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Autore: Shainareth    21/11/2023    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Tutto sommato, la semplicità di Shiho poteva passare tranquillamente in sordina. Non a Yzak, però. Il punto era che aveva sempre trovato conturbante la sua folta chioma castana, al punto da scoprirsi a desiderare di affondarci dentro il naso e le dita, per potersi inebriare del suo profumo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dearka Elthman, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ACCONCIATURE


Il Comandante Joule non era tipo da far caso a certe vanità. Tuttavia, quel giorno non riusciva davvero a concentrarsi sul lavoro, tanto da essersi distratto più volte persino durante la riunione appena conclusa. Era una sciocchezza, eppure lo impensieriva il fatto che quel giorno il Maggiore Hahnenfuss si fosse presentata con i lunghi capelli sciolti e ondulati.
   Di per sé non c’era nulla di male, soprattutto quando pensava che molte altre colleghe e sottoposte se ne andavano in giro con le acconciature più disparate: da codini infantili a strana roba che sembrava conficcata con studiato sadismo nella scatola cranica - e che gli faceva prendere in seria considerazione l’idea di ulteriori perquisizioni all’interno degli uffici governativi. Persino Lacus Clyne, che era la regina delle stramberie in tal senso, quel giorno portava una curiosa cattedrale di ciocche rosa annodate fra loro a ornarle il capo.
   Tutto sommato, la semplicità di Shiho poteva passare tranquillamente in sordina. Non a Yzak, però. Il punto era che aveva sempre trovato conturbante la sua folta chioma castana, al punto da scoprirsi a desiderare di affondarci dentro il naso e le dita, per potersi inebriare del suo profumo. Tuttavia, adesso che la vedeva in quelle condizioni, non poteva fare a meno di domandarsi il perché lei avesse deciso di provare qualcosa di diverso. Più si arrovellava attorno a quel pensiero, più si rendeva conto che la risposta non poteva essere che una soltanto: alla fine del turno di lavoro, Shiho avrebbe dovuto incontrarsi con qualcuno. Un appuntamento galante, senza dubbio.
   «A furia di guardarla in quel modo ti cadrà il pisello.»
   Quell’aulica osservazione lo fece inorridire e gli fece arricciare le labbra in un’espressione scandalizzata. «Non hai niente di meglio da fare?»
   Dearka si strinse nelle spalle. In realtà aveva un quantitativo esagerato di rapporti da rivedere che lo aspettava impilato disordinatamente sulla sua scrivania, ma quando durante la riunione si era accorto che il suo amico non riusciva a staccare gli occhi dalla compagna, non aveva potuto fare a meno che indugiare con lui sulla soglia della sala, alla fine dell’incontro. Il Maggiore Hahnenfuss se ne stava qualche metro più in là a scambiare opinioni con un collega più anziano, ma ancora sufficientemente giovane e aitante da far aggrovigliare le budella del povero Comandante. Era quello, il tipo con cui lei aveva appuntamento?
   «Perché non le dici semplicemente che non vuoi che si allontani da te per più di dieci passi?»
   «Invece di impicciarti dei miei affari, pensa a non fare guai con le nuove stagiste.»
   «Potrei offendermi per questa tua cattiveria gratuita», ribatté Dearka, che in realtà cercava davvero di comportarsi in maniera impeccabile almeno sul posto di lavoro.
   Vide Yzak sobbalzare e, chiedendosene la ragione, tornò con lo sguardo a Shiho, che aveva appena salutato il collega e ora si dirigeva verso di loro con cipiglio corrucciato. «Mi domando cosa diavolo le facciamo a fare, queste riunioni, se poi la gente si ostina a non ascoltare mezza parola.» Davanti all’espressione confusa degli altri due, aggiunse: «Quel tipo mi stava chiedendo quale fosse il nocciolo della questione perché non ci aveva capito niente.»
   «O forse era solo una scusa per stopparti», considerò Dearka, spiccio come al solito. La ragazza gli rivolse un’occhiata scettica e lui si sentì autorizzato a continuare. «Forse pensa che tu stia fin troppo bene con questa nuova acconciatura.»
   Shiho lo fissò stupita, come se non avesse idea di cosa lui stesse parlando. «Ah...» balbettò poi, in lieve imbarazzo. «In realtà questa è frutto del caso», spiegò, passandosi la punta delle dita fra i capelli scuri in un gesto quasi distratto. «Stamattina la sveglia non ha suonato. Ero in ritardo, perciò dopo la doccia ho legato i capelli alla bell’e meglio e si sono asciugati così. Me ne sono ricordata solo quando sono arrivata al lavoro. Li ho sciolti subito, ma ormai il pasticcio era fatto.»
   «Ah», si lasciò sfuggire di bocca il giovane Joule, rendendosi conto solo in quel momento di essersi fatto inutili viaggi mentali. I suoi occhi cerulei scoccarono un’occhiataccia in direzione dell’amico di sempre, che aveva iniziato a sghignazzare al suo fianco.
   «E io che credevo che ti fossi fatta bella per il nostro algido Comandante», li prese in giro lui, prendendo entrambi in contropiede e facendoli avvampare.
  «C-Che ti salta in mente?!» balbettò la ragazza, afferrandosi la chioma e strapazzandola con fare nervoso.
   «Non ho mai conosciuto un idiota più idiota di te», gli fece invece sapere Yzak, ostentando una calma che non possedeva affatto.
   «Allora», decise di farsi perdonare l’idiota in questione, «se non avete impegni, potremmo pranzare tutti e tre insieme. Hanno aperto da poco un localino niente male proprio qui dietro», li informò. Nonostante tutto, gli altri non ebbero nulla in contrario e iniziarono ad avviarsi lungo il corridoio insieme a lui. Se non che, il Capitano Elthman si fermò di colpo e si batté una mano sulla fronte. «Che sciocco!» esclamò, come se si fosse appena ricordato di qualcosa. «Mi ero dimenticato che avevo già un appuntamento.» Scrollò le spalle con noncuranza. «Vabbè, sarà per la prossima volta. Andate voi due, intanto. See you.» Dicendolo, si affrettò ad allontanarsi, in modo che gli altri due non avessero tempo per ribattere.
   Era stramaledettamente evidente che quella carogna lo avesse fatto apposta, pensò Yzak, serrando le mascelle e stringendo fra loro le mani dietro la schiena. Lo avrebbe ucciso dopo, con calma.
   «Ehm...» La voce imbarazzata di Shiho lo distolse dai suoi propositi di vendetta. «Non voglio obbligarti ad andare, se preferisci rimanere qui.»
   Quel delizioso rossore che le tingeva il bel viso chiaro ebbe il potere di sciogliere del tutto l’austero Comandante. «N-No, figurati... Andiamo pure», rispose, temendo di rompere chissà quale fragile equilibrio. «Sempre che tu non abbia già un appuntamento con... qualcuno
   «No», gli assicurò con forza il Maggiore, decisa a chiarire qualsivoglia equivoco. «Sono a tua completa disposizione.» Solo dopo si rese conto di essere lei, quella equivoca. Avvampò. «N-Nel senso che...»
   Sorridendo per la sua goffaggine, insolita per una ragazza in gamba e un soldato inappuntabile come lei, Yzak le venne incontro. «Vogliamo andare?»
   Shiho chinò lo sguardo, imbarazzata, e seguì il giovane, ringraziando in cuor suo di essersi svegliata tardi, quella mattina.



 
  
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