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Autore: Roxanne Potter    05/12/2023    0 recensioni
Non sa cosa l'abbia spinto a tornare in quella città dove non ha più neanche una casa o un'anima a cui affidarsi. Con lo scorrere degli anni, l'istinto ha lasciato il posto alla coscienza e alle inibizioni, ma forse nel profondo di sé Cook è sempre rimasto quel ragazzino la cui natura gli impone di agire senza curarsi delle conseguenze.
[Storia partecipante al Calendario dell'avvento 2023 indetto da Sia e Cora sul forum Ferisce la penna]
[Possibili spoilers per "Skins Rise"]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Cook
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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That's all I've got to say about it


Nei suoi ricordi, l'inverno profuma di morte.
Ogni mattino, quando sorge il pallido sole della vita che rinasce, lui si risveglia morendo, con il volto di Emma inciso tra le palpebre – quel volto delicato seppellito nella gelida neve, l'ultimo giaciglio che ha accolto il suo riposo.
Non ha più amato dopo di lei. Solo il piacere violento braccato tra le curve di corpi senza identità.
Il giorno della vigilia di Natale dei suoi trent'anni, Cook cammina tra le strade di Bristol, sporche di fango e nevischio ma sgargianti di luci e dei sorrisi della folla – la tomba addobbata a festa del suo passato.
Non sa cosa l'abbia spinto a tornare in quella città dove non ha più neanche una casa o un'anima a cui affidarsi. Con lo scorrere degli anni, l'istinto ha lasciato il posto alla coscienza e alle inibizioni, ma forse nel profondo di sé Cook è sempre rimasto quel ragazzino la cui natura gli impone di agire senza curarsi delle conseguenze.
Infagottato nel cappotto, con le mani guantate strette a pugno nelle tasche dei jeans e il berretto calato quasi fino agli occhi, rivanga di passo in passo la vita che il destino ha preteso per sé – forse perché Cook non merita niente – e che lui si ostina a continuare a inseguire, a riconquistare con i denti e con le unghie – perché dentro di sé Cook sa di meritare tutto.
Solo come non è mai stato, si trascina davanti a pub e ingressi di discoteche, nelle piazze dove può ancora vedere Freddie sfrecciare sul suo skateboard. Mette a tacere la fitta di dolore che gli ha trapassato le costole a quel ricordo e s'incammina lungo una strada stretta, piena di negozi, fino a fermarsi davanti alla vetrina di una boutique. In esposizione c'è un lungo abito di un viola sgargiante, ricoperto di pailettes, identico – almeno così gli dice la sua memoria distorta – a uno dei vestiti preferiti di sua madre.
Da quanto tempo non vede sua madre? Da quanto tempo non vede suo fratello? Lo riconoscerebbero se lo guardassero negli occhi? Sarebbero disposti a perdonarlo, ad amarlo?
La porta del negozio si spalanca. Ne esce una figura femminile longilinea, avvolta in un lungo cappotto nero, i capelli bruni acconciati in due trecce che le ricadono sulle spalle.
I loro occhi si incontrano e il tempo si cristallizza. Spariscono il fango e il nevischio, la notte si riscalda annientando il freddo che sa di morte.
I loro sguardi scioccati rimangono incatenati, si esplorano a vicenda nel silenzio. Ma dopotutto non è quello l'unico vero motivo per cui è tornato a Bristol? La speranza, la consapevolezza di poterla incontrare, anche solo di sfuggita?
“Cook? Cook, sei tu?”
La voce di lei è roca, profonda, una voce di donna. Il viso leggermente spigoloso e privo di trucco ha perso le rotondità dell'adolescenza. Eppure è Effy, inconfondibile, bella e leggiadra come lui l'ha sempre custodita nei suoi ricordi.
Più e più volte si è chiesto cosa sarebbe accaduto quando – se si fossero rincontrati. Con quali parole avrebbe potuto restituirle il senso del loro passato, della sua scomparsa, dei suoi lunghi anni di latitanza. Ma le parole non servono mentre Effy – il sorriso tremante e gli occhi lucidi – gli getta le braccia al collo e gli bacia la tempia, per poi prendergli la mano e condurlo lungo le strade che li hanno visti protagonisti delle loro storie, adolescenti infiammati di furore e di vita.
Camminano in silenzio, davanti a vetrine luminose, pub e ingressi di discoteche, e la tomba del suo passato inizia a scoperchiarsi, permettendogli di respirare l'aria fresca che l'ha sempre atteso lì fuori, il profumo della primavera e delle promesse del futuro.
Le parole e le spiegazioni arriveranno presto. Ma è nel silenzio che Cook lascia che la morte lo abbandoni pian piano e che la vita si faccia strada sotto la sua pelle – la vita salda e irremovibile che gli è sempre appartenuta, che rende leggero ogni suo nervo.
La vita da cui non esiste scampo, non esiste fuga.


You think you know life. Stand on the edge of things and watch it go by, but you're not living it. Not really. You're just a tourist. A ghost.
 And then you see it. Really see it. And it gets under your skin and lives inside you and there's no escape. There's nothing to be done.
And you know what? It's good. It's a good thing.
And that's all I've got to say about it.

   
 
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