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Autore: Cida    15/01/2024    3 recensioni
[The 355 (Secret Team 355)]
[Marie/Mace - Hogwarts!AU]
Quando hai ferite profonde che trovano le cause nel rapporto con la famiglia, lasciarsi andare al contatto umano risulta molto difficile: per questo Marie si ripara nella freddezza della serpe.
Dei tassi ne conosce la pazienza, ma scoprirà molto presto che sanno avere altre qualità, nessuna delle quali da sottovalutare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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The355 Hogwarts!AU


Non è per niente semplice essere una Serpeverde, dopo che hai denunciato tuo padre Mangiamorte alle autorità quando eri solo una bambina, anche ora che l’ombra di Voldermort è scomparsa da un pezzo. Marie Schmidt - diciassette anni, purosangue - ne è scesa a patti molto tempo fa e la cosa non la disturba affatto. Ha scelto la strada giusta: ne è sicura, non permetterà alle idee di un morto di andare avanti e se qualche purista non è d’accordo, non è un problema suo. Certi giorni, però, le parole traditrice del tuo sangue le fanno bruciare gli occhi più della prima volta che ha bevuto whisky incendiario. Per questo dà il massimo e gongola quando schianta un bolide sul cercatore avversario, salvando la partita; oppure un suo incantesimo particolarmente riuscito o qualsiasi altra cosa, fa guadagnare punti alla sua Casa. Perché, lo sa, anche chi la disprezza, nel profondo, gioisce delle sue conquiste. Sarebbe ingiusta se non ammettesse che certa ammirazione è realmente sincera, ma Marie amici non ne ha. La fiducia è debolezza, un’arma troppo potente nelle mani sbagliate: la ferita che le ha inferto sanguina ancora e non intende farsene altre. Non ha mai legato con nessuno ma, a ben guardare, c’è una persona con cui le piace parlare: Gracie.
A Marie, il fatto che ogni Casa di Hogwarts sia rappresentata da un animale è un concetto che è sempre piaciuto. Ama essere una serpe che striscia silenziosa, che cela la sua presenza ma tutto ascolta, pronta a colpire con le sue zanne e le sue spire: rapida, potente, letale. Per questo al Cappello Parlante era bastato sfiorare la sua testa per riconoscere l’ambizione di Salazar che le scorreva nelle vene. Per Graciela, invece, non era stato affatto deciso ed era stata, nella sua personalissima esperienza, la più grande testurbante che avesse mai visto. 
Non si sente di biasimare il Cappello per questo: Gracie possiede l’intelligenza dei Corvi e la pazienza dei Tassi e, a onor del vero, all’inizio non riusciva proprio a capire perché fosse finita in Grifondoro ma, poi, ha visto il leone difendere ciò che ama e tutto le è stato chiaro. E’ forse la persona che più si avvicina ad essere sua amica ma Marie non l’ha ammesso mai, nemmeno a se stessa. Gracie, però, della sua testardaggine se ne frega: ha un’innata empatia e non si fa incantare dai suoi modi da dura. Vuole diventare medico al San Mungo per aiutare gli altri: a volte scherza, le dice che è il suo personale tirocinio e di non preoccuparsi, non sono amiche, proprio no.
Eppure, prima di raggiungere la sua famiglia per le vacanze di Natale, l’ha stretta forte anche se non le ha fatto alcun regalo: i non-amici, d’altra parte, non se li fanno.

Man mano che il 25 Dicembre si avvicina, la Sala Grande è sempre un po’ più vuota: lo vede dalle panche, lo avverte dall’assenza di quel familiare brusio quasi assordante.
«Traditrice del tuo sangue,  » Sputa veleno uno studente. I colori del verde e dell’argento brillano sulla sua divisa scura, ha un anno di più: è uno dell’ultimo. «Non torni a casa per le feste? » La ghermisce. «Ah già, hai fatto finire tuo padre ad Azkaban, non c’è più nessuno ad aspettarti là. »

Alza lo sguardo: non è solo,  ci sono altri due con lui. La cosa non la spaventa, deve solo capire chi colpire per primo. Il cervello elabora veloce, abbassa il braccio per recuperare la…
«Ehi, Lazenby… » Una voce la blocca. «Non è tuo un baule verde con le cinghie di cuoio? Pare che uno del primo anno ci abbia appena vomitato dentro la colazione, per colpa di una TuttiIGusti+1 di troppo. »
«Cosa? » Sbotta quello disgustato, non cambia espressione quando riporta l’attenzione su di lei. Non aggiunge altro e se ne va, seguito dai suoi compari.
«Non avevo bisogno del tuo aiuto, Browne. »
Perché, fra tutti, dev’essere intervenuta proprio lei?
Mason,
Mace, Browne - diciassette anni, Tassorosso, nata babbana - si appoggia al tavolo, proprio a fianco a lei. «Non ho aiutato te, infatti. Ho aiutato loro a tornare a casa per le vacanze tutti interi. »
Marie sorride ma subito si pente, non può abbassare la guardia, a maggior ragione non con lei. Mason è la sua rivale numero uno: qualsiasi cosa faccia le è sempre alle calcagna, talvolta la supera persino. I loro scontri a Quidditch sono epici: battitrice e cercatrice, nemici naturali. Ancora si ricorda bene di quando si sono azzuffate in infermeria dopo una partita particolarmente accesa: c’erano voluti due insegnanti per dividerle, cinquanta punti in meno per le rispettive Case e ferite al volto a cui era stato proibito di essere guarite magicamente, come monito a non farlo più. «Come mai tutta sola? » E’ strano vederla senza la sua spalla Corvonero.
«Khadijah è tornata a Londra. » Le spiega. «Controlli chi frequento? » Le chiede, poi, con un mezzo sorriso malizioso.
«Controllarti? Ma figurati. » La sua risposta è pronta. «Ho semplicemente un paio d’occhi: siete sempre insieme, è difficile non notarlo. » Peccato che non lo sia anche la sua pelle, così candida che non riesce a nascondere il rossore che le è salito alle gote.
Il sorriso di Mace si allarga. «Ah-ha… » Finge di darle corda ma è chiaro che ha capito ogni cosa.
«Senti, » Sbuffa Marie, chiudendo improvvisamente il libro che ha sotto la mano. «Non hai dei bagagli da fare, anziché stare qui a tediarmi? Vorrei studiare… »
L’ilarità sul volto dell’altra si spegne. «Non ho nessuno da cui tornare. » Dice fredda. «Proprio come te. » Si stacca dal tavolo e se ne va, senza degnarla di un ulteriore sguardo.

Marie ha l’istinto di bloccarla, chiederle scusa, ma frena quell’impulso stringendo il pugno e serrando le labbra. Si dice che ad Hogwarts, per le vacanze di Natale, non rimane praticamente nessuno, la incrocerà sicuramente di nuovo, avrà altre occasioni.




Quelle occasioni, però, non arrivano più: i giorni passano e Marie non trova mai Mason Browne sulla sua strada. Finge di dimenticarsi la strana sensazione che, quell’espressione triste sul suo viso, le ha smosso nel petto. Si concentra sugli studi perché la carriera di Auror passa per infiniti libri e altrettanti incantesimi; o per aver salvato il Mondo Magico - certo - ma quella è tutta un’altra storia. Si concede uno svago soltanto: il volo. Non ne ha la certezza - non la vuole avere - ma, talvolta, le sembra di essere osservata. Mette a tacere i dubbi, soffoca la speranza. Per non pensare, non c’è niente di meglio che un bel bagno, soprattutto dopo che il sudore si è fatto largo sotto alla divisa e al mantello invernale, a seguito di aver cavalcato una scopa per ore.
Il bagno dei prefetti è deserto: un altro dono delle vacanze. Ha imparato a sgattaiolarci dentro ben prima dei G.U.F.O ed è diventata una piacevole tradizione, d’altronde prefetto non lo diventerà mai: non ha l’indole adatta. Fra quelle bolle di sapone c’è posto solo per il presente, il passato non trova spazio.
La porta che, improvvisamente, si apre e si chiude la fa scattare: impugna la bacchetta - biancospino, crine di unicorno, tredici pollici, rigida - e si blocca. La vista la inganna, ma anche se non vede
sa che c’è qualcuno lì. Sussurra le parole magiche giuste e un filo argenteo abbandona la sua bacchetta, l’incantesimo di disillusione sull’intruso svanisce.
«Browne? » Sgrana gli occhi e ringrazia mentalmente schiuma e calore che celano sia le sue grazie che il suo imbarazzo, dato che è completamente nuda.
Nel riconoscerla, Mason rinfodera la sua di bacchetta - ciliegio, corda di cuore di drago, dieci pollici e trequarti, flessibile - e l’allarme nei suoi occhi si placa. «Ah, sei tu. » Dice. «Scusa, non volevo disturbarti. Torno un’altra volta. »
«Aspetta! » Questa volta la bocca è più veloce dell’orgoglio. «Puoi restare, se vuoi: vado via io. »

«Non serve che te ne vai. » Le dice, spostando appena il peso da un piede all’altro: è nervosa? «Non mi dai fastidio. » Si ferma a pensare un secondo. «A meno che io non ne dia a te. »
Marie inspira profondamente e decide, per una volta, di essere sincera con se stessa: fa cenno di no col capo.
Mace sorride e va a spogliarsi dietro ad un paravento. 
Il fruscio degli abiti che vengono tolti fa sussultare Marie. Si dà mentalmente della stupida e chiude gli occhi: si è cambiata e lavata con le sue compagne di squadra centinaia di volte. Da dove arriva tutto questo imbarazzo? Quando li riapre, Mason è immersa nell’acqua, la schiena appoggiata alla sponda accanto alla sua. Ha i lunghi capelli rossi raccolti, le palpebre abbassate e un’espressione beata sul viso.
Marie scuote la testa, nel vano tentativo di scacciare quei pensieri che l’affollano. La vede piegare appena le labbra all'insù e, solo in quel momento, si accorge che ha gli occhi appena socchiusi. Annegare in quell’acqua non le è mai sembrato così allettante come in quel momento.
«Come hai scoperto questo posto? » Rompe quel silenzio imbarazzante e cerca di recuperare un po’ di dignità.
Mason sorride ancora. «Khadijah è un prefetto, ricordi? »
«Domanda stupida… » Concede, anche se è più stizzita dall’idea di loro due in quel bagno assieme. «E Fowler? »
«Fowler è un coglione. » Sentenzia l’altra gelida e non può che darle ragione, cosa ci trovasse in uno come lui non l’ha mai capito.
«Mi spieghi una cosa? » Mace si avvicina un po’ troppo, mentre le fa quella domanda. «Perché ti comporti così da stronza con me? »
La verità è che Marie quella risposta non ce l’ha.
L’altra sospira. «Khadijah è una grande amica. » Le spiega. «Ma
solo un’amica, per l’appunto. » E’ ancora più vicina. «Mi domando, però, perché possa darti fastidio il contrario. »
Se si avvicina un altro po’, prenderà fuoco, ne è certa. «Non mi dà fastidio… » Dice. «Rispetta i miei spazi. » Le intima, poi, facendosi un poco più in là.
Mason scopre i denti, sembra una belva pronta all’agguato, invece alza le mani fuori dall’acqua e si fa qualche centimetro indietro. «Hai la
tua Gracie, certo. »
Marie si drizza di scatto. «Cosa? Io e Graciela non stiamo insieme. » Sbotta, paonazza. «E’ solo… » Si blocca: non l’ha mai detto neanche nella sua testa, figurarsi ad alta voce.
«Per Tosca, Schmidt… » Sospira Mason. «Io credevo di essere un bel casino, ma anche tu non scherzi. »
Marie si sente trapassata da quello sguardo verde mare che la osserva dal basso verso l’alto, con una punta di… malizia?
Solo allora si accorge di avere il busto completamente esposto: i suoi capelli biondi le arrivano fin sulle spalle, non sono abbastanza lunghi per coprirla oltre. Si immerge veloce.
Questa volta Mace ridacchia apertamente. «Non riesco proprio a leggerti, sai? » Le dice e recupera un pochino di vicinanza. «Il serpente ti si addice: sei furtiva, forte, attenta… » Ora è così vicina che le loro spalle nude, quasi, si sfiorano. «Ti ripari dietro alla tua corazza di squame ma, se ti si prende per il verso giusto… » Tace un momento: le poggia un dito sulla pelle candida del collo e lo fa scivolare piano verso la clavicola. «Sai essere incredibilmente morbida. »
Sotto a quel tocco, Marie rabbrividisce: muove veloce il braccio e le allontana la mano con sgarbo. «Che cosa fai? »
La sorpresa di Mason si percepisce dalle dita che rimangono a mezz’aria, nella stessa identica posizione in cui erano poco prima. «Provo a capirti. » Non si allontana, non demorde.
«Perché? » Le chiede esasperata e un pochino rimpiange di non averla lasciata andare v…
«Perché tu mi piaci. » Le dice schietta, bloccandole quel pensiero sul nascere.
«Io? » Trasecola. «Ma se non fai altro che metterti contro di me,
sempre. »
L’altra non si scompone. «Questo perché non sei l’unica a voler intraprendere la carriera di Auror. »
«E questo che c’entra? »
«C’entra perché la delusione e la frustrazione che provo ogni volta che fai meglio di me è un catalizzatore incredibile: mi sprona a dare sempre di più. » Ghigna. «E poi, la soddisfazione quando riesco a batterti, beh, è impagabile: una delle sensazioni migliori che abbia mai provato. Sono piuttosto certa che sia lo stesso per te. »
Anche Marie non può far a meno di sorridere: lo sa bene cosa le succede ogni volta che la piega in un duello di bacchette incrociate. 
Mason lo prende come un buon segno, le si avvicina ancora. Il viso ad un soffio dal suo. «Sei una degna figlia di Salazar: per i tuoi ideali sei disposta a tutto, quello che vuoi lo ottieni. Allora perché… » Non continua. 
Marie non può fare a meno di notare che cosa l’altra stia guardando così intensamente: la sua bocca. D’istinto, quelle labbra se le morde. «Perché cosa? »
Mace riporta gli occhi nei suoi. «Niente. » Sentenzia e si allontana. «E’ evidente che io non piaccio a te… »
E’ in quel momento che Marie scatta: allunga il braccio e le agguanta una mano nell’acqua con la sua. Non si rende neanche conto di quando la richiama per attirarla a sé. Preme le labbra sulle sue: gli occhi verdi di Mason sono sgranati dalla sorpresa ma, poi, li chiude e la ricambia come se stesse aspettando quel bacio chissà da quanto tempo. Mentre le scioglie i capelli, che si scuriscono come braci spente non appena toccano l’acqua, Marie capisce che è quello che ha sempre voluto. Si staccano solo quando la mancanza d’aria esige il suo tributo. Le gambe di Mace le lambiscono i fianchi e ha la sua mano a stringerle la nuca. Se non fosse così, faticherebbe a credere che sia veramente accaduto.
Mason la guarda: ha una strana espressione sul viso e, improvvisamente, comprende. 
«Che c’è? » Le chiede lei, notando il suo turbamento.
«Tu lo sapevi! Sapevi che c’ero già io qui. »
«Potrei - o non potrei - averti vista entrare, sì… » E’ solo una mezza confessione quella che fa. Le abbandona le braccia sulle spalle e si stringe a lei un poco di più. Sospira: difficile capire se per rassegnazione o per altro. «Voi Serpeverde tendete sempre a dimenticarvi una cosa importante: i tassi, i serpenti, li mangiano. »
Gli occhi azzurri di Marie brillano. «Accomodati. »

  

Ciao!
Vi auguro buon anno con questa prima storia del 2024 che, incredibile ma vero, mi ha riportato da Marie e da Mace.
Si vede che il tempo passato a giocare ad Hogwarts Legacy ha saputo dare i suoi frutti anche in altro modo. Tempo fa avevo avuto questo flash, sull'ultima frase pronunciata da Mason, ed era davvero un peccato lasciarlo lì a poltrire. Sono molto contenta che mi sia arrivata l'ispirazione giusta per, finalmente, dargli uno sviluppo. Mi è dispiaciuto non riuscire ad inserire in qualche modo Lin, ci ho provato ma mi sembrava troppo forzato, così ho desistito (a chi può interessare, nel mio personalissimo headcanon, sarebbe degna compare Corvonero di Khadijah).
Questa OS è ambientata anni dopo la saga che tutti conosciamo ma, a quanto pare, certe idee sono difficile da sradicare.
Come al solito, c'è un po' di canon di entrambi gli universi e alcuni tip presi da Hogwarts Legacy. Se avete voglia di dare un'occhiata alle caratteristiche delle bacchette di Mace e Marie, scoprirete che non le ho proprio scelte a caso ;)
Che altro dire? Grazie per aver letto fin qui. Spero davvero che questa OS vi sia piaciuta e se vorrete farmi sapere che ne pensate, chiaramente, mi farà estremamente piacere.
Un abbraccio e alla prossima,
Cida
P.S. Avete mai provato ad accarezzare un serpente dal verso delle squame? E' super morbido *-* Non l'avrei proprio mai detto.

  
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