Saga, spesso e volentieri, interrogava la maschera del Gran Sacerdote come fosse la sua consigliera personale. L'unica che non avrebbe potuto pugnalarlo alle spalle.
Sono bello? Sono il più bello? Sono furbo? Sono il più furbo? Dimmi, maschera delle mie brame...
I fumi delle sue vasche s'alzavano, a differenza delle preghiere alla dea Atena. E il Gran Sacerdote teneva sempre più spesso chiuse le grandi porte davanti al suo scranno.
Sono io, il più potente? Sono io, il più degno? Dimmi, maschera delle mie brame! Sono io, il solo?
Non una sola voce tra le Case gli rispondeva.
Morirò, almeno?