Raramente gli capita di godersi il crepuscolo in pace.

La sua vita è stata un’altalena di avventure sempre all’inseguimento di qualcosa che non riusciva a raggiungere principalmente perché non sapeva cosa fosse. Evan Buckley detto Buck non rimpiange di essersi fermato a LA, specialmente perché adesso riesce a trovare del tempo per sé stesso sebbene ogni tanto quella sensazione di fuga ritorna. Morire, clinicamente morire, però ha dato una scossa alla sua vita, metaforicamente e no.

Sorvolando sulle nuove capacità matematiche però è cambiato poco, solamente una nuova consapevolezza e il desiderio di godersi quei pochi attimi di pace di cui dispone, motivo per cui ha accettato di fare da baysitter a Christopher mentre Edde è impegnato nel suo appuntamento, a sentire Eddie un appuntamento combinato da ben due tias è una cosa grossa.

Christopher come sempre è adorabile, responsabile quanto basta e giudizioso quando serve, Buck spesso ha la sensazione che sia il bambino a fargli da babysitter e non il contrario ma non l’ha mai detto a voce alta. Carla se en andata da un pezzo dopo aver controllato che ordinassero la cena e ora entrambi si stanno godendo un tramonto in pace, solamente loro due e quel che c’è fuori dalla finestra.

<< Vi trovo bene voi due >> è quello che dice Eddie nell’aprire la porta, e a giudicare dal fatto che sia tornato solo e che sia così presto è evidente che l’appuntamento non sia andato bene ma non spetta a lui giudicare, forse si rivedranno ancora… e perché quell’idea non gli piace per niente? Non conosce la ragazza eppure ogni volta ha la sensazione che nessuno di loro sia giusta per Eddie, e vale lo stesso per le tizie che ha frequentato in quegli: sono brillanti, belle e divertenti eppure… manca loro qualcosa.

<< E tu invece? >> risponde Christopher con un sorriso sghembo, quel ragazzino ne sa una più del diavolo pensa lui cercando di controllarsi.

<< Bene… poteva andare meglio ma ci abbiamo provato >> è la risposta di Eddie e sia lui che Christopher si guardano: devono credere a quella bugia o meno?

<< Allora siediti e raccontaci tutto >> propone lui, e perché quell’idea non gli piace? Eppure è stato lui a proporla e nella propria mente suonava benissimo.

Eddie ci pensa un po’ e poi accetta, ecco… quello si che è perfetto pensa Buck, sente che il pensiero dovrebbe espandersi, portarlo ad una qualche conclusione ma per qualche motivo resta cristallizzato nella sua mentre Eddie si siede accanto al figlio e Chris comincia a tormentarlo. È tutto così intimo, familiare… perfetto si dice, non solo solamente amici ma non sono altro anche se… non lo so, forse meglio restare in silenzio, dare nome a certe cose non fa mai bene, ed entrambi hanno bisogno di pace e tranquillità, non di complicarsi inutilmente la vita si dice.

<<… e questo è tutto >> conclude Eddie, il crepuscolo losangelino si intona perfettamente alla situazione nota Buck prima che Christopher scoppia a ridere e lui rivolga uno sguardo saputo ad Eddie, non ha ascoltato nemmeno una parola ma l’altro non deve saperlo, né ora né mai anche se non sa il perché.

<< E forse hai ragione, non ne ho bisogno, sto bene da solo e… devo occuparmi di Christopher >> sbotta Eddie facendoli ridere entrambi.

<< Non potrai dirlo sempre, specie quando andrà al college >> replica lui perché di quello è sicuro: Christopher Diaz andrà al college e lui ne sarà orgoglioso, come e più di Eddie.

<< E allora penserò a qualcos’altro, sarà difficile comunicarlo a tia Josephina ma mi inventerò qualcosa >> risponde Eddie e Buck si dice che è tutto perfetto e proprio per questo non c’è alcun bisogno di complicare tutto mettendo delle etichette, forse un giorno quando Christopher sarà più grande ma non ora, assolutamente non ora.