Le cose che mi piacciono sono relativamente poche e si possono contare sulle dita di una mano .

Una e' sicuramente il latte.
Impazzisco per lui e per ogni suo tipo di derivato: lo jogurt, i formaggi, la panna, la mozzarella...
Ogni cibo che ne prevede il suo utilizzo mi garba, come quei meravigliosi e morbidissimi panini che si sciolgono in bocca.
Se proprio proprio però dovessi sceglierne uno, direi che quello che indubbiamente preferisco e' il latte in Brick.
Pratico e monouso. 

Adoro potermelo bere di straforo nelle ore buche di scuola o mentre che faccio finta di studiare nella penombra della mia cameretta.

Un altro posto importante sul podio delle cose che mi piacciono, lo occupa sicuramente la pallavolo.

C'e' stato un momento, quando giocavo nella squadra del Kitagawa Daiichi, che ho avuto come l'impressione che mi si stesse sgretolando tutto dalle mani.
Il mio sogno di diventare un professionista era diventato lontanissimo e la passione che provavo non bastava più, come neppure la mia indubbia bravura.
Il mio carattere introverso, la mia indicibile voglia di perfezionismo e incapacita' di gestire la frustrazione, stavano distruggendo qualsiasi cosa accanto a me facendomi diventare debole e pure a tratti imbecille.
I miei atteggiamenti avevano allontanato irrimediabilmente i miei compagni di squadra, scaraventandomi per terra e lontano da quel podio che avevo sempre bramato.

Il miglior setter di sempre.

E per un minuscolo istante il mio cervello aveva partorito seriamente l'assurda idea che forse la pallavolo non era come la immaginavo io.
Che magari la pallavolo fosse seriamente soltanto un Club.
Un momento di svago, un modo per fare amicizia o di staccare dai momenti di stress.

Poi sono arrivato al Karasuno, e ho incontrato i miei attuali compagni.
E ho conosciuto in particolar modo lui.
Quel minuscolo ragazzo aranciato, sempre allegro ed ottimista.
Mi ha accettato per come sono facendomi entrare nel suo mondo fatto pressoché come il mio, e cioe' di sport, facendomi riscoprire la fiducia in me stesso.

E ho capito che non avevo mai sbagliato veramente idea, il mio intedere il gioco della pallavolo come la vedevo io era corretto solo che non avevo ancora trovato le persone giuste con cui condividerlo.

-Auguri Hinata! Esprimi un desiderio!- Seguo le urla concitate dei miei compagni di squadra rivolti verso il ragazzo con i capelli arancioni, riscuotendomi dai miei pensieri.
Siamo tutti chiusi nella piccola palestra della scuola a festeggiare il compleanno del piccolo centrale.
Ci siamo dati appuntamento in questo afoso giorno di Giugno solo per lui, per festeggiarlo un pò perche' il prossimo anno qualcuno non ci sara' più, un pò perche' la voglia di stare insieme e non perderci non ci lascia stare neppure nelle calde vacanze estive. 
Shoyo regala sorrisi enormi a tutti, nel sul modo allegro e infantile che lo cottradistingue .
Mangia la torta sporcandosi le labbra proprio come farebbe un bambino piccolo.

Le cose che mi piacciono a volte aumentano e a volte diminuiscono.

Adesso però non mi piace piu' stare da solo, fare il re assoluto del campo e non tentare di comprendere le visioni differenti dalle mie.

Anche se le reputo sbagliate.

Preferisco evitare di imporre la mia opinione ed essere invece parte integrante di una squadra.
Tentare di aprirmi con gli altri e addirittura dargli la possiblità di capirmi.

Non mi piace nemmeno piu' il distacco.
Ho imparato che mi piace quando la sua mano si appoggia distratta sul mio braccio, oppure quando e' troppo stanco ed il suo corpicino timidamente si appoggia al mio, in cerca di sicurezza e protezione.
E poi ho anche scoperto che mi piacciono anche le albe: metto la sveglia prestissimo per alzarmi prima e fiondarmi sotto casa sua, per passare piu' tempo possibile insieme a lui.
Ma in realtà adoro anche i tramonti, sono il momento in cui la giornata finisce e tu puoi immaginare le cose meravigliose che farai domani.

Cavolo!

Pensandoci bene alla fine, sono tantissime le cose che mi piacciono.

Arriccio gli angoli delle labbra in un pallido sorriso mentre che mi avvicino ad Hinata che e' ancora sporco di panna montata.
Gli tolgo delicatamente con le dita i rimasugli ai lati della sua bocca e lui imporpora balbettando qualcosa, abbassando gli occhi a disagio.
I nostri compagni e amici si girano veloci, dandoci un pochino di privacy.

-Auguri... - Gli ripeto avvicinandolo a me e baciandolo dolcemente.

Ogni volta che succede i suoi occhi si sgranano di stupore, le sue guance diventano rosse ed il suo cuoricino batte fortissimo.
Come se non ci credesse veramente, come se non riuscisse a capacitarsi di questo noi.

Alla fine le cose che mi piacciono in definitiva sono diventate veramente troppe.
E aumentano sempre.

Ma le cose che amo sono veramente poche.

E lui, Hinata Shoyo, rientra sicuramente in una di queste.