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Autore: pampa98    08/12/2023    1 recensioni
Per LadyPalma 💚
Larys/Alicent, Modern!AU. Sequel di "Di misteriosi invitati e borsette verdi".
Alicent e Larys sono da poco andati a convivere e si accingono a addobbare il loro primo Albero di Natale. Ognuno con le proprie, particolari, decorazioni.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicent Hightower, Larys Strong, Rhaenyra Targaryen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una sorpresa in scatola


Buon compleanno, Marti 💚



 

Alicent si morse il labbro inferiore, in attesa della risposta all’altro capo del telefono. Sperava che Rhaenyra non si fosse arrabbiata. Dopotutto, lei non era mai venuta meno alla loro tradizione, nemmeno da quando stava con Harwin.

«Va bene» rispose infine.

Alicent lasciò andare un sospiro di sollievo.

«Davvero? Grazie mille, Nyra. Ti prometto che sarà l’unica volta.»

«Sì, sì» la liquidò lei. «Lo tollero solo perché è il tuo primo ragazzo e perché, come ci tieni sempre a farmi notare, è colpa mia se state insieme.»

Alicent sorrise. Era colpa sua, anche se le era infinitamente grata per lo scherzo che le aveva giocato l’anno precedente. 

«Pretendo un doppio regalo quest’anno» continuò Rhaenyra, «con un biglietto d’auguri che mi trasmetta tutto il tuo affetto e la fortuna che riconosci di avere nell’essermi amica.»

Alicent non riuscì a trattenere una risata mentre accettava quelle richieste. Doveva aspettarsi che la sua decisione avrebbe avuto delle conseguenze, ma quelle non erano così terribili. Aveva già comprato il suo regalo e, in aggiunta, le avrebbe sfornato una torta al limone con decorazioni natalizie che avrebbe fatto sì che Rhaenyra si sentisse fortunata ad averla come amica.

Udì il rumore delle chiavi che giravano nella porta d’ingresso. 

«Larys è tornato» disse. «Adesso devo salutarti. Passa una buona giornata e non strapazzarti troppo.»

Rhaenyra sbuffò. «Agli ordini, mamma.» Rise attraverso le casse del cellulare. «Divertiti a addobbare l’albero. E salutami il futuro zietto.»

Alicent chiuse la chiamata, scuotendo la testa. Non ci aveva pensato in un primo momento, ma in effetti era un bene che non fosse Rhaenyra ad aiutarla quell’anno: decorare un albero non era un’attività particolarmente stancante, ma ormai la ragazza aveva superato l’ottavo mese di gravidanza ed era più sicuro che stesse a riposo. Si ricordò di farglielo notare quando l’avrebbe richiamata, quella sera.

«Sei riuscita a sconfiggere il drago?»

Larys entrò nel salotto con una scatola tenuta a fatica sotto il braccio sinistro. Alicent si precipitò subito ad aiutarlo, prendendo la scatola e posandola sopra il divano. 

«Che cos’è?» chiese, osservando il cubo di cartone. Era chiuso con del nastro da pacchi e, nonostante fosse curiosa di conoscerne il contenuto, se era un oggetto personale di Larys non aveva il diritto di aprirlo.

«Non hai risposto alla mia domanda» le fece notare.

Alicent si portò una ciocca ramata dietro l’orecchio, rivolgendogli un sorriso.

«Sì, l’ho sconfitta. È stata molto comprensiva, anche se ti informo che avremo bisogno di fare un grosso acquisto di limoni nei prossimi giorni.»

Larys inarcò un sopracciglio, ma non indagò oltre. Si appoggiò con il gomito destro al bastone e si sbottonò il giaccone. Alicent strinse le mani sulla stoffa dei pantaloni: avrebbe voluto aiutarlo, ma lui le aveva sempre detto che, qualora avesse avuto bisogno di lei, glielo avrebbe semplicemente chiesto. 

«Dunque» disse lui, mentre sfilava un braccio dalla manica, «devo confessare che non sono esattamente un fan del Natale e potrei non aver mai addobbato un albero in vita mia.»

Alicent non ne fu sorpresa. Immaginava che fosse una sorta di Grinch – e, prima o poi, avrebbe usato la sua passione per il verde (che, forse, era stata lei a creare) per costringerlo a travestirsi come lui. 

«Non è difficile» lo rassicurò. «La parte peggiore l’abbiamo già affrontata.»

Larys spostò lo sguardo alle sue spalle, verso l’albero ancora spoglio che, il giorno prima, Harwin li aveva accompagnati a prendere. Onestamente, senza il suo aiuto, Alicent dubitava che avrebbero avuto qualcosa da addobbare.

«Mentre ti aspettavo ho sistemato le luci, sbrogliandole e controllando che funzionassero tutte» spiegò, indicando i due fili di lucine colorate deposti con cura sul pavimento.

Larys annuì. Appese il giaccone all’attaccapanni nell’ingresso, poi tornò nella stanza e osservò attentamente le luci e le due scatole di decorazioni che Alicent aveva portato con sé dopo essersi trasferita a casa sua.

«Suppongo che vadano disposte lungo tutti i rami» disse, e ad Alicent venne da ridere davanti alla serietà che stava mostrando per un’attività che era, per lo più, giocosa. 

«Sì» rispose. «Cerchiamo di disporle in modo che illuminino tutto l’albero.»

Si chinò per prendere la prima fila e ne tese un’estremità a Larys. Non fu semplice, anche perché era abituata alla routine instaurata con Rhaenyra, ma alla fine riuscirono a posizionare le luci nel modo in cui aveva immaginato. 

«Ottimo» disse, osservando soddisfatta l’incastro perfetto di quel primo pezzo del puzzle Albero di Natale. «Adesso mettiamo anche le altre.»

«Credo che bastino così» la fermò Larys. «Dev’esserci spazio anche per le decorazioni, no?»

«Sì, ma non preoccuparti, c’è posto per tutto. Così non è abbastanza illuminato.»

Per dimostrarglielo, accese le luci già disposte, le quali lampeggiarono in un tenue susseguirsi di verde e rosso che lasciava in ombra molte aree dell’albero – anche a causa del fatto che Larys aveva insistito per mettere più lampadine sul lato esterno, che, nonostante aiutasse a renderlo ben visibile dalla finestra, andava a togliere la magia dentro la casa.

L’uomo osservò l’abete come se questo potesse fornirgli la risposta che cercava. Poi si avvicinò a lei e spense l’interruttore delle luci, riportando l’albero nel buio. 

«Alicent, ti fidi di me?»

Lei arrossì – per quella domanda, per la sua vicinanza che, nonostante i due mesi di convivenza e il quasi-anno di relazione, continuava a metterla in soggezione, facendo vibrare ogni centimetro del suo corpo. 

«Cosa… Cosa intendi dire?»

«Ti fidi di me?» ripeté lui, posando una mano sulla sua. 

«Io… Sì, certo» rispose. Nonostante tutto, era la verità. «Ma perché me lo stai chiedendo?»

Larys le rivolse un sorriso compiaciuto. Si sporse verso di lei, sfiorandole la guancia con le labbra.

«Per il momento bastano queste luci» disse. «Al massimo, le aggiungiamo dopo.»

Alicent sbatté le palpebre. Era questo ciò per cui si doveva fidare?

«Larys, con tutte le decorazioni già messe sarà difficile aggiungere queste luci senza rompere niente. Si mettono per prime per un motivo» aggiunse, ma lui la ignorò, aprendo la prima scatola appoggiata sul tavolo. 

Solo in quel momento, Alicent si ricordò dell’oggetto con cui l’uomo era rincasato. Le aveva detto che sarebbe andato a trovare suo padre, quindi forse era stato Lyonel a dargli quella scatola? Magari, anche se Larys viveva da solo da qualche anno, aveva ancora degli effetti personali nella sua vecchia casa? 

«Questi immagino li abbia scelti Rhaenyra.» Lo sentì ridere dietro di lei e si voltò, vedendo le decorazioni che aveva già disposto sul tavolo. 

Erano piuttosto classiche: palline rosse e bianche, piccoli busti di Babbo Natale, alcuni angioletti intenti a suonare l’arpa e una sfera di vetro più grande delle altre con all’interno un paesaggio innevato. E poi, ancora nelle sue mani, c’erano le decorazioni che suo padre le aveva sempre imposto di posizionare dove non sarebbero state viste. 

Alicent si lasciò sfuggire un risolino imbarazzato. Da bambine l’avevano trovata una bella idea, molto originale: in pochi potevano vantare delle teste di drago sul proprio Albero di Natale.

«Già» disse, avvicinandosi per prenderne una. «Volevamo che una parte dell’altra fosse sempre insieme a noi, così io ho comprato queste, mentre Rhaenyra ha delle piccole torri da appendere sul suo albero.»

«Complimenti per essere riuscite a trovarle» rispose Larys con un sorriso divertito. 

«In effetti, è stata un’impresa.» Poi abbassò lo sguardo sulla figura del drago, lasciando andare un sospiro. «Mio padre non è stato felice quando gliele ho mostrate» disse. «Ha accettato che le mettessi, purché non fossero troppo visibili. Per te… Per te va bene usarle? Possiamo appenderle in basso, sul lato esterno, così non si vedranno.»

«Vuoi nasconderle?» le chiese, con quel tono che le faceva sempre correre piccoli brividi lungo la schiena. Non si era ancora abituata a ricevere domande a cui l’interlocutore desiderava che rispondesse sul serio, in base alla sua volontà e non a ciò che ci si aspettava da lei.

«Io non vorrei» disse, sforzandosi di sostenere il suo sguardo.

«Allora non lo fare.»

«A te va bene?» domandò. «Questo è il nostro Albero di Natale, Larys. Dovrebbero esserci decorazioni che piacciono a entrambi.»

Lui sgranò leggermente le palpebre, come se quelle parole l’avessero sorpreso. Poi le sorrise, sincero, e annuì.

«Mi piacciono. Davvero. Sono originali.»

Alicent non poté che concordare. Si avvicinò all’albero e studiò il punto migliore in cui posizionarle. Decise che una sarebbe stata comunque in basso – erano pur sempre statuine pesanti – mentre l’altra la posizionò sui rami centrali. Fece un passo indietro per poterla ammirare, rendendosi conto che era la prima volta che la vedeva davvero. Faceva una bella figura e il suo colore dorato la rendeva, tutto sommato, una degna decorazione natalizia.

«Potrei approfittarne per aggiungere anch’io qualcosa di… personale?» le chiese Larys, che nel frattempo si era spostato alle sue spalle. 

Quando si voltò, Alicent vide che stava aprendo la scatola misteriosa. Allora era andato da suo padre per prendere qualche decorazione? Sorrise, pronta ad acconsentire alla sua richiesta, ma si fermò quando vide che, dal vecchio scatolone, Larys tirò fuori una scatola più piccola, che nascose prontamente sotto il braccio.

«Posso chiederti di lasciarmi un momento da solo?» disse, rendendola ancora più confusa. «Vorrei farti una sorpresa.»

«Oh.»

A volte Larys si divertiva a fare qualcosa di inaspettato, come portarle dei fiori o prepararle la cena dopo una lunga giornata di lavoro, e lei gli era sempre grata per queste piccole attenzioni che la facevano sentire quasi una regina – ma non aveva ancora imparato come reagire. 

«Sono sicuro che ti piacerà» le disse, forse notando la sua incertezza.

Alicent si sentì una stupida per il suo comportamento. Annuì e disse che sarebbe andata in camera a leggere finché non avesse terminato.

Pochi minuti dopo, lui l’aveva già richiamata e lei, tra l’agitazione e la curiosità, nel frattempo era riuscita a leggere solo un paio di pagine de I Miserabili

Chiuse di scatto il libro e corse fuori dalla stanza. Larys la accolse in corridoio e non le permise di sbirciare dentro il salotto.

«Chiudi gli occhi» le sussurrò all’orecchio.

Alicent avvertì un brivido, stavolta di piacere, scorrerle lungo il corpo. Anche a questo doveva ancora abituarsi.

Fece come gli veniva chiesto. Larys la guidò, tenendola per mano, finché non le disse di aprire gli occhi.

Alicent rimase incantata da ciò che vide. 

I rami dell’albero erano ricoperti dalle sue decorazioni e, in mezzo a esse, svettavano delle piccole lucciole i cui corpi lampeggiavano in perfetta sincronia con le luci classiche che, tuttavia, apparivano spente a loro confronto.

«È bellissimo!» esclamò, avvicinandosi per toccare una di quelle particolari lampadine con le dita. 

«Sono felice che ti piaccia» disse, portandole un braccio attorno alla vita. «Mi dispiace di aver decorato tutto senza di te, ma volevo mostrarti le lucciole all’opera e non ero sicuro di come andassero disposte.»

Lei scosse la testa. Gli prese il volto tra le mani e lo baciò, arrossendo leggermente per quello slancio di passione.

«Hai fatto un lavoro meraviglioso» disse. «E adesso capisco anche la tua insistenza per non voler usare tutte le luci.»

Lui rise, posando la fronte contro la sua. 

«Grazie di non esserti imposta per usarle.»

«Non c’è di che» rise a sua volta. «Allora è per questo che eri andato da tuo padre? Sono le luci che usavate voi?»

«Oh. No, lui mi serviva solo come scusa con te» rispose. «Ho incontrato Harwin a un paio di isolati da qui e lui mi ha accompagnato a comprarle. In realtà, è stato un bene: siamo anche passati da nostro padre, sì, ma lui era impegnato con tuo padre, così ce ne siamo andati subito.»

Quell’ultima informazione fece inarcare un sopracciglio ad Alicent. Sapeva che i loro padri lavoravano insieme e avevano un buon rapporto, ma non credeva che fossero amici – di certo, non al punto da incontrarsi in casa di uno dei due.

«Impegnati in cosa?» chiese. Sperò che non stessero lavorando anche durante le feste.

Lui scrollò le spalle. 

«Non importa. Dovresti parlarne con tuo padre – se siete pronti ad affrontare quella conversazione.»

Alicent era sempre più confusa, ma proprio mentre stava per chiedergli che cosa intendesse dire, il suo cellulare squillò. 

Era Rhaenyra.

Si scusò con Larys, spostandosi in disparte per rispondere.

«Scusa se rompo il tuo idillio» iniziò lei, senza nemmeno salutarla. «Prima mi ero dimenticata di dirti una cosa: non osare escludere i miei draghi dall’albero! Anche se a Mr. Zoppo non piacciono, tu mettili. Io le tue torri le ho usate.»

Alicent scosse la testa, sopprimendo una risata. Scattò una foto al suo albero e gliela inoltrò.

«Contenta?»

«Data la celerità della tua risposta, dovevano essere appese già prima di questo mio promemoria – quindi, sì. Uh, ma che carine le luci! Cosa sono, lucciole?»

«Sì. Le ha comprate Larys stamattina, con la complicità del tuo fidanzato» aggiunse.

«E perché non le ha prese anche lui?» 

«Non so. Forse perché il vostro albero è pronto da un mese?»

Rhaenyra grugnì. «Non mi sembra una buona motivazione! Adesso mi sente. Buona giornata, Ali.»

Chiuse la chiamata mentre lei la stava salutando. Scosse la testa: passavano gli anni, ma la sua migliore amica restava ancora una bambina su certe cose. 

Sentì dei rumori dalla cucina, segno che probabilmente Larys aveva iniziato a preparare il pranzo. Controllando l’ora sul cellulare, notò che era quasi l’una. 

Prima di raggiungerlo, si voltò ancora una volta verso l’Albero di Natale, ammirando i colori che lo animavano. Sorrise, immaginando il momento in cui si sarebbe seduta sul divano con Larys, da dove avrebbero ammirato insieme la luce delle loro lucciole.






 
   
 
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