Hello Beautifulers!
Qui Trix alla regia
sperando di non fare casini e non ricevere troppi insulti (:
So che recenti avvenimenti
nel seguito di Hello Beautiful -altrimenti noto come “When Everything is Made to Be Broken”- hanno lasciato molte di voi
mooolto perplesse (azzarderei traumatizzate?) e quindi mi trovo qui per il
missing moment che dovrebbe far capire un po’ di più, sperando di non
sconvolgervi ancora di più, ma non sono certo all’altezza della mia amata Sis,
quindi lascio a lei il compito di sconvolgervi a dovere in futuro! :p
Anyway devo ammettere
anche di essere molto soddisfatta, ci ho messo davvero parecchio a scrivere
questa shot e ho fatto tantissimi microscopici cambiamenti prima di passare la
mano al grande capo (leggete come Ari) e fargliela correggere definitivamente
(anche perché ve lo dico, avevo fatto su un macello coi verbi!), aggiungerei
anche che ho ricevuto minacce di morte per una settimana se non la portavo a
termine, ma poco male. So che tratta un argomento molto importante e delicato -dopotutto
che si tratta della prima notte di
Joe!- e sono piuttosto emozionata ad aver avuto l’onore e l’onere di poterla
scrivere come me la sono immaginata.
Ci tengo a precisare che con
questo mio scritto non intendo recare offese di sorta alcuna alla figura e alla
persona di Joseph Adam Jonas –meglio noto come Essere- che si è gentilmente prestato alle mie follie da scrittrice
da quattro soldi né intendo rappresentare la realtà, vedetela anche come: è tutta pura fantascienza!
Devo confessare che non ho
mai capito, né credo capirò mai, la scelta dei JoBros,
ma la rispetto e spero che nessuno se la prenda troppo per questa uscita dagli
schemi canonici e tradizionali, perché – ripeto - è soltanto fantasia e non è
mia intenzione offendere nessuno.
Dulcis in fundo devo
ringraziare infinitamente i Cascada a
cui va il copyright per la canzone (che vi consiglio caldamente di ascoltare nella slow version, la trovate su Youtube senza problemi!) che
dà il titolo alla Shot e che fa da filo conduttore nella seconda parte della
storia.
Infine colgo l’occasione
per ringraziarvi tutte, tramite la mia amata Sis mi sono arrivati un sacco di
saluti/complimenti/commenti, quindi vi ringrazio, vi saluto e vi mando un
bacio, sperando di essere all’altezza delle aspettative! (:
Ora vi lascio alla storia!
A chi ha sempre cercato un principe.
A chi aspetta e sogna una prima notte
da fiaba.
A chi quel principe l’ha trovato e
ora sorride felice al futuro.
Alla mia Sis, la mia anima gemella,
la mia Carrie, colei senza la quale tante cose non sarebbero state possibili,
ti amo.
Trix
Every time we touch ♥
Capodanno.
Giulia osservava la neve
scendere piano dal cielo e coprire ogni cosa, ogni viale, ogni albero, ogni
davanzale, e quel colore candido che aveva sempre odiato ora non le dava poi
così fastidio. Eppure che strano, era tutto bianco, ma niente ansia, niente
prurito, nessun segno di nervosismo.
Erano a New York, lei e
l’Essere, da soli, a chilometri e chilometri dalle rispettive famiglie per un
capodanno che Joe aveva appositamente organizzato e pianificato come regalo
alla sua quasi fidanzata.
Stavano insieme ormai da
un po’ e Giulia si era quasi abituata a quella relazione pseudo santa, anche se
doveva ammettere almeno a se stessa che in certe occasioni tra lei e l’Essere
scoccavano scintille che di puro e casto avevano davvero ben poco a che vedere.
Lei poi, così poco abituata a dare voce a ciò che sentiva per natura, aveva dei
seri problemi a darsi un freno e non esporsi troppo con dei gesti che
altrimenti sarebbero stati inequivocabili.
Joseph l’aveva piacevolmente
stupita quando due giorni prima si era presentato alla porta di casa con una
valigia e due biglietti per NY, il tutto corredato da un sorriso e un “amore abbiamo l’aereo tra 3 ore, vedi di
muoverti!”. Trix aveva sempre, sempre, passato le vacanze natalizie e il
capodanno con le sue sorelle, tra sbronze epocali e corse in piena notte nella
neve, eppure non ci aveva pensato due volte a fare le valigie e seguire
l’Essere. Ed ora si era lì, in una lussuosa suite di un megahotel newyorkese
con la neve che copriva ogni cosa, avvolta in una vestaglia di seta nera,
regalo di sua sorella Arianna per Natale.
Lei e Joe erano stati ad
una festa a Broadway e poi ad un super party al
Madison Square Garden, con amici più o meno stretti, tra decine di flash e fuochi
d’artificio da migliaia di dollari.
Joseph tra i fratelli
Jonas era sempre stato l’unico che facesse vita di società e che saltuariamente
presenziava alle feste esclusive alle quali venivano invitati, soprattutto
nell’ultimo periodo. Kevin era troppo preso ad organizzare il suo matrimonio e
Nick non era mai stato un grande amante dello show business. In più Joe si era
trovato ad essere perdutamente cotto di una che l’aveva trascinato per locali
VIP ancora prima di stare effettivamente insieme a lui. Così il 27 mattina
aveva deciso che per la prima volta in vita sua non aveva assolutamente voglia
di stare a casa con tutto il parentado Jonas per
Capodanno e si era messo ad organizzare tutto. Aveva chiamato di corsa l’hotel Omni Berkshire Place a Madison Square
Garden prenotando una suite (che per grazia di Dio aveva trovato solo perché
era Joe Jonas) mentre aveva prenotato online due biglietti in prima classe su
un volo per NY quello stesso pomeriggio. Non aveva assolutamente neanche preso
in considerazione l’idea di far venire anche i suoi fratelli, voleva solo stare
con la sua ragazza, lontano da occhi e orecchie indiscrete per un paio di
giorni. Avevano passato i tre giorni precedenti facendo i turisti e si era
persino fatto sballottare avanti e indietro per tutta Manhattan a caccia del
capo perfetto senza fiatare. Joe aveva portato Trix prima ad una festa a
Broadway e poi erano corsi in limousine fino al
Madison Square Garden, per il party vip più esclusivo dell’anno, dove avevano
finito la nottata tra qualche danza e molte chiacchiere, circondati da quegli
amici famosi che alla fine sono sempre intorno.
Erano tornati in hotel da
circa una mezzora e Joe stava uscendo dal bagno dopo una doccia ristoratrice,
quando la vide.
Era in piedi davanti alla
finestra, appena illuminata dalla luce suffusa della lampada accesa sul
comodino, avvolta in una vestaglia che vista controluce non lasciava poi molto
all’immaginazione. Era bellissima, c’era poco da fare, e lo pensava sempre da
quando l’aveva vista in quel Mc quella lontanissima sera di tanti mesi prima.
E in quell’istante, mentre
la guardava come fosse ancora la prima volta,
Joe capì che era il momento.
Giulia non era ubriaca,
non era neanche lontanamente brilla, e non lo era da tanto ormai. Per la verità
da quando stava con l’Essere aveva imparato a non attaccarsi all’alcool, sia
perché la ragazza ubriaca di una rockstar è sempre meglio evitare che finisca
in prima pagina, sia perché non voleva morire per mano di Denise Jonas.
Era palese che Denise non
approvasse affatto la relazione tra lei e il suo figliuolo prediletto: se aveva
imparato ad apprezzare Arianna complici i fattacci di NY e se Kim aveva sempre
trovato i suoi apprezzamenti (era persino diventata una bigotta!), lei
certamente non le era mai piaciuta. Non la riteneva all’altezza del suo piccolo
angelo e Trix ben sapeva che Denise continuava a sperare che lei fosse
l’ennesima infatuazione temporanea di Joe. Da parte sua era troppo orgogliosa e
testarda per mettersi a fare la santa solo per farla contenta ma, probabilmente
per non cacciare Joseph nei casini, aveva imparato a moderarsi e a limitare i
danni nei limiti del possibile.
Era così concentrata nei
suoi pensieri, così persa a pensare che infondo Denise
poteva pensare quello che voleva, che non si
era resa conto della presenza di Joe finché non sentì le braccia del ragazzo
avvolgerla da dietro. Tuttavia
non distolse lo sguardo dalla finestra né ruppe il silenzio della stanza,
almeno fin quando Joe non la fece girare e si ritrovò gli occhi color nutella
del ragazzo fissi nei suoi.
- ehi- Joe sorrideva. A
dir la verità erano veramente poche le volte in cui Giulia non l’aveva visto
sorridere, le poteva contare sulle dita di una mano.
- buon anno essere-
- sei in ritardo di
qualche ora, amore-
Sentiva la mano di Joe
fare su e giù sulla sua schiena, accarezzandola piano.
- io non sono mai in
ritardo, Essere, è il mondo che è in anticipo- lo zittì
senza troppe pretese, baciandolo piano e affondando le mani nei capelli
disordinati e ancora umidi.
Restò abbracciata a lui
nel silenzio di quel primo gennaio, lasciandosi coccolare. Poteva sentire il
respiro caldo e regolare di Joe sul collo, poteva immaginarlo mentre faceva
quella faccia buffa a metà tra l’ebete e il beato, quella che aveva quando
erano soltanto loro due.
Sorrise anche lei,
inconsciamente, il viso nascosto nel collo del ragazzo.
- mi hanno detto…-
cominciò pianissimo Joe, cercando i suoi occhi
- cosa?- non aveva capito
una sillaba di quello che le aveva detto, così semplicemente si trovò ad
osservarlo, gli occhioni scuri e profondi tanto da non vederne la fine, la
bocca disegnata, sempre piegata in un sorriso un po’ malizioso e tentatore.
- mi hanno detto che
qualcuno si è fidanzato- concluse Joe con un sorriso
più grande e più splendente del solito, in una mano quel cofanetto che ormai si
portava dietro da un mese abbondante, sperando di trovare il momento giusto.
Giulia ci mise qualche secondo per capire dove l’Essere voleva arrivare e
spalancò gli occhioni dorati davanti all’anello che brillava nel cofanetto di
Tiffany in mano a Joe.
- io… io…- era senza
parole, non se l’aspettava. Certo, sapeva che per i
Jonas era sempre e necessariamente necessario mettere tutto nero su bianco ma
non credeva che sarebbero arrivati così presto a questo punto. Non sapeva
assolutamente cosa dire e Joe lo capì da quello sguardo luminoso ma anche un
po’ commosso che gli dedicò. Prese delicatamente l’anellino, lanciando la
scatoletta sul tavolo lì vicino con un gesto fluido.
- dimmi solo di si Giulia-
le disse porgendole l’anello.
La ragazza sollevò
lentamente la mano sinistra, osservandolo emozionata e un po’ in ansia mentre
si inginocchiava e sorridente faceva la sua proposta.
Si, forse non era plateale come quella di Kevin,
forse non sarebbe stata romantica e straziante come quella di Nick, eppure
Joseph era sicuro che, per come era fatto ma soprattutto per come era fatta
lei, ogni cosa era come doveva essere. Sentiva il cuore andare a mille e ogni
parola, ogni singola frase che aveva pensato nella sua testa per giorni e
giorni sembrava voler rimanere all’interno della sua scatola cranica.
- sai come sono fatto, penso penso e non riesco mai a fare un discorso decente.. e
ti giuro che volevo dirti di tutto ma in realtà c’è solo una cosa da fare- Joe
parlava fissandola negli occhi e lei a bocca aperta lo guardava come se davanti
non avesse più il ragazzo un po’ buffone e molto Danger con cui aveva condiviso gran parte della sua vita recente,
ma come se davanti a lei ci fosse ora un giovane uomo innamorato.
La vera domanda era: e tu?
Tu Giulia cosa vuoi fare della vostra
vita? Sei pronta a prenderti un impegno simile?
Giulia non era cresciuta
con un grande esempio di vita di coppia, i suoi genitori poi non erano mai
stati presenti né avevano dato prova di tenere in qualche modo alle proprie
figlie. Era cresciuta con milioni di tate e una sorella maggiore che la aiutava
a tirare su le altre due, era cresciuta passando di ragazzo in ragazzo solo per
non pensare a cosa sarebbe successo se avesse dedicato più attenzioni ad uno
soltanto. Aveva sempre cercato lo sballo, in qualunque modo, più o meno lecito
che fosse, indipendentemente dal pericolo e dai rischi che correva.
Eppure, da quando
conosceva Joe, era cambiato tutto.
Basta mille ragazzi a
settimana, basta feste ogni due per tre, basta alcool. Più serate tra pochi
intimi, più nottate passate solo con un film e qualche pop corn. Ma soprattutto
aveva imparato ad avere in testa solo lui, lui e i suoi casini, lui e il suo
rapporto esclusivo con i suoi fratelli, lui e il suo credo, lui e soltanto lui.
C’era la gelosia verso quelle che lo guardavano troppo a lungo, c’era sempre
quella paura di vedersi messa da parte come tutte le altre prima che le faceva
stringere spasmodicamente il cuore fin troppo spesso, c’erano quelle farfalle
nello stomaco ogni volta che lui sorrideva.
- sposami- Joseph neanche
sapeva come aveva fatto a pronunciare quella maledetta parola che era la chiave
di tutto, sentiva solo il cuore battere a ritmo accelerato nella cassa toracica
e rimbombare nelle orecchie.
- c-cosa?-
- io ti amo Giulia, ti
amo. Ti amo tanto che se non ti vedo vado in paranoia, ti amo che vorrei sapere
sempre dove sei e cosa fai ma soprattutto se mi stai pensando almeno un po’. Ti
amo perché mi fai sentire sempre un ragazzino, perché quando ti vedo la stretta
allo stomaco si ripresenta sempre come se fosse la prima volta. Ti amo perché
sei quello che ho sempre cercato, quindi voglio che tu sia mia moglie. E tu?-
si era alzato e la stringeva piano a se, senza mollare il contatto visivo tra
loro.
Giulia si portò lentamente
la mano sinistra davanti agli occhi, sull’anulare splendeva la sottile fedina
d’oro bianco con un rubino rosso sangue al centro che Joe le aveva infilato
poco prima. Inconsapevolmente sentì una lacrima scorrerle sulla guancia ed
arrivare a bagnarle le labbra, alzò di poco gli occhi e trovò quelli di Joseph
a fissarla, innamorati ed emozionati almeno quanto i suoi e la sua mano calda
che le raccoglieva quella lacrima salata.
Si ritrovò a sconvolgersi
di quel sentimento tanto forte che un gesto così normale era riuscito a
provocarle dentro e istintivamente si ritrovò ad annuire debolmente,
sussurrando un sì che solo e soltanto il suo interlocutore fu in grado di
cogliere.
Joe la strinse forte a se,
inspirando il profumo tanto familiare della sua fidanzata e lasciando che
piangesse quelle lacrime commosse sulla sua maglietta, senza farsi vedere,
troppo orgogliosa per mostrarsi debole al mondo. O semplicemente vera, fragile,
commossa. Le prese il viso tra le mani e la baciò piano, quasi timoroso di
stringerla troppo e romperla, quasi fosse una bambola di porcellana, lei si
strinse forte a lui come se fosse la sua ancora di salvezza.
La neve continuava a
scendere dal cielo e ormai anche gli ultimi temerari party addicted stavano
rientrando a casa dopo una notte di bagordi, New York si addormentava pian
piano mentre qualcosa di molto più importante si accendeva in quella suite che
guardava sulla città dormiente.
I due ragazzi erano ancora
persi in quel loro momento perfetto, i cuori che battevano all’unisono e il
fiato ormai corto. Quella passione troppo a lungo sopita che riesplode, forte
più che mai, gli sguardi che si incatenano per non lasciarsi più e le bocche
che si cercano affamate e mai sazie.
Giulia lo sapeva, sapeva
che non dovrebbe lasciarsi trasportare, sapeva che stanno imboccando una strada
che ha una sola via d’uscita, sapeva che non
avrebbe dovuto. Eppure il suo corpo sembra non volersi fermare per
ascoltare la testa, il cuore le batteva tanto forte che anche Joe percepiva il suo battito, il cuore sapeva di sbagliare, ma aveva così bisogno di sapere che non sarebbe
stato mai di nessun altra…
Joseph era completamente
in balia del suo istinto e non si fermò neanche quando si rese conto di essere
sdraiato sul grande letto matrimoniale dalle lenzuola nere con la sua ragazza
spalmata addosso e che la sua mano si era spontaneamente infilata sotto la
vestaglietta di seta ad accarezzare la pelle liscia di quel corpo tanto a lungo
sognato. Joe Jonas aveva avuto tante ragazze in vita sua, ragazze che erano
durate più o meno a lungo, ragazze che erano più o meno piaciute ai suoi
fratelli, ragazze che l’avevano distratto o semplicemente annoiato, ma non
c’era mai stata nessuna, mai, che
l’aveva portato ad una tale confusione interiore.
Still hear your voice, when
you sleep next to me.
I still feel your touch in my dreams.
Forgive me my weakness, but I don't know why.
Without you it's hard to survive.
Joseph sapeva che quello
che stavano facendo non era esattamente quello che potevano fare, ma nonostante
tutto non riusciva a dirsi che c’era qualcosa di sbagliato. O no? Infondo però doveva ammettere a se
stesso che da quando c’era lei tante cose erano cambiate e persino sua madre,
che in passato era stata tanto fiscale su quanto ci si potesse avvicinare ad
una ragazza, non aveva fatto commenti tutte le volte che li aveva visti dormire
insieme, tutte le volte che davano spettacolo anche in pubblico, tutte le volte
che si erano ritrovati uno attaccato all’altra, troppo
bisognosi di quel contatto a volte troppo a lungo mancato. La sentiva respirare
accaldata sul suo collo, mentre lenta lo baciava e torturava con dolcezza.
Forse dovevano fermarsi lì, forse,
eppure com’era che le sue mani erano già pronte a privarla di quell’inutile
pezzo di seta nera?
Cause every time we touch,
I get this feeling.
And every time we kiss I swear I can fly.
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side.
- Joe.. Joe no.. cosa stiamo facendo?- e paradossalmente fu proprio
Giulia a bloccarsi quando stava ormai per sfilare la maglietta al ragazzo.
Non poteva, lui aveva
fatto una promessa e lei non poteva ignorarla così.
- onestamente non me ne
frega niente- rispose lui mentre la riattirava a se per ricominciare a baciarla,
non voleva fare quel discorso, non voleva e basta.
- Joseph Adam Jonas! Fermati
immediatamente o non rispondo di me!-
- forse è quello che
voglio.. non credi amore?-
puntò gli occhioni scuri in quelli dorati di lei cercando di dissuaderla ma,
come al solito, sembrava irremovibile.
- non dire fesserie Essere, questo è quello che tu vuoi. Non
farmi passare per la santa della situazione che non mi s’addice per amor di
Giorgio! Qua quello che dovrebbe scappare a gambe levate sei tu, non certo io!-
- Giulia ti ho appena
chiesto di sposarmi, siamo ufficialmente fidanzati..
non credi che possa bastare? Perché per quanto mi riguarda è più che
sufficiente. O forse non vuoi fare l’amore con me?-
Cause every time we touch,
I feel this static.
And every time we kiss, I reach for the sky.
Can't you hear my heart beat so
I can't let you go. Want
you in my life.
La ragazza lo guardò con
aria sconvolta e traumatizzata e si staccò completamente da lui, sedendosigli
sulla pancia con aria arrabbiata, decisamente non era stata un’uscita felice, everybody claps your hands per Joe
Jonas!
- sei un grandissimo pezzo
di idiota, Jonas! Ma di quelli colossali! Fosse stato per me, brutto scemo,
avremmo potuto anche fare l’amore in quel maledetto bagno dove ti ho detto di si la prima maledettissima volta! Ma tu no! Per l’amor del
cielo e delle stelle, voi santissimi Jonas avete i vostri begli anelli del
cazzo! Niente sesso prima del matrimonio! Minchia e siamo in America, non c’è
neanche la scusa “niente sesso, siamo inglesi!”- Joe era seriamente
traumatizzato e la guardava anche un po’ divertito da quello sproloquio con un
fondo di dolcezza pieno di insulti per mascherare quel romanticismo che lei era
tanto restia a mostrare.
- e allora mi dici che
problema c’è? Siamo ufficialmente fidanzati ora-
- Jonas io non capisco.. quale parte del tuo cervello è in sciopero perenne? Mi
vuoi dire che non ti interessa aspettare fino al matrimonio?- ora era Giulia a
non avere chiari i ragionamenti contorti del suo neo fidanzato. Fidanzato. Fidanzato
in verbo Jonas stava per futuro marito. Brividi. Emozione.
Your arms are my castle, your
heart is my sky.
They wipe away tears that I cry.
The good and the bad times, we've been through them all.
You make me rise when I fall.
-
voglio fare l’amore con te Giulia e lo voglio fare adesso. E no, non mi
interessa di aspettare.. so benissimo che sarai
l’unica per me, ora e per sempre- giocava con la mano sinistra della ragazza
dove riluceva quell’anello simbolo di un amore più forte di quanto potessero
immaginare. Un amore che aveva avuto bisogno di tempo per sbocciare, che aveva
superato ostacoli di percorso di varia natura. Un amore che aveva messo radici
tanto forti e profonde che nessuno avrebbe mai potuto strapparle. Joseph era
stato così sicuro di poche cose in vita sua e probabilmente men che meno lo
sarebbe stato in futuro verso altre cose, ma in quel momento era sicuro di non
volere altro, nulla al di fuori di lei, dei suoi baci, delle sue carezze, di
quelle labbra rosse. Le baciò lento la mano, senza staccare gli occhi dai suoi.
-
oh al diavolo Jonas, zitto e fai il tuo dovere!-
Giulia
non era mai stata paziente, non era mai stata una che pensava e ripensava a ciò
che faceva né tantomeno era quella che si tirava indietro. E sicuramente quello era un errore. Si sdraiò nuovamente sul
ragazzo, dopo avergli sfilato lentamente la maglia, riprendendo a baciarlo.
Cause every time we touch,
I get this feeling.
And every time we kiss I swear I can fly.
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side.
Scivolarono
piano sotto le coperte, scoprendosi curiosi e divertiti da quella nuova
complicità che stava nascendo, bacio dopo bacio, senza alcuna fretta, godendosi
l’emozione di ogni gesto nuovo. Ben presto Joe si ritrovò con addosso soltanto
i boxer mentre si rese conto che la sua bella fidanzata aveva ancora quella
fastidiosa vestaglia, per quanto scomposta ormai fosse. Con un colpo di reni
ribaltò la situazione e con lentezza esasperante la liberò dell’indumento,
rimanendo estasiato a fissare il corpo della ragazza, coperto da un completo in
pizzo nero firmato rigorosamente Agent
Provocateur. L’aveva già vista in costume e persino in intimo ma in quel
momento gli sembrò diversa, gli occhi dorati che lo fissavano languidi e che
bruciavano di un fuoco mai visto prima d’ora, esplorò piano il suo corpo,
cercando di memorizzare ogni forma, ogni piccola perfezione. Le baciò piano il
collo, scendendo lento verso il seno e lasciandole piccoli segni rossi
sull’epidermide pallida, la sentì sospirare piano e affondare la testa nel
cuscino chiudendo gli occhi. Sorrise sulla pelle di lei e con delicatezza le
fece scivolare le spalline del reggiseno per poi aiutarla a liberarsi
dell’inutile indumento. Pelle su pelle ogni brivido veniva amplificato e
l’elettricità nell’aria creava una strana atmosfera.
Cause every time we touch, I feel this
static.
And every time we kiss, I reach for the sky.
Can't you hear my heart beat so I can't let you go.
Want you in my life
Si
poteva provare qualcosa di così dannatamente sconvolgente? Giulia continuava a
chiederselo da quando Joe aveva deciso di fare l’uomo della situazione.
Realizzò in un momento che quella, per l’Essere, era la prima volta. Beh.. se la stava cavando egregiamente, dovette ammetterlo a se
stessa, quelle piccole attenzioni, quei preliminari inconsapevolmente sensuali,
erano degne del più esperto degli amanti. Quel
Jonas ci sapeva fare, non c’era null’altro da aggiungere.
Lo
strinse forte a sé guidandolo in quegli ultimi gesti che erano un mondo nuovo.
-
Joe.. Joe guardami..- leggeva una preoccupazione negli
occhi del ragazzo. Provò a ricordare come fosse stata la sua prima volta, o
anche semplicemente una qualsiasi altra volta, ma si rese conto che nulla
reggeva al confronto. Quel batticuore, quella voglia di cercare sempre i suoi
occhi e perdercisi, quel bisogno di sentirlo più vicino di chiunque altra in
passato e in futuro. Lo voleva, lo voleva ora e per sempre. Suo.
-
ti amo- le disse baciandola con una delicatezza diversa dal solito, con gli
occhi che brillavano, addosso una sensazione che nulla
al mondo gli avrebbe mai più provocato.
-
anche io Joseph- strinse la mano di
lui nella sua e senza staccare gli occhi dai suoi la portò vicino al suo viso,
ne baciò quasi con riverenza il palmo, poi uno ad uno i
polpastrelli. Con quelle dita Giulia gli fece accarezzare il suo corpo, ogni
centimetro di pelle nuda, il suo seno, la sua pancia, fino giù ai suoi fianchi,
giù fino all’elastico delle culotte. Un altro bacio e anche quell’ultimo capo venne
lanciato chissà dove in quella stanza complice del loro amore appena nato. Lei
ricambiò il favore con un gesto malizioso, sfiorandolo piano e buttando i boxer
nel buio della suite, Joe si sdraiò nuovamente su di lei, tra le sue gambe
piegate, pronte ad accoglierlo.
Cause every time we touch,
I get this feeling.
And every time we kiss I swear I can fly.
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side
Sarebbe stato difficile in
futuro per entrambi spiegare cosa accadde quella notte, quale fosse la
sensazione di appartenere completamente ad un’altra persona.
Occhi negli occhi si
amarono, si giurarono qualcosa che non fu mai espresso a parole, si
appartennero e fu come se al mondo non ci fosse nessun’altro al di fuori di
loro.
Fu come perdersi in un
torbido vortice di passione e poi ritrovarsi stretti tra le braccia
dell’amante, stretti così forte da non percepire altro che il calore del corpo
che stringevano. Joe rimase a lungo sveglio, quella notte, accarezzando lento la
bella schiena nuda della sua fidanzata e osservandola mentre dormiva sul suo
petto.
Aveva sempre amato il
pericolo, Joe, eppure era sicuro che l’adrenalina provata per ogni bravata
fatta precedentemente non avrebbe mai potuto competere
con la tachicardia che l’aveva assalito e travolto facendo l’amore con la sua
ragazza. Joseph sapeva di aver appena rotto un voto in aveva
creduto per anni ma per quanto si sforzasse non riusciva a sentirsi minimamente
in colpa, non in quel momento, non ora che possedeva il cuore di quell’anima
irrequieta e ribelle che amava più di quanto non avesse mai immaginato di poter
amare qualcuno. E anche quando il sonno lo colse, parecchi minuti, pensieri e
respiri più tardi, scivolò tra le braccia di Morfeo continuando a sorridere e
stringendo a se la ragazza.
Quando Giulia aprì gli
occhi e mise a fuoco l’orario che lampeggiava sul televisore erano le due del
pomeriggio passate da un po’. In passato non aveva mai amato il risveglio dopo
una notte di fuoco, aveva sempre trovato scomoda la presenza di quegli uomini
nel suo letto, fin troppo spesso li aveva cacciati via in malo modo. Si
meravigliò quindi dei suoi pensieri e di se stessa quando si rese conto che
Joseph non stonava affatto tra quelle lenzuola nere, che il suo respiro caldo
sul collo le dava ancora i brividi, che sentire le braccia del suo fidanzato
stringerla la faceva stare bene. Per la prima volta in vita sua la giovane si
rese conto che, con lui, sarebbe
anche potuta durare per sempre, che nulla probabilmente avrebbe mai potuto
spezzare quella catena tra di loro, che lui era semplicemente quello che
inconsciamente cercava da sempre, il pezzo mancante della sua anima inquieta e
un po’ romantica.
Sorrise dolcemente
accarezzandogli i capelli scomposti e con delicatezza si alzò dal letto, doveva
assolutamente andare alla toilette e soprattutto farsi una doccia, sebbene le
dispiacesse quasi lavarsi il suo profumo di dosso, ma rifletté che ora ci
sarebbe stato un modo per averlo sempre sulla pelle, quel profumo. Gli diede un leggero bacio sulle labbra carnose per
poi infilarsi la vestaglia di seta ai piedi del letto.
Neanche il tempo di fare
un passo e il suo cellulare cominciò a vibrare come impazzito, lo afferrò di
corsa leggendo di sfuggita il nome di sua sorella maggiore sul display,
direttamente da Los Angeles.
- pronto?- sussurrò alla
sua interlocutrice
- buon anno Sisteeeeeer!!!- la voce
squillante di Arianna la travolse in pieno e storse il naso davanti alla
vitalità della riccia dall’altro capo del telefono e dello stato.
- buon anno amore, tutto
bene in California?- chiese con un sorriso, guardando dalla finestra la Grande
Mela che ricominciava a vivere.
- sisi tutto bene, tu? Novità?-
Ci fu un attimo di
silenzio, Giulia sorrise maliziosa.
Osservò prima il rubino
che riluceva in quella mattina di gennaio al suo anulare sinistro e che era lì
per ricordarle di una promessa nuova ma così importante, poi osservò il suo bel
fidanzato nudo e addormentato nel grande letto matrimoniale che era stato
testimone del loro amore, infine rispose.
- oh niente di che sister,
il solito-
******
Ta daaaaan!
Spero non deluda le aspettative (:
Come lasciare una recensione lo sapete benissimo da sole, si accettano
commenti di ogni sorta.
Come ben sapete questa settimana l’aggiornamento della storia
principale salta causa il viaggetto mio e della Sis ad Amsterdam,
andiamo
a vedere quei bei quattro figliuoli dei McFly e se non ci vedete tornare è perché
siamo scappate con loro!
Pace, amore, gioia infinita e buon weekend a tutte :D
You
know you love me, xoxo
Trix