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Autore: Buckette    13/11/2023    0 recensioni
Joanna e Laura lasciano la loro terra e le loro famiglie per inseguire il loro sogno in America. Ci riusciranno?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Joanna
Capitolo 1
Rock Creek estate 1860
Joanna e la sua amica Laura erano esauste: viaggiavano da parecchio tempo provenienti dall’Italia per raggiungere la tanto agognata America: avevano preso il treno, la nave, un altro treno ed infine la diligenza per arrivare a Rock Creek.
Le due ragazze avevano sempre avuto un sogno fin da quando erano poco più che bambine: aprire un negozio di profumi, unguenti e cosmetici.
Da piccole giocavano con le loro bambole e fingevano di vendere loro profumatissime fragranze e cosmetici che le avrebbero rese più carine.
Una volta cresciute, non volevano rinunciare a questo sogno, ma in Italia era impensabile per due ragazze nubili intraprendere da sole questo tipo di attività. D’altra parte non volevano dipendere da nessuno, il negozio doveva essere solo loro.
Così un giorno, Joanna parlò con Laura dei suoi progetti. Joanna amava molto leggere ed informarsi su cosa accadeva nel mondo ed aveva saputo che in America le donne erano un po’ più libere rispetto all’Italia e lì avrebbero potuto realizzare il loro sogno.
L’intraprendente ragazza, un figurino alto e magro, con occhi verdi e lunghi capelli biondi ed un caratterino che faceva invidia ai più temerari maschietti, ne parlò un giorno con la sua amica del cuore, una ragazza un po’ più bassa di statura, anche lei magra, con gli occhi color nocciola ed i capelli che tendevano al rossiccio mogano.
“Laura, cosa ne dici? Se veramente in America potremo aprire il nostro negozio, perché non partire e tentare?”
“Ma l’America è dall’altra parte del mondo! Come faremo ad arrivare incolumi e chi ci aiuterà? E poi non conosciamo bene la lingua, come ci faremo capire?”
“Su dai un po’ di coraggio Laura, vuoi o no aprire questo negozio con me? Qui non potremmo mai farlo oppure dovremmo appoggiarci a qualche uomo e non ne ho alcuna intenzione. Per la lingua possiamo studiarla e poi, una volta là, impareremo sul campo. Vedrai che ce la faremo”
“E i nostri genitori? Credi che ci lasceranno partire così?”
“Ecco, questo è un ostacolo che dobbiamo superare. Però, se coinvolgessimo tuo fratello….”
“Ma figurati, Ivan non partirebbe mai e poi non abbiamo detto niente uomini?”
“Certo, ma lui non entrerà in società con noi, potrà trovarsi un’altra attività e magari neanche nel posto dove andremo a vivere. Se ci aiuterà potremmo ottenere il permesso più facilmente. Un ragazzo sveglio come lui sicuramente farà strada in America. Per favore La, è l’unica possibilità che abbiamo!”
“Sei proprio una testa dura, Joanna. E va bene, proverò a parlare con lui”
“Grazie sorellina, ti voglio bene”
“Anch’io, altrimenti non mi lascerei sempre convincere a darti retta nelle tue follie!”.
Le due ragazze si consideravano come sorelle e si volevano molto bene.
Nei giorni successivi Laura parlò con suo fratello che, come aveva previsto Joanna, si dimostrò molto entusiasta di tentare la fortuna in America. Sapeva svolgere molti lavori ed era sicuro che avrebbe facilmente trovato di che vivere. Il programma era di dire alle due famiglie che sarebbero andati a vivere tutti insieme, ma in realtà avrebbero scelto almeno due case distinte. Ivan propose di scegliere anche due cittadine diverse, così da rimanere in contatto ma ognuno avrebbe condotto la propria vita.
Le due ragazze furono d’accordo e non rimaneva che proporlo ai rispettivi genitori.
Organizzarono una cena con le due famiglie e fu Ivan ad introdurre l’argomento, presentandola come una sua idea.
I genitori di entrambe le ragazze rimasero esterrefatti dalla proposta, ma sapevano anche quanto le figlie desiderassero realizzare il sogno che avevano avuto fin da bambine. Così, facendosi promettere che Ivan non le avrebbe mai perse di vista, acconsentirono. Joanna e Laura furono felicissime, ma si sentirono in colpa perché sapevano che in parte stavano mentendo ai loro genitori che avevano mostrato  una grande fiducia nei loro confronti. Si dissero che non li avrebbero delusi e che li avrebbero resi orgogliosi di loro.
La partenza venne organizzata per il mese successivo: le due ragazze incominciarono a prendere lezioni di lingua americana ed i loro genitori svolsero in banca le pratiche per poter prelevare i soldi della loro dote ed affidarli all’uomo della situazione, che avrebbe dovuto gestirli durante il viaggio.
Venne preparata ogni cosa e scelsero come meta Rock Creek, in Nebraska. Ivan, all’insaputa dei genitori, si sarebbe stabilito a Seneca, almeno per i primi tempi.
Il giorno della partenza, i genitori delle ragazze avevano le lacrime agli occhi e fecero mille raccomandazioni alle due giovani ed al ragazzo. Quando salirono sul treno, Joanna e Laura erano elettrizzate: avevano già pianificato ogni cosa relativa al loro negozio, nome compreso: le vie dell’olfatto.
Non smettevano più di parlare e pianificare, tanto che Ivan si rafforzò sempre di più nell’idea di lasciarle vivere da sole per non essere quotidianamente travolto da quel terremoto.
A giugno finalmente i tre ragazzi italiani arrivarono in America. Dopo essere sbarcati, presero diversi mezzi di trasporto fino a Seneca dove salutarono Ivan e si ripromisero di vedersi almeno ogni due settimane, per non destare sospetti a casa e decisero che tutte le lettere sarebbero state indirizzate a Rock Creek e Joanna sarebbe stata incaricata di curare la corrispondenza con l’Italia, pertanto tutte le lettere avrebbero riportato il suo nome ed il suo indirizzo.
I ragazzi si salutarono e si abbracciarono e poi Joanna e Laura salirono sulla diligenza diretta a Rock Creek.
Arrivarono nel tardo pomeriggio e presero alloggio nell’unico hotel della città, in attesa di visionare qualche casa.
Ordinarono un bagno caldo e dopo essersi rilassate e cambiate, scesero a cena. Fecero poi qualche domanda al ragazzo della reception, Othis, per sapere dove fosse l’emporio, la Chiesa, l’ufficio del dottore e soprattutto la stazione della posta, per poter spedire al più presto una lettera alle due famiglie e ad Ivan, per aggiornarlo sulla loro sistemazione. Ivan sarebbe rimasto in hotel finchè non avesse ricevuto loro notizie, così da avere il loro indirizzo e successivamente da comunicare il suo.
Dopo cena, le ragazze disfecero solo qualche bagaglio necessario e programmarono la giornata successiva.
Si alzarono presto, elettrizzate all’idea di incominciare la loro nuova vita. Per prima cosa si recarono dal perito della banca che si occupava di vendite ed affitti per trovare una propria casa ed un luogo adatto al loro negozio.
Il signor Evans mostrò loro alcune soluzioni e dopo aver ponderato bene le cose, optarono per una casetta al limitare della città e per un negozio vicino alla Chiesa: le donne, uscendo dalle funzioni, magari sarebbero state allettate dalla vetrina e sarebbero entrate ad acquistare qualcosa.
Firmarono i contratti, versarono la cifra pattuita ed ottennero le chiavi dei due edifici. La casa aveva bisogno di alcuni lavori di manutenzione, mentre il negozio era appena stato svuotato dal precedente proprietario ed era già in ottime condizioni.
Le due ragazze si sarebbero date da fare per sistemare la casa al meglio ed avrebbero assunto qualcuno, appena avviata la loro attività e raccolti i primi frutti, per eseguire i lavori più pesanti.
Tornarono in albergo per fare i conti e per vedere cosa avrebbero potuto iniziare ad acquistare per il negozio ma anche per le prime necessità a casa.
Fortunatamente il signor Evans era stato molto onesto ed avevano ancora da parte del denaro per acquistare il necessario.
Decisero di andare all’emporio per fare la spesa e poter così trasferirsi nella nuova casa entro sera: non amavano molto stare in albergo e poi, prima si fossero trasferite, prima avrebbero potuto scrivere ad Ivan ed alle loro famiglie.
Laura in realtà voleva riposarsi un po’ prima, ma Joanna, piena di entusiasmo, la convinse ad andare immediatamente all’emporio.
Il signor Thompkins, il proprietario, uomo dai modi un po’ burberi, le salutò e chiese loro se poteva essere utile.
“Guardiamo un po’ in giro per decidere cosa ci serve, grazie”.
“D’accordo, sono a vostra disposizione”, ribattè Thompkins.
Mentre Laura e Joanna incominciarono a guardarsi intorno e ad inserire nei loro cestini le prime provviste ed altro, sentirono all’improvviso un gran trambusto.
Joanna si voltò incuriosita e vide entrare un gruppo di sette giovani ragazzi che ridevano e scherzavano e che si spintonavano l’uno l’altro.  Uno aveva lunghi capelli biondi e sembrava il più sbruffone, un altro era di colore e sembrava il più seccato, un altro aveva capelli castani corti e chiacchierava con un compagno minuto che sorrideva alle sue battute, uno portava la pistola come un vero pistolero, un altro era calvo e faceva dei gesti all’ultimo ragazzo dai lunghi capelli scuri che portava un coltello legato ad uno degli stivali.
Joanna, mentre li passava tutti in rassegna con lo sguardo, fece cenno a Laura di guardarli e le sussurrò: “ Però, come primo incontro non è niente male, cosa ne dici?”
“Joanna, sei incorreggibile”, le rispose l’amica con una finta aria scandalizzata. Finsero di continuare con i loro acquisti ma non perdevano di vista i sette ragazzi.
“Buongiorno, cosa siete venuti a distruggere oggi?”, chiese Thompkins con un’aria un po’ preoccupata.
“Sempre simpatico vero? Abbiamo la lista di Rachel”, esclamò il biondo.
“Vedi Cody, ogni volta che mettete piede qui dentro succede qualcosa di imprevedibile, quindi fate in fretta per favore”, rispose il negoziante.
“Tranquillo Tompkins, oggi veniamo in pace”, disse sorridendo il ragazzo che sembrava un pistolero.
Cominciarono a vagare per il negozio e Joanna per caso incrociò lo sguardo con il ragazzo dai capelli scuri. Fu solo un istante, ma Joanna dovette appoggiarsi al bancone: sentì come una morsa allo stomaco. Si riprese e senza farsi notare si mise a guardarlo con più attenzione. Era davvero un bel ragazzo: aveva la carnagione un po’ più scura degli altri, portava un orecchino strano ad uno dei lobi ed aveva due profondi occhi scuri che scrutavano nell’anima.
Joanna richiamò l’attenzione dell’amica e le fece cenno di guardare. Laura per tutta risposta le sussurrò: “ La smetti di fissarlo? Qualcuno potrebbe accorgersene e cosa penserebbero?”
“Cosa me ne importa? Non ho mai visto un ragazzo più bello in vita mia. Ho incrociato il suo sguardo e mi sono sentita morire”
“Andiamo bene, siamo qui da meno di 24 ore e ti stai già mettendo nei guai?”
“Ma no, dico solo che mi piacerebbe molto conoscerlo. Speriamo ce ne sia occasione”
“Pensiamo alle provviste adesso, dai!”
“Va bene, va bene!”
Joanna però teneva un occhio sulle provviste ed uno rivolto all’oggetto di maggior interesse. Appena se ne fossero andati, avrebbe chiesto casualmente al negoziante qualche informazione.
Terminata la loro spesa, i ragazzi salutarono ed uscirono, ma mentre stava varcando la soglia del negozio, il bel ragazzo si voltò all’improvviso, come se avesse percepito di essere osservato. Joanna se ne accorse e fu pronta a distogliere lo sguardo, ma di nuovo, per una frazione di secondo, i loro occhi si incrociarono e Joanna provò di nuovo la stessa sensazione.
Quando le due ragazze ebbero finito di radunare le loro cose, si recarono al bancone e mentre il signor Tomphins stava facendo i conti, Joanna, quasi distrattamente, gli chiese: “ Chi erano quei ragazzi esuberanti signore? Sembrava infastidito dalla loro presenza, se posso permettermi”.
“Oh, niente di cui preoccuparsi, sono i ragazzi che lavorano per il pony express e quasi tutte le volte che vengono qui, capita qualcosa di spiacevole ed io ci rimetto della merce ma per fortuna oggi è andato tutto liscio”
“Oh, quindi è a loro che dobbiamo rivolgerci per spedire della posta?”
“Esattamente. Ma voi signorine non siete di qui vero? Non vi ho mai viste”
“No, siamo arrivate ieri. Il mio nome è Joanna e questa è la mia amica Laura. Siamo italiane ed abbiamo comprato il negozio vicino alla Chiesa per vendere profumi e cosmetici femminili”
“Oh, italiane, quindi credo proprio che frequenterete spesso quei ragazzi, dovrete comunicare con le vostre famiglie. Non sono cattivi in fondo, sono solo un po’ esuberanti e testoni, ma hanno un cuore d’oro”
“Buono a sapersi”, commentò Joanna.
“Sentite un po’”, aggiunse Thompkins, “ non avrete intenzione di farmi concorrenza vero?”
“Oh no signore, assolutamente, il nostro sarà un negozio prettamente femminile, non deve preoccuparsi”
“Bene. Buona fortuna allora ed a presto”
“Grazie ed arrivederci”
Le due ragazze uscirono dopo aver pagato e si diressero verso la loro nuova casa.
“Non ce la facevi proprio a non fare domande su quei ragazzi vero?”, esclamò Laura ridendo appena furono uscite dal negozio.
“Così abbiamo anche saputo a chi rivolgerci per la posta e la cosa non mi dispiace affatto. E non dirmi che non li hai notati anche tu perché non ci credo”
“Beh, in effetti, il ragazzo di colore non è per niente male…”
“Visto che ho fatto bene ad informarmi? Su, dai, andiamo a casa a sistemare  e pulire, così potremo trasferirci lì e domattina scriverò subito le lettere per Ivan e per i nostri genitori. Non vedo l’ora di portarle alla stazione”
“Posso immaginare… Sei davvero incorreggibile” e si misero a ridere soddisfatte per la nuova vita che stavano per intraprendere.
I ragazzi del pony express stavano tornando a casa e il giovane calvo che si esprimeva a gesti si avvicinò al ragazzo dai capelli scuri che aveva colpito Joanna e gli fece dei segni.
“Oh, niente Ike, sono solo immerso nei miei pensieri”
Il ragazzo gesticolò ancora.
“No, non sono pensieri brutti, perché me lo chiedi?”
Altri gesti.
“Oh, beh, forse perché ho provato una strana sensazione nel negozio di Thompkins. Mentre stavamo uscendo, ho sentito come un richiamo, mi sono voltato ed il mio sguardo si è incrociato con quello di una ragazza e ho provato uno strano brivido. Riflettevo sull’accaduto”
Ancora gesti.
“Non essere ridicolo Ike, è solo una delle mie strane sensazioni che a volte provo, una banalità. Raggiungiamo gli altri e non parliamone più” e spronò il suo cavallo.
Ike lo guardò galoppare via con un sorriso. Sapeva che le sensazioni di Buck non erano mai casuali…. Doveva solo aspettare e vedere cosa sarebbe successo….
 
   
 
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