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Autore: ArwenDurin    18/02/2024    1 recensioni
Scena successivamente dopo il finale della 1x08: fromage
Will realizza cosa Hannibal può essere per lui
"«Hai rivangato spesso la possibilità di un amicizia tra di noi, ma io non voglio essere tuo amico.»
In un recondito angolo di se stesso, Will si godette l’espressione che Hannibal assunse, l’uomo con l’assoluto controllo che crollava sotto le sue parole. Attese qualche secondo prima di proseguire, poggiando il batuffolo di cotone sotto il suo labbro, rimuovendo il sangue rimasto."
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Jack Crawford uscì dallo studio del dottor Lecter, seguito dai poliziotti dopo i consueti rilevamenti domande, con la certezza che non poteva avere altre informazioni; per quanto Will poteva percepire quanto tutto ciò per lui fosse incomprensibile, come se quel caso avesse qualcosa di nascosto ma che non poté decifrare. I poliziotti dietro di lui, si avviarono all’uscita da quel caso e dalla casa del dottor Lecter, con più entusiasmo non avendo lo stesso sospetto. Will li stava seguendo, per quanto un dubbio fosse lì presente con lui e lo accompagnava a quella porta oramai diventata familiare. Fu ciò a farlo voltare e vide Hannibal che con passo ancora incerto per via della lotta che aveva avuto, si avvicinava alla sua poltrona per sistemarla e poi prendendo una scopa, cominciava a togliere i residui di ogni cosa rotta o frantumata.
Will a quel punto si fermò, il dubbio aveva vinto, disse due parole a Jack e poi rientrò nella dimora del dottor Lecter. Quest’ultimo lo guardò sorpreso quando Graham gli prese la scopa dalle mani, un’espressione che l’agente dell’FBI era la prima volta che vedeva nel suo volto, e in un recondito angolo di sé, apprezzò perché era stato proprio lui il “prescelto” a vederla, per quanto durò pochi attimi sostituita poi dalla gratitudine.
Hannibal non aveva bisogno di fingere di stare bene e potersela cavare per conto suo…non con lui, e a Will piacque quell’onestà.
A quel punto lo psichiatra cominciò a sistemare uno sgabello caduto, la statua nera di cervo, e oggetti più piccoli sopravvissuti alla lotta, lasciando a Will il compito che si era preso, ovvero spazzare e riordinare il più possibile le cose più grandi.
Hannibal era stato il primo essere umano a essersi così interessato alla sua incolumità e alla sua persona, al di là della sua mente particolare o della sua stranezza, il minimo era restituirgli il favore, per quanto sapeva che l’avrebbe fatto comunque dato il rapporto che si era instaurato tra loro.
«La camera degli ospiti che spesso mi hai proposto di occupare, sarebbe pronta per sta sera?»
Occhi ambrati furono su di lui, accarezzandolo con lo sguardo com’anche con il tono con cui gli rispose.
«Lo è sempre per te.»
Se Will avesse avuto ancora dei dubbi nel fermarsi da lui quella notte, sarebbero svaniti in quell’istante.
 
Quando nello studio tornò una parvenza di normalità era oramai notte tarda, Hannibal si era avvicinato alla credenza per prendere due bicchieri di vino e Will lo osservò mettendosi al suo fianco. Del sangue ancora pendeva dalle sue labbra, per quanto Hannibal sembrava non badarci, e in effetti, Graham stesso trovò quel dettaglio quasi cucito su di lui un ornamento che gli donava e non una ferita che doveva essere curata eppure…il buon senso lo imponeva.
«Prima dovremmo pensare a te.»
Con quella frase attirò l’attenzione di Hannibal e indicò la ferita nel suo labbro, la più visibile.
«Niente di serio, posso pensarci subito, devo soltanto prendere la mia cassetta di pronto soccorso…»
Will si mosse mentre parlava, bloccando l’intendo di Hannibal e piuttosto, indicandogli con un gesto di rimanere fermo.
«Aspetta qui.»
Will sapeva esattamente dove dirigersi, e mentre si allontanava da lui per prendere il kit medico in bagno, fu consapevole di quanto conoscesse bene la casa del dottor Lecter, fu qualcosa che lo rallegrò e scosse allo stesso tempo.
Tornando da lui, lo trovò seduto nella sedia della sua scrivania intendo a scoprirsi il fianco dov’era stato colpito, un livido ricopriva quella zona in un forte violaceo. Attese che Will poggiasse il necessario per curare e allungò le mani verso di essi, ma fu lo stesso Graham a prendere in mano garza, cotone, e disinfettante.
«Permettimi.»
Hannibal sorrise con un accenno di assenso del capo, e Will si poggiò sulla sua scrivania, imbevendo il cotone con il disinfettante e passandoglielo con una delicatezza come fosse una piuma sull’ematoma.
Ci fu silenzio per qualche secondo, scandito dai rintocchi di un orologio lontano, e dal cuore di Will che aveva aumentato i battiti nella situazione di intimità in cui si trovava, poteva toccarlo come aveva desiderato fare da molto tempo, anche se attraverso un batuffolo di cotone.
Imbevette un nuovo pezzo di cotone nel disinfettante, e lo passò sulla piccola ferita che aveva sulla fronte, i loro sguardi si incontrarono per qualche secondo e il cuore del profiler galoppò.
Will si era rassegnato ai sentimenti che preponderati dominavano il suo essere ogni qual volta che Hannibal era nelle vicinanze, lo sapeva dallo sguardo che si scambiarono nell’ambulanza quando Lecter salvò la vita a quel malcapitato; occhi che avevano fatto svanire l’inizio di un idea sullo Squartatore di Chesapeake, poiché fu uni sguardo denso di intensità a occupare la sua mente.
O quando, più tardi, si era ritrovato a portargli una costosa bottiglia di vino soltanto per poter essere di nuovo tra quelle mura, in quella voce, nel suo sguardo… sperando quasi rimandasse quella cena soltanto per stare con lui. Da un lato Will sapeva che persino il bacio accaduto con Alana qualche ora prima, non fu soltanto per una ricerca di equilibrio e perché l’aveva da sempre trovata attraente.
C’era del desiderio nascosto tra le pieghe di esso, una bruciante fame da farlo aggrappare a qualsiasi possibilità di relazione nei paraggi, anche se nei suoi pensieri c’era qualcun altro, così per fargli dimenticare l’impossibilità che potesse accadere con chi davvero desiderava.
Will sospirò piano mentre con delicatezza gli tamponava il viso, un piccolo sorriso prese le labbra del dottor Lecter, sorriso che lo distrasse per qualche secondo.
«Sembra che oggi ci siamo scambiati i ruoli.»
Will rise.
«Dubito che sarei stato un bravo psichiatra, sono troppo instabile.»
«Non sono d’accordo, la tua empatia avrebbe potuto renderti un ottimo psichiatra, dovresti soltanto imparare e dominarla.»
Ed eccolo lì di nuovo, uno sguardo di dolcezza puramente per lui, ulteriore fonte di squilibrio d’ogni pensiero che accendeva speranze nel desiderio che lo avvolgeva, e lo faceva con una tale forza e prepotenza da dover spingere Will a difendersi.
Buttò il batuffolo di cotone usato e ne prese un altro, imbevendolo nel disinfettante, e attaccò verbalmente.
«Hai rivangato spesso la possibilità di un amicizia tra di noi, ma io non voglio essere tuo amico.»
In un recondito angolo di se stesso, Will si godette l’espressione che Hannibal assunse, l’uomo con l’assoluto controllo che crollava sotto le sue parole. Attese qualche secondo prima di proseguire, poggiando il batuffolo di cotone sotto il suo labbro, rimuovendo il sangue rimasto.
«Alana Bloom è mia amica per questo era venuta da me, e da un lato non avrei voluto. Non volevo soltanto amicizia con lei perché è attraente, e mi sarebbe piaciuto avvicinarmi a lei, o almeno questo pensavo poco tempo fa… ma ora so che lei può essermi amica, non tu.»
Incontrò il suo sguardo di nuovo, buttando il batuffolo che aveva fatto il suo lavoro e sentendo cosa Hannibal sentiva: curiosità, attesa, speranza. Will sentì il suo stesso sangue pompare con più velocità.
«Avevi ragione sulla questione dell’equilibrio ma c’è qualcos’altro che hai indovinato e al quale io non ho risposto… perché ho guidato due ore soltanto per venirtelo a dire.»
Hannibal non fu sorpreso, nessun segnale nel suo volto o nelle emozioni, ne era chiaramente consapevole. Inavvertitamente la sua mano, come fosse guidata da volontà propria, dal suo ginocchio si sporse verso quella di Hannibal. La sfiorò soltanto con l’aria prodotta dal movimento, non toccandolo, non andando oltre a quel punto.
Ma lo sguardo che Hannibal assunse… quello sguardo! Di nuovo nel suo volto, un luccichio ambrato ricco di una dolcezza simile a quando entrò in quella stessa stanza, la speranza e gioia di vederlo vivo, di vedere lui. Will non assaporava ciò in nessun’altro nei suoi riguardi, e accendeva il suo cuore pulsante e la voglia di non abbandonarlo mai più.
Se ne abbeverò per qualche secondo, non c’era fretta, e in quegli sguardi che si scambiarono ci furono le parole.
«E cosa vuoi, Will?»
Fu Hannibal a riprendere la parola e nel suo tono ci fu qualcosa di nuovo, di diverso, più basso e più intimo, come fosse un sussurro tra due amanti. Fu Lecter ad allungare la mano verso di lui, prendendola tra le sue e completando quella carezza che Will fece soltanto nei suoi pensieri.
«Essere dominato dal desiderio… e stare con te.»
A quel punto, Will si sporse verso di lui, una carezza di labbra, un assaggio di un bacio che nulla aveva a che fare con l’equilibrio. Hannibal rispose con la stessa dolcezza, non andando oltre per quanto Will poté sentire quanto lo volesse.
Ma non quella notte no, quella notte era dedicata alla scoperta di una speranza veritiera, alla confessione di due uomini che erano andati ben oltre l’amicizia da oramai più tempo di quanto entrambi pensassero.

 

Angolo autrice: ciao a tuttx! Ebbene eccomi con un'altra fanfiction sui miei adorati Hannigram! Questa volta mi sono ispirata ad una scena realmente nel copione originale della 1x08 che però fu tagliata, dove Will cura le ferite di Hannibal quando Hannibal lo guarda con la più devota totale adorazione-innamoramento questo esatto emoji😍 XD e quindi ho dovuto scriverlo a modo mio, e rendere il momento più intimo visto sono soltanto Will e Hannibal e una confessione d'amore 👀🌈
Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà 😊



 
   
 
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