Apro di scatto gli occhi e sbuffo; è successo di nuovo. Mi basta guardare il soffitto per riconoscere la stanza d'ospedale in cui mi portano ogni volta. Sospiro; è già la seconda volta questa settimana.
Cerco di tirarmi su, ma qualcosa mi colpisce violentemente la testa.
- Idiota! Te l'avevo detto di non sforzarti!-.
Mi volto di scatto, trovandomi di fronte il volto arrabbiato di Sugawara.
- Dai Suga, non picchiarlo- Daichi, che era seduto dietro di lui, si alza e viene verso di me.
- Come stai?- mi chiede.
- Bene; non ricordo molto di quello che è successo- rispondo.
- Sei svenuto mentre ti allenavi- mi informa Suga.
Ora ricordo... e dire che avevo intenzione di fare solo un paio di passaggi.
- Ah, è vero... devo avere esagerato- mormoro.
- Hai male da qualche parte?- mi chiede Daichi. Muovo lentamente gli arti e scuoto la testa.
- Tutto a posto- rispondo. Lui sorride.
- Mi fa piacere. Allora... POSSO DIRTI A SUGA DI RIEMPIRTI DI BOTTE. QUANTE VOLTE TI ABBIAMO DETTO DI NON ALLENARTI DA SOLO? SE CONTINUI COSì TI SEGREGHIAMO IN CANTINA, IDIOTA D'UN ASHAI!-.
Siamo amici da sei anni, e ancora non ho capito se faccia più paura Daichi o Suga quando si arrabbia... probabilmente il secondo, dato che succede più raramente. E anche dato che, nella loro relazione, a quanto pare le poche discussioni che hanno sono vinte da lui.
- Oh, c'è Asahi?- tutti e tre ci voltiamo verso la porta.
Nishinoya entra nella stanza, sorridendo; come l'altra volta, ha i capelli all'insù come un Super Sayan e un sorriso stampato in volto.
- Oh, Nishonya; ciao. Sei qui anche tu?- gli chiedo.
- Eh già; ho parecchi esami da fare- risponde lui, fermandosi di fianco al mio letto.
Sento gli sguardi curiosi ed insistenti di Suga e Daichi su di me e tossisco leggermente.
- Ragazzi lui è Nishinoya. L'ho incontrato una settimana fa, quando sono venuto a fare i controlli. Loro sono Koshi Sugawara e Daichi Sawamura, dei miei amici- presento.
- Piacere; sono Yu Nishinoya- afferma lui, sollevando la mano.
- Piacere- rispondono in coro gli altri due. Nishinoya torna a rivolgersi a me.
- Come mai sei qui? Che hai combinato?- mi chiede.
- Ho esagerato con gli allenamenti- mormoro. I suoi occhi si illuminano.
- Allenamenti? Che sport fai?- mi chiede.
- Pallavolo- rispondo. La sua bocca si spalanca.
- Anche io! Bè, la faccio nei periodi buoni-.
- Noyassan dove ti sei cacciato?-.
Il bassino si volta mentre un altri ragazzo si affaccia alla porta. È più alto, ha i capelli rasati e tiene in mano un mazzo di chiavi.
- Guarda che se non ti muovi ti mollo qui- afferma.
- Arrivo subito Ryu!- Nishinoya torna a guardarmi.
- Bè, vado ad approfittere di un mio momento buono. Tu vedi di riprenderti; voi tenetelo d'occhio, ve lo affido. Ci vediamo!- esclama, poi corre fuori dalla stanza.
Osservo la porta, confuso.
- Ve lo affido? Asahi... esattamente, che tipo di rapporto avete?- mi chiede Suga. - Veramente... abbiamo parlato solo una volta. Forse è perchè siamo entrambi malati terminali- serro le labbra subito dopo averlo detto.
So che a Daichi e Suga non piace che io pensi alla morte... ma ripensare alla spontaneità con cui ne ha parlato Nishinoya mi ha fato dimenticare che anche loro stanno soffrendo.
- Scusatemi- mormoro, voltandomi verso di loro.
I due ragazzi si affrettano a fare sparire le ombre scure sui loro volti.
- E così anche lui è malato eh? Non si direbbe- afferma Suga.
- Al pancreas- rispondo. Non ha voluto dirmi quanto gli rimanesse, l'ultima volta; però sembra così allegro...
- Bè, se hai qualcuno che passa a trovarti in ospedale che possa capirti sono più tranquillo. Ma non esagerare, Asahi- si raccomanda Daichi.
So cosa intende: non è facile stare vicino ad un malato.
Ma per qualche motivo, sento che rimanere al fianco di Nishinoya fino alla fine sarà più facile di quanto pensi.