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Autore: Shainareth    07/01/2024    1 recensioni
[Gundam SEED/Gundam SEED Destiny] «Facciamo così», propose Miguel, battendo le mani per richiamare l’attenzione di tutti e cinque. «Yzak, Athrun. Avete collezionato una vittoria a testa. Fra una settimana vi sfiderete di nuovo, ma non vi sarà assegnato alcun voto. In ballo ci sarà solo il vostro onore.»
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA BENE: Benché penso sia comprensibile anche a sé stante, la presente shot è il seguito dell'ultima da me pubblicata, ovvero Bevuta (che a sua volta è il seguito di Travestimento... suppongo creerò una piccola serie di shot). Contiene inoltre velati riferimenti alla mini-long di Tynuccia dal titolo Ammenda.





ASTUZIA


«Merda! Merda! Merda!»
   «Non si può dire che tu non sia un tipo sportivo.» Yzak si voltò a fulminarlo con lo sguardo, ma Miguel scosse le spalle con noncuranza. «Dovresti fare come Athrun e lasciarti scivolare addosso questo genere di cose.»
   Prima ancora che l’altro potesse esplodere in un’altra serie di imprecazioni, Dearka si permise di difendere l’amico. «Dici così perché, l’ultima volta che Athrun ha perso, non l’hai visto distruggere il cestino dei rifiuti del bagno.»
   «Allora era stato lui!» esclamò Rusty, sgranando gli occhi perché incapace di credere fosse stata davvero opera del suo compagno di stanza.
   Miguel sorrise divertito e rivolse la propria attenzione all’allievo migliore dell’accademia. Athrun se ne stava in disparte dall’altra parte del quadrato attorno a cui era avvenuta la disputa e, fingendo di non aver sentito nulla, continuava a tergersi dal viso e dal collo il sudore dovuto alla simulazione di combattimento corpo a corpo che lui e Yzak avevano appena portato a termine. Inutile dire quale fosse stato l’esito. «Mi dispiace essermi perso Sua Signoria Zala che perde la bussola», ammise il loro superiore, le mani sulle anche e una serie di perversi pensieri che iniziava a vorticargli nella testa. «Dev’essere stato estremamente divertente.»
   «Non proprio», azzardò Nicol, che, suo malgrado, aveva assistito alla scena per puro caso. In quel momento il solito, pacifico Athrun gli era sembrato quasi un estraneo, in preda alla collera e al risentimento per aver perso una competizione contro Yzak.
   «Facciamo così», propose Miguel, battendo le mani per richiamare l’attenzione di tutti e cinque. «Yzak, Athrun. Avete collezionato una vittoria a testa. Fra una settimana vi sfiderete di nuovo, ma non vi sarà assegnato alcun voto. In ballo ci sarà solo il vostro onore.»
   «Credo sia già così», provò a fargli notare Dearka, conoscendo entrambi come le sue tasche. «Ormai è diventata una questione personale.»
   L’altro annuì, dando a intendere che comprendeva bene ciò che lui stava dicendo. «È proprio per questo che vorrei rendere la sfida più interessante.»
   «In che modo?» domandò Rusty, incuriosito.
   Miguel sorrise sornione. «Chi perderà sarà costretto a ballare nudo al chiaro di luna.»
   I cinque allievi sgranarono gli occhi. «Che cavolo...» balbettò ancora il rosso, mentre la prorompente risata di Dearka riempiva la palestra e Nicol si portava una mano davanti al viso, trovando quell’idea assolutamente idiota.
   Anche Athrun fu dello stesso avviso, perché voltò le spalle a tutti, pronto ad andarsene. «Che sciocchezza», disse solo.
   «Hai paura di perdere?» gli domandò Yzak, con voce tagliente. Lui si volse a guardarlo: gli si leggeva negli occhi il sacro fuoco della competizione. La sconfitta appena subita doveva bruciargli non poco e questo, unito al suo carattere fumantino, doveva portarlo anche a sragionare.
   «Lo faresti sul serio?» lo mise alla prova Athrun.
   «No», rispose l’albino, risoluto, un sorriso di sfida sulle labbra. «Ma solo perché non sarò io a perdere.» Il suo rivale si lasciò sfuggire un verso derisorio e lui scattò immediatamente. «Vedrai, se non ti farò il culo!»
    «Non lamentarti, se poi perdi», replicò l’altro con una calma invidiabile, accettando indirettamente la scommessa.
   Si levarono cori di incoraggiamento da parte di Dearka e Rusty, mentre Nicol cercava di far ragionare tutti. «Potrebbe vederli chiunque!»
   «È proprio quello il bello», assicurò Miguel, pronto a divertirsi non poco alle spalle di quei due somari dall’orgoglio smisurato.
   «Potrebbero vederli anche le ragazze!»
   «Appunto.»
   «Athrun, pensaci bene», continuava Nicol, nella speranza di dissuadere almeno lui. Fu fiato sprecato, perché ormai anche il suo amico era entrato nello spirito della competizione: non soltanto avrebbe dimostrato di essere superiore a quell’arrogante di Yzak Joule, ma gli avrebbe anche fatto perdere la faccia davanti a tutti.
   «Rimpiangerai di non poter indossare il completino dell’altra volta per coprire le tue vergogne», gli assicurò il giovane Joule, guardandolo con aria sprezzante.
   Dearka batté una mano sulla spalla di Miguel. «A proposito, bella scelta», si complimentò. «Quel pizzo rosa gli sarebbe stato divinamente, se solo quel caprone di Athrun non fosse stato così testardo. Forse gli sarebbe stato persino meglio che a Yzak.»
   «Dearka!» lo rimproverò Nicol, temendo che quelle parole potessero fomentare una situazione già di per sé abbastanza infuocata. Si voltò verso Rusty, nella speranza che almeno lui riuscisse a far ragionare il suo compagno di stanza. Quello però stava già inviando goliardici messaggi vocali ad altri loro compagni di accademia, così che alla grande sfida fra Joule e Zala avrebbero potuto assistere in tanti.
   «Quasi quasi metto su anche un bel banco scommesse», ponderò a quel punto Miguel, lisciandosi il mento con una mano.
   Eccezion fatta per buona parte del corpo docente, in capo a poche ore tutta l’accademia sapeva della sfida che si sarebbe tenuta di lì a una settimana. Persino le ragazze, che non vedevano l’ora di poter ammirare senza veli uno dei due più bei cadetti della scuola: che fosse Yzak Joule o Athrun Zala aveva poca importanza, poiché entrambi avevano il loro nutrito stuolo di ammiratrici. Questo però adombrò l’umore di Dearka, perché, a suo dire, se lo avessero chiesto a lui, avrebbe ballato nudo per loro anche senza bisogno di una stupida sfida.
   Il giorno stabilito, comunque, andò esattamente come si erano aspettati Rusty e Miguel: la palestra era gremita di gente. Il biondo Ayman, dovendo atteggiarsi suo malgrado ad arbitro imparziale, aveva dovuto cedere il banco delle scommesse all’allievo Mackenzie. Quanto agli altri, ovvero Nicol e Dearka, ciascuno di loro era impegnato a fare da secondo ai due contendenti. Se da un lato Yzak mostrava tutto il proprio nervosismo, sbraitando contro chiunque gli capitasse a tiro, dall’altro Athrun manteneva apparentemente il sangue freddo, preferendo concentrarsi su ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Su una cosa, tuttavia, i giovani erano d’accordo: avrebbero venduto cara la pelle. Perdere non era un’opzione possibile, soprattutto perché entrambi avevano dei nomi altisonanti alle spalle. Una loro sconfitta, con tanto di figuraccia al chiaro di luna, avrebbe magari potuto incidere sull’onorabilità delle rispettive famiglie.
   Lo scontro ebbe infine inizio, con poche, semplici regole da rispettare. Una lotta corpo a corpo che incantò i ragazzi presenti per l’agilità e la bravura dei due e mandò in estasi le ragazze per ben altri motivi. Fra una mossa e l’altra, ogni tanto Yzak ripeteva come un mantra che non avrebbe perso contro un maledetto bastardo come Athrun; quest’ultimo invece si limitava a intimargli il silenzio e di concentrarsi sullo scontro.
   «Smettila di darmi ordini, dannato!» sbraitò Yzak, dopo l’ennesima risposta di quel tipo da parte del suo rivale.
   «Viene naturale a chiunque ti guardi in faccia», ribatté quel disgraziato, cominciando anche lui a perdere la pazienza perché il suo avversario era davvero un osso duro.
   L’altro perse del tutto la pazienza. Urlò un insulto e si avventò su di lui caricandolo come un ariete. Athrun non si spostò, ma anzi non appena Yzak lo afferrò per la vita, lo lasciò fare. Nel giro di poco, il giovane Zala si ritrovò in evidente difficoltà: il cadetto Joule lo teneva sotto scacco, con entrambe le braccia attorno al collo in una presa ferrea. «Arrenditi e ti risparmierò l’umiliazione di finire al tappeto davanti a tutta questa gente», disse Yzak, un sorriso sprezzante in volto. Sentiva già sulla pelle il brivido della vittoria, nelle orecchie il coro di trionfo di chi aveva scommesso su di lui.
   Contrariamente alle sue aspettative, però, Athrun gli sorrise di rimando e annaspò non senza sforzo: «Sarà un piacere ballare nudo per la brunetta che ti piace tanto.» Preso del tutto in contropiede da quella provocazione, l’altro sbiancò e sgranò gli occhi chiari, mentre avvertiva un sobbalzo anomalo in petto. Fu proprio allora che il suo avversario approfittò di quel momento di smarrimento per ribaltare la situazione: con entrambe le mani, lo afferrò per il polso con cui lo stava tenendo fermo e, allentando la sua presa, riuscì a svicolare via con una torsione del corpo. Un attimo dopo, sotto gli sguardi esterrefatti degli spettatori, Yzak Joule si ritrovò in ginocchio, con un braccio bloccato dietro la schiena e il piede dell’altro piantato sulla nuca.
   La palestra esplose in un boato di esclamazioni di ogni tipo, mentre Miguel ormai non poteva far altro che dichiarare fine all’incontro.
 
«Oh, Haumea!» esalò Cagalli, quasi senza fiato per via delle risate. «Quanto avrei voluto esserci!»
   Continuando a guidare, Athrun fece una smorfia. «Ne dubito. Le chiappe di Yzak non sono un bello spettacolo.»
   «Ohi, ohi! Non indispettirlo ulteriormente!» lo riprese Dearka. Seduto sul sedile posteriore dell’auto, stava faticando non poco a tenere fermo Yzak, che cercava in tutti i modi di arrivare a fare ciò in cui non era riuscito all’epoca: torcere il collo al rivale di sempre - col rischio di uccidere tutti in un incidente stradale.
   «Stai dando la tua versione, maledetto!» urlava difatti, tremendamente indignato per quel racconto a tradimento. «Hai del tutto stravolto i fatti!»
   «Nah, non direi», ribatté il suo migliore amico. «Miguel, Rusty e Nicol purtroppo non possono più testimoniare, ma per tua sfortuna ci sono ancora io e ti assicuro che Athrun è stato molto preciso.»
   Non potendo negare, allora Yzak si appellò alla più assoluta delle verità: «Ha vinto con l’inganno!»
   «Io la chiamo astuzia», lo corresse Athrun, facendo di nuovo ridere l’amata. «In guerra può risultare fondamentale per ribaltare una situazione sfavorevole. Pensavo lo sapessi, Comandante
   «Quanto sei bastardo...» commentò Cagalli, divertita e al contempo dispiaciuta per il povero albino, che perlomeno fu lieto di sentirla parlare in quel modo.
   «Se anche la tua donna ti chiama così, vuol dire che lo sei per davvero!»
   La Principessa si concesse un’espressione disgustata. «Definiscimi di nuovo in quel modo e ti assicuro che, in confronto a ciò che ti farò, ricorderai l’umiliazione di quel giorno come un divertente pomeriggio fra amici», lo minacciò.
   Fu Dearka stavolta a ridere, mentre finalmente l’altro si arrendeva a mettersi seduto composto, le braccia incrociate al petto e l’aria immusonita. «In fin dei conti dovresti anche essergli grato», riprese il biondo, guadagnandosi un’occhiata torva da parte del giovane che gli sedeva accanto. «Ha interceduto in tuo favore per evitarti l’umiliazione pubblica.»
   Il Delegato aggrottò la fronte. «Mi era parso di capire che la scommessa era stata pagata comunque...»
   «Lo ha preteso Miguel», spiegò Athrun, senza vantarsi troppo della propria magnanimità. «Ma gli ha risparmiato la vergogna pubblica non rivelando a nessuno, se non a noi, quando e dove si sarebbe svolta la danza dell’orrore.» Cagalli non riuscì a trattenere l’ennesima risata. «In realtà, anzi, avrebbe dovuto ringraziarlo.»
   «Perché?» domandò, mentre Yzak imprecava fra i denti.
   Fu Dearka a svelare l’arcano. «Perché quel disgraziato mandò un messaggio anche a Shiho, dandole appuntamento nel luogo e nel momento più sbagliato per i suoi poveri occhi innocenti.»
   «Povera ragazza...» sospirò Athrun con fare teatrale.
   «Oh, cavolo...» commentò Cagalli. «Quindi Shiho ha visto tutto?»
   «Ed è proprio per questo che non potrò mai essere grato a questo maledetto imbroglione!» reagì Yzak, paonazzo in volto al ricordo di quella scena - e della povera Shiho che, vedendo la luna riflettere sui suoi glutei pallidi, aveva lanciato un urlo ed era scappata via in preda alla vergogna. «Avete una vaga idea di quanto ci abbia messo a recuperare la situazione?! Per mesi non mi ha guardato negli occhi!»
   «Che ne sai?» intervenne Dearka. «Magari era rimasta incantata dalle tue doti nascoste...» L’altro serrò le mascelle, sempre più imbarazzato. «Altrimenti perché darti una possibilità, adesso?»
   Per amor di pace, tutti presero per buona quella ipotesi, anche e soprattutto per non infierire sul neonato rapporto amoroso fra Yzak e Shiho. Almeno fino a che Athrun non confessò: «In realtà, la cosa più divertente di tutte è che io non avevo la più pallida idea che gli piacesse proprio Shiho.»
   «Cos...?!» gracchiò l’albino, cadendo dalle nuvole e aggrappandosi di nuovo come una furia allo schienale del suo sedile. «Allora perché hai detto quella cosa durante l’incontro?!»
   L’altro si strinse nelle spalle. «Ho tirato a indovinare e la fortuna mi ha assistito.»
   «Bastardo!» strepitò ancora Yzak, mentre i due biondi ormai erano di nuovo in preda alle risate.
   «Toh, guarda», tentò di rabbonirlo Athrun, poiché finalmente erano giunti a destinazione. «Ecco la tua bella in compagnia di Miriallia.» Le due ragazze, che avevano avuto modo di conoscersi anni prima sulle colonie, li stavano aspettando all’ingresso di uno dei centri commerciali più grandi della capitale, dopo essersi concesse il lusso di fare un po’ di shopping. Avevano chiesto anche a Cagalli di unirsi a loro, ma, dal momento che lei detestava andare in giro per negozi, aveva accampato una scusa più che plausibile a causa del proprio lavoro, rassicurandole però che le avrebbe raggiunte in un secondo momento insieme agli altri.
   «Mi raccomando a te», disse la Principessa, voltandosi verso Dearka e puntandogli contro un dito con fare minaccioso. «Un’altra parola sbagliata con Miriallia e ti rispedisco ad Aprilius chiuso in un baule di mogano.»
   L’altro alzò le mani in segno di resa. «Giurin giurello che terrò a freno la lingua.» Fu sul punto di fare una battutaccia, ma la ingoiò perché si rese conto che avrebbe potuto essere il primo passo verso l’oltretomba.
   Quindi, non appena l’auto accostò sul marciapiede, lui e Yzak scesero. «Vado a cercare parcheggio, ci vediamo dopo», disse Athrun, riprendendo la strada insieme alla propria innamorata. «Perché non sei andata con loro?» le domandò, curioso.
   «E lasciarti solo con tutte le donne che ci sono qui?» ritorse lei, accigliata, inforcando gli occhiali da sole e calcandosi un cappello in testa nella speranza di essere riconosciuta il meno possibile dai suoi concittadini. «Rischierei di fare una strage di massa.»
   Il giovane si lasciò andare a un sorriso divertito. «Poi sarei io, quello geloso...»
   «Sta’ zitto», borbottò Cagalli, infastidita. «O ti assicuro che organizzo una sfida peggiore di quella di Miguel, in diretta mondiale e con una penitenza molto più cattiva.»
   «Agli ordini, Principessa», sospirò Athrun, riuscendo finalmente a trovare parcheggio. In risposta gli arrivò un ceffone sul braccio, che lo fece comunque scoppiare a ridere. La ragazza fu sul punto di replicare ancora, ma lui si sporse nella sua direzione e la sorprese con un bacio a tradimento, mettendola definitivamente a tacere. «Visto com’è facile ribaltare una situazione sfavorevole, se si gioca d’astuzia?» le fece notare il giovane, deliziato per il rossore che adesso le colorava le guance.
   «Sei un maledetto bastardo!»



 
  
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