono, lui distese per terra una coperta e la invitò a sedersi accanto a lui.
“Come conosci questo posto?”.
Buck gli spiegò che l’aveva notata per caso. I due si sedettero e si abbracciarono restando così per un po’, poi lei iniziò a baciarlo e ben presto si trovarono a fare l’amore. Finalmente potevano stare un po’ da soli ed amarsi senza problemi.
“E’ stato bellissimo come sempre Buck”, gli disse dolcemente accarezzandolo.
“Purtroppo non abbiamo molte occasioni per stare insieme, dobbiamo accontentarci di attimi rubati”
“Non importa, quando stiamo insieme è tutto così meraviglioso che sembra che il tempo si fermi. Ti amo da morire Buck”
“Anch’io” e fecero di nuovo l’amore. Poi si rivestirono e tornarono alla stazione, consapevoli che avrebbero dovuto rispondere ad un vero e proprio interrogatorio ed infatti così fu, ma Debbie fu contenta di condividere con la sua nuova famiglia quanto avevano vissuto in quella giornata.
I giorni successivi, Debbie ricevette una lettera dalle sue amiche italiane: le annunciavano che per l’estate avevano in programma un viaggio in America per venire a trovarla ed ovviamente le facevano moltissime domande su Buck. Debbie ne fu estremamente felice e corse a comunicarlo al ragazzo ed agli altri che furono contenti per lei.
Debbie incominciò a fantasticare sul loro arrivo, nonostante mancassero ancora due mesi e Buck era contento di vederla così felice.
Un giorno, circa tre settimane dopo il problema dei Sioux, si presentò in città una giornalista che si recò da Teaspoon perché cercava una persona.
“Buongiorno sceriffo, mi chiamo Dora Marshall e sono una giornalista. Saprebbe cortesemente indicarmi dove posso trovare il signor Cross?”
“Buongiorno signorina. Come mai lo sta cercando?”
“Devo intervistarlo per il giornale con cui collaboro”
“Un’intervista a Buck? E perché di grazia?”
“Perché è il nuovo eroe della città da quanto ho saputo ed il mio giornale è molto interessato alla sua storia. E’ curioso che un mezzosangue diventi un idolo per dei cittadini americani”
“Se cerca pettegolezzi signorina, quella è la porta. Non credo che il signor Cross sarà interessato a parlare con lei, soprattutto se porrà la questione in questi termini”
“Oh ma io non volevo offendere nessuno, voglio solo raccontare le cose come stanno”
Mentre era in atto questa conversazione, entrò Debbie che aveva bisogno di sapere cosa dovesse comprare da Tompkins per conto di Teaspoon.
“Ciao Teaspoon, Rachel mi ha detto di chiederti se ti serve qualcosa al negozio. Oh, scusate, vi ho interrotto”
“Vieni, vieni, Debbie, la signorina qui è una giornalista, venuta per un’intervista”
“Buongiorno, piacere di conoscerla. Anche lei qui per intervistare Jimmy?”
“No, vuole intervistare Buck”
“Buck? E perché?”
“Buongiorno signorina, come stavo spiegando allo sceriffo, vorrei intervistare il signor Cross a causa della fama di eroe che si è guadagnato negli ultimi tempi”
“Davvero? Non so se ne sarà felice sinceramente”
“Lo conosce bene?”
“Sì, sono la sua ragazza”
“Oh, bene, allora potrà aiutarmi…”
“No, guardi, io non c’entro nulla, se la deve vedere con Buck e le posso  assicurare che non sarà facile”
“Ma lei potrebbe…”
“Le ho già detto che non voglio avere nulla a che fare con questa storia, mi dispiace, non voglio essere scortese, ma è una cosa che riguarda solo Buck. Teaspoon, se gentilmente mi dici di cosa hai bisogno, vi lascio alla vostra conversazione”
“Oh, in realtà non mi serve nulla Debbie, grazie. Solo, mandami Buck per favore”
“Va bene, te lo mando subito. Arrivederci signorina”
“Arrivederci”
Debbie uscì e si recò da Tompkins, dove c’erano già i ragazzi e Rachel.
Nel frattempo Teaspoon disse alla giornalista: “ Ha sentito cos’ha detto la signorina, quindi cerchi di usare le parole giuste se vuole davvero avere un’intervista con Buck”
“Lo terrò a mente, grazie”
Debbie entrò nel negozio e si avvicinò a Buck: “ Amore, dovresti andare da Teaspoon, c’è una giornalista che vuole intervistarti”
“Vuole intervistare me? Sei sicura? Cosa può volere da me una giornalista?”
“A quanto pare, tesoro mio, sei diventato un eroe dopo il tuo intervento con i Sioux”
“Ah, non ci penso nemmeno, sai che non amo queste cose”
“Lo so, infatti le ho detto che non avrà vita facile con te, ma lei ha insistito, anzi, voleva che la aiutassi a convincerti ma io le ho risposto che non voglio assolutamente essere coinvolta. Tu prova a sentire, se non ti va la mandi via”
“D’accordo. Ti va di accompagnarmi?”
“No, Buck, davvero, non voglio interferire in questa storia. Se poi dovessi aver bisogno, sai dove trovarmi”
“Va bene, vediamo cosa vuole. A dopo”
“A dopo amore”
Debbie tornò dagli altri e li informò di quanto stesse accadendo.
Buck andò da Teaspoon. “Eccomi, Teaspoon, mi cercavi?”
“Oh, Buck, ti presento la signorina Marshall, credo che Debbie ti abbia spiegato le sue intenzioni”
“Buongiorno, sì, ma non capisco perché voglia intervistare proprio me, non ho nulla da dire ad un giornale”
“Buongiorno signor Cross, se non le dispiace, mi piacerebbe parlare un po’ con lei, possiamo andare in un posto più tranquillo?”
“Qui andrà benissimo, signorina, non ho nulla da dire che Teaspoon non possa ascoltare”
“Oh, ma preferirei un posto un po’ meno formale, potremmo magari andare da lei”
“In alternativa possiamo andare alla  scuola. Lì dovrebbe venire poi anche la mia ragazza”
“Beh, tutto sommato, direi che può andar bene anche qui”
“Bene, le cedo il mio posto signorina, faccio un salto al saloon. Arrivederci”
“Arrivederci sceriffo, e grazie”
Teaspoon la salutò col cappello.
“Bene signor Cross, posso chiamarla Buck?”
“Sì, certo”
“Grazie e chiamami pure Dora”
“Signorina Marshall va bene per me”
“Come vuole Buck. Allora, il giornale per cui lavoro vorrebbe sapere come da persona non molto gradita alla comunità si è trasformato in un eroe”
“Ha sempre un approccio così carino con tutti signorina?”
“Oh, ho detto qualcosa che non va?”
“No, si immagini, mi ha solo fatto notare che la città di Sweetwater non voleva avere nulla a che fare con me prima del mio intervento con i Sioux. Se questi sono i toni, non abbiamo nulla da dirci. Buona giornata”
Buck si alzò ed uscì come una furia dall’ufficio di Teaspoon, seguito immediatamente dalla giornalista che tentava di scusarsi. Sentendo le grida, Debbie uscì dal negozio di Tompkins, immaginando cosa fosse accaduto. “ Cosa succede? Perché strilla tanto?”
“Non ho nessuna intenzione di parlare con questa donna”. Buck salì in fretta sul suo cavallo e partì.
“Cosa gli ha detto?”, le chiese Debbie.
“Non ho nemmeno iniziato!”
“Per reagire così deve aver pur detto qualcosa”
“Non lo insegue?”
“Assolutamente no, quando reagisce così bisogna lasciarlo sbollire”
“E io cosa faccio adesso?”
“Se ne torni in albergo, mi lasci parlare con lui con calma e domani vedremo”
“D’accordo. Grazie. Arrivederci”
Debbie alzò gli occhi al cielo. Sapeva che ora Buck sarebbe andato a farsi un giro da solo e sarebbe tornato verso sera. Allora gli avrebbe parlato. Nel frattempo svolse le sue faccende tranquilla.
La sera, come aveva immaginato, lo vide tornare e gli andò incontro.
“Come stai?”
“Così”
“Vuoi parlarne? Sono qui, lo sai”
“Non c’è nulla da dire, mi ha trattato come fanno tutti gli altri, come un fenomeno da circo, è arrivata a chiedermi come uno trattato come me possa arrivare a diventare un eroe”
“Idiota! Non ti dico di lasciare perdere, perché so che brucia, ma credo che dovresti darle una lezione e fare l’intervista. E’ un modo per far capire quanto vali. Però devi pretendere di vedere l’articolo prima che venga pubblicato”
“Non ho nessuna intenzione di parlare con lei”
“Buck, tesoro, ascoltami. Sei riuscito a fatica a guadagnarti il rispetto di tutti, non commettere l’errore di farti di nuovo giudicare per quello che non sei. Cosa ti costa, le racconti due cose che vuole sentire ed è finita”
“Credi davvero che debba farlo?”
“Sì, lo credo”
“E tu sarai con me?”
“No Buck, è una cosa che devi fare da solo. Io ti sosterrò ma non sarò presente all’intervista”
“D’accordo, voglio ascoltarti, sei più esperta di me in queste cose”
“Bene, domani andremo insieme a cercarla”
“Preferisco però parlarle qui, con i ragazzi, te e Rachel intorno”
“Va bene, non credo che per lei sia un problema”
“Non lo è, all’inizio l’ha proposto lei, anche se con un altro scopo”
“Buck Cross, devo forse essere gelosa?”
“Non scherzare e soprattutto non con una donna come lei. Grazie Debbie, sai sempre cos’è meglio per me. Ti amo”
“Ti amo anch’io”
I due entrarono nella baracca ed ovviamente Buck dovette sopportare le battute degli altri ragazzi.
Il mattino seguente, Debbie andò a cercare la giornalista e la portò alla stazione. Prima di farla entrare le disse: “ Questa volta le conviene giocare bene le sue carte, un altro passo falso e si sogna l’intervista”
“D’accordo, grazie”
Debbie rientrò in casa ed aiutò Rachel nelle faccende. La donna rimase dentro per circa un’ora e poi uscì tutta soddisfatta. Salutò tutti e promise che prima di pubblicare l’articolo lo avrebbe mandato a Buck da visionare.
Qualche giorno dopo, infatti, arrivò una lettera per Buck contenente l’articolo. I ragazzi si strinsero intorno a lui e Buck, imbarazzato, lasciò che lo leggesse Debbie. La giornalista aveva mantenuto la promessa, aveva scritto solo la verità ed in effetti era proprio un bell’articolo su Buck. Debbie fu felice per lui che la ringraziò di nuovo. Quando il giornale uscì, tutti si congratularono con Buck per l’intervista e venne apprezzato ancora di più, come Debbie aveva previsto
“Mi fai bene, sei una ventata d’aria fresca per me”, le disse. Lei lo baciò.
La fama di Buck si era diffusa grazie all’articolo ed incominciò anche a ricevere delle attenzioni dalle ragazze. Lui ne era molto infastidito, perché non amava essere al centro dell’attenzione, rimaneva un ragazzo molto timido e semplice e poi non sopportava le battute di Jimmy e Cody, che Lou e Kid tentavano di smorzare.
Un giorno, mentre aspettava Debbie che stava per uscire da scuola, gli si avvicinò una ragazza.
“Buongiorno, sono nuova di qui, mi saprebbe indicare un hotel?”
Buck, gentile come al solito, glielo indicò ma la giovane non fu soddisfatta. “Sarebbe così gentile da accompagnarmi bel giovanotto?”
“Mi dispiace, sto aspettando la mia ragazza, e comunque non è lontano, è proprio lì dietro”
“Su, dai, non fare il difficile, un bel giovanotto come te può avere tutte le donne che vuole, no? E poi tu non sei il famoso Buck Cross, l’eroe della città? Lasceresti una giovane come me in difficoltà?”
“Signorina, non mi sembra che sia in grande difficoltà, deve solo andare all’hotel. Le ripeto che sto aspettando la mia ragazza e niente mi farà cambiare i miei piani. Mi dispiace, buona giornata” e si mosse per entrare nella scuola, visibilmente seccato ed imbarazzato. Debbie, che aveva assistito alla scena perché nel frattempo stava uscendo e si era fermata sulla porta, gli venne in soccorso: uscì immediatamente e gli disse” Buongiorno amore mio, grazie per avermi aspettata” e lo baciò teneramente. La ragazza capì e se ne andò.
“Grazie, le disse”
“Grazie a te”
“Per cosa scusa?”
“Perché non cadi in tentazione con tutte le belle donne che ti cercano”
“Dai, non prendermi in giro, e poi sai che per me esisti solo tu, la prima e l’ultima nella mia vita”, poi le sussurrò all’orecchio in modo che potesse sentire solo lei “ e nel mio letto”.
Debbie arrossì e lo baciò di nuovo. Era abbastanza infastidita da tutte quelle ragazze che vedevano in Buck un bel giocattolo nuovo da esplorare, un mezzosangue che si era guadagnato la reputazione di eroe, ma sapeva che non avevano torto, era un bellissimo ragazzo ed era naturale che se ne accorgessero. Lui però era tutto suo, su questo non aveva alcun dubbio.
I giorni trascorrevano tranquilli, intervallati a volte da qualche situazione pericolosa in cui Teaspoon o qualcuno dei ragazzi si imbatteva, ma tutto finiva sempre per il meglio, grazie al loro affiatamento ed alla loro esperienza.
Ben presto arrivò la fine di luglio e Debbie era molto emozionata perché il 5 agosto sarebbero arrivate le sue amiche dall’Italia. Nel frattempo, aveva scritto alla sua famiglia di lei e Buck e purtroppo i suoi genitori non avevano preso bene la sua relazione, ma lei non demordeva ed in ogni lettera raccontava quanto fosse felice e soddisfatta della sua vita e sperava che la visita delle sue amiche ed il conseguente resoconto alla sua famiglia potessero cambiare le cose. Il 3 agosto era anche il compleanno di Debbie e Buck, a sua insaputa, le stava preparando una sorpresa davvero speciale…
Il giorno del suo compleanno arrivò e Buck le aveva detto che la sera sarebbero andati a cena in città e che lì le avrebbe dato il suo regalo.
“Buongiorno principessa!”, la salutò appena la vide al mattino e le diede un tenero bacio.
“Oh buongiorno mio principe” e si misero a ridere.
 Debbie era molto felice perché i ragazzi, Lou e Rachel le avevano regalato una nuova sella per Diyami ed un paio di orecchini che avrebbe indossato la sera. La scuola era ormai terminata e Debbie passò tutta la mattinata a chiacchierare con Rachel e Lou ed a preparare una torta per il pranzo. Nel pomeriggio andò a fare una passeggiata con Buck che era tornato il mattino dalla sua corsa. Si recarono al fiume e rimasero lì un po’ a chiacchierare ed a scambiarsi teneri baci. Ridevano e scherzavano come se esistessero solo loro al mondo. Lui era bellissimo agli occhi di Debbie: quando sorrideva gli si illuminavano gli occhi ed il suo volto era incorniciato dai suoi neri capelli appena mossi dal vento. Lui la guardava con adorazione e venerazione. Sembravano due divinità immerse nella natura, felici come se nulla potesse scuoterli.
Nel tardo pomeriggio rientrarono ed andarono a prepararsi. Buck la portò nello stesso ristorante della loro prima cena. Lei indossava un vestito rosa con dei fiorellini beige e lui la camicia bianca e la giacca nera delle grandi occasioni. Presero il calesse ed andarono a Sweetwater. La cena fu squisita ed i due innamorati risero e scherzarono durante tutta la cena. Al termine, uscirono e si presero la mano, camminando lentamente sotto il cielo stellato. Debbie era felicissima, era il compleanno più bello che avesse mai trascorso, ma non era finita, Buck non le aveva ancora dato il suo regalo. Mentre stavano camminando, ad un certo punto Buck si fermò, la guardò e le disse: “ Credo che sia arrivata l’ora di darti il mio regalo”
“Ma come, non è stata la cena e la bellissima giornata insieme il tuo regalo?”
“Sì, ma c’è qualcosa di più importante…”.
“Mi stai incuriosendo Buck Cross, cosa stai macchinando?”.
All’improvviso Buck mise una mano in tasca, prese un piccolo sacchettino di velluto, si inginocchiò davanti a lei, estrasse un anello, le prese la mano e le disse con la voce più dolce e sensuale al mondo: “Debbie Mariani, vuoi farmi l’immenso onore di diventare mia moglie?”
Debbie rimase senza parole, non sapeva se ridere o piangere, avrebbe voluto urlare SI’ ma le parole non le uscivano dalla bocca. Dopo un attimo di sbalordimento si riprese, le scesero le lacrime dagli occhi, gli buttò le braccia al collo e lo baciò avidamente.
“Lo prendo come un sì?”, le disse dopo che si furono baciati.
“Sì, sì, sì, mille volte sì amore mio, è il regalo più bello che potessi farmi. Sarò felice ed onorata di essere tua moglie”
Si rialzarono e si baciarono di nuovo. Lui le mise l’anello al dito e sfoderò un sorriso meraviglioso, che Debbie non avrebbe più dimenticato.
Sulla strada del ritorno, incominciarono a pianificare il loro matrimonio. Buck le disse: “ Se per te va bene, pensavo di costruirci prima una casa e quando sarà finita di sposarci. Non voglio portarti a vivere in un fienile, ti meriti una casa come si deve. Magari ci vorrà un po’ più di tempo, ma quello non ci manca”
“Sono d’accordo amore, anche perché devo avere il tempo di avvisare i miei genitori che si devono organizzare per venire in America. E’ un viaggio molto impegnativo che non si può affrontare tutt’ad un tratto. Poi a me è sempre piaciuto sposarmi in estate”
“Ti va bene quindi anche se dovessimo aspettare quasi un anno?”
“Se anche a te va bene sì. Mi piacerebbe sposarmi in giugno”
“Va bene. Vuoi già decidere il giorno?”
“Vediamo…. Il 24, l’onomastico del mio nonno materno. Sei d’accordo?”
“Andata”
Si baciarono.
“Senti Buck, mi è venuta in mente una cosa. Se facessimo un doppio matrimonio?”
“In che senso?”
“A giugno secondo il rito cattolico, ma nulla ci vieta di celebrarlo prima secondo il rito kiowa”
“Vuoi farlo davvero?”
“Certo, è la tua cultura e voglio farne parte anch’io. Potremmo approfittare del fatto che le mie amiche, che forse non potranno essere presenti l’anno prossimo, saranno qui per 15 giorni e celebrarlo ora. Poi continueremo a vivere separati come adesso, in attesa del matrimonio <>, ma sarebbe come essere già uniti con le anime”
“Se ci tieni va bene, possiamo organizzarlo”
“Ci terrei davvero molto. Potremmo andare domani da tuo fratello a comunicargli la notizia e potremmo sposarci sabato prossimo”
“Sei piena di sorprese signorina Mariani e ti amo così tanto”
“Mai quanto te signor Cross ed anch’io ti amo”
“Bene, allora è deciso, non ci resta che comunicarlo agli altri domani”
Si baciarono e rimasero abbracciati fino all’arrivo alla stazione. Portarono i cavalli nella stalla e poi si baciarono per salutarsi, ma il bacio divenne più profondo e furono travolti dal desiderio e dalla passione. Consapevoli che nessuno a quell’ora sarebbe venuto lì, si lasciarono andare e fecero l’amore teneramente ed appassionatamente, concludendo una giornata che avrebbero ricordato per sempre. Quando si furono rivestiti, si separarono ed andarono a dormire, ma nessuno dei due riuscì a chiudere occhio per molto tempo, travolti dalle emozioni forti provate quella sera.
L’indomani mattina, Debbie si alzò di buonumore e Rachel la sentì canticchiare.
“Buongiorno, deduco che la serata è andata bene, non ti ho sentita rientrare, doveva essere tardi”
“Beh. Sì, era molto tardi. E’ stata una serata indimenticabile.”. Rachel notò uno strano scintillio al dito di Bebbie ed esclamò: “ Allora si è deciso!”
“Lo sapevi?”
“Sì, Buck è venuto a chiedermi consiglio sull’anello”
“E tu cosa gli hai detto?”
“Di lasciarsi guidare dal suo cuore”
“E l’ha fatto”
“Sono felicissima per te, vieni qui”.
Le due donne si abbracciarono
“Allora, a quando le nozze?”
Debbie le spiegò i loro piani e Rachel fu d’accordo con le loro decisioni.
“Adesso andiamo, dobbiamo salvare Buck dalle domande dei ragazzi”
Le due donne risero complici. In effetti, appena sveglio, Buck fu assalito dai ragazzi che volevano un resoconto dettagliato della serata. Buck si scherniva e non voleva parlare ed intervenne Lou ad aiutarlo : “Ragazzi smettetela, sapete com’è Buck, lo imbarazzate”
“Non stiamo facendo nulla di male, vogliamo solo essere partecipi della sua vita da buoni fratelli”, ridacchiò Cody.
Per fortuna entrarono le due donne a salvarlo.
“Allora Debbie”, disse Jimmy, ” vuoi raccontarci tu la serata?”
Debbie sorrise e si limitò a dire: “ Abbiamo cenato, passeggiato e siamo tornati. Soddisfatti?”
“Assolutamente no”, esclamò Cody.
Intanto Debbie si avvicinò a Buck, lo baciò e gli disse: “ Buongiorno”
“Buongiorno”, rispose lui.
Nel baciarlo aveva accarezzato la sua guancia con la mano sinistra ed a Lou non sfuggì l’anello.
“Ehi, e quello cos’è?”
“Cosa?”, disse Debbie con noncuranza.
“Fammi un po’ vedere, dammi la mano!” e le si avvicinò. Debbie le porse la mano destra ma Lou disse: “No amica, l’altra”
Debbie non potè più nasconderlo e nemmeno lo voleva, non vedeva l’ora di rendere tutti partecipi della sua gioia.
“Wow! Vi siete fidanzati! Congratulazioni!” e l’abbracciò.
“Grazie”, rispose Debbie. Tutti si accalcarono intorno ai due neo fidanzati per vedere l’anello e per congratularsi e ricominciarono a fare domande.
“Ehi, ehi, lasciateli respirare”, intervenne Rachel
“Grazie ragazzi, ora davvero, sedetevi per la colazione e vi racconteremo tutto”, disse Debbie
“Non preoccuparti per la colazione tesoro, goditi il tuo momento, ci penso io”, aggiunse Rachel
“Grazie Rachel. Sei un tesoro”
Rachel sorrise  e si mise a preparare.
“Allora, chi ci racconta?”, esclamò Jimmy.
Debbie guardò Buck e gli fece capire che voleva che spiegasse lui le loro intenzioni. Buck capì e disse: “ Beh, ecco, come avete intuito ieri sera dopo cena le ho fatto la proposta e lei ha accettato. Abbiamo deciso però di non affrettare le cose, o meglio, sì e no”
“Cosa vuol dire sì e no?”, chiese Noah.
Debbie capì che Buck era imbarazzato ed in difficoltà ed intervenne in suo aiuto.
“Buck intendeva dire che faremo 2 cerimonie, una kiowa presto ed una cattolica con più calma, per avere il tempo di costruirci una casa e per dare ai miei familiari l’opportunità di organizzare il viaggio”
“Sì, ecco, ci sposeremo con il rito kiowa sabato prossimo, approfittando della presenza delle amiche di Debbie, ma poi torneremo a vivere come ora fino al 24 giugno dell’anno prossimo, quando ci sarà la celebrazione cattolica del matrimonio ed inizieremo ufficialmente a vivere insieme. I cittadini di Sweetwater non capirebbero se lo facessimo ora”, aggiunse Buck
“Che bella idea”, fece capire Ike che era raggiante per l’amico.
“Grazie Ike”, disse Buck
“Oggi andremo da mio fratello per organizzare la cerimonia e quando le amiche di Debbie saranno ripartite, inizieremo i preparativi per la casa ed il matrimonio.”
“Avremo bisogno dell’aiuto di Rachel e Lou per tutta la parte femminile e…. di voi ragazzi per la manovalanza… Vero che ci darete una mano?”
“Assolutamente sì, se ci permetti di parlare bene di noi alle tue amiche single…”, dichiarò Cody.
“Cody, sei incorreggibile”, esclamò Teaspoon.
“A proposito Teaspoon, dato che mio padre sabato non sarà presente, mi farebbe immensamente piacere se volessi fare tu le sue veci”, chiese Debbie
“Io? Oh, beh, sì, con vero piacere”
Debbie lo abbracciò.
A turno, tutti abbracciarono i due neofidanzati e fecero loro le congratulazioni. Dopo la colazione, Debbie e Buck presero Diyami ed andarono all’accampamento di Orso Rosso che fu stupito di vederli arrivare, ma contento.
“Buongiorno fratello, come mai da queste parti? Buongiorno Debbie”. I due fratelli si abbracciarono.
“Buongiorno a te, siamo venuti a parlarti di una cosa importante”
“Venite nel mio tepee, così staremo più tranquilli”.
Debbie e Buck lo seguirono.
“Allora, cos’è questa questione di cui mi volete parlare?”
“Ecco, vedi, questo sabato abbiamo intenzione di sposarci secondo il rito kiowa e volevamo chiederti se potevamo farlo qui e se potevi organizzare la cosa. Ufficialmente secondo il rito cattolico celebreremo il matrimonio il prossimo 24 giugno, ma vogliamo approfittare della presenza delle amiche di Debbie per anticipare questa cerimonia secondo i nostri costumi”
“Sapevo che sareste arrivati a questo punto, ho subito capito che eravate anime gemelle. Bene, dunque pare che sabato nell’accampamento avremo un’invasione di uomini bianchi, perché deduco che tutti i pony express, la donna che vi accudisce e lo sceriffo saranno presenti”
“Sì, sempre che tu sia d’accordo”
“Se tu ti fidi di loro, sono i benvenuti. Lascia fare a me, prepareremo tutto e vi costruiremo un tepee per la notte. Ma poi dove andrete a vivere?”
Intervenne Debbie che disse: “ Per ora continueremo a vivere separati, la nostra città non approverebbe, nel frattempo ci costruiremo una casa e dopo il rito cattolico inizieremo a vivere insieme”
“E poi voi bianchi dite che sono strane le nostre usanze… Bene, allora voi non dovete preoccuparvi, ci vediamo sabato e sarà tutto pronto”
“Grazie fratello”.
“Grazie davvero”, aggiunse Debbie.
“Non ringraziatemi, è un piacere fare qualcosa per il mio fratellino e soprattutto non l’avevo mai visto così raggiante, quindi grazie a te sorella, ormai posso chiamarti così”. Si abbracciarono e ripartirono.
Debbie si appoggiò a Buck durante il ritorno. Amava abbandonarsi contro il suo petto mentre cavalcavano ed il vento spesso fondeva i loro capelli, come se fossero una cosa sola. Si sentiva protetta e sicura con quell’uomo ed era estasiata all’idea che entro pochi giorni sarebbero stati legati per sempre, poco importava se le formalità li avrebbero costretti ad aspettare un anno a dividere lo stesso tetto, quello che contava era quello che provavano nei loro cuori e nelle loro anime.
L’indomani mattina tutti i ragazzi tranne Kid che era in viaggio, Rachel e Teaspoon andarono in città per aspettare la diligenza. Arrivò puntuale alle 10 e non appena Debbie vide scendere le sue 4 amiche, si gettò tra le loro braccia. Erano Laura, dai capelli rossi e gli occhi grandi e ridenti; Miria dai capelli corti castani, timida ma decisa; Catia dai lunghi capelli chiari, anche lei molto riservata ed infine Lorena, dai capelli semilunghi castano chiaro ed insieme a Laura, la più esuberante. Sembrava che le 5 ragazze non volessero più sciogliersi dal loro abbraccio. Ad un certo punto si sentì un colpo di tosse: era Cody che era impaziente di essere presentato. Debbie fece cenno ai suoi amici ed a Buck di avvicinarsi e li presentò uno alla volta, lasciando Buck per ultimo.
“E lui è Buck, il mio meraviglioso fidanzato…” e mostrò l’anello. Improvvisamente si alzò dalle 4 ragazze un grido di gioia!
“Ma non ce lo avevi scritto! Congratulazioni!”
“Non ve l’ho scritto perché è accaduto il giorno del mio compleanno. Ma andiamo, depositiamo i bagagli in hotel e poi venite alla stazione, vi spiegheremo tutto una volta lì. Che bello vedervi ragazze, non vedevo l’ora”
“Anche noi”, dissero le donne in coro. I ragazzi ovviamente si offrirono di aiutarle a portare i bagagli nelle loro stanze. Si presero una mezzoretta per rinfrescarsi e poi partirono con i calesse che i ragazzi avevano noleggiato per l’occasione.
Arrivati alla stazione, fecero fare un giro alle ragazze ma poi Laura disse: “ Allora, ci vuoi spiegare come stanno le cose tra te e questo fusto o no?”
Buck arrossì, non era abituato a tanta sfacciataggine. Debbie sorrise ed entrarono nella baracca. I ragazzi e Buck tornarono al lavoro perché vollero lasciare Debbie sola con le sue amiche per permettere loro di parlare un po’. Debbie spiegò  come erano andate le cose ed i suoi progetti matrimoniali e le ragazze ne furono entusiaste. Erano felicissime di poter partecipare almeno ad uno dei due matrimoni di Debbie.
“Non ci posso credere”, affermò Lorena, “ ti sposi! Siamo così felici per te. Ma la tua famiglia? Ovviamente non lo sa ancora vero?”
“No e temo che i miei genitori non ne saranno felici, ma non mi importa, Buck è l’uomo che ho sempre sognato e niente e nessuno mi allontanerà da lui”
“Beh, devo dire che anche i suoi amici non sono niente male…”
“La!”, esclamò Catia facendo la finta scandalizzata.
“Su, dai, non ditemi che non ci avete fatto un pensierino?”
“Beh, in effetti, Noah non è niente male”, esclamò Miria.
“Bene, abbiamo già memorizzato i nomi eh? Prevedo 15 giorni molto interessanti…”, ridacchiò Debbie.
Si mise poi a preparare il pranzo aiutata da Rachel che le aveva raggiunte e così ne approfittarono per conoscersi un po’ meglio. Durante il pranzo, le 5 ragazze raccontarono molti aneddoti sulla loro amicizia, ma i corrieri non furono da meno e cercarono di mettersi in mostra raccontando tutte le loro avventure, compreso Noah che di solito non amava questi pettegolezzi. L’unico che rimaneva un po’ in disparte era Ike che a volte interveniva grazie all’aiuto di Buck e dei ragazzi ma non riusciva a tenere il ritmo degli altri. Laura se ne accorse e cercò di coinvolgerlo un po’ di più nelle discussioni chiedendo aiuto a Buck e Debbie, che ormai aveva imparato da Buck tutto il linguaggio dei segni e riusciva a comunicare perfettamente con Ike.
Nel tardo pomeriggio, le ragazze decisero di tornare in hotel e tutti i corrieri si offrirono di accompagnarle, tanto che Teaspoon dovette frenarli per non rimanere senza corrieri. Andarono Ike, Noah e Cody che non avrebbe permesso a nessuno di trattenerlo.
Quella sera, dopo cena e dopo essere stata un po’ con Buck, Debbie si ritirò nella sua stanza. Aveva un compito alquanto difficile da svolgere: scrivere una lettera ai suoi genitori in cui li informava del suo matrimonio con Buck…
L’indomani, Debbie approfittò del fatto che Buck aveva il turno di corsa per recarsi in città e passare la giornata con le ragazze che vollero sapere tutti i dettagli della sua vita a Sweetwater e della sua relazione con Buck. Debbie raccontò dettagliatamente ogni cosa e poi si informò della loro vita in Italia. Le ragazze le confessarono che invidiavano molto il suo coraggio e che sarebbe piaciuto anche a loro fare la sua stessa scelta.
“Non si può mai dire ragazze, anche perché ho visto certi sguardi tra voi ed i corrieri che mi fanno ben sperare”
Le ragazze arrossirono e non dissero nulla. Decisero di andare in qualche negozio per acquistare qualcosa per il matrimonio, anche se non sapevano bene cosa. Debbie non avrebbe dovuto preoccuparsi per l’abito perché avrebbero approntato tutto gli indiani, ma le ragazze insistettero per farle comprare della biancheria un po’ provocante per la sua prima notte di nozze. Debbie acconsentì e poi si confidò con loro, raccontando che in realtà lei e Buck erano già stati insieme. Le ragazze la tempestarono di domande ma lei si tenne ovviamente sul vago, non voleva condividere con nessuno le sensazioni e le emozioni che aveva condiviso con Buck. Anche le ragazze fecero qualche acquisto e poi si diedero appuntamento per il giorno dopo, la vigilia delle nozze.
Buck tornò la sera e si fece  raccontare da Debbie la sua giornata, poi le disse: “ Non abbiamo parlato della luna di miele…”
“Beh, credo che per ora ce la dovremo dimenticare, senza un regolare certificato di matrimonio non potremmo andare da nessuna parte, però mi piacerebbe trascorrere qualche giorno sola con te, magari facendo qualche pic-nic al fiume o qualcosa del genere”
“Sono d’accordo, mentre per l’anno prossimo vorrei farti una proposta”
“Sentiamo!”
“Ti andrebbe di andare in Italia? Tu potresti tornare nel tuo paese ed io potrei conoscere meglio le tue tradizioni. Non dico di stare tutto il tempo nel tuo paesino, potremmo girare le grandi città”
“E’ magnifico Buck, è un’idea stupenda, grazie”
Si baciarono.
“Senti, c’è qualcosa di particolare che devo preparare per sabato?”
“Hai sentito mio fratello, non devi pensare a niente, se non alle nostre anime che si uniranno per sempre”
Lei gli sorrise e si baciarono appassionatamente. Andarono a dormire.
L’indomani passarono la giornata con le amiche di Debbie, poi si organizzarono per recarsi tutti all’accampamento kiowa senza destare molti sospetti. Sarebbe stato strano vedere tutte quelle persone raggiungere insieme un accampamento indiano, quindi decisero di arrivarci in tempi diversi e Buck diede a tutti indicazioni su come raggiungere il luogo. Decisero che si sarebbero formate delle coppie che sarebbero andate singolarmente all’accampamento: Kid e Lou, che per l’occasione avrebbe indossato un abito da ragazza; Buck e Rachel; Laura ed Ike, che avevano iniziato a stringere amicizia grazie alla temerarietà della ragazza che aveva voluto imparare alcuni segni; Noah e Miria; Jimmy e Lorena; Cody e Catia ed infine Teaspoon e Debbie.
Tutto era pronto per il grande giorno. La notte Debbie non riusciva a dormire e Rachel decise di farle compagnia, raccontandole quanto fosse stata felice il giorno del suo matrimonio e quanto fosse stata meravigliosa la vita con suo marito Henry, prima che lui venisse selvaggiamente ucciso. Debbie si tranquillizzò e riuscì a dormire qualche ora.
Il mattino seguente, Teaspoon e Rachel tennero lontani i due fidanzati perché era tradizione che lo sposo non vedesse la sposa fino alla cerimonia, mentre i ragazzi andarono a prendere le amiche di Debbie.
Nel pomeriggio, secondo gli accordi, uno alla volta i calesse partirono verso l’accampamento kiowa. Quando Buck arrivò, venne letteralmente rapito da Orso Rosso che lo affidò alla tribù per i preparativi e poi si dedicò ad accogliere tutti gli amici del fratello.
Per ultimi arrivarono Debbie e Teaspoon.
Tradizionalmente, il matrimonio kiowa avveniva in modo semplice, tramite la stesura di un contratto; gli amici dell’uomo portavano regali alla famiglia della sposa ed il fratello ed il padre della donna aiutavano la ragazza a decidere. Nel caso di Debbie e Buck, ovviamente, questa pratica non venne seguita.
Debbie venne affidata alle donne della tribù che la prepararono per la cerimonia: le fecero indossare un abito leggero lungo fino ai piedi, legato in vita con una cintura e terminante con delle frange. La parte superiore assomigliava ad un poncho tutto ricoperto di perline. Le legarono i capelli in due trecce che ricadevano davanti e le fecero indossare un paio di orecchini tipici della tribù. Come scarpe, le diedero dei mocassini di cuoio, anch’essi decorati con frange e perline. Quando fu pronta, una delle donne andò ad avvisare gli altri.
Buck, che indossava anch’egli una veste tipica kiowa, come quella del fratello, quando la vide rimase a bocca aperta. Anche con una veste insolita per lei era bellissima.
Debbie venne accompagnata da Teaspoon vicino a Buck.
Lo sciamano pose per terra davanti alla coppia un bastone, che rappresentava il limite tra la vita da single e quella da sposati. Dopo aver pronunciato le benedizioni,  venne praticata l’aspersione di ” sacro fumo ” e Debbie e Buck  si scambiarono tra loro le bevande; la coppia venne poi invitata a fare un salto  oltre il bastone, cosa che accadde tra le grida di gioia della tribù, cui si unirono gli amici dei due giovani. Poi gli sposini vennero accompagnati in massa al nuovo tepee, dove Debbie venne invitata ad accendere il fuoco e si sedette a lato, il posto normalmente occupato dalla moglie.
Il matrimonio era ufficialmente concluso. Debbie e Buck vennero lasciati nel tepee per avere la loro privacy, mentre fuori continuavano i festeggiamenti, che solitamente duravano anche vari giorni, a seconda del grado di importanza della coppia, ma che, vista l’eccezionalità della situazione, si esaurirono in serata.
Durante i festeggiamenti, Teaspoon chiacchierò parecchio con Orso Rosso ed i ragazzi e le ragazze si divertirono a prendere parte alle danze rituali della tribù. A tarda sera, ripartirono tutti verso la stazione ed i ragazzi riaccompagnarono all’hotel le amiche di Debbie. Si sarebbero ritrovati tutti l’indomani per festeggiare di nuovo i neosposi.
Intanto nel tepee, dopo che tutti furono usciti, Debbie e Buck si avvicinarono l’uno all’altra e si abbracciarono e baciarono teneramente.
“Ecco fatto, ora sei ufficiosamente la signora Cross”
“Ufficialmente vorrai dire! Per me questo è stato un vero matrimonio, non mi importa che dobbiamo aspettare un anno per fare le cose secondo la legge, da oggi sei ufficialmente mio marito. E’ stata una cerimonia bellissima e sono felice di aver fatto questa scelta”
“Anch’io e tu sei bellissima vestita così”
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“Grazie, anche tu hai il tuo fascino con questo abbigliamento”; lo prese in giro un po’ perché sapeva che Buck non si sentiva a suo agio con quegli indumenti.
Decisero di stare seduti a coccolarsi finchè non fossero finiti i festeggiamenti. Quando sentirono che fuori era tutto calmo e silenzioso e capirono che tutti se ne erano andati, i loro baci divennero sempre più appassionati e furono travolti dal desiderio. Buck slacciò la cintura che legava il vestito di Debbie e glielo sfilò e lei gli tolse il suo abito. Si sdraiarono sul giaciglio di pelli che era stato preparato per loro ed alla luce del fuoco fecero l’amore teneramente per la prima volta da marito e moglie. Le loro anime ed i loro corpi si fusero travolti da un desiderio e da una passione che pochi nella vita riescono a provare e trascorsero l’intera notte a godere di questo amore meraviglioso.
La mattina seguente, indossarono i loro consueti abiti, uscirono dal tepee ed andarono a salutare Orso Rosso ed i membri della tribù.
“Grazie di tutto fratello, è stata una cerimonia bellissima e spero che in qualche modo tu riesca ad essere presente anche il prossimo anno, anche se so che sarà difficile”
“Difficile per non dire impossibile, fratello. L’importante è che io abbia potuto assistere alla parte per me più importante e di questo credo di dover ringraziare te, sorella, perché credo che l’idea sia stata più tua che sua”
“Beh, sì ma Buck è stato subito d’accordo. Grazie davvero per l’ospitalità anche dei nostri amici. Ti siamo debitori ed estremamente riconoscenti”
Si abbracciarono e si salutarono. Debbie e Buck salirono sul calesse che era stato lasciato per loro e si avviarono alla stazione.
Quando arrivarono, era quasi già mezzogiorno e furono letteralmente assaliti dai ragazzi e dalle ragazze che erano state invitate a pranzo.
Vennero accompagnati nella baracca e tempestati di domande, a cui i due neosposi risposero con moderazione.
Dopo il pranzo, Debbie e Buck si scusarono e decisero di andare a fare una passeggiata al fiume, per stare insieme e godersi la loro breve luna di miele. Passarono lì tutto il pomeriggio chiacchierando, pianificando la loro vita futura, facendo il bagno ed amandosi appassionatamente.
Intanto, alla stazione, le amiche di Debbie ed i ragazzi si stavano legando molto e forse stava nascendo  qualcosa di più di una semplice amicizia.
La sera, per i due giovani fu difficile separarsi, ora che erano sposati, ma sapevano che era giusto così.
Il giorno dopo trascorsero ancora la mattina insieme, ma poi Debbie sapeva che le sue amiche si aspettavano di averla tutta per loro e le raggiunse in città, accompagnata da Lou che stava diventando molto amica delle 4 ragazze.
Ovviamente le donne vollero sapere per filo e per segno come fosse stata la sua prima notte di nozze, ma Debbie rimase vaga perché non voleva condividere con nessuno le emozioni che aveva provato. Presto riuscì a cambiare discorso e ad informarsi su come fossero andati i festeggiamenti e su cosa le sue amiche pensassero dei corrieri del pony express. Le ragazze dovettero confessare di essere molto attratte dai ragazzi e che sicuramente, una volta partite, avrebbero cercato di mantenere i contatti con loro.
Nel frattempo, anche Buck venne messo sotto assedio dai ragazzi, ma, grazie anche all’aiuto di Ike e Kid, raccontò il minimo indispensabile, soprassedendo alle domande insistenti di Cody.
“Ragazzi, lasciatelo stare, al posto suo voi raccontereste queste cose intime?”, intervenne Kid.
“Ovviamente sì”, esclamò Cody.
“Sei sempre il solito idiota”, lo rimproverò Jimmy, “ certo che ci terremmo per noi i particolari. Scusaci Buck, è solo che ti invidiamo tutti”
“Beh, se giocate bene le vostre carte, da quello che ho potuto vedere, presto potreste anche voi avere una bella ragazza al vostro fianco…”
Questa battuta di Buck bastò per farli smettere e per farli tornare al loro lavoro.
Le due settimane in cui le amiche di Debbie rimasero a Sweetwater volarono e quando arrivò il giorno della partenza, tutte le ragazze avevano le lacrime agli occhi ma anche i ragazzi erano dispiaciuti. Speravano di poterle rivedere presto, anche se pensavano che fosse poco probabile.
“Ragazze, grazie di tutto”, disse Debbie, “ ci vedremo sicuramente durante la nostra luna di miele in Italia. Mi raccomando, se e quando parlerete con i miei genitori, fate loro capire quanto io sia felice. Non ho ancora ricevuto una loro risposta, ma temo che non reagiranno bene quando sapranno che comunque mi sono sposata senza il loro consenso”
“Grazie a te cara e non preoccuparti, vedrai che alla fine andrà tutto bene con la tua famiglia. Ci mancherete tantissimo”. Quest’ultima frase fu rivolta soprattutto ai loro nuovi amici.
La diligenza partì lasciando una vena di malinconia in tutti.
Nei giorni successivi, Debbie e Buck incominciarono ad organizzare il matrimonio religioso ed a pianificare la costruzione della loro casa.
Decisero di andare la domenica a parlare con il reverendo per comunicargli la loro decisione ed intanto Debbie spiegò a Buck come avrebbe voluto la loro casa. In base a queste indicazioni, il ragazzo si consultò con Teaspoon e gli altri per capire dove iniziare a costruirla. Una volta che fu deciso tutto, Buck incominciò ad acquistare il materiale per porre le fondamenta. Appena lui ed i ragazzi erano liberi dal loro lavoro, si dedicavano alla costruzione dell’abitazione.
Debbie si trovava spesso con Lou e Rachel per decidere l’arredamento ed incominciò ad andare in alcuni negozi per acquistare tutto il necessario per arredare e decorare la casa.
La domenica successiva alla partenza delle amiche di Debbie, come deciso, i due ragazzi, dopo la funzione religiosa, chiesero al reverendo di parlare con lui e gli spiegarono le loro intenzioni. L’uomo fu molto felice della loro decisione, confermò e registrò la data e poi disse loro: “ Non vi assicuro che non incontrerete difficoltà nel vostro percorso, la mentalità della gente è ancora molto arretrata, ma con il vostro amore ce la potete fare. Anche quando avrete dei figli dovrete lottare per i loro diritti, ma se c’è qualcuno che può vincere questa battaglia siete voi”.
I due ragazzi ringraziarono il reverendo e tornarono a casa felici.
In settimana arrivò la lettera dei genitori di Debbie che, come aveva immaginato, erano assolutamente contrari al comportamento della figlia e le consigliavano di ripensarci finchè era ancora in tempo. Debbie, anche se sapeva di dare un dolore a Buck, volle dirglielo.
“Mi dispiace tesoro, spero di riuscire a convincerli, altrimenti dovremo fare a meno di loro”
“E’ naturale che reagiscano così, non mi conoscono, sanno solo che sono un mezzosangue che ha da subito iniziato a circuire la loro bambina, inducendola a sposarla secondo un rito selvaggio”
“Ma non è così”
“Lo so, ma è come la vedono loro”
“Vedrai che riuscirò a far cambiare loro idea”
“Lo spero per te”
In quell’istante Buck decise che avrebbe scritto ai genitori di Debbie per provare a perorare la sua causa. Anche Debbie scrisse subito la risposta alla sua famiglia, provando a spiegare di nuovo la verità e sperando in un loro cambiamento di atteggiamento.
Un giorno, mentre i ragazzi, Debbie  e Rachel erano in città, Kid disse che sarebbe andato in banca a ritirare dei soldi perché doveva fare degli acquisti. Nel frattempo, i ragazzi andarono al negozio di Tompkins per dare un’occhiata mentre Debbie e Rachel sceglievano alcune stoffe per fare le tende della nuova casa. Ad un tratto si sentirono degli spari e si creò una gran confusione. I corrieri, Debbie e Rachel si precipitarono fuori dal negozio, raggiunti immediatamente da Teaspoon. Era in corso una rapina in banca ed a Lou si gelò il sangue perché Kid era lì dentro. Ad un tratto uscirono due banditi con un ostaggio: Kid era il loro lasciapassare. Uno di loro urlò: “ Se non ci fate andare faremo un buco in testa al ragazzo”.
Teaspoon intervenne : “ E chi ci dice che non lo ucciderete comunque se vi lasciamo andare?”
“Nessuno, ma non avete altra scelta”, rispose il bandito.
Teaspoon fece cenno di sì ed intimò a tutti di non sparare, ma nello stesso tempo, fece capire ai ragazzi di tenersi pronti.
Lasciarono partire i banditi ma dopo aver dato loro un po’ di vantaggio, i ragazzi e Teaspoon si lanciarono all’inseguimento. Intanto gli altri cittadini andarono in banca per vedere se ci fossero dei feriti, ma per fortuna stavano tutti bene.
Mentre Buck stava salendo a cavallo, Debbie gli urlò: “ Stai attento” e lui le rispose con un cenno.
Rachel e Debbie tornarono alla stazione in attesa di notizie ed i ragazzi si misero sulle tracce dei fuorilegge. Buck studiò le impronte e capì in che direzione fossero diretti. Si divisero per riuscire ad accerchiarli. Quando li raggiunsero, iniziò una violenta sparatoria, durante la quale Kid venne ferito ad una gamba e cadde da cavallo. Jimmy ne approfittò per gettarsi su di lui e portarlo al riparo, venendo ferito anche lui al braccio. Teaspoon e gli altri  riuscirono a disarmare i banditi ed a riprendere il bottino, ma i due tentarono di fuggire e vennero uccisi da Lou ed Ike.
Subito Lou corse da Kid e Jimmy e non appena si fu assicurata che stessero bene, non si trattenne dal baciare Kid. I due giovani vennero aiutati a salire a cavallo e furono portati in città dove vennero medicati e poi ritornarono alla stazione dove vennero accolti con apprensione da Debbie e Rachel.
Kid e Jimmy rimasero a riposo qualche giorno ed i ragazzi coprirono anche i loro turni.
Ripresosi dalla ferita, Kid prese una decisione importante: aveva avuto troppa paura di morire e di perdere Lou, quindi decise di fare il grande passo. Si recò in città e le comprò un anello. Decise che glielo avrebbe dato la sera dopo a cena, ma sarebbero andati in una città vicina, per non svelare che Lou era una ragazza.
“Lou, questa faccenda mi ha davvero spaventato, ho capito che la vita è preziosa e mi piacerebbe trascorrere più tempo con te. Che ne diresti se domani sera andassimo a cena insieme?”
“Oh Kid, mi piacerebbe molto, ma come facciamo?”
“Ho pensato anche a questo: andremo a Seneca, così non dovrai preoccuparti di essere riconosciuta”
“D’accordo”
La sera dopo fecero come avevano programmato. Quando tornarono, Debbie e Buck erano ancora fuori sulla veranda che stavano discutendo alcuni dettagli sulla loro casa e videro che i due ragazzi erano particolarmente felici.
“Secondo me, domani quei due potrebbero dirci qualcosa di importante…”
“Dici?”, chiese Buck.
“Oh sì..”
L’indomani mattina, infatti, a colazione, Kid chiese un attimo di attenzione: “ Ragazzi, io e Lou dobbiamo dirvi una cosa”
“A quando le nozze?”, chiese Debbie.
Kid la guardò stordito: “ Come fai a saperlo?”
“Vi abbiamo visto rientrare ieri sera ed ho intuito…”
“Beh, sì, l’esperienza che ho vissuto mi ha fatto capire che non voglio più aspettare. Amo Lou e voglio che sia mia moglie”
“Ed io ho accettato”
“Congratulazioni!”, esclamarono tutti, poi Debbie e Rachel abbracciarono i due ragazzi.
“E quando sarebbe?”, chiese Teaspoon.
“Tra un mese”, rispose Lou, “ noi non vogliamo aspettare e ci arrangeremo per ora in un casolare qui vicino, poi a poco a poco vedremo di costruire una casa”
“Bene, ora ho due matrimoni da organizzare”, esclamò Rachel.
“Teaspoon, ci farebbe piacere se celebrassi tu la cerimonia”, chiese Kid.
“Io? Oh, beh. Sì, direi di sì”
“Fantastico”, ribadì Kid.
“Ora ci servirebbero le damigelle, i testimoni e l’accompagnatore della sposa”, continuò Kid.
“Beh, le damigelle sono già scontate”, precisò Lou guardando Debbie e Rachel che le sorrisero, “mentre avrei pensato ad Ike come accompagnatore”
Ike fece segno che accettava con piacere e Lou e Kid lo ringraziarono.
“Quanto ai testimoni, ovviamente tutti e 4 voi ragazzi”, disse Kid.
Rachel e Debbie si offrirono di accompagnare Lou a Seneca per scegliere il vestito e decisero che sarebbero andate la settimana successiva.
Nel frattempo, continuava la costruzione della casa di Debbie e Buck.  La ragazza aveva le idee ben chiare: fuori sarebbe stata di legno bianco, con una piccola veranda davanti in cui avrebbe collocato un dondolo per le serate estive. Intorno alla veranda avrebbe fatto crescere una pianta rampicante che avrebbe coperto quasi tutto il tetto a spiovente. Le finestre sarebbero state a riquadri, in stile inglese e la porta d’ingresso molto ampia. La veranda sarebbe continuata anche sul lato destro della casa dove avrebbe collocato delle poltrone ed un tavolino. Esterno casa.jpg
 
Appena entrati, sulla sinistra ci sarebbe stata la cucina, abitabile, mentre sulla destra il salotto. Davanti alla porta si sarebbe trovata una scala in legno che avrebbe condotto al piano superiore.
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Il salotto avrebbe avuto un divano appoggiato alla parete della scala, un tavolino davanti al divano, un altro divano verso la finestra e nella parete tra i due divani ci sarebbe stato un camino per le sere invernali.
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La cucina avrebbe avuto un lungo tavolo in legno al centro, così avrebbero potuto invitare i loro amici a cena, ed in fondo ci sarebbe stata una parete decorata in mattoni con una stufa  che fungeva anche da forno e delle mensole con appoggiati tutti gli arnesi da cucina.
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Salendo la scala, ci sarebbe stato un pianerottolo che avrebbe condotto in un corridoio che si estendeva lungo i due lati che portavano a sinistra alla camera da letto, mentre a destra ad una futura cameretta per i bambini. La camera da letto avrebbe avuto il letto posizionato sulla parete in fondo e davanti Debbie avrebbe collocato una panca in legno su cui appoggiare magari i vestiti. Sulla parete sinistra avrebbero messo un comò ed un guardaroba: Debbie non sopportava di tenere i suoi vestiti nei bauli. Accanto al letto avrebbe posizionato due comodini con due lampade.  Sulla parete di destra si sarebbe aperta una porta che avrebbe condotto in bagno: voleva un locale per lavarsi dentro casa, con una vasca da bagno per farsi un bagno caldo e non solo…
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Buck ed i ragazzi avrebbero avuto il loro bel da fare…
La settimana successiva, come d’accordo, le tre donne si recarono a Seneca per comprare l’abito di Lou e Debbie ne approfittò per dare un’occhiata a qualche abito visto che tra poco avrebbe dovuto sceglierlo anche lei.
Lou scelse un vestito bianco molto ampio, che la faceva sembrare una bambolina di porcellana. Le tre donne passarono una bellissima giornata insieme e ne approfittarono per fare qualche acquisto.
Debbie qualche tempo dopo ricevette una lettera dalla sua famiglia: non erano assolutamente d’accordo con le sue scelte, ma sapevano che non avrebbe facilmente cambiato idea, quindi le comunicavano che nonostante tutto sarebbero stati presenti e le avrebbero dato la loro benedizione. Corse da Buck per comunicarglielo e lui fu molto felice, ma non volle dirle che aveva scritto ai suoi genitori, non voleva rovinarle quel momento.
Debbie decise di rispondere subito comunicando loro la sua felicità e ne approfittò anche per rispondere alle sue amiche che le avevano scritto che provavano molta nostalgia di lei e dei ragazzi.
Debbie uscì poi per consegnare le lettere a Noah che avrebbe avuto il turno di corsa il giorno dopo e vide che quando il ragazzo si accorse della lettera indirizzata a Miria sospirò.
“Ti manca molto, vero?”
“Cosa?”
“Miria, si vede da come ti comporti quando ne parlo e quando leggi il suo nome”
“Beh, sì, sai che non amo molto parlare di me, ma mi ci ero affezionato e mi piacerebbe rivederla”
“Ma glielo hai scritto?”
“Beh, no, ci scambiamo qualche lettera ogni tanto ma non ne ho il coraggio”
“Non fare lo sciocco Noah, se non glielo dici non avrete mai una chance”
“Ma abita oltreoceano, che chance vuoi che abbiamo?”
“Stammi a sentire, non sono stupida, ho notato quanto voi ragazzi vi siate legati alle mie amiche. Se volete che accada qualcosa di bello, non dovete avere vergogna dei vostri sentimenti, scrivete loro cosa provate e chi sa che cosa potrà succedere. Parlane anche con gli altri, dammi retta”
“Grazie, e dire che all’inizio ti avevo giudicata male”
“Vedi, i miracoli accadono” e se andò sorridendo.
Arrivò il giorno delle nozze di Lou e Kid. I due ragazzi erano molto emozionati e la cerimonia fu bellissima e commovente. Debbie indossava un vestito verde dalla gonna ampia e dal corpino con intagli di pizzo, Rachel una camicetta di seta bianca ed una gonna marrone. I ragazzi indossarono l’abito delle grandi occasioni, ovviamente come anche Teaspoon. Buck e Debbie continuarono a guardarsi durante tutto il rito perché non vedevano l’ora di varcare anche loro quella soglia e di ufficializzare davanti a tutti il loro amore già in parte consacrato.
La festa fu molto divertente e tutti si divertirono a ballare ed a mangiare. I due sposi, alla fine dei festeggiamenti, si ritirarono e tutti tornarono a casa. Buck e Debbie dissero agli altri che sarebbero rimasti ancora un po’  per fare una passeggiata all’aria aperta ma in realtà si recarono nella capanna vicino all’accampamento di Orso Rosso, dove erano già stati in precedenza, e fecero l’amore appassionatamente.
Nei giorni successivi, i due sposi si tennero lontani dal lavoro per godersi la loro luna di miele, mentre gli altri ragazzi alternavano le loro corse con l’aiuto a Buck e Debbie nella costruzione della loro casa.
Debbie aveva scritto una lettera alle sue amiche per raccontare loro il matrimonio di Lou e Kid e ne aveva approfittato per sottolineare che i ragazzi sentivano molto la loro mancanza.
Arrivò il periodo di Natale e Debbie chiese a Lou e Rachel di accompagnarla a Seneca per comprare un regalo per Buck. Le donne accettarono volentieri e Lou ne approfittò per scegliere un regalo per Kid. Debbie scelse un album fotografico in cuoio in cui fece incidere una dedica: “ Al mio amore per ricordare i momenti belli trascorsi insieme”. Voleva riempirlo con le foto del loro futuro matrimonio. Le tre ragazze pranzarono insieme e trascorsero una piacevole giornata, ripromettendosi di farlo più spesso.
Il giorno della vigilia di Natale, il pomeriggio Buck convinse Debbie ed i ragazzi a recarsi in città per godersi l’atmosfera natalizia. A Debbie sembrò strana questa proposta, dato che Buck non amava molto stare in mezzo alla gente, ma pensò che era comunque una bella idea. Quando arrivarono a Sweetwater, verso le 15 si trovarono tutti in prossimità del luogo d’arrivo della diligenza. Quando questa si fermò, scesero Laura, Catia, Miria e Lorena con una pigna insormontabile di bagagli. Debbie corse loro incontro ed in quel momento capì che Buck sapeva del loro arrivo e voleva fare una sorpresa a lei ed ai suoi amici.
“Che gioia vedervi, non ci credo!”, disse Debbie.
“Beh, avrai moltissimo tempo per abituarti alla nostra presenza, siamo venute per restare”, disse Laura.
“Cosa? Dite sul serio?”
“Sì, abbiamo voluto seguire il tuo esempio. Abbiamo scritto a Buck che ci ha aiutato ad organizzare il tutto ed a trovare una casa non molto lontano da dove vivrete voi. Ora dobbiamo solo cercarci un lavoro”
“Oh Signore, sono felicissima”
“Grazie Buck, ti amo da morire”, disse poi al suo amato.
Le ragazze si rivolsero poi subito ai corrieri, che non potevano credere ai loro occhi.
Accompagnarono le ragazze nella loro nuova casa e si diedero appuntamento per trascorrere tutti insieme la vigilia di Natale, ovviamente con la presenza anche di Kid e Lou.
Le ragazze avevano molti pacchi perché avevano portato dall’Italia regali per tutti. Dopo la cena, rallegrata da racconti e risate, fu il momento della distribuzione dei regali. A Debbie portarono un nuovo vestito all’ultima moda che la ragazza apprezzò molto. Debbie poi ne approfittò per dare a Buck il suo regalo: lui ne fu molto felice ed a sua volta le diede il suo: un bracciale identico a quello che lei aveva regalato a lui, con i loro nomi incisi all’interno, per sancire di nuovo il loro legame. Debbie ne fu felicissima.
La giornata successiva fu trascorsa di nuovo tutti insieme in allegria. Finite le feste, Debbie accompagnò in città le amiche per cercare lavoro e si unì a loro anche Lou che non voleva fare la vita della donna di casa, voleva lavorare come aveva sempre fatto. Lou e Lorena trovarono lavoro in un negozio di abbigliamento, Miria fu assunta come aiuto cuoca nel ristorante dove si recavano a volte Buck e Debbie; Catia fu assunta da Tompkins che aveva bisogno di un aiuto in negozio e Laura venne assunta come assistente del dottore. Le ragazze non potevano essere più felici.
La settimana successiva era stato organizzato un ballo in città e vi si recarono tutti. Fu l’occasione per sbloccare il rapporto tra i ragazzi e le ragazze e finalmente si formarono ufficialmente le coppie: Laura ed Ike; Miria e Noah, Lorena e Jimmy e Catia e Cody. Debbie aveva spinto i ragazzi a manifestare i loro sentimenti alle sue amiche, rassicurandoli sul fatto che anche loro provavano le stesse cose. Debbie non poteva essere più felice.
Il tempo trascorreva felice e la casa di Debbie e Buck era quasi pronta, mancava solo qualche ultimo ritocco.
Un giorno, mentre i due innamorati stavano sistemando delle cose all’interno, Debbie salì in camera da letto, dove stava iniziando a spostare i vestiti invernali che avrebbe rimesso dopo sposata. La raggiunse Buck che la abbracciò da dietro, la voltò verso di lui, la baciò e la spinse a poco a poco verso il letto.
“Buck Cross, che intenzioni hai?”
“Secondo te?”
“Ma porta sfortuna prima del matrimonio!”
“Sei già mia moglie, ricordi? Cosa può andare storto?”
Debbie si lasciò vincere da quei stupendi occhi scuri e da quelle labbra che accennavano ad un piccolo broncetto che adorava ed i due si abbandonarono alla passione inaugurando la loro camera da letto.
Qualche settimana prima delle nozze, Debbie e tutte le sue amiche, Rachel compresa, fecero una gita a Seneca per acquistare il vestito da sposa della ragazza. La proprietaria del negozio gliene mostrò così tanti e tutti bellissimi, che Debbie non sapeva proprio quale scegliere. Dopo molte prove e consigli, ne scelse uno rigorosamente bianco, con le spalle un po’ scoperte e dei volant che fungevano da maniche e che si univano sulla scollatura fissati con un fiocco, la gonna ampia con delle balze in fondo e dei decori di organza al centro, dei guanti di raso che coprivano le mani. Era felicissima. Avrebbe raccolto solo in parte i capelli, intrecciati con delle rose bianche fresche.
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Tre giorni prima del matrimonio arrivarono in città i genitori e la sorella di Debbie. Andarono ad accoglierli solo lei e Buck, che era molto agitato perché voleva fare una bella impressione sui suoi futuri suoceri. Quando arrivarono, Debbie abbracciò tutti e presentò il suo fidanzato. Capì subito che sua madre non era contenta e provò un grande dolore, ma sapeva che era nel giusto. Li accompagnarono a depositare i bagagli in hotel e poi si recarono alla stazione, dove conobbero tutti gli altri e salutarono le amiche di Debbie che conoscevano già. Poi lei e Buck li portarono a visitare la loro nuova casa pronta ed almeno su questa ricevettero giudizi positivi.
Buck decise poi di lasciarli da soli, così che finalmente potessero parlare di persona.
“Perché vi ostinate a non capire? Buck è un ragazzo meraviglioso, colto, intelligente, gentile e rispettato. Ha fatto molta fatica a farsi accettare ma ora tutti lo rispettano ed hanno capito quanto vale”
“Sai quanti problemi dovrete affrontare appena ve ne andrete di qui? In città lo avranno anche accettato, ma il mondo non è ancora pronto ai matrimoni misti ed anche i vostri figli ne pagheranno le conseguenze. Non ci aspettavamo questo quando ci hai detto che volevi rifarti una vita in America”, disse la madre.
“Preferivate forse che rimanessi in Italia a vivere una vita infelice con un uomo che non amavo? Quando lo conoscerete meglio, capirete perché ho scelto lui”
“ La vita è tua, ma ci hai deluso”, aggiunse suo padre.
“Giusto, la vita è mia e sono soddisfatta di quello che ho”
“Vorremmo parlare con lui da soli, per favore”, chiese il padre.
“D’accordo”
Debbie uscì molto triste ed andò a chiamare Buck: “ Amore, vogliono parlarti”. Lui non battè ciglio ed andò in casa.
“Com’è andata?”, chiesero le ragazze.
“Come mi aspettavo, non lo accetteranno mai, pazienza, la nostra vita è qui con chi ci apprezza”
“ Mi dispiace”, disse Rachel abbracciandola.
“Buck, volevamo ringraziarti per averci scritto. Spero che tu capisca che non ce l’abbiamo con te”, incominciò il padre di Debbie, “ma mettiti nei nostri panni, noi volgiamo il meglio per nostra figlia e sappiamo che andrete incontro a problemi e sofferenza”
“Io amo vostra figlia come non ho mai amato nessuna “, e gli costò molto parlare così, data la sua timidezza, “e so che ci saranno delle difficoltà, ma le supereremo insieme. Ci completiamo a vicenda, ci supportiamo e risolveremo insieme ogni problema. Spero solo che prima o poi riusciate ad accettarmi perché lei soffre  molto a causa del vostro atteggiamento”
“Non lo facciamo per cattiveria, siamo solo preoccupati ed apprezziamo molto le tue parole. Speriamo di sbagliarci e che riusciate davvero a vivere sereni. Ora torniamo dagli altri, non voglio fare agitare più del dovuto mia figlia”
Raggiunsero tutti gli altri e si fermarono a cena.
I due giorni successivi furono frenetici per i preparativi e Buck e Debbie ebbero pochissimo tempo per stare insieme.
Il pomeriggio precedente, per non violare le tradizioni e quindi per rimanere separati la sera, decisero di scambiarsi i loro regali di nozze: Debbie aveva acquistato per Buck un orologio d’oro, mentre Buck una collana con degli orecchini con un cameo. Debbie li avrebbe indossati il giorno seguente.
La sera, Debbie e le ragazze, insieme alla madre ed alla sorella di lei, fecero festa a casa di Rachel e tutte le diedero i loro regali: chi delle cose per la casa, chi un portafoto per le fotografie delle nozze, insomma, Debbie non la finiva più di scartare regali e la stessa cosa successe nella baracca a Buck.
Poi tutti andarono a dormire per prepararsi al grande giorno.
La mattina seguente Buck si svegliò prestissimo ed era molto nervoso: non perché doveva sposarsi, era la cosa che desiderava di più al mondo, ma perché non amava avere tutti gli occhi puntati su di lui. Rachel arrivò presto nella baracca perché sapeva che avrebbe avuto bisogno di aiuto e che era meglio non affidarsi ai ragazzi. Lo abbracciò e gli disse: “ Sei pronto?”
“Sì e no. Non vedo l’ora che Debbie sia ufficialmente mia moglie, ma sai che non amo essere al centro dell’attenzione e poi i suoi genitori non mi mettono molto a mio agio”
“Vedrai che nel momento in cui lei varcherà la soglia della Chiesa, tutte le ansie svaniranno”
“Lo spero”
“Forza, adesso ti preparo la colazione, poi ti do una mano a prepararti e poi andrò a prepararmi io. Mentre cucino qualcosa, inizia  a cambiarti”
“Grazie Rachel”
“E’ un piacere”
Nel frattempo i ragazzi si svegliarono e cominciarono a punzecchiarlo: “Eh Buck si sposa, Buck si sposa!”, canticchiava Cody.
“Lasciatelo stare, dai, vorrei vedere voi al posto suo e se vi conosco bene, non credo che siate anche voi molto lontani da questo passo…”
Questo commento bastò a farli smettere.
Debbie, dal canto suo, aveva dormito pochissimo, era molto emozionata e non vedeva l’ora di arrivare in Chiesa. Le amiche la stavano preparando ed intanto Teaspoon era andato in città a prendere sua madre che, quando la vide, non potè non emozionarsi. Era raggiante  e bellissima, come tutte le spose.
Quando fu pronta, uscirono tutte e si diressero verso la città. Quando arrivarono, Buck, accompagnato da Rachel, era già dentro, mentre i ragazzi, la sorella di Debbie e suo padre la aspettavano fuori.
Quando la vide, anche suo padre non potè fare a meno di emozionarsi e di dirle che era bellissima. I ragazzi rimasero a bocca aperta, subito rimbrottati dalle loro accompagnatrici gelose!
Debbie prese il braccio di suo padre ed emozionatissima fece il suo ingresso in Chiesa con la marcia nuziale. Le sue amiche, Lou e Rachel erano tutte commosse e quando Buck la vide rimase senza fiato. Il padre di Debbie gli disse: “ Te la affido, rendila felice”
Queste parole resero Debbie  e Buck più felici di ogni altro augurio e regalo.
Buck la prese per mano e le disse con sguardo adorante: “ Sei meravigliosa e sono l’uomo più felice del mondo a diventare tuo marito”
“Io sono la donna più fortunata del mando a sposarti”. Poi si portarono davanti al reverendo.
La cerimonia fu semplice ma commovente e Debbie aveva gli occhi lucidi quando pronunciò il fatidico “Sì”. Anche Buck era visibilmente  emozionato.
Uscirono dalla chiesa tra applausi, auguri e petali di rose tirati dalle amiche di Debbie che avevano passato quasi tutta la cerimonia alternando il loro sguardo tra gli sposi ed i loro fidanzati, naturalmente ricambiate dai ragazzi.
Il ricevimento si svolse in piena gioia ed allegria. Debbie e Buck ballarono fino allo sfinimento e si fecero fare sia in Chiesa che al banchetto moltissime foto perché volevano immortalare ogni momento di quella giornata. La sposa ballò con tutti i corrieri, Teaspoon e naturalmente suo padre e Buck fece lo stesso con le ragazze, la madre e la sorella di Debbie. Quando era quasi  il momento dei saluti, Buck si avvicinò all’orchestra e chiese un attimo di attenzione: aveva preparato una sorpresa per Debbie: voleva dedicargli una canzone d’amore, così che fosse la loro canzone. Visibilmente emozionato incominciò le prime note e Debbie pianse dalla gioia, ma nello stesso tempo si avvicinò anche lei all’orchestra ed accompagnò Buck nel canto: anche lei aveva avuto la stessa idea ed avevano scelto la stessa canzone. L’orchestra non aveva detto nulla ai due sposi, per non rovinare la sorpresa. Fu molto emozionante, le voci erano tremanti ma lasciarono tutti sbalorditi: un’altra passione che li accomunava.
Dopo gli applausi ed i complimenti, arrivò il momento del lancio del bouquet, costituito da rose bianche: le ragazze nubili si posizionarono nel salone e Debbie lanciò: cadde nelle mani di Lorena e Jimmy venne preso in giro da tutti i ragazzi fino alle lacrime. Poi i due sposi salutarono tutti e si avviarono verso la loro nuova casa. Arrivati, come da tradizione, Buck prese in braccio Debbie e le fece varcare la soglia. Si diressero in camera da letto, teneramente e dolcemente si spogliarono a vicenda e trascorsero la loro prima notte da sposi ufficiali facendo e rifacendo l’amore appassionatamente, come se non riuscissero a saziarsi l’uno dell’altra. Era l’inizio della loro meravigliosa vita insieme.
La mattina seguente, quando Debbie aprì gli occhi, trovò accanto a sé Buck ancora senza vestiti che aveva accanto a lei un vassoio pieno di ogni delizia e con una rosa rossa accanto al piatto.
“Buongiorno signora Cross”, le disse con un sussurro.
“Buongiorno maritino, che bella visione mattutina! Il mio stallone che mi porta la colazione a letto” e sorrise.
Buck arrossì un po’ e poi la baciò teneramente. Fecero colazione e poi ricaddero tra le lenzuola. In tarda mattinata si alzarono e poi andarono sulla veranda per godersi l’aria mattutina. Rimasero lì abbracciati e baciandosi per un po’ e poi andarono alla baracca dove sapevano che li aspettavano gli amici ed i parenti di Debbie che sarebbero partiti la sera stessa.
Si salutarono tutti ed ovviamente dovettero affrontare le battutine di Cody che però vennero subito smorzate dall’arrivo dei genitori e della sorella di Debbie. Quest’ultima si era accorta che Ike e Laura si guardavano in modo particolare. Debbie si avvicinò all’amica e le disse: “ Non devi dirmi niente tesoro?”
“Beh, in realtà sì ma questo giorno è tutto tuo”
“Assolutamente no, non sarei in pace per la curiosità: Allora, cos’è successo?”
Laura le mostrò furtivamente un anello al dito: Ike le aveva fatto la proposta.
“O mio Dio, sono felicissima per te!”
“Sch! Non voglio farlo sapere subito!”, ma fu tutto inutile, Cody aveva captato le loro parole: “Cosa non vuoi far sapere?”
Laura sospirò e guardò Ike che le fece un cenno di assenso.
“Io e Ike ci sposiamo”.
“E’ meraviglioso”, esclamarono in coro tutte le ragazze. Buck abbracciò d’istinto Ike perché sapeva quanto Laura fosse diventata importante per lui.
“Sembra che uno ad uno i miei ragazzi stiano mettendo la testa a posto”, notò Teaspoon.
Tutti risero e poi chiesero ai due neofidanzati quando sarebbero state celebrate le nozze: la risposta fu nel giro di un mese.
Il pranzo fu molto allegro e nel pomeriggio Buck e Debbie tornarono a casa loro per godersi la loro luna di miele, in attesa della partenza per l’Italia la settimana successiva, quando sarebbe finita la scuola. Si diedero appuntamento con i parenti di Debbie alle 17 per la partenza. Prima di andare, Debbie disse a Laura: “ Non credere di cavartela così, domami voglio sapere i dettagli. Appuntamento tutte da me domani dopo pranzo”. Buck e Debbie trascorsero il pomeriggio nel loro letto matrimoniale a godere delle gioie del matrimonio. I genitori e la sorella di Debbie tornarono in albergo per sistemare le ultime cose ed i ragazzi festeggiarono Ike  e Laura.
Noah chiese a Miria se volesse fare due passi con lui per allontanarsi un po’ dal caos e Miria, che come lui non amava molto la confusione, acconsentì. I due ragazzi si allontanarono un po’ rimanendo in silenzio, poi Noah prese coraggio e le disse: “ Allora, sembra che le tue amiche siano state tutte contagiate dal matrimonio: Debbie l’abbiamo persa da un po’, Laura si sposa e Lorena ha preso il bouquet. Tu cosa ne pensi? Hai mai pensato di costruirti una famiglia venendo qui?”
Miria era molto imbarazzata. Amava Noah e lui era ovviamente il motivo per cui si era trasferita in America, ma non sapeva se fosse il caso di dirglielo così apertamente. Decise di prendere coraggio e gli rispose: “ Sì, mi piacerebbe molto costruirmi una famiglia, se l’uomo giusto me lo proponesse”. Miria non credeva alle parole che erano uscite dalla sua bocca: lei, così timida ed introversa, aveva appena fatto capire a Noah che si aspettava qualcosa da lui. Noah però, che aveva bisogno solo di questo, disse: “ E se un simpatico ragazzo di colore ti chiedesse di dividere la sua vita con lui, cosa risponderesti?”. Miria non credeva a quello che stava succedendo, ma non vi voleva rinunciare, quindi continuò il gioco: “ Aspettiamo che me lo chieda e poi valuterò come rispondere”, disse sorridendo.
Noah non se lo fece ripetere due volte: le prese la mano, si inginocchiò e le disse: “ Non ho un anello, non avevo programmato tutto questo, ma ho capito che voglio costruirmi una vita con te, quindi, se tu volessi farmi l’onore di trascorrere il resto della vita con me, domani andrò subito a prendere l’anello più bello della città e te lo metterò al dito, promesso.”
Miria si inginocchiò accanto a lui, gli prese le sue mani che tremavano e lo baciò teneramente, sussurrandogli un timido < Sì>. Rimasero lì inginocchiati  a baciarsi mentre a Miria scendevano lacrime di gioia. Decisero di non dire  nulla quella sera, era come se le ragazze si stessero rubando la scena l’una all’altra, ma sapevano che nessuna si sarebbe lamentata perché si sentivano come sorelle e volevano la felicità l’una dell’altra. Fissarono di andare insieme in città nel tardo pomeriggio, di acquistare l’anello insieme, nonostante Miria continuasse a ripetere a Noah che non era necessario, e poi nel giro di due giorni avrebbero dato la notizia a tutti. In realtà Miria sapeva che il pomeriggio dopo, a casa di Debbie, non avrebbe saputo restare in silenzio.
Come stabilito, alle 17 Buck, Debbie e tutti i ragazzi e le ragazze si ritrovarono in città per salutare i genitori e la sorella di Debbie, poi ne approfittarono per fare delle compere e Noah e Miria furtivamente andarono a comprare il famigerato anello.
La sera, Debbie preparò la cena a Buck e lo trattò come un principe. Lui avrebbe voluto aiutarla ma lei gli rispose: “ Ci sarà tempo per aiutarmi, oggi è la nostra prima cena nella nostra casa e voglio che tu te la goda completamente”. Lui le sorrise, ma le disse che non avrebbe potuto impedirgli di aiutarla a sparecchiare: “ Ci siamo promessi di condividere tutto e anche questo fa parte del patto”.
Debbie lo baciò e poi cenarono chiacchierando allegramente e commentando il futuro matrimonio. Buck era felicissimo per l’amico e Debbie lo era altrettanto per Laura. Dopo cena, mentre Debbie stava riponendo le ultime stoviglie, Buck la abbracciò da dietro ed incominciò a baciarla con passione. Debbie si girò, ricambiò i suoi baci ed in men che non si dica si ritrovarono in camera da letto a fare l’amore. Amavano la loro nuova vita, la loro casa, la loro famiglia e soprattutto si amavano alla follia.
Il mattino seguente, Debbie si svegliò per prima e rimase incantata a guardare il viso addormentato di Buck che, forse sentendosi osservato, aprì gli occhi e vedendola fissarlo le disse: “ Buongiorno tesoro, che bello vedere i tuoi meravigliosi occhi come prima cosa al mio risveglio”.
“Non riesco a smettere di guardarti”, rispose lei, “ fatico ancora a credere che tu sia mio marito. Un uomo così meraviglioso tutto mio!”.
Lui la attirò a sé, la baciò e fecero di nuovo l’amore. Rimasero per un po’ a letto a coccolarsi, poi si alzarono, fecero colazione e Buck andò ad aiutare i ragazzi nei lavori.
Nel pomeriggio, dopo pranzo, come d’accordo, le ragazze raggiunsero Debbie a casa sua: la tempestarono di domande sulla sua nuova vita e dopo che lei ebbe risposto frettolosamente, spostarono l’attenzione su Laura che fu costretta  a raccontare per filo e per segno la proposta di Ike: dopo il banchetto, si erano allontanati un po’ e lui si era improvvisamente messo in ginocchio e senza bisogno di parole le aveva preso la mano e messo l’anello al dito. Laura aveva detto sì e si erano baciati ed abbracciati. Lorena notò che Miria era particolarmente coinvolta ed emozionata e le disse: “ Come sei emozionata, sembra che la proposta sia stata fatta a te invece che a Laura!”. Miria  arrossì. “Miria, non è che anche tu devi comunicarci qualcosa?”, intervenne Catia. Miria non parlava ma la sua espressione e la sua gioia parlavano da sé.
“Non credere di cavartela così!”, esclamò Debbie. “ Non uscirai da questa casa finchè non ci avrai confessato tutto”.
Miria cedette e raccontò quanto avvenuto il giorno prima, ma si fece promettere dalle amiche di non divulgare la notizia per un po’. Tutte promisero e la abbracciarono. Debbie era felicissima: tutte le sue amiche a poco a poco si stavano sistemando con dei ragazzi in gamba.
Quando Le ragazze se ne furono andate, Buck rientrò a casa e Debbie ovviamente lo informò circa la novità. “Caspita, dovremo presenziare a parecchi matrimoni a quanto pare! Abbiamo dato il buon esempio”. Debbie lo abbracciò e lo baciò, poi gli disse: “Sì, ma nessuna è fortunata quanto me. Ho sposato l’uomo migliore del mondo ed anche il più bello”. Buck arrossì un po’ e lei lo prese in giro per questa sua timidezza. “E ti dirò di più, non solo sei il più bello, ma sei anche meraviglioso in camera da letto”. Questa affermazione lo fece avvampare di rossore e lei lo baciò teneramente prendendolo un po’ in giro.
Conclusa la scuola, arrivò il momento della partenza di Buck e Debbie per il viaggio di nozze. La sera prima, vennero tutti invitati a casa loro per i saluti e Noah e Miria colsero l’occasione per annunciare il loro matrimonio. Ovviamente la gioia fu grande. La data per le doppie nozze era fissata per il ritorno di Debbie e Buck: i primi di agosto per Laura e Ike ed a metà agosto per Noah e Miria. La serata fu molto piacevole e si iniziò a parlare dei preparativi delle doppie nozze.
Dopo che se ne furono andati tutti, Debbie e Buck sistemarono le ultime cose per la partenza e poi andarono a letto. Erano molto emozionati, Debbie per la luna di miele, Buck anche perché non aveva mai visto l’Italia. Fecero alcuni progetti e poi finirono come al solito l’una nelle braccia dell’altro godendosi il loro amore.
La mattina seguente furono accompagnati a prendere la diligenza e si salutarono tutti tra baci ed abbracci. Il loro viaggio di nozze si sarebbe svolto in giro per l’Italia: avrebbero visitato  Roma, Firenze, Venezia e Milano e poi si sarebbero fermati al paese di Debbie per salutare la sua famiglia. Sarebbero stati via tre settimane. Nella diligenza continuarono a chiacchierare  e fare progetti e spesso interrompevano le parole con dolci baci. Erano così carini che una coppia anziana che viaggiava con loro disse: “Siete davvero una bella coppia, tanti auguri, da quello che abbiamo capito siete in viaggio di nozze”.
“Sì, andiamo in Italia, lei è italiana!”, disse Buck.
“Che bello, non siamo mai stati fuori dell’America. Magari per i nostri 50 anni di matrimonio…”
“50 anni? Caspita! Magari arrivassimo a quel traguardo! Qual è il vostro segreto?”, chiese Debbie
“Tanto amore, rispetto e pazienza reciproca. Da quello che vediamo, siete sulla buona strada, gli ingredienti ci sono tutti”
“Speriamo”, esclamò Debbie.
Dopo alcuni giorni si imbarcarono per l’Italia e durante il viaggio trascorsero molto tempo nella loro cabina, era il loro passatempo preferito.
“Di questo passo, torneremo dalla luna di miele in 3!”, disse Debbie.
“Perché no? Sarebbe bello!”
“Sì, tanti piccoli Buck che ci corrono intorno”
“O tante piccole signorine belle come te”
Sorrisero e ripresero a fare l’amore.
La prima tappa fu Roma: Debbie guidò Buck in giro per i reperti archeologici dell’antica civiltà romana, spiegandogli tutto quello che aveva studiato. Buck la guardava con ammirazione e con interesse. Adorava la passione che metteva nel suo lavoro ed in quell’occasione era davvero una simpatica e dolce maestrina. Cenarono spesso in antiche taverne romane e provarono i piatti tipici della tradizione. Buck, da buona forchetta, apprezzò tutto.
Si spostarono poi a Firenze ed anche qui visitarono dettagliatamente la città e godettero di tutte le cose caratteristiche della bellissima cittadina toscana. Debbie sia a Roma che a  Firenze ne approfittò per comprare dei regali per le sue amiche ed a Firenze acquistò della biancheria da regalare a Miria e Laura per il matrimonio. In un negozio, mentre Buck stava guardando alcuni oggetti, decise di comprargli di nascosto un nuovo cinturone per la sua pistola, visto che il suo era un po’ logoro. Glielo avrebbe dato quella sera stessa.
Tornati in albergo, erano talmente stanchi dato che avevano camminato tutto il giorno che decisero di rilassarsi con un bel bagno caldo prima di cena. Si infilarono nella vasca di acqua calda, si insaponarono a vicenda, fecero teneramente l’amore e poi, mentre Buck si stava rivestendo, Debbie sostituì il cinturone con quello nuovo.
“E questo?”, disse Buck quando lo vide.
“Il mio regalo per il nostro viaggio di nozze”.
“Grazie, sei molto dolce. Io avrei voluto dartelo stasera, ma visto che siamo in tema…”. Prese dalla sua giacca un piccolo pacchetto e glielo porse.
“Oh, cos’è?”
“Il mio regalo”
Debbie lo aprì e vi trovò una bellissima spilla che quel pomeriggio aveva notato nel negozio.
“Grazie amore, mi piaceva tanto!”
“Lo so, ecco perché l’ho scelta”
Ripiombarono l’una tra le braccia dell’altro e fecero talmente tardi che optarono per farsi portare la cena in camera, cena che si raffreddò…
La tappa successiva fu Venezia e fu forse il momento più romantico: noleggiarono una gondola e fecero il giro del Canal grande passando sotto il ponte dei sospiri, baciandosi come da tradizione e giurandosi amore eterno. Visitarono Murano e Burano dove Debbie acquistò molti souvenirs per sé e per le amiche e Torcello dove raccontò a Buck la storia del trono di Attila. Andarono a visitare la casa del Goldoni e girarono mano nella mano per le bellissime calle della città.
Partiti da Venezia andarono a Milano e qui Debbie giocava in casa: la conosceva molto bene e portò Buck nei posti più caratteristici.
Gli ultimi tre giorni prima della partenza li trascorsero presso i genitori di Debbie, ai quali avevano portato dei regali. Finalmente i due sposini notarono che l’atteggiamento dei due coniugi era cambiato nei confronti di Buck e quando ripartirono erano entrambi felici e sollevati. Debbie sapeva che non lo avevano ancora accettato del tutto, ma almeno ci stavano provando.
Il viaggio di ritorno fu come quello di andata e quando arrivarono a Sweetwater, trovarono tutta la truppa ad attenderli.
Le amiche di Debbie la abbracciarono e la rapirono subito perché volevano i dettagli del viaggio ma Rachel intervenne: “Ehi, fatela respirare, avete tutto il tempo per i racconti. Ora torniamo, sarete affamati e stanchi!”
“In effetti, Rachel, il tuo spezzatino è ben accetto!”
Andarono alla stazione e mentre Rachel con l’aiuto di Lou e delle ragazze preparava il pranzo, Buck e Debbie andarono a casa per sistemare i bagagli e prendere i regali per gli amici: avevano preso dei piccoli pensieri anche per i ragazzi e Teaspoon.
Il pranzo fu accompagnato dai racconti del viaggio ed alla fine, ci fu la distribuzione dei regali, ad eccezione di quelli per le nozze: Debbie voleva darli alle sue amiche in un momento più intimo.
“E qui le cose come sono andate?”, chiese Buck.
“Purtroppo si iniziano a sentire venti di guerra e la situazione non mi piace per niente”, disse Teaspoon.
“Ed il telegrafo sta prendendo sempre più piede e temo che il futuro del pony express non sarà roseo”, aggiunse Cody.
“Speriamo che le cose non precipitino all’improvviso”, osservò Lou.
“Temo che sarà così”, ribattè Teaspoon.
“Cosa ne sarà di noi se il pony express morirà e se scoppierà la guerra Teaspoon?”, chiese Kid.
“Non lo so figliolo, non lo so proprio. Credo che ognuno di noi dovrà fare le proprie scelte. Io dovrò tornare a casa”
Tutti rimasero in silenzio. “Ora però abbiamo cose più allegre a cui pensare! Tra una settimana si sposerà il nostro Ike, seguito da Noah. Concentriamoci su questo”, aggiunse Teaspoon.
“Giusto”, osservò Rachel.
Debbie e Buck si informarono su come andassero i preparativi e si offrirono di dare una mano dal giorno successivo. Prima dovevano riprendersi dal lungo viaggio.
Tornarono a casa loro e passarono il resto della giornata a sistemare un po’ le cose in casa, poi Buck la sorprese dicendo: “Stasera non dovrai cucinare, voglio prepararti qualche cibo tipico indiano”
“Grazie Buck, accetto volentieri l’offerta, sai che non amo cucinare!”.
“Lo so, infatti non ti ho sposato perché sai cucinare”
“E perché allora?”
Le si avvicinò teneramente, le prese la testa tra le mani, la baciò dolcemente e disse: “Perché sei il mio destino”.
A Debbie vennero le lacrime agli occhi. Lui la prese in braccio e la portò in camera da letto. Le loro anime si fusero come sempre quando facevano l’amore.
Buck poi si alzò, indossò solo i pantaloni ed a torso nudo e piedi nudi andò in cucina ad armeggiare per la cena. Lei indossò solo la sua camicia e si avvolse nel suo profumo. Scese al piano di sotto e si sedette a guardare il suo uomo mentre trafficava con le pentole ed il cibo. Le preparò una zuppa di zucca gialla, Succotash Mohegan, piatto di verdure con zucchine, cipolline, peperoni, aglio, grano, fagioli, brodo di pollo e prezzemolo tritato, quaglie con noccioline e torta di semi di girasole. Debbie fu stupita e gli chiese: “Scusa, ma siamo appena tornati, come fai ad avere tutti questi ingredienti?”
“Beh, ho chiesto aiuto a Rachel, volevo farti una sorpresa!”
Debbie si alzò dalla sedia, lo abbracciò e lo baciò, poi gli sussurrò all’orecchio: “ Attento che mi ci potrei abituare”.
“Non c’è problema, farei qualunque cosa per renderti felice, ma adesso lasciami cucinare, altrimenti non ceniamo più”
“Agli ordini!”, disse Debbie scherzosamente. Si mise poi a preparare la tavola. Cenarono in tutta tranquillità e Debbie lodò le arti culinarie di Buck.
“Potremmo organizzare una cena con i ragazzi per festeggiare i due matrimoni e cogliere l’occasione per far assaggiare loro i tuoi piatti”
“Sì, se vuoi va bene”
“Perfetto, domani li informeremo”
Quando ebbero finito di cenare e di sistemare, si misero nel salotto accucciati sul divano a coccolarsi ed a parlare un po’.
“Buck, cosa faremo se dovesse scoppiare davvero la guerra ed il pony express dovesse chiudere i battenti?”
“Non lo so, ma di sicuro non mi vorrebbero nell’esercito, non mi considererebbero degno”
“E per fortuna, non voglio rimanere vedova così presto”
“Non so davvero cosa faremo, cercheremo di affrontare il problema al momento, tu stai tranquilla”
Lei si accovacciò contro il suo petto. Rimasero lì per un po’ e poi andarono a letto, ma non si misero certo a dormire subito…
Il giorno dopo, Debbie incontrò le sue amiche per continuare i preparativi e le informò della cena che ci sarebbe stata per festeggiare le spose. Le ragazze accettarono con entusiasmo.
Nel pomeriggio, si trovarono di nuovo da Debbie per definire altri dettagli e la ragazza ne approfittò per consegnare alle spose i suoi regali. Loro ne furono felicissime.
La sera della cena Buck si superò di nuovo nel preparare i piatti tipici indiani: tutti ne furono stupiti e si congratularono con lui.
I giorni passarono in fretta ed arrivò il giorno del matrimonio di Ike e Laura: il ragazzo era più emozionato della sposa e Buck cercò di sostenerlo come meglio poteva. La cerimonia venne celebrata da Teaspoon e durante il banchetto si divertirono tutti. Ike e Laura avevano affittato un ranch nelle vicinanze della stazione e si sistemarono lì.
Due settimane dopo toccò a Noah e Miria e la cerimonia fu molto semplice perché Miria non amava lo sfarzo. Non mancò di nuovo il lancio del bouquet che finì ancora nelle mani di Lorena. I ragazzi non la finivano più di prendere in giro Jimmy che però non si decideva a prendere il coraggio a due mani ed a fare il grande passo. Amava molto Lorena, ma aveva paura di farla soffrire a causa della sua reputazione e voleva temporeggiare anche per vedere cosa avrebbe riservato il futuro. Anche Cody e Catia erano molto legati, ma Cody non si sentiva ancora pronto a mettere su famiglia e per ora a Catia andava bene così.
Le due coppie optarono per un viaggio di nozze di una sola settimana a San Francisco per Laura ed Ike ed in California per Noah e Miria. Non volevano star via di più per non danneggiare la compagnia in un momento già così delicato.
Intanto le cose non andavano bene in America, le voci di guerra diventavano sempre più forti e presto ci si rese conto che quello che stava accadendo era ormai una realtà.
Ad ottobre venne dichiarato il fallimento della compagnia ed il pony express chiuse i battenti.
I ragazzi si radunarono per prendere una decisione: Cody decise di arruolarsi e non volle sposare Catia prima di partire, preferiva lasciarla libera nel caso le cose fossero andate male. Jimmy finì per lavorare come conduttore di carri da trasporto e come scout per l’esercito dell’Unione: anche lui preferì aspettare a sposarsi alla fine della guerra: teneva troppo a Lorena e temeva di farla soffrire. Lei accettò la sua decisione ma lo seguì nel suo percorso. Buck, Ike e Noah sapevano che non avrebbero avuto futuro in America e presero una decisione: sarebbero andati in Italia a cercare fortuna.
Debbie era molto combattuta, aveva lasciato l’Italia per prima tra le ragazze perché voleva una vita diversa, ma sapeva che per il bene di suo marito avrebbe dovuto cedere.
Kid e Lou continuarono a gestire il ranch che avevano sistemato, mentre Teaspoon tornò a casa, portandosi con sé Rachel: tra i due era nato un profondo affetto, un amore platonico che li aveva portati a legarsi molto. D’altra parte Rachel non aveva una famiglia e decise di seguire l’uomo al Sud.
La sera prima della partenza si ritrovarono tutti al ranch di Lou e Kid per una cena di addio: si ripromisero che si sarebbero ritrovati e che non si sarebbero mai persi. Erano una famiglia e niente avrebbe potuto dividerli per sempre.
Quando partirono le tre coppie per l’Italia, Debbie fece un sorriso amaro, sapeva che cosa avrebbero detto le malelingue: sono partite per tentare la fortuna e sono tornate con un indiano, un muto ed un negro, proprio un bell’affare. Non sapevano quanto valessero quell’indiano, quel muto e quel negro….
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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