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Autore: Tynuccia    12/11/2023    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Due paia di occhi si concentrarono sulla sua figura, snella, ma fu Cagalli a prendere la parola per prima. “Stai scherzando?”.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cagalli Yula Athha, Dearka Elthman, Miriallia Haww, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rivelazioni
 
 
 
Dearka si era preparato una sequela di battute brillanti e sarcastiche, durante il breve tragitto, con cui punzecchiare il Capitano Hahnenfuss, ma nell'istante in cui aprì la portiera e la vide, un tripudio di seta e pizzo candidi, non se la sentì di infierire e, con fare galante, le sorrise. "Sei davvero una meraviglia", sospirò, tendendole la mano per aiutarla ad uscire, in un fruscio unico di stoffa che mal si accompagnava alla poca destrezza della giovane con addosso un abito tanto pomposo, quindi spostò l’attenzione sulla sua compagna. "E tu non prendertela a male".
 
Dietro di lei, Miriallia emerse dall'auto e sistemò con delicatezza il lungo velo della sposa, scuotendo piano la testa. "Stai solo dicendo la verità, figurati". 
 
Sorda ai discorsi della coppia incentrati su di lei, Shiho guardò Dearka con le labbra tirate in un'espressione dubbiosa. "Cosa ci fai qua? Non dovresti essere vicino al tuo migliore amico?", domandò con un filo di voce tremula. Poi, come colta da chissà quale pensiero, sgranò gli occhi e gli afferrò il bavero dello smoking, tirando il ragazzo verso sé. "Sta distruggendo tutto? Ha fatto a pugni con il celebrante?".
 
Pazientemente, ma anche divertito dall'idea del Comandante Joule fuori dalle grazie divine in un contesto altrimenti idilliaco, Dearka le prese le mani e le allontanò dalla sua giacca, certo che l'avrebbe stropicciata e Yzak, davvero, lo avrebbe ucciso. "Woah, Hahnenfuss, vedi di andarci piano con la fantasia". 
 
"Non hai risposto", gli fece notare lei, che sembrava più pronta a vomitare che non a sposarsi.
 
"Ma figurati, non preoccuparti inutilmente". Dearka si strofinò il mento con fare meditabondo. "Certo, quando me ne sono andato stava litigando con Zala, che ha avuto la bella idea di calmare i suoi nervi tesi facendogli notare che lui si è sposato prima, e quindi sa benissimo come ci si sente". 
 
Miriallia rise, specie per l'imprecazione che sfuggì all'amica, degna del quasi marito. "Cagalli ha proprio ragione quando dice che Athrun ha tendenze suicide". 
 
"Secondo me si diverte, invece, quell'infame", commentò lui, stringendosi nelle spalle. "Anche in Accademia finiva sempre così". 
 
"Lasciando stare Athrun Zala per un attimo, vuoi spiegarmi, allora, perché sei qui?", si intromise Shiho, esasperata da quelle chiacchiere. Organizzare il matrimonio, seppur aiutati da una wedding planner consigliata da Ezalia, era stato quasi più stressante che combattere due guerre, e avere il testimone ben lontano dallo sposo senza apparente motivo la stava facendo impazzire. 
 
"Yzak mi ha detto che tuo fratello è stato bloccato sulla Terra e non potrà partecipare", iniziò a dire il ragazzo con fare pratico, sperando che quell'informazione potesse calmarla.
 
La Coordinator annuì appena, evidentemente non troppo dispiaciuta. Certo, gli era affezionata, ma non faceva parte della sua vita in maniera così attiva da disperarsi per la sua assenza. Anzi, dentro di sé si era immaginata un esito simile, quindi nel momento in cui aveva ricevuto il suo messaggio non se l'era presa. "C'è stata una tempesta tropicale, o qualcosa del genere", confermò. "Ora che lo sai di per certo, puoi anche tornare al tuo posto". 
 
Dearka si schiarì la gola, ergendosi in tutta la sua altezza e indossando un'espressione tronfia e solenne. "Ho pensato che, magari, ti avrebbe intristita entrare tutta sola”. 
 
Shiho rivolse al collega un’occhiata carica di affetto, ma scosse la testa, decisa. “Sei stato molto carino, ma davvero, non ci sono problemi”. Avrebbe aggiunto che le stava scoppiando il cuore nel petto all’idea di sposare l’unico uomo che avesse mai amato, e che tanto le bastava per essere dannatamente felice, ma evitò accuratamente per non finire vittima dei leggendari sfottò del Capitano Elthman. 
 
“Dovremmo sbrigarci”, intervenne Miriallia, che sembrava aver preso i doveri da testimone con peculiare solerzia. “Siamo ben oltre il ritardo previsto dall’etichetta e Joule non è famoso per la pazienza”.
 
La Coordinator espresse il suo assenso, ma Dearka bloccò loro la strada. “Forse non mi sono spiegato”, iniziò, esibendo un poco usuale rossore sulle guance abbronzate, quindi tese il braccio all’amica. “Ci terrei ad accompagnarti personalmente”.
 
Shiho aprì appena la bocca, visibilmente commossa da un gesto del genere, ma nuovamente si trovò a rifiutare. “Ti ringrazio, ma non voglio distrarti da quello che dovresti fare per Yzak”. 
 
“Figurati... anzi, ha trovato che fosse una buona idea”, assicurò Dearka, tornando a ghignare con quel suo tipico fare da fanfarone. “Ha addirittura sorriso, ed è stata una visione che mi ha fatto venire i brividi”.
 
La giovane guardò il braccio ancora teso verso di lei e, con gli occhi umidi, si risolse ad accettare, non trovando le parole per esprimere a Dearka quanto significasse, per lei, avere un amico simile. 
 
A sua volta, Miriallia osservò la scena, intenerita, e dando un colpetto di tosse si portò d’innanzi al duo improvvisato, avanzando nel giardino dove gli ospiti stavano attendendo l’arrivo della sposa. 
 
“Davvero ha sorriso davanti a te?”, chiese allora Shiho, tenendosi stretta al biondo con mani poco ferme e lo sguardo dritto di fronte a sé. 
 
Dearka sogghignò e annuì vigorosamente. “Non so come sia possibile, futura signora Joule, ma tiri fuori il lato più umano di quello stitico”. Fece una pausa, beandosi dell'espressione che le illuminò il volto, e decise che quello scambio era, forse, un po’ troppo melenso. “La magia della figa”.
 
Shiho scoppiò in una risata esplosiva, e finalmente si sentì tranquilla a sufficienza per fare il proprio ingresso, lieta e consapevole che, anche se dal lato della famiglia non era stata particolarmente fortunata, poteva almeno contare su degli amici di tutto rispetto. 
 
*
 
"Mi scusi, ma la sposa è attesa altrove".
 
Shiho guardò Miriallia, comparsa dal nulla per salvarla da una fastidiosa conversazione con un membro del Consiglio, che stava ricordando sua madre con toni eccessivamente smielati. "Grazie", sospirò. "Ero a tanto così da tirargli un pugno".
 
La Natural le mise un calice in mano. "Quanto sei ubriaca da uno a dieci?", domandò a bruciapelo.
 
Offesa, Shiho sollevò il mento. "Dignitosamente brilla", recitò, sperando che quella definizione bastasse per farle capire che, tutto sommato, stava bene. Inoltre, Yzak continuava a riempirle il piatto di cibo, per evitare che i continui brindisi la mandassero ko prima ancora di congedarsi dal ricevimento, e lei si era comunque premurata di sorseggiare con parsimonia.
 
"Male", commentò invece Miriallia, mordendosi il labbro. "Preferirei che fossi totalmente sbronza per quello che devo dirti". La prese per un polso, con la ferma intenzione di condurla fuori dal salone, fino ad una stanza del piano superiore. 
 
Quando entrarono, Cagalli si voltò verso di loro e rivolse una lunga occhiata interrogativa alla sposa, che si strinse nelle spalle, persa tanto quanto lei, prima di accomodarsi al suo fianco sul divano. “Dannato vestito”, borbottò la mora, sistemando con cura l’ampia gonna. “Avrei dovuto comprarne un secondo per il ricevimento, un po’ meno scomodo”.
 
“Almeno hai fatto tesoro delle mie parole?”, s’incuriosì il Delegato Athha, sogghignando divertita quando la Coordinator agitò i piedi oltre l’orlo dell’abito, rivelando un paio di graziose ciabattine ricamate. 
 
“Devo proprio ringraziarti, e comunque nessuno può vedermi i piedi”, disse Shiho, prendendo un sorso di champagne. “Senza contare che con i tacchi che voleva affibbiarmi lady Ezalia sarei stata più alta di Yzak”.
 
Cagalli scoppiò a ridere, immaginandosi il Comandante Joule in preda alla stizza per dover guardare la sua bella dal basso. “Un giorno vorrei proprio vedere la scena”.
 
“Signore!”, esclamò Miriallia, che era rimasta in piedi con un’espressione mortalmente seria. “Vogliamo concentrarci?”.
 
“Si può sapere come mai sei così nervosa?”, chiese Cagalli, sollevando un sopracciglio. “Quella in crisi ormonale dovrei essere io”, aggiunse, indicandosi il ventre, non ancora troppo gonfio nonostante fosse al terzo mese di gravidanza. 
 
Shiho la guardò per un attimo, prima di sorridere divertita. “Se con noi ci fosse Dearka”, cominciò a dire in tono confidenziale alla bionda, “le chiederebbe sicuramente se ha il ciclo”.
 
Spazientita, Miriallia si stropicciò una guancia con la mano. “No, non ce l’ho. Ed è proprio questo il problema”. 
 
Due paia di occhi si concentrarono sulla sua figura, snella, ma fu Cagalli a prendere la parola per prima. “Stai scherzando?”.
 
La giornalista scosse piano i capelli ed esalò un sospiro rassegnato. “Non sono mai in ritardo, quindi mi sono fatta visitare da un ginecologo”, spiegò con un filo di voce tesa. “Dannazione, ho buttato champagne nelle piante per tutta la serata per dissimulare”.
 
Le tre ragazze rimasero un attimo in silenzio, quindi Shiho tornò a bere il suo vino. “Credevo foste particolarmente attenti, voi due. Non pensavo voleste un bambino”. 
 
“Generalmente lo siamo proprio per questo motivo”, assicurò Miriallia, le cui gote divennero però scarlatte. “Solo che alla vostra festa di fidanzamento del mese scorso abbiamo bevuto un po’ troppo ed evidentemente la pillola del giorno dopo non ha fatto il suo dovere”. 
 
L’altra si alzò e andò verso di lei, prendendole le mani, mentre anche il Delegato di Orb si univa alle amiche. “Cosa pensi di fare?”, domandò, dimostrando un certo tatto. Anche per lei era stata una sorpresa, ma con Athrun avevano già affrontato il discorso e non avevano dubitato per mezzo istante sul da farsi. 
 
“Inizialmente non ne sono stata entusiasta, lo ammetto. Io e Dearka non viviamo nemmeno sullo stesso pianeta, è un cambiamento radicale e per un attimo ho pensato di…”, si bloccò, giudicando tremenda quella parola che stava per dire, benché ne avesse tutti i diritti e sapesse perfettamente che qualunque cosa avesse deciso di fare, il suo compagno non sarebbe stato così immaturo da sconvolgere la loro relazione. Apprezzò, inoltre, le espressioni comprensive e non giudicanti delle due ragazze. “Prima, però, quando si è offerto di accompagnare Shiho all’altare di sua spontanea volontà”, continuò, con un sorriso ad incresparle le labbra, “mi è sembrato una persona completamente diversa da quell’idiota che mi tampinava incessantemente sull’Archangel”.
 
“Di sicuro è maturato tanto”, concesse Cagalli, che a sua volta non aveva formulato pensieri troppo lusinghieri sul biondo prigioniero all’epoca della prima guerra. 
 
Miriallia annuì e andò a sfiorarsi l’addome. “Lo sapevo già, sia ben chiaro, eppure in quel frangente mi è balenata in testa l’assurda idea che sarebbe proprio un bravo papà”. Tornò a fronteggiare le due, con sguardo convinto. “Penso proprio che lo terrò”.
 
Cagalli la trascinò in un abbraccio, mentre anche Shiho si esibì in un sorriso intenerito. “Sarà così bello condividere con qualcuno le nausee mattutine! Essere incinta è bello, ma parlarne con Myrna è da terrorismo psicologico”.
 
“Certo che voi Natural siete estremamente fertili”, ragionò invece la mora, guardandole sinceramente ammirata. “Anche con dei compagni Coordinator e senza neppure cercarlo”. 
 
Il Delegato Athha le offrì un’occhiata dispettosa. “Pensa alla reazione di Yzak, piuttosto. I suoi due migliori amici stanno per diventare papà, potrebbe diventare competitivo”. 
 
Shiho sospirò pesantemente, mentre Miriallia se la rideva di gusto. “Sarà brutto da dire, ma è la prima cosa a cui ho pensato quando ho sentito la notizia. Conosco i miei polli”. 
 
La giornalista le batté un colpetto comprensivo sulla spalla. “Grazie per avermi ascoltata. E ora vogliate perdonarmi. Devo andare a sconvolgere l’esistenza di quel bamboccione di Elthman”.
 
*
 
“Dove eri sparita?”.
 
Shiho si voltò, trovando il marito vicino a lei. Tra le mani stringeva, ovviamente, un piatto colmo di cibo e si apprestò a rubargli una tartina. “C’è stata una riunione improvvisata”. Indicò con il mento Miriallia, intenta a stropicciarsi una manica mentre parlava con Dearka, dall’altro lato del salone. 
 
Yzak osservò, stranito, la coppia, specie quando il suo migliore amico cacciò un urlo, prima di sollevare per la vita la compagna e cominciare a farla roteare in aria, travolgendo quasi Meyrin, che si trovava lì vicino. 
“Credi che la Hawke uscirà mai indenne da un matrimonio?”, domandò, suscitando l’ilarità della moglie. “Dovresti consegnarle il bouquet di persona, non vorrei mai che si ripetesse una scena incresciosa come alle nozze degli Zala”.
 
“Forse sarebbe meglio se lo dessi a Dearka”, rispose Shiho, godendosi l’espressione confusa del suo innamorato. “Almeno, quando nascerà suo figlio, non verrà giudicato illegittimo”.
 
“Ah, sì. Miriallia me l’aveva detto, ma non credevo volesse tenerlo”, annuì Yzak. Di fronte all’espressione sconvolta di Shiho, il Comandante Joule ghignò con arroganza. “Avrebbe voluto comunicarlo a te, ma eri talmente irritabile per i preparativi del matrimonio che ha pensato bene di alleggerirsi la coscienza con il sottoscritto, pinnacolo della perfezione”. 
 
“Quando voi due fate comunella mi viene la pelle d’oca”, borbottò lei, decidendo che per il momento avrebbe sorvolato sulla cosa, per quanto offesa — e dolorosamente conscia che nell’ultimo periodo era stata leggermente nevrotica. “Beh, quindi? Non hai nessun commento in merito?”.
 
“Buon per loro”, fu l’unica cosa che si concesse di rispondere Yzak, ostentando un finto disinteresse. 
 
“Cielo, anche tu sei migliorato negli anni”, disse Shiho, con una genuina ammirazione che gli fece roteare gli occhi chiari. “Temevo che ti fosse già partito il senso di inferiorità e che mi avresti trascinata in clinica domani stesso per avere un bambino a nostra volta”. 
 
“Fossi scemo”, si indignò Yzak, quindi si permise di passarle un braccio attorno alla vita. “Abbiamo una carriera a cui pensare, prima che a pappe e pannolini… Noi due  che siamo responsabili, a differenza di quei quattro scriteriati”. 
 
Dentro di sé, Shiho si concesse un grosso sospiro di sollievo e pensò che, dopotutto, i suoi polli non li conosceva poi così bene. 
 
  
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