La porta sbatte e non sai nemmeno se sei stato tu ad afferrarlo per primo o se è stato lui. Sasuke fa sempre un po’ ciò che vuole, da quando si è arreso alla consapevolezza che l’uno non può vivere senza l’altro, che l’uno non respirare, andare avanti se l’altro non c’è.
Ma una cosa la sai tu e la sa anche lui: ora non potete smettere di baciarvi, mordervi, respirarvi addosso.
«Sasuke» provi a chiamarlo, a fermarlo, a parlargli. Ma Sasuke non vuole parlare: sa che, se lo facesse, sarebbe tutto perduto.
«Non farlo» ti risponde, il viso arrossato, quegli occhi neri che ti trafiggono. «Non rovinare tutto.»
Te lo dice prepotente e disperato. Allora fai come dice, ti zittisci e lo zittisci, infilando la lingua nella sua bocca. Vi baciate come se non doveste mai più vedervi e d’altronde sarebbe giusto così. Perché Sasuke Uchiha – il tuo migliore amico, per tanti anni un rivale, un nemico addirittura – non può amarti in quel modo. Non come tu, invece, lo ami disperatamente e forse è sempre stato così.
 
 
 

 
Passa solo un altro attimo e vi siete spogliati, tu dei vestiti e delle barriere, ma Sasuke quest’ultime le tiene ancora ben innalzate. Ti chiedi perché e come sia finita così. Nel vedervi così, sembrate amarvi così teneramente.
Questa volta sei tu a prenderlo, a dominarlo. È sempre un gioco, una sfida interessante. A volte ne esci vincitore, a volte perdente. Sasuke singhiozza, ti guarda con la fronte aggrottata. Ha il viso leggermente sudato, gli occhi lucidi di piacere. È eccitato allo stesso tuo modo. Ti chini su di lui, sul suo orecchio e sospiri.
«Non possiamo andare avanti così per sempre. Ho bisogno di risposte, perché io…»
«Sta zitto, idiota. Non dirlo» sospira e geme. E ti stringe. Ti sta pregando di non dare una forma a ciò che sta nascendo tra voi.
 
 

 
Sarai anche forte, il salvatore del Villaggio della Foglia, l’Hokage, ma davanti a Sasuke diventi debole. Sarebbe più saggio lasciarlo andare, perché Sasuke appartiene ad un mondo diverso, perché non è fatto per rimanere nello stesso posto troppo a lungo. Ma se lo fosse, vorresti che quel posto fossi tu. Spingi, ti muovi dentro di lui in modo frenetico, poi lento, poi di nuovo frenetico. Lo sai che quando dirai quelle parole tutto sarà perduto. Ma le hai lì, sulla punta della lingua e spingono per venire fuori.
«… Perché mi sto innamorando te. E perché così è troppo doloroso. Siamo sempre stati legati… e c-continua ad essere così.»
Hai detto questo ad occhi chiusi. Ti aspetti di vedere Sasuke arrabbiato, forse scioccato. Invece, quando lo guardi, vedi la sua espressione consapevole.
«T-ti avevo detto di non dirlo! E… e ora? Te l’ho detto sin da subito. Non posso amare in quel senso… e veramente Naruto Uzumaki si accontenterebbe di un uomo a metà?»
 
 

 
Ti si blocca il respiro in bocca. Raggiungi l’orgasmo, lo fai solo un attimo dopo di lui. Certo, il sesso è bello, ma i momenti che arrivano dopo sono ancora più belli. Attimi di tregua, dove tutto è sospeso, dove tu e Sasuke – sudati, stanchi, soddisfatti – vi respirate addosso e vi annusate. In genere non dici niente. Lo lasci andare, ma stasera la tua mano si stringe attorno al suo polso.
«Non andare. Cosa ti credi, che per me sia facile? Questa guerra su di noi ha lasciato su di noi troppe cicatrici, nel corpo e nell’anima. Ti ho dovuto inseguire per anni per ritrovarti, non rendere vani i miei sforzi.»
Sasuke ti guarda con le labbra socchiuse. È così bello che ci annegheresti in quel mare scuro che sono i suoi occhi.
 
 

Sasuke è combattuto, lo vedi. Ci sono i suoi sentimenti e la sua ragione. Il suo orgoglio e le sue paure. Paure che un giorno, chissà, forse gli mostrerà.
«Che sia solo stanotte» ti dice a denti stretti.
E te lo fai andare bene. Una sola notte potrebbe anche bastare. Per fare iniziare o finire tutto. Non ci pensi. Per ora pensi che per quella notte potresti anche morire felice.
 
 

Oh, I, I just died in your arms tonight