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Autore: Florence    23/11/2023    5 recensioni
One Shot ispirata a una fanart di Kkumri.
Post time-skip.
Kageyama continua a osservare contrariato un articolo di Monthly Volleyball sugli ultimi gossip che riguardano Atsumu Miya e Kiyoomi Miya, prossimi al ritiro. Non gli torna: ci pensa e ripensa, MA non gli torna. Perché Kiyoomi Sakusa ha cambiato il suo nome? Non è affatto una cosa accettabile. No no no. Tobio non lo farebbe mai, perché è troppa, per lui, l'importanza di chiamarsi Kageyama...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Sono proprio appena approdata in questo fandom ed è con tutta l'umiltà del caso che pubblico questa breve one shot Kagheina, che mi è saltata in mente in un momento di noia, dopo aver visto la bellissima fanart di Kkumri, che spero si veda qua sotto!
Ringrazio infinitamente Giorgi_b e musa07 per la consulenza e la loro gentilissima disponibilità. Ragazzi, ma che persone deliziose ci sono su questo fandom!!! Un abbraccio enorme a entrambe!



The importance of being Kageyama

 

 
 
«Io proprio non capisco cosa gli sia passato per la testa…» Kageyama scuoteva il capo, gli occhi spalancati, le sopracciglia che quasi si curvavano fino all'attaccatura dei capelli.
«C'era da aspettarselo… Lo avevano detto che non ce la facevano più a star dietro a tutto… La casa, gli allenamenti, il bambino… Pensa che a volte se lo portano dietro insieme alla baby sitter, solo che lui piange disperato e lei lo ignora, per guardarci giocare!»
Hinata rotolò nel letto fino a raggiungere il compagno. Stava ancora fissando sconvolto il tablet, la pagina del browser aperta sulle ultime indiscrezioni di casa MSBY Jackal.
«Ma è roba da pazzi!» Bofonchiò e sussultò quando le labbra dell'altro si posarono in mezzo alla curva della sua schiena.
«È la vita, Kags!»
«Cioè, ma guarda!? “I Miya annunciano il ritiro dopo le olimpiadi!” I Miya non esistono più da anni, ormai! Da quando Osamu ha deciso di mettersi a far sushi, invece che schiacciare! Che cavolo di titolo…»
Shouyo sghignazzò. Era quello, dunque, il problema… Si arrampicò lentamente sopra la schiena di Tobio. A lui parve di essere schiacciato da un enorme serpente.
«Fai pace con la tua testa», lo baciò proprio lì, in mezzo ai capelli neri, «I Miya ormai sono Atsumu e Kiyoomi, lo sai. Ti ricordi? C'eri anche tu al loro matrimonio, ero venuto a prenderti con la forza a Roma… e ho dovuto usare tutto il mio fascino su di te, per convincerti a tornare a casa…»
Tobio piegò le labbra in un ghigno. Quel farabutto! Se lo ricordava eccome il modo strisciante che aveva usato per convincerlo.
«Sventolarmelo davanti al naso e poi minacciare lo sciopero non vuol proprio dire ‘usare fascino’, sai?» Con un colpo di reni disarcionò il compagno e gli fu addosso. Hinata boke… dopo due mesi che non si vedevano, aveva rischiato di andare in bianco per quella ripicca idiota.
«Però ti ho convinto, no?»
«Oh, eccome! E poi io ho convinto te a non farti venire più quel genere di idee…» Prese a fargli il solletico sui fianchi e sotto le ascelle.
Shouyo rideva incapace di fermarsi, puntava le mani sulla testa di Tobio e intanto guidava i suoi baci sul suo petto, sulla pancia.
«Comunque eri presente al matrimonio, quindi non meravigliarti se Kiyoomi è entrato in quella sala come Sakusa e ne è uscito come Miya.»
Kageyama si allontanò da lui, di nuovo punto da quel fastidio di non comprendere una tale sciocchezza.
«E invece sì: perché Miya? Doveva essere Atsumu a chiamarsi Sakusa, è sempre stato meno forte di Omi, e lo dico da avversario, non da compagno di squadra.»
Un lampo birichino balenò negli occhi di Shouyo.
«Il perché è ovvio: è stato Tsum Tsum a chiedere per primo a Omi di sposarlo.»
Tobio si sollevò, lasciando che il lenzuolo scivolasse sotto i suoi fianchi. Dalla sua posizione, Shouyo aveva una visuale perfetta del corpo di bronzo del suo uomo, intrecciò le dita con quelle della mano di lui, immobile al suo fianco.
Pensare che soltanto due anni prima nessuno dei due avrebbe mai pensato di trovarsi in un letto, nudi, mano nella mano, dopo una intensa e gratificante sessione di sesso. O forse sì, era un desiderio inespresso per entrambi, ma nient'altro di più che sofferenza gratuita autoinflitta negli anni.
«Sakusa non doveva cedere. Il suo nome era più importante, era conosciuto in tutto il mondo, solo a sentirlo pronunciare, le squadre avversarie si cacavano addosso.»
«Omi era troppo innamorato per non cedere e poi… lo sai com'è fatto Atsumu, no? Omi non voleva rischiare…»
«Lo so com'è fatto quel disgraziato! Cazzo, boke, ce la metti tutta per farmi arrabbiare eh!» Strappò via la mano da quella di Hinata, lo guardò in viso.
Non poteva biasimare Atsumu Miya per essersi preso una sbandata per lui, anni prima. Già era cotto perso del ragazzino pelle e ossa che era al liceo, quando se l'era trovato in squadra, cresciuto e bello come il sole, era stato inevitabile non resistere alla tentazione. Biasimava il boke, invece, che non aveva fatto nulla per non-
«Miya è un amante fantastico, Sakusa avrà fatto due conti e valutato che non gli conveniva mettersi a discutere su quisquilie del genere. Sai, Miya a volte è un po’ come Toruu-chan e quando sei a letto con lui pensi che puoi morire perché non c'è nient'altro di più-»
«Zitto!» Tobio fu sopra di lui, lo placcò alle spalle e gli chiuse la bocca con un bacio famelico. Shouyo era solo suo adesso, non voleva più sentire niente di quel passato in cui si era fatto mezza rosa dei giocatori più forti del Giappone.
«... Ma alla fine, se sono tornato da te, un motivo c'è, no?» Sussurrò Hinata sulle sue labbra, mordendo e leccando tra una parola e l'altra.
«Sentiamo… quale sarebbe il motivo?»
«Perché io ti amo, boke…»
Il cuore di Tobio fece una capriola, la sua bocca fu catturata in un bacio lento, il capo bloccato da una mano a tenergli la nuca e l'altra a carezzargli il viso.
«Io ti amo…» Ripeté Shouyo, «Ed è per lo stesso motivo che Atsumu ha chiesto proprio a Omi di sposarlo e non lo ha chiesto a me. Perché ama Kiyoomi e voleva costruire la sua vita insieme a lui.»
Cos’era quel tono tutto a un tratto così serio? Perché il cuore di Shouyo aveva preso a battere così forte sotto alle sue mani?
Con un risucchio Hinata si allontanò dalle labbra di Kageyama, tirando leggermente la sua carne fino a separarsi da lui e guardarlo negli occhi.
C'era una tempesta di fulmini in quelli blu di Tobio, una stella ardente in quelli di Shouyo.
 
«Per amore si fanno tante sciocchezze, come scappare dall'altra parte del mondo, credendo di non essere mai abbastanza, come perdere mille volte la strada di casa, sperando di trovarla sempre lì.» Allungò una mano fino a sfiorare il petto di Tobio. «È qui la mia casa.» Aprì il palmo sulla pelle calda, sentì lo stesso battito emozionato.
«... e quindi… poiché finalmente ho ritrovato la strada di casa, visto che questa casa è ancora più meravigliosa di come l'avessi mai sognata, dato che ho accettato da tempo che non vincerò mai la nostra sfida e che intorno a noi il mondo va avanti…»
«Non dirlo.»
Kageyama alzò le mani davanti a sé, gli si leggeva il terrore negli occhi.
Boke! Boke, boke, boke!
Non stava succedendo davvero! No, no, non era possibile, non era pronto non così, non in un letto sfatto di un hotel in un altro paese, non con-
 
«Tobio, vuoi sposarmi?»
 
Sì! Mille volte sì!
 
«Hinata boke! Ti avevo detto di non dirlo!»
 
Shouyo accarezzò con gli occhi il viso rosso come un peperone di Kageyama, indugiò sugli occhi terrorizzati, sulle spalle contratte, i pugni serrati, la linea della bocca appena socchiusa…
Alla fine, la sfida l'aveva vinta, lui, eccome!
 
«Te lo domando ancora: vuoi sposarmi, Kags?» Gli sorrise come un'alba, perché aveva chiara ogni cosa che sarebbe successa. Casa è un posto sicuro. Casa nasconde, ma non ruba e quello che aveva sentito sotto la sua mano, il cuore della sua casa, non aveva rubato niente al timido, orgoglioso, antipatico, permaloso, spaventato Tobio Kageyama che lo aveva fatto innamorare di lui, in un tempo così lontano da sembrare solo una favola imparata a memoria.
 
Gli occhi blu si alzarono su quelli di Shouyo, si rilassarono, i fulmini si erano acquietati, lasciando il posto alla notte serena.
 
«Sì, boke,» rispose e solo allora lasciò che il sorriso si prendesse tutto il suo viso, gli occhi, l'anima.
Abbracciò Shouyo e lo strinse forte al suo petto. Sotto tutti quei muscoli, poteva sentire ancora il ragazzino piccolo e smilzo che aveva abbracciato un pomeriggio di tanti anni prima, scottandosi e scappando via spaventato. No, non era più possibile scappare da lui, ormai: neanche se lo avessero costretto con le torture, nemmeno se gli avessero detto che avrebbe dovuto rinunciare per sempre alla pallavolo, sarebbe corso via dal tutto che era per lui Shouyo Hinata.
 
Lo guardò: era rosso in viso, tremava. Da spaccone, era tornato il ragazzino insicuro del liceo! L'hai fatta grossa, eh, boke?
 
«Hai…hai detto di sì?» Balbettò Shouyo, incredulo.
Tobio gli baciò il palmo di una mano e intrecciò le dita alle sue.
«Ho detto di sì…»
Non era possibile: quell'espressione sognante sul viso sempre corrucciato, la fronte distesa… Shouyo non poteva crederci davvero!
 
«E quindi… diventerai Tobio Hinata?»
«BOKE! HINATA BOKE, MAI!»
 Eccole lì le rughe in mezzo agli occhi, i denti stretti tra loro, lo sguardo truce e incazzato! Oh quanto lo amava! Shouyo allungò la mano al viso trasfigurato e sorrise.
 
«Allora chiedimelo tu. Io accetto ogni cosa.»
«Cos…?»
«Dai, su, coraggio! È solo una formalità.»
«Ma sei idiota davvero?»
«Coraggio…! Lo vedi che sei troppo timido? Mica posso sposarmi con uno così timido, allora tanto meglio richiamare Tor-»
 
«BOKE, MI VUOI SPOSARE???-
Tuonò Kageyama e rimase immobile con le labbra chiuse a riccio, le narici allargate, gli occhi di fuori.
 
«Vediamo… tecnicamente, se accetto, dovrei cambiare il mio cognome e poi potrebbe arrivare qualcuno e dire: “no, che hai fatto! Perché??? Tu eri molto più famoso di lui!”» Vide il pugno che gli stava per arrivare nel fianco, sgusciò via e fece un mezzo giro attorno all'altro. E intanto rideva. Rideva come non aveva mai fatto, sentendo anni e anni di paure scivolare via dalla sua anima come pioggia sulla pelle. Rideva e ringraziava i momenti bui, la paura di non farcela, le piccole conquiste, quel torneo che gli aveva aperto gli occhi, la sabbia che aveva masticato, la pelle scottata dal sole, la rete che li aveva divisi, la maglia che li aveva finalmente riuniti.
 
«Sì. Ti voglio sposare, Kags», gli prese il viso tra le mani e lo soffocò con un bacio lungo dieci anni.
 
 
***
 
 
«Dovremo ritirarci insieme.» Shouyo respirava sul suo collo, i capelli e quel soffio leggero lo solleticavano.
«Cazzo dici, boke?» Tobio piegò le sopracciglia. Era esausto per qualsiasi altro movimento.
«Quando sarà il momento… dovremo smettere insieme, così scriveranno “I Kageyama annunciano il ritiro dopo le olimpiadi”...» Al soffio sul collo, si aggiunse il calore di due labbra umide. Dio quanto lo amava!
«Boke…» Un brivido lo percorse, uno squarcio di futuro lampeggiò per un istante nella sua mente.
«Kags…»
«Mmn…?»
«Omi e Iwa-chan saranno anche fortunati ad avere Atsumu e Toruu, sai, ma il più fortunato di tutti sono io.»
Tobio sorrise rivolto al soffitto, nella penombra di quella camera anonima. No, non era d’accordo, il più fortunato era senza dubbio lui. Strinse Shouyo in un abbraccio enorme, gli baciò il capo.
«Shouyo Kageyama, domattina dobbiamo iniziare a parlare di cose serie… Quando dirlo, a chi dirlo, dove farlo, chi invitare… Siamo due boke, abbiamo parenti e amici sparsi in tutto il mondo, mi sa che dovremo trovare un-»
 
Ma Shouyo dormiva e tutto il suo mondo, per il momento era là.
 
 
 
 
 
 
   
 
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