{Austria, 2023}
 

Se le sue mani potessero parlare, non griderebbero di amori passionali e ardite confessioni. 
Se potessero parlare, Ludwig le farebbe bisbigliare lentamente, placide mentre inseguono le linee di un corpo che ha imparato a conoscere dopo anni di silenziosa bramosia. Le sue dita — ruvide da estenuanti giornate di lavoro — ne tesserebbero lodi con esitante deferenza, come si fa con un’opera d’arte conservatasi dalle intemperie del tempo. 

Con un pollice solcherebbe la dolce cunetta di un seno, indugiando un poco più a lungo, rallegrandosi della reazione che un tale tocco – per quanto timido, per quanto delicato – provocherebbe in lei. 

Lei, Anneliese, che lo osserva in mezzo in una stanza colma di occhi attenti e bocche chiacchierine, con la discrezione che sempre la caratterizza. Anneliese, e lo strascico del suo vestito come un'ombra che la sorveglia — bella come Ludwig la ricorda, forse più, ora che un appuntamento formale li obbliga a sfoggiare il meglio di sé in orpelli e abiti costosi. 

Festeggiare insieme ad amici è buon auspicio per l’anno nuovo, dicono, ma Ludwig ha accettato l’invito solo per rivedere lei, dissotterrando memorie che pensava a lungo sopite. Eppure, ora che sono l’uno davanti all’altra, tutto sembra non aver mai abbandonato il proprio posto. Persino il suo profumo è lo stesso — genziana, un accenno ai fiori selvatici che crescono indomiti sulle Alpi austriache — e forse Anneliese sa, in quel breve attimo di silenzio può comprendere il potere che ancora ha su di lui.

Ne è consapevole: un suggerimento si cela in quel suo sorriso civettuolo, labbra increspate non appena la distanza tra di loro diminuisce. Così vicini, da poter notare l’impronta che il suo rossetto ha lasciato sul bordo del suo bicchiere di champagne. 

Ancora mezzo pieno, come a voler attendere la giusta compagnia per assaporarne il sapore. 

Di rimando, Ludwig stringe il boccale di birra che suo fratello gli ha affidato, sentendosi fuori posto e inadeguato tra sfarzi e un’eleganza che non sente appartenergli. 

“Anneliese,” dice, “Buon anno.” La voce non trema, non rivela il turbamento che, invece, lo attanaglia dall’interno. Ludwig lo nasconde bene, forse sin troppo, con un’artificiosità che potrebbe ingannare altri, ma lei conosce ogni dettaglio del suo carattere, anche i più inconvenienti. 

Quando s’allunga per salutarlo, Anneliese annulla le differenze tra loro, ritornando ad essere la stessa donna che giura di aver conosciuto anni addietro. Tra le dita nessun anello, nessuna promessa che potrebbe far morire le ultime speranze di Ludwig. 

“Ludwig,” bisbiglia lei, il suo palmo morbido, tiepido tant’è tiepida la birra che Ludwig teme di far scivolare a terra. “Non cambi mai, vedo.”

E se le sue mani potessero parlare, forse non lo farebbero affatto, ammutolite dalla presenza di lei, soccombendo davanti a tutte le parole nascoste che Anneliese e il suo corpo paiono sussurrare.