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Autore: Il_codino_di_Mikey    04/12/2023    0 recensioni
Carta, penna e la coscienza di un Tooru adulto e pentito che cerca, in qualche modo, di confessarsi al suo io più giovane.
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Caro Tooru, ti scrivo ora, perché prima proprio non potevo. Ero impegnato a fare le classiche cose da adolescente nonostante avessi ormai vent'anni. Sappi che sono perfettamente cosciente che questa lettera non ti arriverà mai, ma voglio comunque scriverti ciò che, alla tua età, nessuno mi ha mai detto. Non sei strano, né la tua vanità è un problema, ma ti prego, accettati. Non lasciare che i tuoi sentimenti vadano sparsi al vento, e donali alla persona che li merita davvero. Ti prego, non lasciare che l'omofobia e il razzismo dei tuoi genitori ti contagi, perché non sei loro, tu sei Okinawa Tooru, solo tu. Fa in modo di accorgertene prima di salire su quel fottuto aereo per l'Argentina, fa in modo di accorgertene prima di darti all'alcool, fa in modo di non buttare la tua purezza come ho fatto io. Non accettare quello stupido invito in quello stupido bar, non andare a casa di quel tizio e non passare quella serata bella, ma vuota. Non chiuderti in te stesso, smettila di concentrarti solo sulla pallavolo e cercalo, perché, in fondo, sai che è quello che vuole anche lui. Non farti bastare un paio di telefonate e qualche messaggio alle festività e ai compleanni con lui, chiamalo tu, sai che non ti respingerà. Accetta quella cazzo di proposta che ti farà l'ultimo giorno di liceo e vedi di baciarlo con tutto l'amore che provi, resta lì con lui. Chiedigli di seguirti, fagli capire che per te è importante, e portalo con te in Sud America. Accorgiti di lui e dei suoi sentimenti prima di perderti dietro una marea di ragazze che non ami davvero, portalo in quel cazzo di stanzino nel quale le porti tutte e bacialo, fino a farti mancare il respiro, fino a che non avrete entrambi le guance rosse, le labbra gonfie e una mezza erezione sotto i pantaloncini della tuta. Dillo ai tuoi, Tooru. Parla con i tuoi genitori finché sei in tempo, non lasciare che la vita li allontani da te in modo irreparabile. Digli che sei gay, non continuare ad uscire con ragazze a caso nel disperato tentativo di innamorarti di una di loro, sai che è impossibile. Parla non solo con i tuoi, parla con il tuo Iwa-chan, fidati, non si allontanerà da te per nessun motivo al mondo, dopotutto ha fatto coming-out prima di te, giusto? Ricordi di essere stato felice quel giorno, dico bene? Così felice e leggero da sentirti volare, fluttuare in aria fin fra le braccia forti di Iwazumi, che, nelle tue fantasie, ti prende a principessa e fa incrociare i tuoi occhi nocciola con i suoi verde smeraldo, in modo che tu possa ammirare quei suoi capelli color cioccolato fondente a punta che sono proprio come lui, spigolosi solo in apparenza, ma in realtà morbidi, fatti quasi di spuma. Ricordi quella sensazione delle tue mani nei suoi capelli come una droga, vero? La prima volta che li hai toccati hai pensato di non voler più smettere, lo so. Non perdere tempo allora e corri da lui, amalo. Fa in modo di non emularmi, sono un pessimo esempio. Mi sono reso conto di ciò che provavo a dodici anni, sono partito per l'Argentina tentando di dimenticarlo nonostante fossi ricambiato e sono stato lì cinque anni poi, a trent'anni suonati, ho deciso di fargli una sorpresa e tornare in Giappone, solo per vederlo realizzato, con una bella casa, un bel lavoro e un bel ragazzo. Sono tornato solo in veste di migliore amico e l'ho supportato, sempre. Quando mi ha raccontato dei suoi piani per il futuro, dei suoi cinque anni da solo, di come aveva conosciuto il suo ragazzo, di come voleva avere con lui una famiglia, io l'ho ascoltato sorridendo mentre dentro volevo scoppiare a piangere. Eppure, quel giorno c'ero io e non il suo stupido ragazzo. Quando Hajime aveva scoperto un tradimento e si era recato in un bar lo sono andato a prendere io, sono stato io a trascinarlo a casa mentre era ubriaco, a resistere alla tentazione di baciarlo e a non lasciarmi trasportare. La mattina dopo sono stato io a preparargli la colazione, a portargli l'acqua ogni volta che aveva la nausea, a scaldarlo abbracciandolo sul divano quando la coperta non bastava. Il suo ragazzo dov'era? Non lì. Non con colui con cui avrebbe dovuto. E, due giorni dopo, è successo. Ha chiamato l'allenatore della nazionale argentina, per chiedermi di andare a giocare con loro per le Olimpiadi. La tentazione di accettare era forte, ma resistetti e, proprio mentre stavo per dire no, Hajime mi prese il telefono dalla mano e decise al mio posto. "Non mancherà, gliel'assicuro" Disse, mentre il mio mondo andava in frantumi. Ricordo di aver pensato che non mi volesse con lui, che ero solo un peso e di essere caduto in ginocchio, tenendomi il viso nascosto fra le mani per cercare di coprire il mio pianto disperato. "Non piangere, Tooru" Mi disse Hajime, mentre mi abbracciava. Stare fra le sue braccia fu fantastico, non avrei mai voluto privarmi di quel calore, ma credevo non mi fosse stato possibile. "E ora forza, a fare i bagagli, andiamo in Argentina" La frase migliore della mia vita, sai Tooru? Sentire quelle parole uscire dalla bocca di Haijime, anzi Iwa-chan, mi rese l'uomo più felice della terra. Così, preso dall'emozione ho fatto una cosa totalmente improvvisata: mi fiondai sull'uomo davanti a me e lo baciai, cercando di esprimere tutto l'amore possibile ed immaginabile racchiuso dentro di me. Ecco come è iniziata finalmente la mia, anzi la nostra, vita insieme ed è la migliore che potessi mai immaginare. Tu però, queste cose le puoi avere prima, risparmiandoti sofferenza ed umiliazione a non finire, evitando rimpianti e vivendo la vita felice che meriti, la vita felice che ti sei fatto il culo per ottenere. Però sappi che ora sono felice. Ci tenevo a dirtelo, perchè capissi che anche se sono stato graffiato da cento spine e ferito da milioni di catene che mi bloccavano, ora ho la vita che ho sempre sognato. Sono diventato papà, sai? Ho un bambino bellissimo, si chiama Akiteru e sì, in onore della persona che stai pensando. Anche lei c'è sempre stata per me come c'è stata per te. Se ti capita di vederla dille grazie, anche da parte mia, perchè lei c'era allora, c'è adesso e ci sarà per sempre, come Hajime. A proposito, sai che il piccolo ti somiglia tanto da avere il tuo stesso sogno? Vuole vincere le Olimpiadi anche lui, anche se non di pallavolo ma di ginnastica artistica. Me lo ripete ogni giorno da quando ha cinque anni e sia io che Hajime lo supportiamo perchè sappiamo bene che nessuno andrebbe privato di essere sé stesso. Ho smesso di giocare a pallavolo da anni come professionista, ma ciò non vuol dire che io abbia smesso di seguire ogni partita in televisione o dal vivo, se mi è possibile. Non sono neanche in pensione anzi, do una mano proprio ad Hajime nella palestra dove lavora come personal trainer. A volte se ripenso a te, Tooru, mi viene voglia di trovare un modo per farti saltare ogni istante della vita che hai davanti e che ti farà soffrire, per portarti qui, dove sono io ora, circondato da rose bianche e vestito con uno stupendo vestito da sposa. Ora scusa, ma ti devo lasciare, dopotutto devo partecipare al mio matrimonio. Ricordati che sarò qui, per sempre. Ti auguro una buona vita. -Oikawa Tooru
   
 
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