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Autore: Lina Lee    03/12/2023    0 recensioni
[Green Creek - T.J. Klune]
[Post Ravensong - Pre Heartsong]
Storia partecipante al Calendario dell'avvento 2023 indetto da Sia e Cora sul forum Ferisce la penna.
Gordo decide di uscire, Mark lo asseconda. Ma per una volta che lo stregone dei Bennett ha voglia di non restare chiuso in casa, il maltempo si mette di mezzo.
[Mark/Gordo]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prompt giorno 3 Dicembre: Persona A e persona B rimangono incastrate in casa a causa di una bufera di neve.


Era sabato, tardo pomeriggio, e Gordo si era già preparato per uscire. Peccato che una bufera di neve in piena regola si fosse abbattuta su Green Creek nell'ultimo quarto d'ora, rendendogli piuttosto chiaro come non si sarebbe potuto recare da nessuna parte.
«Merda, proprio quando volevamo uscire! O meglio, quando per una volta volevo e potevo uscire!» sbottò lo stregone, osservando la bufera dalla finestra del soggiorno.
«Anche se in effetti siamo usciti con condizioni atmosferiche peggiori».
«Erano delle emergenze» gli fece notare Mark, anche lui già pronto per uscire.
«Per cui, a meno che non abbia percepito qualcosa nelle barriere che noi non abbiamo percepito, possiamo evitare di uscire, almeno per oggi» concluse, recuperando una coperta dalla camera da letto, togliendosi gli stivali che aveva già indossato per uscire e sistemandosi sul divano senza nemmeno cambiarsi d'abito.
«Le barriere sono a posto, le ho controllate anche stamattina, e non ho percepito nulla di preoccupante» rispose Gordo, allontanandosi dalla finestra con una faccia non proprio felice, per non dire incazzata. Mark batté la mano sul divano, invitandolo a raggiungerlo.
«Tra noi due sei tu il cane, non io» lo provocò lo stregone; dare del “cane” a un licantropo non era proprio un complimento, ma Mark non gli diede corda, cosa che lo portò a sbuffare infastidito e a raggiungerlo.
Tra i cambiamenti apportati nella sua casa con l'arrivo del compagno vi era stato anche un nuovo divano in sostituzione di quello precedente, giudicato troppo vecchio e scomodo. Quello nuovo era un divano piuttosto ampio, ad angolo, o penisola, o come cazzo lo chiamavano, a lui non interessava. Sapeva solo che il suo vecchio divano, compagno di tante notti passate in solitudine, ormai non esisteva più e al suo posto ce n'era uno modernissimo e comodissimo, ma quest'ultimo dettaglio non lo avrebbe mai ammesso a voce troppo alta.
Per parte sua Mark aveva già percepito il cambiamento atmosferico ben prima che giungesse la bufera (era un licantropo, dopotutto), ma non ne aveva fatto parola col compagno, visto che quest'ultimo per una volta desiderava uscire per un motivo che non fosse legato al lavoro o al branco. Si sarebbe limitato a far fronte ai suoi musi lunghi e avrebbe trovato un modo per migliorargli l'umore.
Mentre Gordo si avvicinava al divano, Mark afferrò un libro, che in precedenza aveva lasciato sopra il tavolino del soggiorno.
«Di che parla quel libro? Ho visto che ultimamente gli stai dedicando molto tempo» gli chiese lo stregone sdraiandoglisi accanto, la testa poggiata all'altezza della spalla, il corpo avvolto dalla coperta.
«È un libro sull'alta finanza».
«Una cosa del tipo “Come rendere i Bennett più ricchi di quanto già sono”?»
Lo sentì ridacchiare e spostarsi per mordicchiargli il collo come piccola punizione per quella battuta; Gordo cercò di impedirglielo, ma senza una reale volontà in tal senso.
«Sai bene che dobbiamo occuparci del benessere del branco» gli fece notare Mark, tornando serio e sistemandosi meglio sul divano, una mano a tenere il libro e una ad abbracciare Gordo.
«Mi sembra che, dal punto di vista finanziario, il branco stia piuttosto bene».
«Può essere, ma non si può mai sapere. E poi spero che un giorno il nostro branco possa tornare a essere grande come un tempo, e a quel punto ci vorranno più risorse-».
Il discorso di Mark venne interrotto dai vetri della finestra del soggiorno che tremarono a causa dell'imperversare della bufera.
«Credo proprio che quegli infissi siano da cambiare».
«Posso rafforzarli con la mia magia».
«No, fai già troppo con la tua magia, e quegli infissi sono davvero troppo vecchi, non mi costa nulla farli cambiare».
Gordo sospirò a quelle parole; sapeva che la casa era vecchia, aveva accettato quasi tutto ciò che di nuovo aveva introdotto il compagno, ma non voleva che esagerasse, non voleva cambiare totalmente la casa a cui teneva così tanto.
«Stai tranquillo, so quanto sia importante per te questa casa, la casa che è stata di Marty, e non ho intenzione di rovinarla, ma solo di renderla un po' più confortevole» lo rassicurò Mark, strusciando la propria guancia sui capelli di Gordo. Quest'ultimo sbuffò infastidito.
«Esci dalla mia mente» gli ordinò, senza dargli alcuna risposta in merito al cambio degli infissi. Ne avrebbero riparlato in un altro momento, quando il tepore della coperta e del corpo del compagno non fossero stati una distrazione troppo grande e una motivazione troppo forte per annebbiargli la mente e farlo addormentare.


Mark sorrise quando percepì il respiro di Gordo farsi più pesante, segnale di come il compagno si stesse addormentando. Sapeva quanto il suo stregone fosse stanco, sia per il lavoro in officina, sia per i suoi doveri verso il branco e Green Creek: era sempre stato una persona attenta ai problemi degli altri, capace di sacrificare tutto per gli altri senza mai pensare a se stesso, al suo benessere, al suo riposo. Mark ringraziò mentalmente l'arrivo della bufera che li aveva costretti a casa, era ciò che ci voleva in quel momento per Gordo, e il fatto che quest'ultimo, una volta sdraiatosi sul divano, non avesse impiegato troppo tempo ad addormentarsi, ne era la prova più lampante.
Il licantropo mise da parte il libro e prese ad osservare il proprio compagno, carezzandogli di tanto in tanto i capelli e la guancia esposta; osservò le labbra appena socchiuse, il moncone ormai guarito e coperto di tatuaggi, la mano sinistra, alla quale intrecciò la propria, mentre la mente prese a vagare indietro nel tempo.
Ricordava ancora la prima volta che si erano intrufolati nell'officina di Marty, e come quest'ultimo fosse rimasto impressionato dalla bravura di Gordo con le macchine. Non lo aveva mai detto, ma era stato davvero grato di come Marty si fosse preso cura di Gordo quando loro erano stati costretti a lasciare Green Creek. E ancora di più gli era stato grato per avergli lasciato quella casa, un tetto tutto suo dove poter vivere. Era ovvio che Mark avrebbe sempre tenuto conto dell'importanza di quella casa per Gordo, ma questo non significava che non potesse renderla più accogliente!


Gordo non si rese conto del momento preciso in cui si era assopito, sapeva solo che aveva ceduto alla comodità del divano, al calore della coperta e alla tranquillità che l'abbraccio di Mark riusciva a donargli. Era sempre stato così, anche quando da bambino, dopo la morte della madre, Mark lo raggiungeva di nascosto nella sua camera e lo teneva stretto a sé per tutta la notte. Aveva la capacità di calmarlo, di rilassarlo, e ciò non era cambiato con il passare degli anni.
Aprendo lentamente gli occhi, Gordo si rese conto che Mark non stava più leggendo, lo stava semplicemente osservando, donandogli quiete attraverso le carezze e la sua stessa presenza.
«Quanto ho dormito?» biascicò, la voce ancora impastata dal sonno.
Mark, che si era reso conto di come il compagno si stesse svegliando e aveva iniziato a lasciargli piccoli baci sui capelli, volse il viso verso l'orologio appeso alla parete di fronte a loro.
«Direi quasi due ore».
«Uhm... Sto invecchiando» mugugnò lo stregone, senza mostrare alcun desiderio di muoversi o di alzarsi.
«Il tempo?»
«Sempre terribile» rispose Mark, strusciando il viso sul collo del compagno, annusandone l'odore e lasciandovi impresso il proprio.
«Continua a riposarti, usciremo un altro giorno.
«Più tardi preparerò la cena, e poi penseremo al dopocena» sussurrò Mark, e per una volta Gordo non se lo fece ripetere, si limitò a un piccolo cenno affermativo col capo, chiudendo nuovamente gli occhi e lasciandosi cullare dall'abbraccio del compagno.
  
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