Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: kamony    25/11/2023    2 recensioni
Quando la morte verrà ad abbracciarti, ti renderai conto di ciò che sei.
Itachi Uchiha

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Mikasa e le sue riflessioni su Eren a vent'anni di distanza dalla sua morte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikasa Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie per aver scelto di leggere questa shot.
Per alcune considerazioni ci troviamo a fine capitolo.
Buona (spero) lettura.
Disclaimer
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Mikasa e gli altri
personaggi di Shingeki no Kyojin qui citati non mi appartengono (purtroppo), ma sono proprietà di Hajime Isayama.



A te tra vent'anni



La collina è sempre uguale.
La lapide è sempre lì al suo posto.
L'albero cresce e la vita scorre.


Sono passati venti anni Eren e ora posso finalmente parlarti con il cuore leggero e l'animo sereno.
C'è voluto tanto tempo e tante lacrime per sopire il dolore che ha dilaniato il mio cuore. Ho dovuto dovuto sedermi e raccogliere tutti pezzi per poterli ricucire insieme.
Ogni volta che vengo qui il mio petto si grava di un grande peso. Io e Armin ci sentiamo ancora responsabili perché tu hai giocato a dadi con le vite del mondo fingendo di essere il dio che non sei, e noi, purtroppo, ti abbiamo fermato tardi.
Ho cercato di non impazzire mentre capivo che le vite che hai spezzato sono come virgulti che non potranno mai essere alberi. Madri che non saranno mai nonne, figli che non saranno mai genitori.
Come hai potuto farlo? Come hai potuto caricare le nostre esistenze di questo peso così enorme, chi ti ha dato il diritto di decidere chi poteva vivere e chi doveva morire?
La verità è che tu non sei mai stato libero Eren, dici che lo hai fatto per noi, ma lo vedi cosa ci hai lasciato? Una dittatura che porta il tuo nome, l'esatto contrario della libertà che tanto evocavi.
Hai detto ad Armin che mi amavi, ma tu hai preso il mio amore e lo hai buttato via.
Ora so che non avresti cambiato idea neppure se io mi fossi dichiarata, ma sei stato egoista fino in fondo e hai voluto infliggermi altro dolore mostrandomi una visione che non sarebbe mai stata realtà, perché già sapevi tutto. Conoscevi presente passato e futuro, fino al punto in cui non ti ho tagliato la testa.
Non hai neppure avuto il coraggio di chiedermelo, hai preferito farmi del male fino ridurre in pezzi ogni mia certezza.
No, non ti odio, ti voglio sempre e comunque bene, perché i sentimenti non si comandano a bacchetta.
Ma devi ammettere che non c'era bisogno del tuo genocidio.
L'umanità è stata e resterà per sempre quello che è: imperfezione, brama, odio, ma anche amore, empatia, speranza.
Mi ci sono voluti venti anni per capirti fino in fondo e per rendermi conto che con te, probabilmente, non sarei mai stata felice. Non ero io quella che dovevo dichiararmi, ma tu dovevi farlo e abbracciare un sentimento che forse, come uomo, ti avrebbe davvero reso libero, o forse no, nessuno lo saprà mai.
Ora sono felice Eren, mi sono sposata e ho due figli. Come il ciliegio in primavera sono sbocciata, poi rifiorita e ho amato.
Ho scelto l'amore e non il rimpianto, ho scelto di essere libera, ho scelto di costruire invece di recriminare.
No, non ho mai smesso di pensarti, neppure un solo giorno della mia vita, sei comunque una parte importante di me, ma hai fatto la tua scelta e io la mia.
«Andiamo Mikasa?» mi dice mio marito cingendomi le spalle con fare protettivo.
Annuisco e poso i fiori in terra.
«Brutti pensieri?» mi chiede preoccupato. Dopo dieci anni di matrimonio mi legge come un libro aperto.
«No. Solo ricordi sbiaditi di quando eravamo giovani, ingenui e idealisti» rispondo serena.
Mano nella mano ti giriamo le spalle e andiamo verso la nostra vita. Sì, lo so, starai pensando che ce l'hai donata tu con il tuo rumbling.
No Eren è il destino che ha voluto così, lo stesso che ti ha voluto dare un potere troppo grande e troppo prezioso perché tu lo sapessi gestire.


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Buonsalve e buon weekend!
Questa storia è stata scritta di getto subito dopo aver visto l'ultimissima puntata dell'anime.
Non ero certa di volerla pubblicare, ma poi mi sono decisa ed eccola qua.
Questa è la MIA interpretazione e la MIA personale visone su Mikasa ed Eren in questo frangente della storia. Ho seguito solo il mio cuore sull'onda delle mozioni provate. Poi chi mi conosce sa che per me quell'uomo è probabilmente Jean, ma soprattutto che per me Mikasa ha diritto a una vita piena e serena e non ad un crogiuolo infinito di dolore nel ricordo di un amore morto. Lo trovo crudele e disumano. Poi ognuno la pensi come vuole e ci mancherebbe altro, siamo tanti e tutti diversi ed un bene così! 😅
Grazie a chiunque abbia letto e grazie bis a chi volesse lasciare un commento ❤️

Giusto n paio di curiosità

Ho fatto una ricerchina, ovviamente in internet quindi prendetela per quello che è. Trovandola interessante la condivido con voi, se poi qualcuno ne sa di più si faccia pure avanti, che per conto mio non si impara mai abbastanza ;)
Sembra che nella cultura giapponese i gigli siano fiori funerari, anche se i preferiti per la sepoltura sono i tulipani, possono comunque anche assumere il significato occidentale di fiore della purezza, e/o castità.
Il fiore che in Giappone simboleggia la purezza sembra sia invece l'osmanthus.
Tutta sta pippa per dire che sì, ci sta, Mikasa potrebbe anche essere morta vergine distrutta da una vita passata nel dolore per Eren, ma nulla è stato dato per certo da Isayama e potrebbe anche non essere così.
Ecco io da donna spero proprio che sia andata diversamente.





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