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Autore: Gatto1967    13/12/2023    7 recensioni
Maddalena ha 6 anni, ed è appassionata di "Candy Candy"
La notte di Natale la sua (e nostra) beniamina le farà un bellissimo regalo...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Candice White Andrew (Candy)
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Favola di Natale

 

Vigilia di Natale del 1980

 

Maddalena fece un po’ di capricci quella sera, dopo il cenone consumato in famiglia con mamma, papà, fratellino maggiore e sorellina minore (nata appena un mese prima), lei non voleva proprio saperne di andare a dormire.

-Voglio vedere Babbo Natale!- aveva frignato con la mamma.

-Ascoltami tesoro, Babbo Natale non viene se fai i capricci. Lui porta doni soltanto ai bambini buoni, ma ai bambini capricciosi che non obbediscono a mamma e papà porta solo cenere e carbone…- il papà di Maddalena ridacchiava sotto i baffi e la moglie lo fulminò con gli occhi.

-Mamma, mamma. Prima di andare a dormire posso vedere Candy Candy?-

Benedetta bambina, pensò la donna. Dove vuoi che vado a prenderla Candy Candy il 24 dicembre a quest’ora?

-Candy a quest’ora dorme, lei obbedisce a miss Pony e Suor Maria.-

-Ma adesso lei sta alla scuola delle infermiere.-

-Ah già.- disse la donna mentre il marito faticava a trattenere le risate.

-Beh, allora obbedisce a Miss Mary Jane, e tu devi obbedire a mamma e papà!- disse prima di darle un bacio sulla guancia -Coraggio: andiamo a nanna così Babbo Natale viene e ci lascia tanti bei regali.-

 

-Santo cielo!- disse lei cadendo letteralmente sul divano davanti alla tv e all’albero addobbato.

-Torneremo mai a dormire la notte?-

Suo marito Carlo le si fece vicino e l’abbracciò.

-Ma sì mamma Marta, si tratta di aspettare che tutte e tre superino prima infanzia, preadolescenza, turbamenti adolescenziali, ribellioni da diciottenni, ecc. ecc. ecc.-

-Oh Santo Cielo! Voglio morire!-

Carlo rise prima di accomodarsi meglio sul divano, così che Marta poté abbracciarlo e accoccolarsi sul suo petto.

-E poi… ma chi diavolo è “Candy Candy”?-

-È un cartone animato giapponese, uscito questa primavera. Maddalena ne va matta!-

-Non sarà mica una di quelle schifezze sui mostri venuti dallo spazio?-

-No tutt’altro, anzi è carino. Racconta la storia di un’orfana vissuta in America agli inizi del ‘900. Ha dei momenti un pochino tristi ma secondo me esprime una bella morale di vita.-

-Un cartone animato? Giapponese per di più?-

-Non avere pregiudizi! Dovresti vederlo.-

-Sì guarda, dopo Natale prendo permessi in ufficio per venire a casa a vedere Candy Candy!-

-Se escono le cassette prima o poi, gliele posso comprare a Maddy?-

-Vediamo… non vorrei che si distraesse dalla scuola.-

-Ci sono sempre io a controllarla.-

-Quando non lavori.-

-Già, quando non lavoro.-

-E poi… perché il nome è ripetuto due volte, per rafforzare il concetto?-

-Ma che vuoi che ne sappia!- disse lei ridendo -Magari in Giappone si usa così.-

 

Nella sua stanza Maddalena non voleva proprio dormire. Se ne stava sotto le sue coperte con gli occhi spalancati a fissare il buio e quello spiraglio di luce che filtrava dalla porta accostata. Il fratellino Andrea, dormiva della grossa sul lettino sistemato ad angolo rispetto al suo, mentre la piccola Beatrice dormiva nella culla nella stanza di mamma e papà.

Quel 1980 era stato importante per Maddalena: aveva appena iniziato la prima elementare, in un certo senso aveva chiuso la sua primissima infanzia e si affacciava nel mondo dei doveri quotidiani da assolvere, anche se lei ovviamente vedeva tutto come un gioco.

La luce che filtrava dalla porta illuminò la bambola sistemata sulla sedia accanto al letto, la bambola di Candy.

Glie l’aveva regalata sua mamma qualche mese prima e raffigurava Candy con i codini e il vestitino del collegio.

Quando l’aveva vista Maddalena aveva detto che non somigliava a Candy, e in effetti era vero. Per una questione fisica una bambola tridimensionale non poteva riprodurre esattamente le fattezze di un disegno bidimensionale. Ma questo Maddalena non poteva assolutamente saperlo.

-Candy. Vieni a giocare con me?-

Come per incanto la luce invase la stanza, e la stanza non fu più una stanza, ma un luogo pieno di luce e di sole.

Lei si mise a sedere e si ritrovò con il suo pigiamino indosso seduta sull’erba.

-Ciao!- la salutò una squillante voce di bambina.

-Ciao!- disse lei girandosi verso quella voce -Ma tu sei Candy!-

-Ora ci somiglio al cartone animato, vero?-

-Sì certo sei tu!- disse lei alzandosi in piedi.

-Ma… dov’è il mio pigiama?- 

-Non puoi mica andare in giro in pigiama! Così ti ho fatto indossare un vestitino simile al mio. Vieni, dammi la mano Maddy!-

Anche sua mamma la chiamava sempre così, e in fondo Maddy somigliava un po’ a Candy.

Maddy così diede la mano alla bambina bionda con i codini e cominciò a correre in un prato gonfio di erba che sembrava sterminato, diretta verso una collina con un grande albero solitario in cima.

 

Vi arrivarono senza alcuna fatica e quando Maddy guardò oltre la collina vide sotto di lei una casa.

-Quella è la Casa di Pony?-

-Sì Maddy.-

La voce di Candy sembrava diversa e quando Maddy si girò verso di lei la vide più alta e leggermente diversa in viso.

-Candy. Sei cresciuta!-

-Sì certo.- rispose lei sorridendo in questo mondo tutto è possibile. Anche tu crescerai, ma ci vorrà un po’ più di tempo.-

-Quello è Klin!- cinguettò Maddy indicando un piccolo animale bianco e nero sbucato fuori dall’erba.

-Puoi accarezzarlo se vuoi. È buonissimo.-

Maddy non se lo fece ripetere due volte e si chinò su Klin che si lasciò accarezzare emettendo il suo caratteristico verso.

-Vieni dai! Dammi la mano e scendiamo giù per la collina!-

Maddy diede obbedì a Candy e le diede la mano. Poi cominciarono a correre in discesa in direzione della casa e dei bambini che giocavano sotto di loro.

Quando furono prossime ad arrivare i bambini si girarono verso di loro e le salutarono: -Ciao Candy! Ciao Maddy!-

Poi tutto cominciò a confondersi in una nebbia bianca, fino a scomparire.

 

Quando Maddy si fermò, si accorse di trovarsi in un posto completamente diverso.

Davanti a lei e a Candy c’era una grande e lussuosa casa, circondata da un giardino ancora più grande e pieno di piante profumate e alberi ombrosi, e sulla facciata della casa, in un balcone che dava sul giardino, due ragazzi sembravano aspettare loro.

-Guarda Candy! Quelli sono Neal e Iriza!-

-Sì Maddy, li vedo.-

-Loro… sono cattivi.-

-Beh, proprio simpatici non sono, ma io spero sempre che un  giorno possano cambiare, migliorare.

Vedi Maddy, nella vita non ci sono soltanto i bambini della Casa di Pony e persone buone come Miss Pony e Suor Maria, ma ci sono persone… meno buone, come Neal e Iriza e la loro mamma.

Fanno anche loro parte di questo mondo e bisogna imparare a contrastarli e a conviverci.-

-Che vuol dire “contrastarli” e “conviverci”?-

Candy rise

-Già, dimenticavo che hai soltanto 6 anni!

Non preoccuparti Maddy capirai quando sarai un po’ più grande.- disse poi chinandosi su di lei e prendendole le spalle.

Poi fu di nuovo tutto bianco, e di nuovo tutto cambiò.

 

-Caspita! Questo giardino è ancora più bello dell’altro.-

-Lo riconosci Maddy?-

-Sì, è il giardino degli E… En…-

-Andrew Maddy, ma non importa, anche questo capirai.

Sai mia piccola amica, in questo giardino ho vissuto alcuni dei momenti più felici della mia vita.-

-Guarda! C’è Anthony!-

Candy si girò verso la figura indicata da Maddy e il suo sguardo si intristì.

-Anthony…-

Anthony era lì, davanti a loro, intento a curare le sue rose.

-Sei triste Candy?-

-Sì Maddy, sono triste.-

Si alzò un vento lugubre e cupo, e il panorama cambiò ancora.

Davanti a loro in uno spiazzo erboso circondato da alberi, il corpo di Anthony giaceva  a terra, immobile.

Maddy notò le lacrime sul volto di Candy mentre lei si voltava nella sua direzione.

-Vedi Maddy, a volte capita che le persone a cui vogliamo bene se ne vadano.-

-Come i miei nonni?-

-Sì Maddy, come i tuoi nonni.-

-La mamma ha pianto tanto per loro…-

-E questo è giusto, anch’io ho pianto tanto per Anthony, ma la vita va avanti Maddy. Ricordatelo sempre.-

-Anche mamma e papà se ne andranno?-

-Beh, fai le corna amica mia!- disse Candy facendo le corna e scoppiando a ridere.

-Sul serio Maddy, a volte succede e non dipende da noi. È tanto triste e non è per niente giusto. In quei momenti è giusto piangere, ma poi si deve sempre ricominciare.-

 

Dopo un breve istante di confusione Maddy vide che tutto era cambiato un’altra volta.

-Questo è un altro giardino.- disse quando se ne rese conto

-Sì certo, vediamo se lo riconosci.-

-È il giardino della lo… loia senpo…-

-Royal Saint Paul School, ma non importa. Hai tutto il tempo per imparare le lingue.-

-Questa è… una scuola vero?-

-Sì, una scuola non proprio per tutti, ma pur sempre una scuola.-

-Le suore sono cattive!-

-No poverine! Fanno il loro lavoro, e anch’io ero una peste!-

-E Terence dov’è?-

-Ah, questo nome lo pronunci bene, eh?-

-Terence è simpatico.-

-Senti senti… vuoi farmi ingelosire?-

-Che vuol dire…-

-Ah non importa! Comunque questa scuola non mi piaceva molto e alla fine ne ho scelta un’altra.-

-Quella delle infermiere?-

-Sì esatto, sei preparata!-

-Flanny è simpatica.-

-Questa poi… sei la prima persona che lo dice.-

 

Nel frattempo tutto era cambiato un’altra volta, e Candy indossava un’uniforme bianca da infermiera con tanto di cappello da crocerossina.

Qualcuno la chiamò

-Adesso devo andare Maddy, ma prima voglio farti un regalo.- disse levandosi una catenina dal collo.

-Tienila, è tua!-

-La croce della felicità!-

-Sì, portala nel tuo cuore. Buon Natale piccola Maddy.- disse Candy appoggiando la croce sul petto della bambina, mentre tutto sembrava scomparire.

 

Maddalena aprì gli occhi ed era di nuovo nella sua stanza, nel suo letto.

-Mamma, Papà.-

Proprio in quel momento mamma Marta e papà Carlo entrarono nella stanza.

-Sì tesoro, siamo qui. Buon Natale!-

-Candy!-

-Candy?-

-Candy è stata qui!-

Mamma Marta e Papà Carlo si guardarono ridendo sotto i baffi.

-Mi ha regalato la croce della felicità!- disse la bambina mostrando la mano ovviamente vuota.

-Sai tesoro? Anche Babbo Natale è stato qui. Non vuoi vedere i regali che ti ha portato? Tuo fratello è già di là.-

Maddy saltò dal letto e corse in salone con un SIIIII prolungato all’infinito.

Uscita la bambina Carlo e Marta scoppiarono a ridere.

-Non sarà un ufo-robot pieno di mostri bavosi.- disse Carlo continuando a ridere -Ma forse è il caso che la aiutiamo a interpretarlo un po’ questa “Candy Candy”.-

-Già… farò qualche sforzo per starle un po’ vicino quando danno quel cartone… Intanto andiamo di là sotto l’albero con i bambini.- disse lei prendendo la mano del marito.

 

Vigilia di Natale del 2023

 

Francesca aprì la porta e sua sorella Maddalena entrò in casa abbracciandola.

 

Poco dopo le due sorelle sedevano entrambe sul vecchio divano di casa, l’unico arredo di quella casa appartenuto già ai loro defunti genitori.

-E anche quest’anno eccoci qua.- disse Maddalena -Le sorelle Piras, intente a passare il Natale fra nostalgie e rimpianti.-

-Come stanno i tuoi ragazzi?- 

-Stanno bene, stanno bene. Come tutti gli anni a Natale volano dal padre a Londra, e lasciano qui la loro mamma a rodersi il fegato. E le tue gemelline? Pensavo che avrebbero passato il Natale con te.-

-Beh quest’anno il padre le ha volute con sé alle Maldive, e io non mi sono sentita di oppormi. Con Vincenzo mi sono lasciata consensualmente, e ci tengo che i nostri rapporti rimangano sì formali, ma corretti.-

-Certo che coi matrimoni…-

-Ah per carità! Non ricominciamo! Capisco che il Natale sia particolarmente duro da passare per due mamme divorziate, senza i loro figli, ma è andata così e non possiamo farci niente!-

-E di Andrea? Hai saputo niente?-

-Ma se è dalla morte di mamma e papà che non mi rivolge la parola!-

-Ancora incavolato per quella storia del testamento?-

-Ricordi che mi ha trascinata in tribunale per avere una quota di questa casa?-

-Già… lasciamo perdere. Tu ti sei guardata mamma e papà fino all’ultimo e lui…-

-Basta! Adesso basta. Sono stata chiara?-

Lo sguardo di Francy non lasciava spazio a repliche.

-Hai ragione scusami. Tutti gli anni la stessa storia, lo so.-

Francy sorrise e baciò la sorella sulla guancia.

-Gradisci un bicchiere di qualcosa?-

-Ah no! Se mi metto a bere alcolici divento ancora più malinconica. Solo un bicchiere di spumante a mezzanotte prima di andare a dormire.-

 

Le due sorelle trascorsero insieme la serata cenando e giocando a Scarabeo, come da sempre amavano fare insieme. Poi a mezzanotte fecero il loro brindisi e decisero di andare a dormire.

Nel recarsi verso la vecchia stanza da letto dei loro genitori, che ora era quella di Francy, passarono davanti alla loro vecchia stanza che adesso apparteneva alle gemelle.

-Altre malinconie Maddy?- disse Francy alla sorella notando il suo sguardo.

-Già… posso entrare?-

-Ma certo che sì! Questa sarà sempre la tua stanza! Ti aspetto a letto.-

Maddalena entrò nella stanza e accese la luce.

Dentro la stanza era completamente diversa rispetto a quando lei era piccola, i letti erano sistemati diversamente, e i mobili erano stati tutti cambiati.

Le due gemelle poi, erano campionesse mondiali di disordine, ancora più di come erano state lei e Francy, ma per un attimo le sembrò di rivedere la sua vecchia stanza.

Poi tutto cambiò…

 

-Ciao Maddy!-

-Ma chi… cosa…- disse lei come risvegliandosi da un lungo sonno

-Dove sono? Questo prato… quella collina… sembrano…-

-Sembrano un cartone animato, vero?-

A parlare era stata una donna bionda alla sua destra. Si girò a guardarla: dimostrava più o meno la sua stessa età e aveva il volto pieno di lentiggini.

-Chi sei?-

-Non mi riconosci?- rispose l’altra sorridendo e avanzando verso di lei -Un tempo eri patita di me e del mio mondo, ricordi?-

-Lo sono ancora… Candy. Ogni tanto mi rivedo tutte le puntate dell’anime, si dice così vero?-

-Ma se sono anni che non lo danno più in tv!-

-Nel frattempo hanno inventato internet, e credimi, sei più famosa oggi di allora.-

-Come ti vanno le cose Maddy?-

-Come vuoi che vadano? Ho passato i 50, ho un matrimonio fallito alle spalle e due figli che non mi guardano in faccia!-

-I tuoi figli ti vogliono bene lo sai, sono solo un po’ insofferenti…-

-E adesso me ne sto qui a parlare con un cartone animato!-

-E che hai contro i cartoni animati?-

-Proprio niente lo sai! La tua storia poi mi ha sempre appassionata. Peccato che la vita vera non sia come questo prato e quella collina.-

-Lo so che la vita non è stata sempre generosa con te, e mi dispiace tanto Maddy, ma hai sempre tua sorella, i tuoi figli e tante persone che ti hanno voluto bene e te ne vogliono ancora.-

-Lo so, forse dovrei imparare ad apprezzare di più quello che ho.-

-Ce l’hai ancora la croce della felicità?-

-Certo.- disse lei sorridendo. -Nel mio cuore.-

-Prendila.-

Maddy si portò la mano al cuore e come d’incanto la piccola croce si materializzò nella sua mano.

-Quando ti senti triste rivolgiti a lei. Portala sempre con te, non solo nel tuo cuore… Buon Natale Maddy… Buon Natale…-

Poi tutto scomparve e lei si sentì vacillare…

 

-Maddy! Maddy!-

Maddalena si scosse e sembrò tornare alla realtà

-Tutto bene sorella?-

-Sì cara, tutto bene. Andiamo a letto, quello spumante mi ha stordita. Non sono più abituata agli alcolici.-

-Buon per te. Ma… cos’hai in mano? Un rosario? Lo hai scippato a qualche vecchietta in chiesa?-

Maddalena si guardò la mano e trasalì.

Nel palmo della sua mano, la croce della felicità sembrava sorriderle, e nella mente sentì risuonare l’augurio di Candy: “Buon Natale”. 

   
 
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