Storie originali > Soprannaturale > Maghi e Streghe
Segui la storia  |      
Autore: Anchestral    27/12/2023    3 recensioni
Sud Italia, XV secolo. La Chiesa dà la caccia alle streghe per porre fine alle sciagure del popolo. La storia vuole che siano state sterminate in una spietata lotta tra bene e male nella battaglia sotto l'imponente Noce.
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Janara
 

La grande luna crescente sovrastava e si arpionava all’immenso cielo, nero come la pece, come avesse paura di precipitare sulla Terra, dietro al massiccio campanile. Le stelle piene erano come chiodi su quella tetra trapunta. Le opache e languide luci degli astri erano le sole, insieme a delle timide fiaccole rimaste sull’uscio qualche casa, a bagnare i sampietrini di un giallo slavato, facendoli luccicare. La Strada era deserta, tutte le porte delle abitazioni, per lo più in legno sgangherato e in pietra, erano serrate, per lasciare all’esterno qualsiasi cosa attraversasse quella lunga, stretta strada che si arcuava e distorcerva. I tetti di stoppia erano accartocciati su quella via così angusta, ma che durante il giorno invece era piena di vita ospitando botteghe laboriose e mercati affollati. La notte donava conforto, di solito. 

Il silenzio ululava, trasportato dal vento, solo il crepitio delle poche lanterne accese e il rumore di lenti passi, solenni, scandivano quella notte, nella quale il passare del tempo si era congelato.

Una sola figura aveva avuto il coraggio di camminare a quell’ora; l’unica cosa presente nel buio, a malapena discernibile tra le ombre, era quella persona a testa lievemente china, col grande cappuccio a punta nero, calato sul capo, bagnato anch’esso dalla luce lunare. Con ampi e lenti passi continuava il suo cammino, prestando attenzione a non pestare la lunga tunica nera con i sandali, saldamente intrecciati alle caviglie.

La croce di metallo, nascosta dalla stoffa grezza, bruciava contro la sua pelle e ardeva di aspettativa. La discesa solitaria per la Strada pendente terminò quando arrivò al grande piazzale della cattedrale. Il campanile in pietra bianca, dalla grande base quadrata, si ergeva più simile a un torrione, il basso tetto appuntito sembrava uno stocco che trafiggeva il cielo già sanguinante. Una grande arcata, posta al centro, faceva da finestra: era un abisso nero incastonato tra le pietre chiare. La chiesa vera e propria, posta sulla destra e che risultava piccola in confronto alla torre, sarebbe potuta sembrare quasi umile, a un occhio disattento, se non fosse stato per i tre grandi portoni di bronzo, finemente intarsiati di eventi biblici, intervallati da grandi archi, uno dei quali sormontava con grazia il portone centrale, il più grande. Poste in rilievo rispetto a un liscio muro in pietra bianca, le arcate sorreggevano un secondo ordine di colonne di ordine corinzio. Tre gradini separavano la Strada di leucitite da un piccolo piano rialzato davanti l’ingresso, ai lati c’erano due statue ritraenti degli angeli con dei corni tra le mani, in procinto di suonarli, richiamanti le altre statue in alto, raffiguranti gli arcangeli, poste sul frontone leggermente sporgente.

La figura prese tra le mani i lembi della tunica sollevandoli da terra e salì i gradini con tre passi decisi che riecheggiarono nel silenzio solitario. Si avvicinò al portone principale, iniziò a spingerlo. Si mosse, strusciando i marmi, e cigolando appena. Più il portone veniva aperto, più forte e avvolgente diventava il profondo, scuro canto liturgico dall’interno, sovrastando ogni altra forma di rumore. Il forte odore di incenso fu il secondo elemento totalizzante, penetrando nelle narici e portando più nausea che salvezza.

Poi ci fu la sorpresa: la cattedrale era completamente vuota, abitata solo dai ceri ingobbiti. La forte voce unica del canto sembrava più essere un eco. Percorse piano la lunga navata verso l’altare. Alzò lo sguardo sul grande crocifisso di legno in fondo. Si fermò per osservare il sangue scendere dalle spine, il costato trafitto, l’espressione di dolore. Non fece nulla, se non riprendere a camminare. La pelle bruciava sotto i vestiti. Giunse davanti al presbiterio sul quale era posto l’altare in marmo e oro, simile a un trono, e poi girò sulla destra verso una delle rampe di scale che conducevano alla cripta. Passando di fianco all’ambone, notò che le colonne erano tenute in piedi da delle statue di falchi, schiacciati contro il pavimento marmoreo dal peso delle sfarzose colonne. Provò un senso di lieve fastidio a quella visione irrispettosa, ma sapeva sarebbe durato poco.

Riprese il suo cammino, accompagnato dal canto superbo, girò l’angolo e scese piano i gradini che separavano la chiesa dalla cripta.

Si ritrovò in un intricato labirinto di calcestruzzo rosso, sopravvissuto ai secoli e ormai sepolto sotto quell’ostentazione di opulenza. Era questo il rispetto che riservavano ai grandi che avevano messo piede prima di loro in quei luoghi sacri? Era una domanda di cui già sapeva la risposta. Con riluttanza giunse le mani, abbassò il capo e si inoltrò tra gli archi in pietra e i corridoi stretti dal soffitto basso, seguendo altre figure vestite allo stesso modo.

Arrivò a un grande spiazzo in pietra battuta, doveva essere stato un foro secoli prima. Sedute, con le mani giunte, c’erano centinaia di figure con il cappello a punta calato sulla testa, disposte in fila ordinata e che umilmente avevano abbassato il capo per intonare quel canto di salvezza. Con discrezione, si fece strada tra le file nere, prese posto al centro, in terza fila disponendosi come tutti gli altri: a gambe incrociate e dita intrecciate, ma questa volta a testa alta, nessuna nota uscì dalla sua bocca.

Di fronte, l’unico uomo con il volto scoperto e un pesante crocifisso dorato e intarsiato di pietre pregiate al petto, conduceva la sdegnosa omelia, annunciando come loro, l’esercito scelto dal divino stesso, avrebbero estirpato l’ultimo baluardo del male, in quella città.

Un solo nome fu pronunciato, il coro si fermò.

Di fianco all'eletto, un altro uomo riparato da una armatura argentata brillante, sguainò la lunga spada e con precisione mirò tra la folla di fedeli.
L’acciaio viaggiò nell’aria sibilando nel silenzio denso. Terza fila, al centro. Colpì la sua fronte, trapassandola da lato a lato. Strappò il tessuto povero della tunica e poi continuò oltre verso la testa del frate seduto dietro. Il corpo morto cadde con un tonfo sordo sulla pietra rossa.

La tunica lacerata dell’intruso scivolò dalle sue spalle, rivelando la sua figura. Una veste rossa morbida cingeva il suo corpo e le sue forme, il collo era impreziosito da un collare luminoso di pietre ricercate e da una croce capovolta, i lunghi capelli neri spessi cadevano come una cascata contro la pelle olivastra. Il capo era ornato da una corona dorata formata da due corna appuntite che sorreggevano un globo rosso, al di sotto del quale la ferita si era richiusa e l’unico segno rimasto di essa era una goccia di sangue nero, che le solcò prima il ponte del naso e poi la guancia. Aprì gli occhi verde smeraldo con calma e osservò l’uomo adirato di fronte a lei che continuava a indicarla.

‘Annienteremo la Signora delle Tenebre.’

Lei sorrise consapevole e si dissolse nel nulla, accettando la sfida.




 
Note dell'autrice:
Buonasera, grazie per aver letto questa prima parte della storia. Ammetto che è un da incoscienti pubblicare questa storia così, in mezzo al nulla, con altre storie in corso ma si fa quel che si può, uff. Questa prima parte dell'originale l'ho scritta ad agosto a dire la verità, a seguito di una visita ad un museo che mi aveva molto colpita, ed è anche un piccolo omaggio a una leggenda che mi piace particolarmente, così come la figura della janara, la strega del sud Italia. I luoghi descritti sono reali e vedrete prossimamente che anche il resto della storia è basato su dettagli e leggende che esistono realmente. In ogni caso, farò una nota di spiegazione quando pubblicherò il seguito.
Grazie mille per aver letto e alla prossima :3
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Maghi e Streghe / Vai alla pagina dell'autore: Anchestral