Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: PerseoeAndromeda    11/11/2023    0 recensioni
"L’acqua lo coccola, lo adora, così come lo adorano gli occhi dei nakama, incantati intorno a lui, a poca distanza, incapaci di muoversi e persino di respirare, tale è il magnetismo esercitato dalla loro dolce sirena."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome
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Fanfic scritta per il writober indetto da Fanwriter.it.
Lista: Pumpsea
Prompt: 6. Salsedine
Titolo: La creatura del mare
Fandom: Yoroiden Samurai Troopers
Personaggi: Shin-centric, OT5 
Rating: arancione
Genere: introspettivo, romantico, lime, lemon, yaoi, sentimentale.
Note: relazione poliamorosa e accenno descrittivo di un rapporto sessuale a cinque.
 
 

 
LA CREATURA DEL MARE


 
Shin guizza tra le onde e quattro paia di occhi lo guardano, senza smettere di pensare che, in quell’oceano dalle tinte cangianti, lui sembra esserci nato, non essere umano, ma creatura di mare.
Quando è a contatto con l’acqua, Shin con essa si fonde, ne assume la consistenza, l’acqua modella se stessa sulle forme aggraziate e lui diventa tutt’uno con quelle goccioline che scivolano sulla sua pelle.
L’acqua lo coccola, lo adora, così come lo adorano gli occhi dei nakama, incantati intorno a lui, a poca distanza, incapaci di muoversi e persino di respirare, tale è il magnetismo esercitato dalla loro dolce sirena.
Con un movimento flessuoso scompare sott’acqua, lasciando a suo ricordo tanti spruzzi che schizzano sui nakama in quello che, lo sanno benissimo, si sta trasformando in un gioco di seduzione.
Loro non chiedono altro, se non assecondarlo.
Shin riemerge, con uno scatto fluido delle anche si tende verso l’alto, sommerso da raggi di sole che riverberano sul suo corpo bagnato.
E ride, rubando al sole parte del suo splendore, perché quel sorriso è tutto.
È nutrimento per il mondo e lo è per i nakama: ridono di riflesso e non sanno resistere oltre.
Shu è il primo.
I movimenti ostacolati dall’acqua, annaspa verso di lui.
Si sente così goffo in acqua, lui che è terra e roccia, è pesante, mai potrà ambire alla leggerezza del suo Shin.
Ma non gli importa, vuole solo raggiungerlo.
Il secondo è Ryo e lui sì che possiede leggerezza e grazia, una grazia selvatica, possente e felina: si immerge, avanza verso Shin con l’incedere implacabile di un predatore marino.
Touma e Seiji si muovono insieme, eleganti, con calma, perché vogliono assaporare ogni istante di ciò che sta per accadere.
A quel punto Shin, invece, si immobilizza, la sua espressione si fa seria.
Attende, con un leggero tremito che gli scuote le membra.
Non si tratta di paura, mai nei loro confronti: lui è fiducia, si abbandonerà alle loro attenzioni come sempre, lo vuole anche lui e i brividi sono dati dall’attesa dell’ormai prossima esplosione emotiva che rischierà di mandarlo fuori controllo.
Lui delle emozioni ha paura, in certi momenti non le sa controllare e, se non le controlla, il placido oceano si trasforma in tsunami che travolge tutto, compreso se stesso…
Soprattutto se stesso.
Tuttavia, è consapevole che loro lo proteggeranno, anche e soprattutto da quel se stesso che tanto teme.
Ryo è il primo che sente addosso, le sue braccia intorno ai fianchi.
Quasi nel medesimo istante, Shu gli avvolge le spalle e le labbra di Touma e di Seiji gli accarezzano la pelle.
Shin chiude gli occhi, alza il viso verso il cielo, pronto a lasciarsi andare a qualunque cosa accadrà.
Ormai li riconosce tutti, senza bisogno di guardare, ogni tocco, ogni bacio.
Saprebbe indovinare, senza dubbio alcuno, a chi appartiene ogni mano, ogni bocca.
Sono le braccia di Ryo a sollevarlo e, in quel momento, lui apre gli occhi, perché vuole vedere quelli di colui che ritiene il suo signore, il suo daimyo, al quale ha dedicato non solo la vita, ma ogni frammento di sé.
Ryo non amerebbe sentirselo dire, non si sente il capo, non si è mai ritenuto degno, ma Shin non può farci nulla: è suo, gli appartiene.
Appartiene a tutti e, quando Ryo lo trasporta fino a riva e, con la medesima cura che dedicherebbe a un frammento di cristallo, lo depone sulla sabbia, Shin cerca gli altri sguardi, li adora uno ad uno e non si capacita di come loro adorino lui.
“Perché? Chi sono, io, per meritare tanto?”.
Lo pensa solamente, perché sa che i nakama non le vogliono sentire certe frasi: si limita a sorridere, a tendere le braccia, a reclamarli, con quel gesto che è quasi disperata supplica, li vuole tutti addosso.
Lo baciano, assaporano la sua pelle che sa di sale, così come lui, mentre le sue mani accarezzano a turno i loro corpi, percepisce la medesima consistenza salina su braccia, schiene, spalle.
Nel momento in cui Shu gli succhia, famelico, il collo, lui getta indietro la testa, con un gemito passa la lingua sulle labbra e il sale è anche lì, un sapore che ha sempre amato, ha sempre sentito suo, simbolo del suo legame con il mare e le sue creature.
Ma condividendolo con i nakama il sapore è diverso, più intenso, più buono, si mischia con il sapore dei loro corpi intrecciati.
Non ne può fare a meno Shin, ride e intanto le lacrime gli rigano il volto, in quella reazione così assurda e contradditoria che ha sempre destabilizzato i nakama, ma che ora li rende più dolci, più protettivi, più attenti, perché la loro creatura di mare ha un cuore tanto prezioso, che troppo spesso è stato spezzato.
Tutto quello che desiderano, ora, è creare intorno ad esso il loro scudo d’amore.
 

 
 
 
 
   
 
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