Serie TV > I ragazzi della prateria
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Autore: Buckette    13/11/2023    0 recensioni
Le giovani coppie e le amicizie vengono messe a dura prova dalle circostanze della vita ma alla fine l'amore trionfa.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Era il mese di aprile del 1860, un aprile insolito, più caldo degli scorsi anni e questo non facilitava le cose a Sweetwater in Nebraska. C’era grande siccità e la popolazione ne risentiva, perché i campi producevano sempre di meno. Questo comportava un aumento dei prezzi e necessariamente dello scontento fra i cittadini e per far fronte alle necessità, il governatore aveva deciso di diminuire le scorte alimentari pattuite con le tribù indiane. Questo aveva fatto sì che esse reagissero assaltando alcuni carichi di cibo e bestiame per potersi garantire la sopravvivenza, ma così facendo i rapporti tra bianchi e pellerossa si stavano incrinando sempre di più e la gente aveva una gran paura.
In una calda mattinata, Emma Shannon stava stendendo i panni appena lavati in  compagnia della sua aiutante ed amica Melissa, una ragazza di origine italiana, orfana di genitori, che si era trasferita in America da alcuni zii materni che però erano morti di colera l’anno prima. Melissa aveva così dovuto cercare lavoro ed era capitata a lavorare con Emma alla stazione del Pony Express di Sweetwater. Il suo compito era quello di aiutare Emma nelle faccende domestiche e nell’accudire i corrieri.
Melissa amava leggere e scrivere ed era riuscita a concludere gli studi per diventare una maestra. Il settembre successivo avrebbe preso a scuola il posto della signora Enderson, la vecchia maestra della città che aveva deciso di lasciare il suo incarico a causa dell’età e degli acciacchi che  essa comportava.
Emma era una donna di una bellezza particolare, dai lunghi capelli rossi e gli occhi castani sempre sorridenti, Melissa era una giovane ragazza alta, bionda, con gli occhi verdi ed una gran voglia di vivere. Le due donne erano diventate subito amiche e svolgere le faccende insieme era un piacere più che un dovere. Emma vedeva in Melissa una sorellina minore e si sentiva in dovere di proteggerla e Melissa le voleva un gran bene.
La stazione era gestita anche da un ex ranger del Texas, Teaspoon Hunter, che viveva nella stalla per lasciare la casa alle donne e la baracca ai corrieri. Teaspoon era molto amico del maresciallo della città, Sam Cain, un bell’uomo che aveva una relazione proprio con Emma, anche se entrambi provavano a tenerla segreta perché avevano alle spalle dei matrimoni difficili: la moglie di Sam era morta uccisa da un fuorilegge pochi mesi dopo il loro matrimonio ed il marito di Emma l’aveva abbandonata quando lei era malata e non aveva avuto più sue notizie; lei lo credeva ormai morto.
“Buongiorno donne”, disse Teaspoon avvicinandosi ad Emma e Melissa.
“Oggi arriveranno i nuovi corrieri, vi ricordate? Li attendo nel primo pomeriggio e li esaminerò per vedere se questa volta saremo più fortunati”, esclamò Teaspoon.
Purtroppo i ragazzi precedenti avevano alcuni abbandonato il lavoro perché non sopportavano più la durezza del loro compito, altri invece erano stati uccisi in attacchi indiani, così la compagnia Russel, Major and Wadell aveva optato per mandare altri 6 nuovi ragazzi, cercando di scegliere tra quelli che sembravano più adatti a resistere.
“Speriamo che questa volta restino un po’ di più degli ultimi”, notò Emma.
“E speriamo anche che siano un po’ più carini dei precedenti!”, aggiunse Melissa.
“Ma sentila! Ti ricordo che vengono per lavorare, non per flirtare”, la redarguì in tono scherzoso la donna.
“Beh, una cosa non esclude l’altra..”.
Teaspoon ed Emma si guardarono e scossero la testa. Sapevano che Melissa era una forza della natura e che cercare di domarla sarebbe stato inutile. Speravano solo che non si mettesse  nei guai una volta o l’altra.
Teaspoon aveva deciso di esaminare i ragazzi da solo, appena sarebbero arrivati e di presentarli in un secondo momento alle due donne.
Come previsto, appena dopo pranzo arrivarono i sei giovani. Teaspoon li dispose in fila l’uno accanto all’altro davanti alla staccionata, in modo che le due donne curiose, perché lo era anche Emma, vedessero solo le loro spalle. Il primo si chiamava Buck Cross, era un mezzosangue kiowa ma Teaspoon, che era abituato a trattare con la sua gente e che si era sposato anche con una donna pawnee, non si scompose. Mise alla prova la sua capacità di riconoscere le diverse tribù indiane tramite le frecce e ne tastò la velocità ed abilità. Poco importava tutto il resto. Il secondo ragazzo era calvo, portava una bandana e non parlava. Buck lo presentò come Ike McSwain e disse che era un suo amico. Si esprimeva solo con segni indiani che gli aveva insegnato lui perché da piccolo si era ammalato ed aveva subito un trauma che lo aveva reso muto. Anche in questo caso, Teaspoon non vi badò quando potè appurare la sua bravura nel domare i cavalli più selvatici. Ad uno ad uno esaminò e giudicò anche gli altri: William. F. Cody, molto sbruffone ma abile con il fucile e dalla mira impeccabile; James Butler Hickoch, Jimmy per gli amici, che si atteggiava a superiore ma era fondamentalmente bisognoso di attenzione ed era una scheggia con la pistola; un giovane tranquillo che si faceva chiamare Kid, molto in gamba con i cavalli, e l’ultimo, molto esile ma rapidissimo nei movimenti ed a cavalcare, di nome Lou Mc Cloud.
Teaspoon li guardò soddisfatto, con la sensazione che questi sarebbero stati i ragazzi giusti e dopo aver dato loro tutte le istruzioni necessarie, li accompagnò nella baracca dove li attendevano Melissa ed Emma.
Entrarono uno alla volta, in fila indiana e si posizionarono davanti alle due donne.
Quando entrò Buck, Melissa provò una strana sensazione: ebbe un tuffo al cuore vedendo che era mezzosangue, ma quando guardò i suoi occhi ed incrociarono il suo sguardo, provò come un senso di vertigine. Certo quello strano ragazzo dagli occhi magnetici e timidi allo stesso tempo l’aveva turbata non poco. Per non pensarci spostò rapidamente lo sguardo sugli altri mentre Teaspoon diceva:
“Signore, vi presento i nostri nuovi corrieri: Kid, Lou, Cody, Jimmy, Ike, che parla solo con la lingua dei segni,  e Buck che ci aiuterà a dialogare con Ike. Li ho esaminati e testati con cura e credo proprio che questa sia la volta giusta”.
Melissa fece un timido gesto di saluto, imbarazzata perché si sentiva gli occhi dei ragazzi addosso, mentre Emma ruppe subito il ghiaccio:
“Benvenuti ragazzi, io sono Emma e questa è la mia amica Melissa. Ci occupiamo delle faccende domestiche e della cucina. Melissa a settembre sarà anche la nuova maestra. Vi diamo il nostro benvenuto e speriamo che vi troverete bene con noi”.
I ragazzi salutarono le due donne e furono sollecitati da Emma e Teaspoon a prendersi una branda a testa ed a sistemare le loro cose.
“Prima di cena voglio farvi fare un giro qui intorno così che possiate ambientarvi. Domani andremo in città e vi presenterò al maresciallo ed agli altri che incontreremo. Tra un paio di giorni uno di voi farà la sua prima corsa, devo ancora decidere chi. Buck, tu mi sarai anche molto utile per l’acquisto dei cavalli, figliolo”. Buck fece cenno di sì, imbarazzato per essere stato nominato.
Intanto che i ragazzi si sistemavano nelle loro brande, Emma e Melissa ripresero a svolgere le loro faccende e quando furono usciti con Teaspoon, Melissa tirò un sospiro di sollievo. Emma se ne accorse e le chiese: “ Cosa c’è che non va?”
“Niente, è solo che mi sentivo un po’ in imbarazzo. Alcuni di loro mi hanno spogliata con gli occhi e poi la presenza di Buck in questo periodo mi inquieta un po’, anche se i suoi occhi sembrano buoni”.
Emma le rispose ridendo: “Sono ragazzi giovani ed è normale che si comportino così con una giovane e bella ragazza che oltretutto vivrà quasi praticamente con loro. Vedrai che quando inizieremo a conoscerci meglio tutto questo svanirà. Per quanto riguarda Buck, se Teaspoon l’ha scelto vuol dire che si fida, quindi possiamo dormire sonni tranquilli”.
“Sì, forse hai ragione, devo solo rilassarmi ed abituarmi ai nuovi ospiti”, concordò Melissa.
Il pomeriggio trascorse in fretta sia per i ragazzi che per le due donne che vollero preparare una cena abbondante per i nuovi arrivati e sistemarono bene tutta la baracca.
Quando furono a tavola, Teaspoon chiese loro di raccontare qualcosa che aiutasse a conoscersi l’un l’altro e la conversazione si animò subito grazie  a Cody e Jimmy che facevano a gara con le loro battute. Melissa aiutò Emma nel servire i ragazzi e quando passava accanto a Buck continuava a sentire quello strano senso di vertigine che aveva provato nel pomeriggio, ma si convinse che era forse ancora un po’ di timore e notò che anche lui le rivolgeva degli sguardi furtivi quando pensava che lei non se ne accorgesse, tanto che Melissa ebbe paura che il suo turbamento si notasse esteriormente. Cercò di non prestarvi attenzione e si lasciò coinvolgere dai discorsi dei ragazzi e di Teaspoon.
Il giorno dopo, come deciso, si recarono in città per presentare i nuovi corrieri al maresciallo Sam Cain.
“Buongiorno Sam”.
“Buongiorno Emma, Teaspoon, buongiorno Melissa. E’ giorno di provviste?”, rispose Sam al saluto di Emma. I due non smettevano di guardarsi e Cody toccò con il gomito Jimmy per farglielo notare ed i due si misero a ridere.
“Ti presento questi mattacchioni Sam, sono i nuovi corrieri del Pony Express. Ragazzi, questo è il maresciallo Sam Cain”
“Buongiorno maresciallo”, salutò cordialmente Kid, ma Sam rispose: “Oh, chiamatemi pure Sam ragazzi, gli amici di Emma sono anche amici miei”.
A Cody e Jimmy scappò di nuovo una risatina maliziosa ma vennero strattonati al braccio da Lou.
Emma, Melissa ed i ragazzi andarono a fare le provviste all’emporio del signor Tompkins, mentre Teaspoon si fermò a discutere con Sam il problema degli indiani.
“La situazione non è delle migliori Teaspoon, la gente è spaventata e gli attacchi ai carri non cessano. D’altra parte se l’esercito non fornisce loro le provviste promesse, è naturale che reagiscano. Non so proprio cosa fare”.
“Eh già dannazione, siamo ad un punto morto. Bisognerebbe parlare con l’esercito e convincere chi di dovere a rispettare i patti ma è molto difficile in questo periodo di carestia”, rispose Teaspoon.
“Oppure potremmo provare a trattare con gli indiani. Ho notato che uno dei tuoi ragazzi è un mezzosangue. Ti puoi fidare?”
“Oh, Buck. Credo di sì, ma è nuovo di qui e non mi sembra il momento di esporlo ad un simile pericolo. Se le cose dovessero andare male gli addosserebbero la colpa e la vita per lui sarebbe dura, cosa che accadrà già di per sé purtroppo”.
“Hai ragione. Conviene aspettare un altro po’”.
Qualche giorno dopo, quando Teaspoon ebbe insegnato tutto ai ragazzi, decise che il primo a correre sarebbe stato Kid. Tutti i ragazzi fecero il tifo per lui e Kid partì.
La corsa andò bene e ad uno ad uno tutti i ragazzi affrontarono il loro primo turno.
La vita alla stazione era piacevole, i ragazzi stavano incominciando a legare tra di loro ed anche Melissa si era rilassata un po’ vedendo che, come aveva detto Emma, la trattavano con rispetto e non la vedevano più come una possibile preda ma come un’amica o una sorella. Anche nei confronti di Buck si sentiva più tranquilla perché vedeva che Ike aveva completa fiducia in lui ed inoltre il ragazzo era sempre molto gentile con tutti e si stava integrando bene. La sua sensazione strana in presenza di Buck però non accennava ad andarsene, ma Melissa non voleva darle importanza.
I giovani corrieri si erano integrati a poco a poco in città, ma i cittadini di Sweetwater faticavano ad accettare del tutto Buck. Non erano rari gli sguardi sospettosi o addirittura di disprezzo nei suoi confronti. Lui ne soffriva ma non diceva nulla e Melissa poteva notare un velo di tristezza sempre presente nei suoi occhi profondi.
Qualche volta lo aveva sentito discutere con Ike e dichiarare: “Cosa posso farci, Ike, loro mi vedranno sempre come una minaccia, non arriveranno mai a fidarsi del tutto di me, soprattutto in questo periodo. Forse ho sbagliato a venire qui”.
Le si stringeva il cuore a sentirlo così triste e temeva che decidesse un giorno o l’altro di andarsene.
Gli altri corrieri lo trattavano come un amico ed uno di loro, ma Jimmy era sempre guardingo, forse per il suo carattere diffidente o forse perché davvero faticava a credere che Buck fosse estraneo alla mentalità della sua tribù.
Melissa avrebbe voluto parlarne con Ike ma non sapeva come comunicare con lui se non per le cose essenziali che Buck aveva insegnato a tutti loro. Le sarebbe piaciuto apprendere il linguaggio dei segni ma non osava chiedere a Buck di insegnarle qualcosa in più, così decise di procurarsi in città un libro e di studiare da sola.
Volle però affrontare l’argomento con Emma. Un pomeriggio, mentre i ragazzi erano fuori e loro due stavano preparando la cena, prese il coraggio a due mani ed intavolò il discorso.
“Sai Emma, ho notato che Buck è sempre triste e che fatica ad integrarsi bene in città. L’ho anche sentito dire ad Ike che forse ha sbagliato a venire qui. Mi dispiace che non riesca ad essere sereno come tutti gli altri ed anche Jimmy sembra sempre guardingo nei suoi confronti. Cosa ne pensi?”
“Se ricordi anche tu eri prevenuta. Purtroppo è lo scotto che Buck deve pagare a causa della sua condizione. Penso che dovunque vada debba affrontare una situazione simile. Il fatto che stiamo avendo dei problemi con alcune tribù di indiani certo non lo aiuta. Dovrebbe trovare il modo di dimostrare a tutti quello che vale ma non credo che sia interessato a farlo e non è nemmeno giusto. Speriamo solo che le cose non peggiorino. Quello che possiamo fare noi è cercare di farlo sentire il più accolto possibile ma lo stiamo già facendo. Con Jimmy proverò a parlare io.”.
Melissa si tranquillizzò un po’.
Emma decise di non aspettare molto a parlare con Jimmy. Anche lei si era accorta che Buck non era sereno e le dispiaceva molto.
Il giorno dopo raggiunse Jimmy che stava curando il suo cavallo nella stalla e gli disse: “Jimmy, scusa se mi permetto, ma vorrei parlarti di Buck”.
“Di Buck? Ha combinato qualcosa?”, chiese il ragazzo irrigidendosi.
“Ecco, è proprio di questo che ti volevo parlare. Sei sempre sulle difensive nei suoi confronti, io e Melissa lo abbiamo notato da un po’ e non ci sembra giusto. Lui sta facendo di tutto per integrarsi e sentirsi parte di questa nuova famiglia, perché è così che vi consideriamo, ma il tuo atteggiamento non aiuta. E’ così difficile fidarsi di lui?”
“Non lo so Emma, chi ci assicura che non sia uno di loro che sta facendo il doppio gioco?”
“Se parli così è perché non lo hai ancora conosciuto bene o forse  non hai voluto farlo. Credo che sia un bravissimo ragazzo, con la sfortuna di essere diviso tra due mondi e nessuna delle due parti lo accetta del tutto perché crede che si schieri con l’altra. Se tutti si comportassero sempre come te lui non troverebbe più pace. Perché non gli dai il beneficio del dubbio? Vuoi?”
“Forse hai ragione, Emma, non sono stato un compagno esemplare. Dovrei conoscerlo a fondo prima di giudicarlo. Grazie Emma, i tuoi consigli sono sempre utili ed appropriati”
“Dovresti ringraziare Melissa, è lei che per prima si è accorta del disagio di Buck”
“Già”, aggiunse Jimmy pensieroso.
Da quel giorno, Jimmy cercò di essere più conciliante e scoprì che Emma aveva ragione: Buck era un bravo ragazzo, aveva solo bisogno di qualcuno che si fidasse di lui. Decise di farsi accompagnare da lui nei suoi giri a cavallo che amava fare durante il tempo libero e scoprì che in fondo avevano molte cose in comune nell’affrontare la vita e che entrambi non erano stati molto fortunati con le donne. Jimmy scoprì che Buck sapeva molte cose che aveva imparato con la sua esperienza o leggendole nei libri: nel suo tempo libero amava isolarsi al fiume e dedicarsi alla lettura.
“In questo allora sei molto simile a Melissa, appena ha finito le sue faccende si eclissa da qualche parte con un libro in mano per non essere disturbata”
“Davvero?”
“Sì, ho sentito che ne parlava con Emma e l’ho seguita un giorno. L’ho trovata arrampicata su una roccia a gambe incrociate con un libro così grosso che penso che nemmeno se mettessi uno sull’altro tutti i libri che ho letto riuscirei ad arrivare a quello spessore!”
Buck scoppiò a ridere e disse: “Non ti credevo così spiritoso James Hichock. Ma davvero ti sei messo a seguirla? Perché?”
“Perché…beh dai, perché è una bella ragazza e non ti nascondo che i primi giorni che eravamo qui ci ho fatto un pensierino… Non dirmi che non ci hai fantasticato anche tu perché non ci credo”
Buck arrossì un po’ e decise di non rispondere ma di stuzzicare il nuovo amico: “I primi giorni eh? Ed ora?”
“Beh ora la considero una sorella, non è il mio tipo, troppo colta” e scoppiò in una risata seguito da Buck.
“E comunque non mi hai risposto…”, gli urlò mentre aveva già lanciato al galoppo il suo cavallo.
Buck finse di non sentirlo, non amava parlare dei suoi sentimenti così apertamente ma fu felice di sentire quelle parole da Jimmy.
Qualche settimana dopo, Teaspoon, Emma, Melissa ed i ragazzi si recarono ad un ballo della parrocchia.
I ragazzi erano vestiti di tutto punto ed anche le due donne si erano messe carine per la loro prima uscita ufficiale con i loro corrieri. Emma inoltre era felice perché avrebbe potuto passare tutta la serata con Sam. Tra il lavoro dell’uomo ed il fatto che non volevano suscitare pettegolezzi, non avevano molto tempo per stare insieme.
Melissa venne invitata a ballare da molti giovani rampolli e da Jimmy, Cody, Ike e Teaspoon. Kid e Lou se ne stavano per conto loro a confabulare chissà che cosa e Buck se ne stava in disparte a guardare gli altri divertirsi. Non aveva chiesto un ballo a nessuna delle belle ragazze della città.
Melissa decise di avvicinarsi a lui per cercare di coinvolgerlo un po’ e più si avvicinava a lui più il suo cuore batteva forte.
“Possibile che abbia ancora soggezione di lui? Non capisco cosa mi succeda in sua presenza”, si disse tra sé e sé ma decise di non farci caso.
Gli si avvicinò e gli chiese: “Non ti stai divertendo?”
Lui quasi sobbalzò quando sentì la sua voce perché era perso nei suoi pensieri e non l’aveva sentita avvicinarsi.
“Oh queste serate in realtà non fanno per me. Sono venuto per non farmi rimproverare da te ed Emma ma non mi trovo molto a mio agio”, le rispose. Si capiva che era teso.
“Non ami ballare?”
“Sono le ragazze che non amano ballare con me in realtà”
“Bene, a questo poniamo subito rimedio. Io amo ballare e mi sono stancata di tutti quegli stoccafissi che mi hanno portato in pista e che hanno blaterato per tutta sera. Forza andiamo”
“No, aspetta, non mi sembra il caso”
“Perché? Ti vergogni a ballare con me?” ed arrossì mentre lo diceva.
“No” e qui arrossì lui, “ ma forse non dovremmo”
“Perché scusa? Ho ballato con Teaspoon, Sam, Jimmy e Cody e non ho perso la mia dignità. Lo sanno tutti che viviamo vicini e che io ed Emma gestiamo insieme a Teaspoon la stazione. Dov’è il problema?”
“Il problema è che io non sono come gli altri, lo sai”
“Infatti, tu stai qui ad accampare scuse assurde mentre gli altri mi avrebbero già portato in pista. Forza, bocca chiusa e piedi in movimento. Potrei anche offendermi, di solito sono gli uomini ad insistere, non le donne. Però se non ti va di ballare con me, allora è un altro discorso e ti chiedo scusa”
All’improvviso a Melissa era venuta l’idea che lui non avesse proprio voglia di ballare con lei e si vergognò molto di essere stata così insistente ed inopportuna.
Buck se ne accorse e si affrettò a precisare: “ Oh no, non è questo, mi farebbe molto piacere ballare con te ma forse non è il caso che tu ti faccia vedere mentre balli con me per via della mia condizione”
Melissa capì a cosa si riferisse e teneramente gli disse: “Buck, preferirei ballare tutta la serata con te piuttosto che fare un altro ballo con quei rampolli. Non hai niente da invidiare a loro, anzi, sei sicuramente più simpatico. Io non ho alcun problema a ballare con te se lo vuoi anche tu”
Buck allora si fece coraggio e la portò al centro della pista. Molti li guardarono con stupore e fecero dei commenti poco piacevoli, ma loro due di certo non se ne accorsero ed a quel primo ballo ne fecero seguire altri. Emma diede il cambio a Melissa mentre lei accettò un altro ballo con Sam e Jimmy, ma di sicuro si rifiutò di ballare ancora con quei giovani gentiluomini che tanto la annoiavano.
Quella sera nè Buck né Melissa riuscirono a prendere sonno: lui si sentiva molto confuso ma quasi felice e lei non riusciva a capire cosa provasse per quello strano ragazzo. Aveva capito che non era assolutamente più paura ma continuava a sentirsi turbata in sua compagnia e mentre ballavano e lui la stringeva a sè si era sentita cedere le gambe sotto il vestito.
“E se…”, ma non osava ammetterlo con se stessa.
 
 
 
 
   
 
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