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Autore: TheSlavicShadow    14/11/2023    0 recensioni
[Multifandom: Sicuramente Marvel e Hetalia]
Raccolta di fanfic che partecipano alla challenge Writeptember 2023 del gruppo Hurt/Comfort Italia https://www.facebook.com/groups/337102974212033/
https://www.facebook.com/groups/337102974212033/?hoisted_section_header_type=recently_seen&multi_permalinks=981830993072558
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Russia/Ivan Braginski
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Prompt: Noia, "Fammi fare qualcosa"
Fandom: Hetalia
Personaggi: Prussia, Russia
Pairing: RuPru



Mosca, 1956

 

Noia. 

C’era solo quella parola che poteva definire quei giorni che stavano sembrando infiniti. C’erano tutti in casa in quel momento. Tutti. 20 persone sotto lo stesso tetto e il suo cervello sembrava che stesse per esplodere di noia. Continuava a restarsene seduto sul divano, con la testa appoggiata allo schienale per poter così fissare il soffitto. 

Non faceva per lui starsene così con le mani in mano senza poter fare nulla. 

Ma erano bloccati in casa a causa della troppa neve che continuava a cadere senza sosta. Sembrava che volesse coprirli tutti e cancellarli dalla faccia della terra. Forse sarebbe stato anche giusto così. Che utilità potevano avere tutti loro? Bastava il grande e grandioso Russia a governare tutto il mondo.

Con malcelata frustrazione aveva ruotato la testa per poter guardare l’uomo che sedeva poco lontano da lui e con tutta la pace del mondo addosso leggeva il giornale. Gli altri si erano rintanati da qualche parte, probabilmente nelle loro stanze o a divertirsi insieme. E lui era stato come al solito sacrificato a quella sottospecie di autoproclamatasi divinità. Era stufo di essere trattato come il suo giocattolo personale. 

“Anche se mi guardi così, non posso fare nulla per la neve.” Il Russo aveva parlato senza nemmeno alzare gli occhi dall’articolo che stava leggendo. Sicuramente qualcosa su quella neve impazzita. 

“Fammi fare qualcosa, perché sto per impazzire chiuso qui dentro. E non risponderò poi delle mie azioni, ti avverto.” 

“Ti ho dato una valida opzione stamattina, ma l’hai rifiutata con qualche insulto e bestemmia.”

“Mi hai messo in ridicolo davanti a tutti proponendo di passare la giornata nel tuo letto. Queste sono cose private che nessuno sa.”

Ivan aveva solo allora spostato il giornale per poterlo guardare. Lo guardava tra l’incredulo e il divertito.

“Tu sei davvero convinto che nessuno qui dentro sappia di noi? Non puoi essere così ingenuo, Gilbert. Lo sanno tutti.”

“Penseranno che sia tutto contro la mia volontà. Perché è così. Fai tutto contro la mia volontà.”

Ivan aveva chiuso il giornale e lo aveva guardato per nulla divertito. Aveva ottenuto una reazione, anche se non era quella che si aspettava. Sembrava quasi ferito dalle sue parole. Perché tutto si poteva dire del Russo. Era violento quando serviva. Sapeva essere crudele quanto un bambino che strappava le ali di una farfalla. Anche tra di loro erano passati alle mani più di una volta quando le discussioni si facevano accese. 

Ma a letto non lo aveva mai costretto. Nemmeno quando era arrabbiato e credeva di punirlo a quel modo. Non era mai una punizione. Non aveva mai combattuto per liberarsi da lui. Gli faceva sfogare la rabbia e non poteva di certo dire che gli dispiaceva. Perché se gli fosse anche solo lontanamente stata stretta quella relazione, avrebbe combattuto anche fino alla morte pur di liberarsene. 

Solo che non era così. Certo, avrebbe preferito essere ancora uno Stato libero, non governato da qualcuno, ma le cose stavano quasi funzionando in modo decente. Forse anche un po’ più che decente se doveva essere proprio onesto con sé stesso. E non pensava che avrebbe ferito Ivan con una frase del genere. Doveva solo essere una delle tante cattiverie che gli diceva per dargli fastidio, nulla di più. Voleva solo infastidirlo perché si annoiava. 

Non voleva stranamente ferirlo. 

“Bene, da adesso sei libero da questa costrizione. Puoi tornare a Berlino quando preferisci e puoi anche non ritornare più qui, se è una tale violenza nei tuoi confronti.” Il Russo si era alzato dalla poltrona, abbandonandovi sopra il giornale, e non si aspettava davvero una reazione simile. 

Lo aveva ferito in un modo molto più profondo di qualsiasi ferita fisica gli avesse mai inferto. E gliene aveva inferte diverse nel corso dei secoli.

Aveva cercato di prendere la sua mano quando gli era passato accanto, ma Ivan l’aveva scostata senza nemmeno guardarlo.

“Ehi, non era mia intenzione sembrare così stronzo.”

“Non è mai tua intenzione, ma lo sei sempre. Sei libero se è questo che vuoi. Vai pure a provarci con Ungheria, o Bielorussia se hai il coraggio. Anch’io mi troverò qualcuno.”

Gilbert era rimasto seduto sul divano, mentre l’altro usciva dalla stanza sbattendo la porta. Aveva davvero esagerato. O forse aveva esagerato anche l’altro a prendersela così. Forse il Russo era già nervoso di suo quel giorno, e lui non se ne era accorto perché era troppo annoiato per pensare ad altri che non fosse lui stesso. 

Restava il fatto che ora aveva un Russo incazzato a piede libero per casa che se la sarebbe presa con qualcuno - sicuramente uno dei Baltici - e sarebbe toccato a lui rimediare in qualche modo al danno che aveva causato.

 
   
 
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