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Autore: Lucifer_lives9    13/01/2024    0 recensioni
Uno stormtrooper agisce e non riflette, non chiede e non riceve, è una pedina ch’attende d’essere mangiata e poi sostituita nell’encomio silenzioso di una partita che non ha mai compreso.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                              ᴀɴ ᴏʀᴅɪɴᴀʀʏ ᴡᴏʀᴋᴅᴀʏ ᴏғ ᴀɴ 

                                                 ᴏʀᴅɪɴᴀʀʏ sᴛᴏʀᴍᴛʀᴏᴏᴘᴇʀ.

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             Non ricorda da quante ore ormai si sorregge su quelle gambe affaticate, in effetti non ci ha pensato, gli hanno imposto di non farlo, d’esser pronto a servir l’Impero sino all’ultima fatica, indottrinato con un culto oscuro di cui nessun soldato è davvero a conoscenza. Ma è lineare se lo si osserva da una precisa prospettiva   ——  quella dell’Imperatore?  ——   poiché il compito di uno stormtrooper, qualsiasi sia la sua specializzazione, non contempla una veduta ben più ampia di quella riconducibile, ad esempio, ad un mero TIE e l’ordine glaciale di sparare sul bersaglio; uno stormtrooper agisce e non riflette, non chiede e non riceve, è una pedina ch’attende d’essere mangiata e poi sostituita nell’encomio silenzioso di una partita che non ha mai compreso.

 

            ‹    hai saputo di Ozzel?    ›   le falcate s’arrestano istintivamente, è costretto ad alzar lo sguardo sulle parvenze femminili ch’ora gli s’impongono dinnanzi, avvedendone dapprima la sua colpevole espressione nei riguardi d’un segreto che non è: 𝐧𝐨𝐧 𝐯’𝐞́ 𝐬𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐮𝐥𝐥’𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫, 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐨 𝐛𝐢𝐨𝐧𝐢𝐜𝐚, 𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢𝐚 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐮𝐧𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐟𝐞𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐎𝐳𝐳𝐞𝐥. 

 

            «    come tutti.    »   l’assaltatore sospira, l’elmo che sostiene sotto il braccio sinistro gli pesa più del solito. Tish è una pilota di TIE   ——  una veterana, si suol dire, considerando la labile aspettativa di vita di chi si ritrova tra le fauci di un caccia imperiale  ——   l’ha conosciuta nella mensa e lei, spinta da qualche arcana motivazione che a lui proprio non sovviene, lo ha smistato tra i destinatari di interazioni sociali non richieste  —  e non gradite.

Sposta lo sguardo oltre la figura altrui, è tempo perso per entrambi, per Ozzel, addirittura, che senza vita giace chissà dove, mentre loro consumano del tempo che l’ammiraglio non ha più 𝐞 𝐥𝐨 𝐟𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐢. A parlare del niente. Della morte. E a fingere che non stia inseguendo anche loro.   ‹    ma tu non pensi che  ——    ›

 

            «    no    »   lo stormtrooper la interrompe ancor prima che possa formulare quel pensiero pericoloso nella sua mente fin troppo curiosa, e molesta.   «    io non penso proprio nulla, non mi pagano per pensare  ( … )  e laggiù, o lassù, non sono le nostre inutili e inopportune convinzioni a farci sopravvivere    »   potrebbe parlar di abilità, ma talvolta neanche quelle si dimostran doverose se è per piazziar un blaster tra le mani di chi riuscirebbe a mancare anche un hutt adulto a soli pochi metri di distanza. Non che il reparto della Marina possa vantare di un personale migliore, se da loro vige la nomina di 𝐦𝐨𝐬𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐧𝐮𝐯𝐨𝐥𝐞 ci sarà un motivo.   «    l’ammiraglio Ozzel ha pensato troppo e non ha finito la sua corsa.    »   Tish inarca un sopracciglio, non coglie la metafora, d’altronde lei non corre, è il TIE a farlo, motivo per cui poi è stato progettato.   ‹    la sua corsa?    ›   il soldato annuisce, non ha intenzione di protrarsi oltre, di certo non sarà lui a narrar dell’abitudine, tra gli assaltatori della propria divisione, d’augurarsi una 𝐛𝐮𝐨𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐚 ad ogni partenza. La fatica gli grava addosso e l’organismo pretende il suo traguardo giornaliero: il ristoro di un sonno dignitoso, e null’altro.

 

            «    la sua corsa, sì. Ed io vorrei andare a terminare la mia, per oggi    »   la ragazza, ora, sembra afferrar quel concetto originariamente sconosciuto e il suo volto quasi si contorce in una smorfia amareggiata mentre s’accinge ad indietreggiar di qualche passo, spostandosi da un lato, per lasciar libero il passaggio.   «    e tu dovresti fare lo stesso.    »   è un consiglio aspro nella sua sincerità, che tuttavia si vanifica l’istante successivo quando un allarme s’innesca per gli austeri corridoi dell’astronave e irrompe nelle orecchie dei soldati con la divulgazione d’una corsa non ancora terminata.

 

            ‹    buona corsa, allora    ›   i loro occhi si ritrovano, è il primo sguardo complice che si siano mai concessi   ——  che lui si sia mai concesso  ——    dall’inizio di quella sconclusionata conoscenza.   ‹    e lunga vita all’Impero.    ›   le labbra femminili s’increspano in un sol accenno di sorriso prima di celarsi dietro il corpo ch’ora inizia a correr nella direzione opposta. 

 

            «    lunga vita all’Impero.    »   𝐚𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐓𝐢𝐬𝐡 𝐬𝐚 𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐫𝐞, riflette lo stormtrooper, congedandosi con quel lieve mormorio per riporre nuovamente l’elmo sulla testa 𝐞 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧’𝐚𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐞𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐢𝐭𝐚.

   
 
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