Videogiochi > Final Fantasy VII
Ricorda la storia  |      
Autore: Devil_san    11/11/2023    0 recensioni
Quando si muore ci si aspetta che si finirà nell'aldilà, e anche Ardyn Izunia si aspettava ciò dopo millenni di attesa.
Ma così non fu.
Per la sua incommensurabile frustrazione.
.
[Cross-over tra FF7 & FF15]
Genere: Generale, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jenova, Tseng
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


♦♦♦•♦♦♦•♦•♦•♦•♦♦♦•♦♦♦


 

Non possiedo Final Fantasy VII o Final Fantasy XV




 

 


A Man Of No Consequence





Era una bella giornata d'autunno, il sole splendeva, il cielo era terso e il reattore di Nibelheim ebbe dei seri problemi tecnici quando la vasca piena di mako, dietro a una grottesca effige di una mostruosa angelica donna denominata Jenova, contenente il cadavere raffigurato sulla statua, andò in frantumi.

Il cadavere di Jenova e un altro oggetto, proveniente da chissà dove ma trasportato da il Lifestream in una bolla di puro vuoto, si scontrarono (se ciò fu dovuto al caso o a un volere superiore come quello della Dea Minerva è impossibile dirlo) e il loro entrare in contratto fece sì che la vasca esplodesse in mille pezzi.

Le reazioni fisiche che seguirono dovute a questo imprevedibile avvenimento furono le seguenti: che l'oggetto dalla provenienza sconosciuta tornasse allo stato materiale e prendesse la forma di Ardyn Izunia e fu una tale istantanea trasformazione di stato ad essere il motivo per cui lui finì scaraventato sul pavimento ricoperto dalla testa ai piedi di mako; nel mentre, invece, il cadavere di Jenova fu soggetta a un processo conosciuto in fisica come annichilazione, ovvero il cadavere si polverizzò a un livello oltre il subatomico, diventando qualcosa che è inferiore alla pura energia.

Con una fine completamente anticlimatica, per la sua importanza e indegna del suo nome, Jenova cessò per sempre la sua esistenza sul pianeta Gaia.

"Bleargh!" si lamentò schifato Ardyn intanto che scuoteva le mani e i suoi vestiti per scrollarsi di dosso il mako (non che stesse avendo molto successo) nel mentre si allontanava dalla vasca in frantumi e prendeva nota di ciò che era intorno a sè "Ma dove cazzo sono finito?"

Stranito da ciò che vedeva, da vasche piene di liquido verde contenenti mostri ad una statua metallica di una donna mostruosa, mormorò quietamente "Perché sono qui?"

Poi, come un fulmine a ciel sereno, mentre si osservava le mani, si ricordò.

Realizzò.

"Io dovrei essere morto."

Con le mani tremanti dalla rabbia, la sua espressione si contorse in una di furia "Perché? Perchèèèèè?"

Stringendo le mani a pungo, e alzando gli occhi brillanti di rabbia, ruggì "Perché non lo sono!?"

E in un attacco di rabbia cieca Ardyn manifestò il suo Armiger e attaccò e trucidò tutti gli esseri mostruosi imprigionati dentro le grandi vasche piene di mako così come i vari impianti che correvano lungo le pareti metalliche.

E mentre le sue spade trucidavano i mostri dentro le loro gabbie di vetro e faceva a pezzi la stanza, con la sua fida spada rossa Rakshasa in mano ululava la sua furia "Perché cazzo sono vivo!?"
 



"Signore," disse un novellino posando una cartellina piena di documenti sulla sua scrivania "abbiamo un problema."

"Quale?" Chiese Tseng, aprendola e iniziando a sfogliare i documenti presenti all'interno.

"Qualcuno ha rubato documenti e informazioni da svariate proprietà della Compagnia nel corso di questo mese."

Tseng alzò lo sguardo, tutta la sua attenzione diretta verso il novellino "Sappiamo niente dei ladri?"

"No Signore. Abbiamo solo questa immagine sfocata." e la passò a Tseng che la presa in mano e la osservò. Un uomo alto, dai capelli rossicci-violacei, vestito di tutto punto (come se dovesse andare a un gala), con una sciarpa posata sulle spalle e un fedora sulla testa, fissava la telecamera di sicurezza tenendo il viso oscurato dall'ombra del suo cappello e con un sorrisetto beffardo sulle labbra.

"Vedo." disse Tseng. Rivolgendosi verso il novellino, ordinò: "Vai a chiamare Cissnei, ho una nuova missione per lei."
 



E ora dove dovrei andare? si chiese tra sé e sé Ardyn rigirandosi il Re Nero tra le dita intanto che studiava la scacchiera con la partita che stava giocando contro se stesso mentre con l'altra mano reggeva un bicchiere di vino nel frattempo che si riposava standosene seduto sopra alla punta della gargantuesca canna del cannone che sovrastava la città di Junon.

Quando Ardyn si calmò, dopo la sua inaspettata e non gradita resurrezione, decise di uscire da quella trappola metallica e vedere dove diamine fosse finito. Scoprire poco dopo che lui non si trovava più su Eos, fu un duro colpo per Ardyn, ma in un certo senso anche un sollievo.

Qui, su questo precedentemente sconosciuto pianeta denominato Gaia, Ardyn era definitivamente libero dai maledetti schemi dei Sei Dei e non sarebbe stato più costretto a recitare il ruolo del cattivo della storia per un male di cui gli Dei stessi erano la causa.

Con un senso di pace e libertà che Ardyn non provava più da millenni, Ardyn prese a girovagare per il mondo.

Le varie informazioni che raccolse parlando con le persone sparse per tutto il pianeta erano state per lo più poco informative, se non per fargli comprendere che non importa dove vai, le persone sono sempre uguali nelle loro voglie e desideri, sia qui su Gaia che su Eos. Tuttavia alcune chiacchierate con alcuni particolari individui di questo pianeta erano state illuminanti perché Ardyn potesse comprendere al meglio ciò che stava accadendo nel mondo.

Non ci volle molto perché la sua curiosità si destasse da dove l'avesse sepolta, e ben consapevole che le informazioni migliori si trovano sempre custodite all'interno di luoghi e posti posseduti dai grandi poteri mondiali, non ci volle molto perché lui attirasse su di sé l'attenzione di ShinRa e in particolare del Dipartimento dei Turks.

Non che ciò lo preoccupasse; anzi i Turks per lui erano diventati i suoi nuovi trastulli con cui divertirsi a spese degli agenti mandati dal Dipartimento di Ricerche Amministrative. Infatti, ogni singola volta che le loro strade si incrociavano, i Turks riuscivano sempre a movimentare in maniera inaspettata le sue giornate in questo nuovo mondo.

Piazzando con decisione il pezzo sulla scacchiera, decise la sua prossima mossa.

Sì, pensò tra sè e sè Ardyn, così sarà ancora più divertente.

Avendo finalmente deciso quale brutto scherzo giocare a spese di ShinRa e in particolare dei Turks tracannò l'intero bicchiere di vino mentre un sorriso sinistro sorgeva dalle sue labbra.

Davvero divertente.

Per me.

 

 









 

Note dell'Autrice:

Una piccola one-shot. Una piccola idea, che non so francamente come svilupparla, ma che mi girava per la testa così tanto che avevo bisogno di buttarla giù per iscritto.
Avrei voluto svilupparla un po' di più, tipo far comparire Sephirot o Cloud, Ardyn che cerca di disintegrare il summon Bahamut via rabbia irrazionale, vedere le conseguenze della presenza di Ardyn sulla storia di FF7 ecc. ecc.
Oh, be', non importa. Almeno questo è fuori.
Spero che almeno vi sia piaciuta.

Alla prossima.

 

PS: Questa storia la troverete anche su EFP Fanfiction & Ao3

 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: Devil_san