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Autore: Flofly    15/11/2023    3 recensioni
Vegeta è stato cresciuto con l'idea di non temere la morte.
Vegeta è stato cresciuto con l'idea che l'Amore fosse niente.
Poi è arrivata Bulma.
E ora, che Majin Bu rischia di portargli via l'Amore, decide che la Morte è la via da seguire.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La morte è più potente dell’Amore
È una sfida gettata all’esistenza
Émile Zola
 

La morte non è mai stata una nemica per me. Mi hanno insegnato a ricercarla, carezzarla, sfiorarla fino a sentire il suo richiamo suadente. Per un guerriero la morte è qualcosa di naturale come respirare, come il dolore che infiamma ogni tuo muscolo durante la battaglia. A volte ha il volto misericordioso dell’oblio dei sensi, la fuga dalla fatica e dalla sofferenza.
Ho visto morire il mio pianeta, i miei cari, il mio popolo, il mio re . E sono sopravvissuto.
Io, Vegeta, l’ultimo principe dei Saiyan.
Per me, l’amore non è mai stato nulla se non una parola vuota di cui alcuni si riempivano la bocca per scacciare la paura, per giustificare le loro debolezze. Spesso l’ultima prima di lasciarsi stringere dalla morsa del riposo eterno. Non ho mai pensato di poter amare, non mi è mai interessato.
E poi il mio mondo è stato sconvolto.
Ho lottato contro l’amore, più a lungo e con più fierezza di qualsiasi battaglia io abbia mai intrapreso. Ho pensato fosse lussuria, quella ho sempre saputo come gestirla. L’ho assecondata, stringendo i tuoi fianchi morbidi, marchiando la tua pelle candida con i miei morsi, pensando che possedendoti avrei sconfitto quella stretta d’acciaio che mi impediva di respirare quando tu eri vicino a me.
C’è stata una notte, e poi un’altra e un’altra ancora.
“Sei una delle tante” ti dicevo con addosso ancora caldo il sudore dei nostri corpi, mentre tu ti limitavi a guardarmi con un sorriso sarcastico, le labbra ancora arrossate dalla furia delle nostre bocche.
“Allora va via” sorridevi, stiracchiandoti languida, senza accennare neanche un minimo di imbarazzo.
“Appena potrò, non preoccuparti” rispondevo stizzito, lasciando la tua camera.
Ma tu eri nella mia mente, nella mia bocca, sotto la mia pelle.
E io tornavo sempre.
Per te, per la prima volta, ho avuto smesso di guardare alla morte come ad un’amica.
 
Sei sempre stata la mia più grande nemica, Bulma. Sei stata tu a sconfiggere il principe dei Saiyan, il guerriero spietato che ero sempre stato destinato ad essere.
Quando mi hai detto di essere incinta sono fuggito. Da te e dal tuo corpo che sarebbe cambiato vomitandomi addosso la mia debolezza. Da quel bambino mezzosangue che non poteva essere il mio erede. Da me e dalla paura di non poter più tornare ad essere quello di un tempo.
Ma tu, voi, eravate in ogni mio gesto, in ogni mio respiro, un nemico invisibile che non potevo sconfiggere.
E allora sono tornato, ancora una volta. E mentre ti guardavo cullare quel bambino che era fatto di me e di te e di qualcosa che non avrei mai saputo comprendere, ho iniziato a temere la morte.
 
 
 
“Dai non essere sciocco, prendilo in braccio” mi dicevi ogni volta che mi avvicinavo alla culla di Trunks, ma io mi ritraevo, scuotendo il capo deciso: il principe dei Saiyan non prende in braccio un bambino, tantomeno il proprio figlio. Questo mi ripetevo nella mia testa, ogni volta che tendeva le sue braccine troppo paffute verso di me.
Gli insegnerò a combattere, mi dicevo. Sarà più che sufficiente. Ed è quello che ho fatto, giorno dopo giorno, guardandolo crescere, spingendolo oltre i suoi limiti, oltre i miei.
Ma ce ne è uno che non posso fargli superare.
 
“Trunks lascia che ti abbracci”
le parole mi escono fuori prima ancora che possa fermarle, sfuggite a quel controllo che mi impongo da tutta la vita.
 
“Ti voglio bene papà.”
Lui ha capito. E’ sempre stato intelligente, il nostro bambino, lo ha preso di certo da te. Ma è testardo, come me. Lo sai, me lo dici sempre. E’ per questo che devo fare un’ultima cosa, qualcosa che per cui forse mi odierà.
 
 
 
Sai Bulma, adesso non ho più paura dell’amore, perché è quello per cui sto combattendo. E di nuovo non temo la morte, ora che è così vicina da vederla sorridere.
Morirò Bulma, morirò per te, per nostro figlio e per il vostro futuro.
Sono di nuovo io, e al contempo sono quello in cui mi hai trasformato. La mia morte sarà un ultimo regalo per te, più forte di qualsiasi pegno d’amore, più potente di qualsiasi “Ti amo” che non ti ho mai detto.
Perché non svanirà con il mio corpo, ma sarà l’ultima sfida, la più grande, quella alla mia intera esistenza.
E, forse, quella sfida l’ho già vinta.
Andiamo MajinBu, ti mostrerò di cosa è capace il principe dei Saiyan. Ma soprattutto ti mostrerò di cosa è capace un uomo che ama.
-
Addio Bulma, questa volta non tornerò, io non sono Kakaroth.
E non sai quanto mi dispiace.

 

Questa storia partecipa all'iniziativa "“la ruota dell’anno” indetta sul gruppo FB italiano “L’angolo di Madama Rosmerta” 
 Prima candela da accendere: Samhain, il Capodanno Celtico.
"L'inizio dell'anno comporta una meditazione sulla Morte e la commemorazione degli antenati, è il momento dell'anno in cui la linea tra il mondo dei morti e quello dei vivi si fa più sottile. Nelle società agricole coincide con il raccolto degli ultimi frutti e delle bacche, il ricovero degli animali nelle stalle e negli ovili, la macellazione di quelli in eccesso."
Il prompt di scrittura era "
“La morte è più potente dell’amore. È una sfida gettata all’esistenza” Emile Zolà."


Ps. Spoiler:
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Poi torna.
 
   
 
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