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Autore: Shainareth    07/12/2023    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Notando l’aria rapita di Shiho, il Delegato recuperò un altro pezzo forte della propria collezione personale, risalente alla guerra civile americana. «Carabina a leva Model 51 di Steven J Arms, canna ottagonale da 76 centimetri. Un vero gioiellino.»
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Dearka Elthman, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INTERESSI COMUNI


«Questa è una Smith & Wesson, calibro 357 Magnum», stava spiegando Cagalli, rigirandosi la pistola fra le mani sotto gli occhi attenti e affascinati della sua interlocutrice. «Risale al periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale. Roy Jinks l’ha definita la pistola più importante del suo secolo.»
   «È un pezzo originale?»
   «Come tutti gli altri», annuì soddisfatta, tenendo l’arma dalla parte della canna e invitando l’altra a prenderla fra le dita per fargliela vedere meglio. «Ovviamente è scarica, ma qui ci sono i colpi originali», aggiunse poi, recuperando da un cassetto le scatole con le munizioni. «Tamburo a sei colpi. Non molto pratico, a mio avviso, ma conserva il suo fascino anche dopo tutto questo tempo.»
   «È stupefacente come si siano fatti progressi nel giro di pochissimo tempo.»
   Notando l’aria rapita di Shiho, il Delegato recuperò un altro pezzo forte della propria collezione personale, risalente alla guerra civile americana. «Carabina a leva Model 51 di Steven J Arms, canna ottagonale da 76 centimetri. Un vero gioiellino.»
   «Santo cielo», esclamò il Maggiore Hahnenfuss. «Come sei riuscita a procurartela?»
   «Ho i miei contatti», ammiccò Cagalli, impettendosi. E sgonfiandosi un attimo dopo, quando ammise la verità: «Se non avessi un conto in banca stratosferico, dubito fortemente che avrei potuto recuperare questa e tutte le altre.»
   Shiho ridacchiò, gli occhi violetti che brillavano davanti a quelle meraviglie. Quando Lacus Clyne, in qualità di intermediaria fra la Terra e le colonie, aveva deciso di fare tappa a Orb, la squadra Joule l’aveva accompagnata per garantire la sua sicurezza. Alla scorta si era unito anche il nuovo comandante, Kira Yamato, conosciuto soprattutto sul campo di battaglia per le sue straordinarie abilità di pilota di Mobile Suit. Shiho era rimasta sorpresa nel venire a conoscenza che lui e il Delegato Athha erano fratelli - gemelli, per di più - e si era stupita maggiormente quando, conoscendola, aveva scoperto in Cagalli non già una spocchiosa e vanesia principessa, ma una ragazza molto più simile a lei di quanto avesse mai potuto immaginare. Non tanto per la semplicità con cui si rivolgeva al prossimo, quanto per le passioni così simili alle sue.
   «Non mi aspettavo certo che si mettessero a spettegolare o a parlare di scarpe», stava considerando nel frattempo Yzak, osservandole dall’altro lato della sala di quel piccolo museo personale che Cagalli aveva messo su nel corso degli ultimi anni, «ma ammetto di essere rimasto stupito.»
   «Di che ti meravigli?» rise Dearka, battendogli una pacca sulla spalla con fare consolatorio. «A dispetto delle apparenze, sono due maschiacci.» Si rivolse ad Athrun che, un passo più indietro, fissava la scena con aria perplessa. «Tu che ne pensi?»
   Cosa ne pensava? Che era sicuramente felice del fatto che la sua innamorata avesse trovato una nuova amica, qualcuno con cui condividere i propri interessi - assai poco femminili, secondo le stupide convenzioni sociali - ma lo impensieriva l’eventualità che fosse poi obbligato a un’uscita a quattro con loro due e Yzak. Un brivido gli corse lungo la spina dorsale, soprattutto al pensiero che, parlando di lui, il suo ex compagno di squadra e Cagalli potessero giungere alle mani a causa di evidenti divergenze di opinione al riguardo.
   Paventando questo scenario apocalittico mentre osservava le due ragazze sparire nella stanza adiacente, Athrun schiuse le labbra per rispondere alla domanda di Dearka. Non fece in tempo a pronunciare una singola sillaba che un boato riecheggiò tutt’intorno. Yzak sputò una sonora imprecazione e tutti e tre corsero verso il punto in cui erano sparite quelle invasate.
   Le trovarono a chiacchierare amabilmente fra loro, proprio come prima, ma con un’arma ancora fumante in mano e un foro di proiettile grosso quanto una mela nel bersaglio in fondo a quel piccolo poligono di tiro che faceva da contorno alla collezione privata. «Winchester del XIX secolo. Perfettamente funzionante, come hai potuto provare tu stessa», stava dicendo Cagalli.
   «È eccezionale», commentò con entusiasmo il Maggiore Hahnenfuss.
   «Immagina solo come potrebbe ridurre il volto di una persona.»
   «Ammesso che ne rimanga qualcosa.»
   I tre giovani si scambiarono uno sguardo preoccupato. Quindi si mossero simultaneamente: Dearka scippò di mano l’arma alla collega, mentre quest’ultima veniva trascinata via da Yzak e Athrun afferrava Cagalli per le spalle e la conduceva verso l’uscita.
   «Andiamo a fare shopping?» propose il Capitano Elthman, lasciando in un cantuccio il fucile e seguendo gli altri fuori da lì.
   «C’è un negozio di abbigliamento femminile niente male, non troppo lontano da qui», gli diede manforte il soldato di Orb.
   «Siete diventati matti?» si oppose con forza il Delegato, che trovava assurdo che fossero proprio loro a proporre una cosa del genere. Finalmente aveva trovato qualcuno con cui condividere i propri interessi e loro pretendevano che si trasformassero in due femmine qualsiasi?!
   «Non potremmo rimanere ancora un po’?» fu la più educata protesta della sua nuova amica.
   «Col rischio che vi venga il ghiribizzo di provare anche gli esplosivi?» ribatté Yzak, tenendola salda per un polso.
   «Non puoi fare la principessa, almeno per una volta?» volle sapere Dearka, braccando Cagalli anche lui, poiché quasi dava del filo da torcere persino ad Athrun. Sembrava le avessero appena proposto la sedia elettrica. La risposta arrivò sotto forma di insulto, che fece scoppiare a ridere il soldato di ZAFT. «In questo almeno siete diverse», commentò il biondo, lanciando uno sguardo ai due commilitoni alle sue spalle. «Al posto tuo, Shiho mi avrebbe tirato direttamente un pugno.»
   «Fidati», lo smentì l’Ammiraglio Zala. «Se avesse libertà d’azione, questa testa calda ci svuoterebbe addosso un intero caricatore.»
   «Dici?»
   «Puoi scommetterci!» gli assicurò la stessa Cagalli, agitandosi inutilmente per ottenere la libertà.
   Sospirando, Athrun lanciò uno sguardo sconsolato a uno stupito Dearka. «Parlo con cognizione di causa, te l’assicuro», confessò con un sorriso tirato in volto.
   L’altro tornò a ridere di cuore, sinceramente divertito da quella situazione. «L’ho sempre detto che sei masochista nel profondo.»
   «Non puoi semplicemente lasciarmi andare?» stava dicendo intanto Shiho, dietro di loro.
   «Col cavolo», sbraitò il suo innamorato, continuando a tenere salda la presa attorno al suo polso. Aveva un grande rispetto per Cagalli come personaggio pubblico, ma iniziava a nutrire qualche dubbio riguardo alla sfera privata. D’altra parte, solo un caso umano come Athrun avrebbe potuto perdere la testa per una pazza del genere. «Non voglio ritrovarmi in ospedale solo perché ti sono state suggerite strane idee.» 
 




 
  
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