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Autore: Orso Scrive    09/02/2024    0 recensioni
Riuscirà Luke Skywalker a fermare l’Imperatore Palpatine? Questo è quello che tutti sperano. Ma, se l’ultimo jedi dovesse fallire, l’Alleanza Galattica ha pronto un piano B per fermare il malvagio Impero…
Ho scritto questa parodia di “Il ritorno dello jedi” nel 2018, e l’avevo già pubblicata qui su Efp. La ripropongo in una versione rivista e corretta.
Genere: Demenziale, Parodia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jango e Boba Fett, Luke Skywalker, Mon Mothma, Nuovo personaggio, Obi-Wan Kenobi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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II.

I JEDI SALVERANNO LA GALASSIA?

 

La pioggia cadeva battente sulle immense e selvose foreste del sistema di Dagobah, il pianeta che il grande maestro Yoda aveva eletto come sua personale dimora in cui trascorrere serenamente e senza più alcuna preoccupazione i giorni del proprio meritato pensionamento, conseguito dopo ottocento anni di valido servizio e di contribuiti versati nelle casse della Vecchia Repubblica. Peccato solo che l’Impero avesse annullato tutti i vecchi versamenti, così il povero vecchiaccio si era trovato fregato e senza niente. Adesso era costretto a vivere in un tugurio come un reietto qualunque.

«Io trovo che starcene qui impalati a mangiare erbe amare e a bere acqua fetida non aiuterà la Ribellione a fare secco l’imperatore», constatò l’opalescente Obi-Wan Kenobi (o, meglio, il suo fantasma, così incorporeo che ogni volta che camminava spostava i rami degli alberi e faceva scricchiolare il selciato), scuotendo il capo in maniera sconsolata. «E gli starebbe bene, a quel vecchio avido: io sono stato costretto a vivere in un deserto a mangiare gli avanzi dei Tusken, e tu te ne devi stare qui. Ci ha fregato la pensione, quel ladrone. Deve morire! Come minimo, dovrebbe cadere in un reattore ed esplodere!»

Cucinando radici in un paiolo e fischiettando allegramente un motivetto di John Williams - sì, esatto, proprio il dindindin della Cantina Band - Yoda gli fece cenno di avvicinarsi.

«Pazienza. Anche per jedi c’è ora di cena. E non è necessario essere venali.»

«Maestro… io sono morto. Non ceno più» gli ricordò Obi-Wan, convinto che il grande cavaliere jedi, col tempo, avesse cominciato a perdere i colpi. «E però scusa, ma io non sono venale: sono realistico. Quello mi ha fregato la pensione. Uno si spacca la schiena tutta la vita e poi… e poi… eh! Dannati politici!»

«Radici, io cucino.»

«Tornando a noi, penso che tu sia stato troppo duro con lui, durante l’addestramento.»

«Il ragazzo è avventato.»

«Ero diverso io, quando tu mi insegnasti?»

In quel preciso istante, alta e rabbiosa, risuonò la voce di Qui-Gon Jinn, il quale non era visibile, essendo ridotto alla forma di un semplice midichlorian, ma comunque presente e sempre attento acciocché nessuno lo relegasse in secondo piano per il semplice fatto che fosse resistito per lo spazio di un solo film (e che il suo interprete Liam Neeson non fosse tornato un’altra volta per essersi rotto una gamba poco prima delle riprese).

«Tecnicamente parlando, vecchio ingrato che non sei altro, sono stato io a insegnarti tutto quello che sai, non questo tuo piccolo verdastro amico! E io sono pure morto prima di poter andare in pensione, quindi qui, se c’è qualcuno che deve lamentarsi, quello sono io!»

«Maestro…» tentennò Obi-Wan, un po’ indeciso. «La colpa non è mia, ma di Lucas che ha deciso solo in un secondo momento di inserirti nella storia e…»

«Niente scuse, Obi-Wan! E la prossima volta, ci penso due volte, prima di insegnarti la via dell’immortalità! Ad averlo saputo, avrei chiesto il TFR anticipato e mi sarei ritirato a vivere su Tatooine, per trascorrere il tempo a piazzare scommesse sulle scorse degli Sgusci!» riprese la voce del jedi invisibile, diventando via via più isterica mano a mano che proseguiva a parlare. «Che poi cosa credevi che fosse mai?! Pensavi davvero di diventare così potente che persino Vader avrebbe tremato al tuo cospetto?! Vecchio idiota! Imbecille! E io che avevo fiducia in te! I due soli di Tatooine oltre ad averti sbiancato la barba - che in diciannove anni ti sei ritrovato messo peggio di mio nonno quando compì duecento anni - devono anche averti rinsecchito il cervello! L’unica cosa che hai saputo fare, oltre a trascorrere vent’anni rintanato in un deserto a mangiare lucertole, lamentarti della pensione che non ti è stata corrisposta e osservare il tramonto per poi tornare allo scoperto e farti affettare come un salame da un falso invalido, è stato cianciare a vanvera! “Usa la Forza, Luke! Gnegne! Segui il tuo istinto! Gnegnegne! Fidati di me! Gnegnegnegne! Obi-Wan, ma vattella a pija…!»

«Quel falso invalido di Vader prende un mucchio di soldi ogni mese di pensione di invalidità, e io volevo dimostrare che non gli spetta e…»

Uno scappellotto invisibile colpì il vecchio jedi sulla nuca, interrompendolo. Massaggiandosi la parte dolorante ee un po’ mortificato da quella lavata di capo che non pensava di meritarsi, Obi tornò a concentrarsi su Yoda, che stava mangiando di gusto le sue radici cucinate nel fango di palude.

«Molta rabbia, in lui…» biascicò l’antico jedi, tra un boccone e l’altra.

«Anche troppa», brontolò Obi-Wan. «Lui fa presto a dire così, ma è morto giovane… Insomma, quello che ha lavorato tutta la vita – e non ha preso niente di pensione – alla fine sono stato io, sì o no?»

«Non di Qui-Gon io parlo», lo rimbeccò Yoda. «Ma del ragazzo. Molta rabbia… come in suo padre…»

«Va be’, rabbia o no, è la nostra unica speranza», minimizzò il vecchio. «E, poi, cos’altro potrebbe fare? E lasciamo che si faccia trasportare dalla rabbia, se ci tiene, no? Tanto… Voglio dire, ormai i jedi sono stati sterminati, peggio di così non potrebbe andare… così, magari, mi toglie di mezzo quel falso invalido, e io posso provare ad andare allo sportello del Sistema Previdenziale Imperiale a reclamare la mia pensione. È la mia unica possibilità di prendere almeno la minima.»

«No, ce n’è un’altra», precisò Yoda, suggendo rumorosamente il brodo torbido rimasto nella tazza.

«Di possibilità di prendere la pensione?» si stupì il perlaceo spettro. «Credi che possa avere qualcosa di più, della minima? Questa mi giunge nuova!»

Se avesse potuto, Yoda avrebbe colpito quel fantasma rincitrullito e attaccato ai soldi con il suo piatto ormai vuoto. E poi si meravigliava che Qui-Gonn se la prendesse tanto.

«Di speranza, Obi-Wan. Oltre al ragazzo. Un’altra speranza, noi abbiamo.»

Obi-Wan guardò male verso il vecchio. In quel momento, sarebbe stato difficile determinare chi dei due fosse più convinto del rintronamento dell’altro.

«Guarda che lo so!» borbottò, grattandosi i baffi. «Quando i piccoletti stavano per nascere, hai mandato me ad assistere Padmé in sala operatoria perché tu avevi paura del sangue e perché ti faceva senso il parto! E sai quanto mi hanno pagato? Lo sai?! Niente!»

«Questo vero non è», s’indignò Yoda. «Gesto altruistico il mio fu!» Eppure, divenne verde scuro, segno che stava arrossendo.

«Un corno!» s’impuntò lo jedi. «Stavi per svenire!»

«Stanco io ero. Il duello con Darth Sidious perduto avevo. Ottocentoottant’anni io avevo, giustificato ero.»

«E, allora, io… Bah, non parliamone più» tagliò corto Obi-Wan. «Piuttosto dimmi. Hai intenzione di mettere al corrente il ragazzo del fatto che Palpatine sappia sparare fulmini di Forza dalle mani?»

«No.»

«E perché?»

«Non necessario questo è. Sua spada laser il ragazzo con sé in quel momento avrà. Di altro bisogno non avrà.»

«E se per caso…»

«Avventato lui è, ma non avventato al punto di affrontare l’imperatore disarmato.»

«Be’, certo, ma non credi che ci sia la possibilità che…»

«Contraddirmi tu non devi, Obi-Wan. Ora nasconditi. Sento che astronave di giovane Skywalker in avvicinamento è. Vuoi che qualcosa per te io gli comunichi?»

«Caso mai decidessi di parlargli assieme, lo farei senza bisogno di un portavoce, grazie. Tu parla con lui. Io vado a compilare i moduli per la richiesta della pensione da inoltrare allo sportello…»

«Favore farti soltanto io volevo. Di prendertela bisogno tu non hai.» Yoda fece un sospiro rassegnato e scosse la testa. «L’insolenza di Qui-Gon dopo tanti anni ancora in te io avverto. Tempo cambiato non ti ha, se non in peggio. Ora, vai. Vederti lui non deve.»

«Prima, però, ho un’ultima domanda.»

Sebbene scocciato, Yoda volle concedergliela. «Falla, poi vattene.»

«Perché non vai con lui a confrontarti con l’imperatore? Sono certo che, in due, potreste farcela facilmente. Io, poi, potrei darvi sostegno morale facendo il tifo!»

All’improvviso, Yoda, che fino a quel momento era stato arzillo e in salute, si incurvò tutto e cominciò a tossire come un vecchio locomotore.

«Vecchio sono. Malato diventato», confessò con la voce rauca. «In pensione, io sono.»

«Ma…»

«Tanto vecchio appaio, ai tuoi occhi?»

«Ma se fino ad un attimo fa…»

«Quando novecento anni di età, bello non sembrerai!»

«Maz Kanata ne ha più di mille…»

«E bella lei sembra ai tuoi occhi?»

«Be’, proprio bella non direi, ma…»

Stufo di quel dialogo che stava cominciando a diventare troppo lungo, Yoda sfoderò tutte le sue conoscenze nella Forza e scagliò lontano Obi-Wan, facendolo scomparire nell’intrico della foresta. Questo, però, lo privò di tutte le energie accumulate con la sua ricca cena a base di radici e, quindi, non ebbe neppure bisogno di continuare a fingersi vecchio.

Cinque minuti dopo, Luke atterrò sul pianeta e Yoda, moribondo, si mise a letto. Dieci minuti più tardi, era già un tutt’uno con la Forza ed aveva lasciato al giovane Skywalker tutte le responsabilità: insomma, gli aveva scaricato addosso tutti i propri errori giovanili e che ora si arrangiasse da sé a cavare le castagne dal fuoco. Da qualche parte, un gungan impiegato all’Ufficio Contabilità e Previdenza Sociale depennò il nome di Yoda dalla lista dei pensionati che non avevano mai ricevuto la pensione.

«Non posso farcela da solo…» mormorò Luke, sconsolato.

«Yoda sarà sempre con te», risuonò una voce.

Luke si volse e vide sopraggiungere Obi-Wan, tutto scarmigliato dopo il volo tra i rami degli alberi che gli aveva fatto fare il piccolo jedi verdognolo. Affaticato e ansante, il vecchio fantasma si mise a sedere con un grugnito sopra un masso.

«Lui e anche la speranza di una pensione che non riceverai mai», soggiunse.

«Maestro Obi-Wan», chiese subito Luke, «perché non mi hai detto che Darth Vader è mio padre?»

Il vecchio annuì gravemente.

«Vedi, Luke, le verità che affermiamo dipendono dal nostro punto di vista. Anakin era un buon amico e in più aveva una moglie bellissima che io, ogni tanto… be’, perché la tua mamma era una che… insomma ci stava… ma lasciamo perdere questo…»

«Mi stai dicendo, vecchio pervertito, che tu ti sei…?» sbottò Luke, facendosi guardingo.

«No, no, figurati…»

«È proprio così, invece, vecchio idiota! Di’ le cose come stanno! Dille, a fregnacciaro!» risuonò una voce, eterea ma vicinissima. «Mignottaro! E digli anche di che cosa facevi con zia Beru, mentre zio Owen faticava nei campi a guadagnarsi la pensione!.»

«Campi, quali campi, non ci sono campi su Tatooine», protestò lo spettro, sudando abbondantemente. «E poi zio Owen non emetteva le fatture, quindi che non si lamenti se poi ha preso la pensione più minima che ci sia!»

«Di Qui-Gon le parole confermo», disse una seconda voce incorporea. «Obi-Wan come il tempo libero passare sapeva, mentre si lamentava della pensione che era sempre lontanissima.»

«Insomma, mi volete far andare avanti?! Qui c’è in gioco il destino della galassia, oltre che la mia merita pensione!» gridò Obi-Wan, riducendo tutti al silenzio. «Dunque, dov’ero rimasto…? Ah, sì, ecco. Allora. Dicevo di Padmé… no, no, volevo dire Anakin! Anakin fu sedotto dalla parte oscura della Forza. Tutto il bene che era in tuo padre scomparve. Cessò di esistere come Anakin Skywalker e divenne Darth Vader. In pratica, trovo il miglior modo di sempre per fregare l’Impero e farsi riconoscere una pensione di invalidità. E sai cosa mi ha fatto davvero rabbia? Che si è tenuto tutto per sé! Non ha voluto condividere con me il modo per beccarsi i soldi! Che ingratitudine! Dopo tutto quello che ho fatto per lui! Quindi, ciò che ti dissi era vero, da un certo punto di vista.»

«Da un certo punto di vista?» ripeté Luke, sconcertato.

«È quello che ho detto, da un certo punto di vista! Non farmi dire due volte le cose», lo rimproverò Obi-Wan.

«Perché, io quante volte te le dovevo ripetere, prima che te le ficcassi in quella testaccia vuota, eh? Eh?» urlò Qui-Gon. «Ogni giorno speravo di poter andare in pensione, invece di dover avere a che fare con te!»

Il vetusto spirito si sforzò di ignorarlo.

«Anakin, quindi, divenne quel falso invalido che fa anche finta di avere l’asma che mi ha tagliato in due. E sai perché lo ha fatto? Te lo dico io: per non permettermi di dimostrare quale razza di truffatore sia. Tu dovrai affrontarlo e ucciderlo. Insomma, devi vendicarmi! Bisogna che la smettano di versare a lui i soldi che spettano a me!»

«Non combatterò mai mio padre. Sento che c’è ancora del bene in lui!»

Obi-Wan scosse il capo.

«Chissenefrega del bene, Luke! Pensa ai soldi che sta fregando a me, a te e a tutta la gente onesta, facendo il falso invalido…»

«Ma come si è ridotto così?» indagò Luke.

«Be’…» il vecchio non poteva certo confessargli di essere stato lui ad affettarlo e, poi, ad abbandonarlo in preda alle fiamme anziché concedergli un rapido colpo di grazia per lenire tutte le sue sofferenze, che oltretutto gli avrebbero impedito di farsi riconoscere l’invalidità. «Credo che… non so… ah, ecco, ora ricordo! È stato Yoda!»

«Yoda?!»

«Non ripetere tutto quello che ti dico, Luke. La situazione è già abbastanza esasperante senza complicarla ulteriormente… ti ricordo che avanzo un diritto di quarant’anni di pensione che nessuno mi ha mai corrisposto…»

Luke abbassò lo sguardo, incredulo.

«Non posso credere che Yoda sia stato tanto crudele con mio padre.»

Obi-Wan si guardò fugacemente attorno, ma lo spirito di Yoda non pareva essere nei paraggi. Doveva essere andato a cercare radici da qualche altra parte. Poteva parlare liberamente.

«Yoda non è mai stato una buon’anima. Fregava soldi. Chiedeva mazzette. Imbrogliava sui contributi versati. Si faceva intestare le eredità, persino. Ed era pure lui, un falso invalido: andava in giro zoppicando e grugnendo, ma poi avessi dovuto vedere che razza di salti che faceva, quando voleva. Aveva un sacco di conti nei paradisi fiscali oltre l’Orlo Esterno, il farabutto. Ed era pressoché intoccabile, perché aveva unto dappertutto. Ma lasciamo andare, via. Devi combattere Vader, Luke. È tuo destino.»

«Non posso farlo, Obi-Wan», ripeté Luke, con testardaggine. «Alla fine, l’Impero è legittimo, no? Non puoi obbligarmi a fare qualcosa contro la legge…»

Obi-Wan gettò un’occhiata allo stagno putrido che, per una ventina d’anni, era stato il luogo in cui aveva vissuto Yoda.

«Allora l’imperatore ha già vinto. Tu eri la nostra unica speranza. Anzi, la mia. Non avrò mai la mia pensione. Porco mondo, che ingiustizia!»

«Prima di crepare, quel farabutto di Yoda ha farfugliato qualcosa su un’altra.»

Lo jedi annuì, mestamente. «È vero. Si riferiva alla tua sorella gemella.»

Quella notizia sorprese Luke sopra ogni altra cosa.

«Mia sorella?! Io non ho sorelle… Non dirmi che mi hai taciuto anche questo, vero? C’è qualcos’altro che tu sai e che io dovrei sapere ma non hai intenzione di dirmi, vecchio bugiardo?»

Obi-Wan non si scompose di fronte a quelle accuse, era troppo morto per potersi ancora risentire di fronte a siffatte parole. E poi, sapeva di essere nel giusto. Era a lui, che aveva fregato la pensione, mica ad altri.

«Cerca dentro di te, Luke. Tu sai che è vero. Chi è l’unica donna - oltre la vecchia Beru, che però escludiamo, essendo morta - comparsa in questi film, almeno fino ad adesso?»

Luke chiuse gli occhi, si portò le mani alle tempie ed iniziò a concentrarsi, facendo fluttuare nell’aria le pietre attorno a loro, compresa quella su cui sedeva Obi-Wan, che fu costretto ad aggrapparsi ad un ramo per non cadere a terra.

«Vedo un’isola in mezzo all’oceano… un vecchio con la barba, un brontolone che tu, in confronto, sei un gentiluomo. Anche lui se ne sta lì a lagnarsi di aver perso la pensione. E una ragazzina assillante e snervante che non capisce nulla. È lei, mia sorella? Cosa ci fa, con quel vecchio maniaco?»

«No, Luke, è il futuro, ciò che vedi. Concentrati sul presente, non sull’avvenire. Quella è un’altra storia, che avverrà dopo che Lucas avrà venduto tutto alla Disney.»

Luke si concentrò meglio, iniziando subito a volare a mezz’aria insieme alle pietre. All’improvviso, un lampo di comprensione attraversò il suo volto ed egli, insieme a tutte le pietre, crollò al suolo. Uno dei massi colpì il gomito del vecchio maestro, che finì a sua volta in terra, brontolando e lamentandosi.

«Bubo Fett! La figlia di Boba Fett! È lei mia sorella?» urlò Luke. «Ma quindi io sarei figlio di Boba Fett? Ma non ero figlio di Anakin…?»

«Il tuo intuito ti guida…» cominciò Obi-Wan, ma poi si interruppe. «Ma, no, Luke! Pensa meglio! Da dove le tiri fuori, certe stupidate, proprio non lo so.» Si rialzò con estrema fatica e si rimise a sedere sul suo masso, borbottando: «Non mi merito, tutto questo… anche perché lo sto facendo gratis…»

Skywalker aggrottò le sopracciglia, facendo uno sforzo.

«…uhm… fammi indovinare…»

Obi-Wan gli rivolse uno sguardo pieno di paterna comprensione.

«Ti capisco, Luke. Sono stato giovane anche io, cosa credi? So che non vuoi dirmelo perché, se diventasse tua sorella, dovresti vergognarti di tutte le fantasie erotiche che hai fatto su di lei… ma dai, so che lo sai!»

«Vuoi dire che mia sorella è una Hutt?!» esclamò Luke, sorpreso.

«Ma, no… come ti salta in mente? Non dirmi che tu fai fantasie erotiche sulle Hutt!» ribatté Obi-Wan, palesemente disgustato al solo pensiero.

Luke non rispose, tenendo il capo basso con estrema vergogna. Arrossì fino all’attaccatura dei capelli. Non si sarebbe mai aspettato che il suo maestro potesse scoprire quel segreto.

«Ti prego, Ben, dammi almeno un indizio», lo implorò, cercando di trattenere le lacrime.

Il vecchio sospirò. «E va bene. Tua sorella si chiama L…»

«L…» ripeté il giovane.

«Le…»

«Le…»

«Lei…» continuò a scandire Obi-Wan, guardandolo con gli occhi sgranati nel tentativo di fargli comprendere l’ormai palese verità.

«Lei…» provò a dire Luke. «Leima? No, non la conosco. Leiana? Uhm… no, no. Lei.. Lei.. Leia.. Leia è mia sorella?!»

Obi-Wan sbuffò, senza nascondere la propria malcelata impazienza.

«Uff, ce l’hai fatta, finalmente. Il tuo intuito ti guida bene, giovane Skywalker. Con prodigiosa lentezza, d’accordo, ma ti guida. Certo che, se vi avesse messo ancora un po’, a guidarti, saresti andato in pensione!»

Luke era incredulo, quella notizia lo aveva colpito come una mazzata.

«Ma, Obi-Wan, io e Leia abbiamo…» si avvicinò al fantasma e gli sussurrò a lungo in un orecchio, mentre lo sconcerto si dipingeva sempre più palese sul volto del vecchio jedi.

«Ma… no… pure… non è possibile… ma…» si lamentò lo jedi, mentre il racconto di Luke proseguiva. «No, questo è troppo…! Ma in che senso, con frustini e dildi?!»

Luke tornò a raddrizzarsi.

«Comunque è colpa tua, vecchio scemo, che ti sei tenuto i tuoi segreti pensando che non fosse necessario mettermi al corrente di nulla.»

«È stato Yoda a volere che…» tentò di giustificarsi Obi-Wan.

«Non prendertela con Yoda, è morto e non può più difendersi. Assumiti le tue responsabilità, piuttosto!» sbottò Luke, guardandolo in tralice.

«Anche io sarei morto, a voler dire tutta la verità…»

Luke saltò in piedi. Adesso, nel suo sguardo era accesa una luce risolutiva e determinata.

«Ho deciso, vado a far secchi l’imperatore e quel falso invalido di Vader!» comunicò.

«Per garantirmi la pensione?!» esclamò Obi Wan, commosso e sorpreso.

«Che me ne frega della tua pensione», sbottò Luke. «Ma questa cosa di Leia che sarebbe mia sorella non deve sapersi in giro, vecchio pazzo. Se venisse fuori tutto quello che ti ho detto… meglio non pensarci. Quindi non posso rischiare: se anche loro ne sono al corrente, non devono parlare! Anche perché, a quel punto, nessuno saprà nulla e io e lei potremo continuare a fare le cose che ci piace fare!»

Obi-Wan assunse immediatamente un’aria da uomo saggio e la sua voce si fece profonda.

«Attento, Luke! Non sottovalutare i poteri dell’imperatore. Egli è potente, molto più potente di quanto tu possa immaginare!»

Skywalker scosse le spalle.

«Ti ho già sentito una volta fare un discorso simile, e abbiamo visto poi che bell’aiuto ci hai dato, effettivamente, con la tua spropositata potenza» disse, con sarcasmo. «E, poi, che paura dovrei avere, di quel vecchio bavoso? Non sparerà mica raggi laser dal culo, no?»

«Be’, dal culo proprio no, però…»

Luke non gli badò. Biascicò un saluto e, saltato a bordo del suo X-wing, decollò verso l’eterna purezza dello spazio siderale, deciso a porre fine a quella storia il più in fretta possibile.

Ma lasciamo perdere i jedi e le loro paturnie e torniamo ai nostri due protagonisti: Bubo e Buba. Nel prossimo episodio, però.

 
   
 
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