Come nasce un amore? Tra le pieghe del tempo rubato alla vita di tutti i giorni – e loro sono esperti di quel tipo di ruberie, sì. Solo, non ruberebbero mai a loro stessi. Hardison non si sognerebbe mai di rubare niente a Parker – anche perché lei, poi, per vendetta (o solo perché è una giornata uggiosa, senza colpi da fare od obiettivi da inquadrare) lo appenderebbe per le caviglie, e nel sonno per di più. Ecco, soprattutto per un pericolo del genere Alec si tiene ben lontano da certe ideuzze che lo colpiscono nei momenti di noia.

Parker, dal suo canto, ha rubacchiato il beverone di Hardison una volta sola. Giusto per tenersi in allenamento. E poi è disgustoso. Molto meglio i suoi cereali.

Non le piacciono quelli a forma di lettere dell'alfabeto, le ricordano gli esercizi che le facevano fare in orfanotrofio. Quelli che se lei sbagliava una o due sillabe, poi andava a finire che saltava la cena, chiusa nell'ufficio della psicologa perché aveva fatto saltare due dita al maestro che le aveva corretto l'errore. Ma, be', la penna rossa le metteva sempre un certo nervosismo. La psicologa gliel'avrebbe dovuto far notare.

E Parker ha bisogno di qualcosa di felice, di prima mattina, o non carbura.

Ma quando, rovesciando il sacchetto di cereali nella sua ciotola, cadono per prime quelle dannate letterine – e c'è mancato veramente poco, che Parker non facesse volare dalla finestra ciotola, cucchiaio e pure il tavolo del cucinino. Elliot avrebbe dovuto fare gli straordinari per mettere tutto a posto. Però...

Però, quelle letterine sono colorate. Come i cereali alla frutta che Archie le faceva mangiare a pranzo e a cena, visto che Parker ancora non si fidava del cibo che le cucinava il suo nuovo tutore. Non che avessero mai messo in chiaro certe definizioni. D'altra parte, Parker ha cinque minuti in più da perdere nel risolvere il mistero di quelle letterine, prima di andare a controllare le sue imbracature. Come fa tutte le mattine e tutte le sere. Il segreto di un buon ladro è una buona routine, diceva Archie. Ma non le aveva mai detto nulla sul distrarsi con un piccolo mistero di prima mattina.

E cosa le ci vuole, a riordinare quelle letterine prima in un mucchietto e poi in una fila ordinata di senso compiuto? Toh, c'è persino qualche simbolino.

Vuoi metterti con me? Sì / No

Ora, Parker non è mai esattamente andata a scuola. E non ha mai ricevuto uno di quei bigliettini smielati che si passavano suonati e svampite da un banco all'altro, in quei filmetti adolescenziali che erano costretti a vedere ogni sabato pomeriggio, forse per distrarli dalla loro triste realtà di orfani o per prepararli a come diamine ragionasse il mondo di fuori.

Quella tortura non ha affatto inclinato Parker ad esporsi un poco di più verso quel mondo. Figurarsi verso l'innamorarsi. Tutt'altro, anzi. Però, come Nathan, e Sophie, e Elliot, e praticamente tutta la sua squadra ci tiene a ricordare a chiunque la sottovaluti – Parker non è stupida.

Per cui, quando Hardison va in cucina per far colazione con beverone e biscotti, non è sorpreso nel veder galleggiare nella ciotola di Parker solo le letterine che le ha infilato di nascosto nei suoi cereali.

Ma è Elliot che lo ritrova a terra, semi-stecchito ma con un sorriso che gli va da un orecchio all'altro.

Le letterine del No sono le uniche sparite dal fondo di quella ciotola.