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Autore: Tynuccia    08/01/2024    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Fu con immensa delizia che notò un vago rossore tingergli le guance pallide. Quella sì che era una novità.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lacus Clyne, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aspettative
 
 
 
 
“Sei pronta?”.
 
Shiho sobbalzò, stringendo le mani attorno alla cintura che aveva appena indossato, quando la voce perentoria del suo superiore la raggiunse attraverso l’interfono dello spogliatoio femminile. 
Si affrettò verso l’uscita, trovandolo oltre la porta, già in uniforme e con un vago rossore sulle guance, come se essere così vicino ad un luogo a lui proibito fosse di per sé un peccato inconcepibile. “Eccomi, signore”, disse, tendendo la mano vicino alla fronte. 
 
Yzak annuì appena e riprese a camminare. “Non credo di doverti ribadire l’importanza di questa missione”, mormorò, ignaro degli altri soldati che si stavano dirigendo, come loro, sul ponte di comando. Erano sbarcati da poco sull’Eternal, incaricati dalla stessa Lacus Clyne per scortare lei e la sua nave in madrepatria dopo aver mediato i trattati di pace, ed essere stata eletta dal Consiglio. 
 
“In realtà è un onore”, confessò la giovane, sorridendo tra sé. “Non ho mai avuto modo di incontrare Lacus-sama di persona, e sono sempre stata una sua grande fan”.
 
L’albino si stranì, trovandosi ad immaginare la sua sottoposta intenta ad apprezzare la musica della ex idol nella privacy della sua stanza. “Bene”, concesse, algido. “Un motivo in più per non dubitare della buona riuscita del nostro incarico”.
 
Quando fecero il loro ingresso a destinazione, Lacus era già presente, intenta a conversare con il Comandante Waltfeld ed il suo secondo, ma nell’udire il sibilo del pannello rivolse la sua attenzione ai due nuovi ospiti, con un amabile sorriso stampato sulle labbra. “Ah, Comandante Joule!”, cinguettò, raggiungendoli. “Grazie per essere qui”.
 
Con rigore e rispetto, Yzak scattò sull’attenti, non permettendosi neppure di guardarla. “A rapporto, Lacus-sama”.
 
Lei sgranò gli occhi chiari, lasciandosi andare ad un verso stupito. “Dearka non è venuto?”, si incuriosì, perdendo ogni parvenza di eterea autorevolezza. “Quel ragazzo mi fa sempre ridere tanto”.
 
L’albino sollevò un sopracciglio, trovandola una sciocchezza bella e buona che una persona della caratura morale di Lacus potesse trovare quell’asino genuinamente divertente. “Ti porgo le mie più sentite scuse, ma è rimasto sulla Voltaire, in mia assenza. Ho portato il Maggiore Hahnenfuss, in sua vece”.
 
Lacus spiò dietro il giovane Joule, trovando effettivamente una ragazza con la Redcoat, ancora sull’attenti. “Cielo, non mi ero proprio accorta di te”, ammise con candore. “Benvenuta a bordo”.
 
Shiho sorrise e scosse il capo. “Nessun problema, mi dicono spesso che la mia presenza è alquanto silenziosa”.
 
La ex idol rise, melodiosa. “È un commento alquanto perfido”, ragionò, con una sincerità tale che fece arrossire l’altra. “Lavorate insieme da tanto?”.
 
“Dalla prima guerra”, si affrettò a rispondere Yzak. “Ti posso assicurare che è uno dei miei uomini migliori”.
 
Lacus si portò una mano al volto. “Uomini?”, ripeté. “Anche questo non mi sembra un complimento”, notò con fare meditabondo. “In più, trovo che Shiho sia proprio graziosa”.
 
Il ragazzo sobbalzò vistosamente a quell’appunto, sentendosi un idiota per aver fatto una figuraccia. “Sì infatti”, convenne, senza neppure rendersi conto di aver ammesso che trovava la sua sottoposta carina. “Ma è nella mia squadra per le sue ottime capacità, non perché è di bell’aspetto”.
 
Benché lusingata e ormai rossa in viso come un pomodoro, Shiho tossicchiò a disagio. “Comandante, credo che sia meglio se la smettesse di parlare a vanvera”, suggerì, indovinando l’occhiataccia che lui le lanciò. 
 
Lacus rise, dietro un pugno chiuso davanti alle labbra. “Non si percepisce nemmeno l’assenza di Dearka”, annunciò tutta felice.
 
A salvarli dall’imbarazzo fu lo stesso Comandante Waltfeldt, che dalla poltrona del capitano rivolse ai due uno sguardo divertito. “Non fate caso alla nostra principessa. Spesso dice le cose con fin troppo candore”. Galleggiò fino al terzetto e batté le mani. “Vogliamo metterci al lavoro?”. 
 
Yzak osservò Shiho annuire, più che lieta di lasciarsi alle spalle quella conversazione che la vedeva protagonista, e raggiungere Martin Da Costa per essere informata sul funzionamento dell'Eternal. "Come sono andate le trattative?", domandò quindi a Lacus, conscio che a sua volta aveva bisogno di un diversivo. 
 
La ex idol sorrise, intrecciando le braccia dietro la schiena mentre la sua lunga coda rosata fluttuava alle sue spalle. "Cagalli è stata molto abile. Avremo ancora molto da fare, prima di raggiungere la pace, ma sono ottimista". 
 
Il Comandante Joule si concesse un sospiro. Le ultime fasi della guerra erano state psicologicamente devastanti, con l'ennesima delusione da parte di coloro che avrebbero dovuto guidare lui, l'esercito ed il paese. Sapere che ora, al potere, ci fossero persone tanto assennate lo rendeva estremamente contento. "Posso assicurarti che il Consiglio ti fornirà tutto l'aiuto di cui avrai bisogno", mormorò, come sempre incantato dalla soave espressione che le abbellì il viso. "Avevo pensato di mollare la politica, ma non ho intenzione di lasciare decisioni tanto delicate in mano ai soliti vegliardi che vivono nel passato".
 
"Sarà un onore", assicurò Lacus, facendo un mezzo inchino. "Poter contare su un amico mi tranquillizza non di poco. Soprattutto in attesa dell'arrivo di Kira".
 
Yzak aggrottò la fronte, ma non replicò. Che il pilota del Freedom fosse stato promosso a Comandante, senza nessun merito militare se non aver salvato il creato, era ancora una ferita aperta per il suo inestinguibile orgoglio, e benché avesse decisamente appianato le sue divergenze con il giovane Yamato, proprio non riusciva a digerire quello sconvolgimento dell'ordine naturale delle cose. Dearka, ovviamente, aveva malignato che la vera ragione dietro a tanto livore fossero i sentimenti che aveva nutrito nei confronti di Lacus in tenera età. Non poteva certo dirsi immune agli sfottò del suo migliore amico, e infatti aveva reagito con il suo solito temperamento infiammato, ma l'aspetto peggiore di tutta quella presa in giro era che quelle parole erano state pronunciate di fronte a Shiho, che pure sembrava non avervi attribuito troppo peso. E, sinceramente, non sapeva cosa fosse peggio. 
Doveva, comunque, ammettere che la ragazza dai capelli rosa appariva al settimo cielo per quella novità che l'aveva turbato, e i pettegolezzi che volevano i due coinvolti a livello sentimentale non potevano che essere veri. 
 
"La cosa ti sta bene?", si incuriosì lei, sorpresa dal prolungato silenzio del giovane, come se una sua parola negativa potesse ribaltare le decisioni prese ai piani alti.
 
"Certo", mentì Yzak, forse con troppa enfasi, perché l'altra ridacchiò. "Sarà produttivo, per il tuo lavoro, avere accanto una persona di cui ti puoi fidare ciecamente".
 
Lacus valutò, tra sé, che quella risposta fosse peculiare, specie se pronunciata da qualcuno che, fino a poco tempo prima, era famoso per perdere la pazienza per un nonnulla ed esternare le emozioni solamente strepitando. "È il vostro caso?", non riuscì a non chiedere. Fu con immensa delizia che notò un vago rossore tingergli le guance pallide. Quella sì che era una novità.
 
"Non esiste nessuno, al mondo, di cui mi fidi di più", replicò a bassa voce lui, questa volta con sincerità. Ed era talmente vero, che quel pensiero lo spaventava a morte. A differenza del suo migliore amico, che aveva comunque compreso e perdonato per aver disertato due anni prima, la sua sottoposta gli era rimasta costantemente accanto, senza pretendere mai nulla e sempre discreta e rispettosa. Se già ai tempi della prima guerra si era dovuto arrendere all'evidenza che, in qualche modo, lei gli piaceva, ora non poteva immaginare le sue giornate senza di lei.
Non riuscì ad esimersi dal far vagare lo sguardo lungo il ponte di comando, fino a posarlo su Shiho. Con la mano stretta allo schienale di una poltrona per non galleggiare via, era intenta ad ascoltare Martin ed Andrew mentre parlavano di chissà che cosa. Ogni tanto spalancava gli occhi, e si protraeva in avanti con un'espressione concentrata, ricordandogli le volte in cui avevano lavorato sul suo primo, difettoso MS. La vide anche scoppiare a ridere, per qualcosa che il Comandante Waltfeld aveva detto, in maniera totalmente sgraziata, al punto che Yzak si domandò cosa diamine gli fosse successo durante gli anni.
 
Per quanto avesse detestato le parole di Dearka, non poteva dire che fossero false. Certo, quelli che aveva provato erano sentimenti acerbi e non paragonabili ad una vera e propria cotta, ma da ragazzino aveva trovato sempre confortante l'eterea figura di Lacus, con i suoi modi impeccabili e le intenzioni squisite. Alle feste dell'alta società era la protagonista costante ed assoluta, delicata e mai fuori posto; ogni suono che le usciva dalle labbra era un melodioso invito ad adorarla, e lui aveva creduto che, al suo fianco come erede del prestigioso casato dei Joule, non poteva che esserci una ragazza altrettanto nobile ed altolocata, le cui maniere avrebbero di sicuro deliziato Ezalia.
 
Shiho Hahnenfuss, invece, non era minimamente all'altezza delle sue passate aspettative: benché d'animo gentile, il Maggiore peccava in così tante aree che il se stesso dodicenne avrebbe storto il naso fino alla frattura. Era sbadata, facile a spaventarsi, e con comportamenti da maschiaccio, che mal si sposavano con la raffinatezza che tanto aveva sognato in una compagna. Sempre che lei ricambiasse i suoi sentimenti.
Eppure, con tutti quei difetti, si era ritrovato a dipendere da lei, e a concentrarsi esclusivamente su quegli aspetti positivi che, inevitabilmente, erano serviti a farlo cambiare da moccioso preda della sua stessa furia a un rispettabile comandante, sempre facile alla rabbia, ma con molta meno boria.
 
Uno squittio deliziato alla sua sinistra costrinse Yzak a distogliere l'attenzione dalla sua sottoposta, e vide Lacus con una mano premuta contro la guancia. "Giusto cielo, che situazione audace", valutò, a metà tra il divertito e l'ammirato. "Glielo hai già detto?". Di fronte al suo sguardo confuso, la ex idol si esibì nell'ennesimo sorriso dolce. "A Shiho. Che ti piace, intendo".
 
Di norma, Yzak avrebbe afferrato per il colletto il suo interlocutore e l'avrebbe scosso così forte che le parole gli sarebbero tornate in gola, ma era impensabile, per lui, farle del male, quindi si risolse a schiaffarle una mano sulla bocca. "L-L-Lacus-sama!", protestò animatamente, al punto che chiunque si trovasse sul ponte di comando interruppe il proprio lavoro per guardarli.
 
"Scusa se te lo dico, signorina", borbottò Andrew, osservando la scena con un sopracciglio sollevato, "ma il tuo capo è proprio un idiota".
 
Valutando che erano abbastanza lontani perché lui non avesse sentito, specie perché troppo impegnato a scusarsi con Lacus per averla aggredita, Shiho sospirò e si strinse nelle spalle, guardando l'albino con affetto. "A volte sì, ma temo che se così non fosse, la mia vita lavorativa sarebbe decisamente noiosa".
  
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