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Autore: Ily Briarroot    30/12/2023    1 recensioni
Questa storia partecipa all'iniziativa "Scambiamoci le penne" indetta da Mari Lace e PescepallaSia sul forum "Ferisce la penna".
Occhi che s'incrociano di colpo, distanze temporali che si annullano e la voragine scavata nel petto si riempie improvvisamente di battiti frenetici e irregolari.
Istintivamente, la sofferenza provata nel vivere quotidianamente senza la propria spalla, senza il proprio riferimento, cessa di esistere.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Battiti

Occhi che s'incrociano di colpo, distanze temporali che si annullano e la voragine scavata nel petto si riempie improvvisamente di battiti frenetici e irregolari.
Istintivamente, la sofferenza provata nel vivere quotidianamente senza la propria spalla, senza il proprio riferimento, cessa di esistere.
Nessuno dei due osa muoversi per interminabili istanti, l'uno lo specchio dell'altra.
Shiho osserva immediatamente il blu di quelle iridi, sperando che sia rimasto lo stesso; lo stesso che le ha scandagliato l'anima mille volte, riuscendo a penetrare la corazza che si era imposta di mantenere eretta per difendersi dal mondo.
Gli stessi occhi che, anche quel giorno – l'ultimo -, l'hanno studiata con dolcezza e determinazione senza lasciarla andare un secondo.

Shiho gli si avvicina fino a eliminare ogni distanza tra di loro.
Solleva per la prima volta il volto, trattenendo l'angoscia che la sta distruggendo piano.
Shinichi sostiene il suo sguardo e, anche se imbarazzato, vuole comprendere il motivo di quel malessere.
Soprattutto adesso che è tutto passato.
Adesso che lei può assaporare la libertà che le è sempre stata negata.
La osserva, Shinichi. La scruta in attesa che sia lei a parlare.
Non sa che non può farlo.
Shiho si lascia andare in balìa di emozioni che non riesce a contrastare, l'angoscia che non le permette quasi di respirare. Sa cosa dovrà succedere e allora si lascia semplicemente andare.

Shinichi la osserva e, per un secondo, è quasi convinto di aver sbagliato persona.
Le si avvicina e il cuore sussulta nel petto.
Soltanto dopo un po' si accorge che si tratta di lei, di quei capelli castano ramati inconfondibili, gli occhi dai tratti vagamente occidentali.
Di colpo, i ricordi lo raggiungono come un fulmine a cielo sereno; flashback pieni di lei, di loro, e di quell'ultimo giorno.

Dita sottili che s'insinuano tra le ciocche di capelli ribelli, la sua schiena sottile, chiara e liscia.

Sensazioni che non ha mai pensato di poter provare insieme a Shiho, un legame profondo che torna alla ribalta e che unisce definitivamente pezzi di un puzzle che è già destinato a essere unito. Così, naturalmente.
“Sei... sei qui” afferma Shinichi, fermandosi a pochi passi da lei.
Si specchia nei suoi occhi verdi e rivolge un breve sguardo verso la villa del dottor Agasa alle sue spalle.
“Ottima supposizione, detective”.
Vede il solito sorriso sarcastico, la sua difesa dal mondo. È così strano trovarsela davanti, ora che ha smesso di sperarci.
La sua espressione è diversa rispetto l'ultima volta in cui l'ha vista; il ragazzo ha ripensato spesso a quel malessere, quell'angoscia che non hai mai compreso ma che le ha letto nell'anima quel pomeriggio.

“Ehi, è tutto finito. Li abbiamo presi! Cosa succede?”
“Non dire niente, Kudo. Ti prego”.
La voce incrinata, lacrime trattenute.
Shinichi non fa in tempo a chiederle spiegazioni, perché Shiho gli ha già circondato il collo con le braccia, raggiungendo velocemente le sue labbra con le proprie.
Il ragazzo, goffo e imbarazzato, si lascia coinvolgere da quella dolcezza.
Labbra contro labbra, pelle contro pelle, baci e carezze che complementano un legame profondo che è sempre esistito, semplice e naturale come respirare.

“Ti ho cercata ovunque”.
“Lo so. Non potevo farmi trovare, mi dispiace”.
Shiho rabbrividisce, stringendosi nella giacca pesante. Stanno camminando da venti minuti e nessuno dei due ha avuto il coraggio di addentrarsi nell'argomento più doloroso per entrambi.
“Quel giorno sapevi già che saresti andata via, non è vero?”.
Shiho sospira nel vano tentativo di non lasciar trapelare la tensione che le pesa nel petto, annuendo appena.
“Mi spieghi che cos'è successo? Hai deciso di sparire proprio nel momento in cui l'Organizzazione è stata smantellata”.
“Ti sbagli”.
Shiho si ferma davanti al parco, apparentemente persa in chissà quali pensieri. Shinichi la scruta senza capire e non riesce a evitare di soffermarsi su alcuni dettagli di lei; sulla pelle che ha accarezzato, il calore di un corpo che non avrebbe mai pensato di conoscere, attraverso respiri dolci carichi di piacere che si avvolgevano tra le lenzuola candide.
“Gin è scappato subito, non sono riusciti ad arrestarlo” prosegue la giovane donna e, tra quelle parole, il dolore è ancora difficile da nascondere, “è stato latitante fino a sei mesi fa”.
“Quindi mi stai dicendo che... “.
“Jodie mi ha imposto di andare via durante la ricerca dell'BI, in modo da proteggere soprattutto te. Non ho potuto fare altro che accettare”.
Shinichi si volta di scatto, sgranando gli occhi. Il mondo gli crolla addosso mentre si sente spaesato, privato di una decisione che avrebbe comportato conseguenze differenti.
“Perché non me lo hai detto?!”.
“Non potevo. Jodie mi ha promesso che una volta arrestato Gin, sarei potuta tornare. Non mi ha inserita nella Protezione Testimoni, ma ho cambiato nome e paese, ho vissuto negli Stati Uniti e l'FBI mi ha sorvegliato costantemente”.
Shiho si volta verso di lui e nota la rabbia e l'agitazione che lo scuotono.
“Avresti dovuto dirmelo, ce la siamo sempre cavata insieme. Sarei riuscito a proteggerti”.
La ragazza accenna un sorriso amaro, guardando un punto fisso verso l'orizzonte.
“E chi avrebbe protetto te? Non ti avrei fatto vivere altri anni in quel modo, Kudo. Jodie aveva ragione, meritavi finalmente di ricominciare”.
“Perché, tu no?” risponde brusco Shinichi, voltandosi verso di lei. “Hai affrontato tutto da sola per tre anni e io non sapevo più dove cercarti”.
“Lo so. L'FBI mi ha promesso che se avessi accettato di allontanarmi, avrebbe escogitato un piano per spingere Gin a credere che tu non c'entrassi nulla con me e così è stato”.
Rimangono in silenzio minuti interi, prima che uno dei due decida di riprendere il discorso.
“Ero spaventato. Mi sono svegliato e non c'eri più, dopo quello che... “.
“Dimenticalo”.
Shiho lo interrompe, sedendosi sulla panchina accanto a loro. I battiti del cuore accelerano e lei non si sente preparata per quella conversazione. Non ancora.
Il detective la guarda in silenzio, prima di seguirla.
“Come puoi tornare dopo tre anni e chiedermi questo?” le chiede, sedendosi accanto a lei. “È stata una situazione improvvisa a cui non avevo mai pensato, eppure io... “.
“Non è stato corretto nei confronti di nessuno, Kudo. Sapevo che non ti avrei più rivisto, quindi... dimenticalo”.
“Quindi non è stato niente per te? Perché io ci penso ancora, è come se fosse successo soltanto ieri. Non credevo di poter provare sensazioni simili e ho bisogno di capire se... se anche tu... “.
Lei percepisce il cuore mancarle un battito, questa volta.
Incrocia i suoi occhi e scuote appena la testa.
“Non mi pento di ciò che è successo quel giorno, ma è sempre stato tutto troppo complicato” ammette, mentre la voce s'incrina e le lacrime minacciano di traboccarle dagli occhi. Non può, non deve mostrare la fragilità che ogni tanto lotta per uscire allo scoperto.
“Nemmeno io” mormora Shinichi prima di afferrarle il braccio e trascinarla delicatamente verso il proprio petto.
“Scusami, Shinichi. Non volevo scappare, ho giurato di non farlo più. L'ho fatto solo per proteggerti” mormora, il viso nascosto dalle pieghe della giacca del ragazzo.
Shiho è finalmente libera di sfogarsi, lasciando andare le lacrime trattenute da troppo tempo, ritrovando il calore e il profumo che le erano mancati più di ogni altra cosa.
Shinichi sorride, lasciandole il tempo di cui ha bisogno, mentre le accarezza lentamente i capelli ramati.

Shiho lo guarda dormire mentre si siede sul materasso, coprendo la schiena nuda con il lenzuolo bianco.
Si veste in fretta, evitando il minimo rumore, e gli si avvicina carezzandogli delicatamente un ciuffo ribelle che fuoriesce dalle pieghe della federa.
Si ferma sulla soglia della stanza e si volta di nuovo, accennando un sorriso.
Nel caso finisca male, questo sarà il ricordo che terrà per sempre.
Lui, che le ha ridato la vita in modi differenti.
Lui, per il quale darebbe volentieri la propria.




NOTE
Voglio ringraziare di cuore Shireith, perché questo contest è stato un modo meraviglioso per spronarmi. Sia per quanto riguarda la scrittura in sé, per la quale purtroppo a volte ho ancora un certo blocco -, sia per il prompt, per il quale ho cercato in tutti i modi di non cadere nella banalità e di mantenere i personaggi IC. Non sono sicura del risultato – anzi, se devo essere sincera meh -, però mi sono divertita, mi ha attivata e scrivere di Shinichi e Shiho insieme a lei è stato davvero bellissimo.
A prescindere dal risultato finale, grazie per questa bella proposta!

  
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