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Autore: MaeveMakt    21/02/2024    5 recensioni
Aziraphale esce a cena e viene abbordato da una bella signora
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Crowley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Londra 1957
Il libraio non usciva spesso, ma quella sera aveva voglia di svagarsi un po’, cenare con qualcosa di raffinato, anche se in solitaria. Si recò da Annabel’s in Berkeley Square, avevano appena inaugurato il ristorante italiano ed era curiosissimo di provarlo e poi distava solo 15 minuti a piedi: una splendida passeggiata.
Appena entrato si ritrovò in una sala riccamente arredata: le pareti di un giallo splendente, i divani rossi, abat-jour dorate su ogni tavolo, sedie e sgabelli broccati al banco, si sentiva già come a casa.
 

 
La serata procedeva meravigliosamente: la musica in sottofondo delicata, il cibo era celestiale, assaporava ogni boccone lentamente, godendoselo totalmente e perdendosi in quel piacere. Che cose fantastiche sapevano inventare gli uomini!
A fine pasto, quando aveva finito l’ultimo assaggio del dessert, il cameriere arrivò e gli porse un bicchierino di sherry: “Per voi, monsieur, il migliore della casa”
“Oh, ma io non…”
“Una cortesia della signora” rispose il cameriere facendo un cenno col capo verso il banco.

Seduta sugli sgabelli stava una forma sinuosa dalle spalle larghe e la vita stretta, avvolta in un vestito nero aderente, con una lunga cintura rigida dorata che stringeva la vita e saliva poi verso la spallina sinistra, andando a fermarsi sotto il seno con la forma di una testa di serpente; un dettaglio che fece fare una capriola al suo stomaco. Un enorme cappello, nero anch’esso, completava l’outfit e copriva la maggior parte del viso.
Un senso di famigliarità avvolse il libraio che, con una punta di imbarazzo, ringraziò il cameriere e bevve lo sherry prima di alzarsi e andare a porgere i suoi omaggi alla signora; poteva immaginare le dilei intenzioni e gli dispiaceva dover declinare qualsiasi invito romantico, ma le belle signore non erano il suo genere. Si accomodò sullo sgabello libero di fianco e si schiarì la voce “Madame, la ringrazio per l’offerta, posso sdebitarmi offrendole qualsiasi bevanda sia di suo gradimento.”

In quel momento risuonarono nella sala le note dell’ultimo successo di Edith Piaf “La Foule”, non era molto ferrato in francese, ma i primi versi dicevano qualcosa tipo ‘la foule vient me jeter entre ses bras…’ (E la folla mi trascina fra le sue braccia), ‘Beh-‘ pensò ‘-non proprio tra le braccia della signorina magari…’

Fece un cenno al barista e chiese un altro giro di quello che aveva preso la signora precedentemente. Una voce sottile uscì da sotto la tesa del cappello “Lo sa, lei è proprio un angelo…” prese il bicchiere di whisky con la mano guantata e lo tracannò in un sorso solo, un gesto che di femminile aveva ben poco, ma tant’è; poi si girò verso il libraio e lo guardò intensamente svelando il suo volto.

‘Et la joie éclaboussée par son sourire / Me transperce et rejaillit au fond de moi’
(E la gioia sbalordita dal suo sorriso / Mi trafigge e sprizza nel mio intimo)
intonava intanto Edith

Il familiare viso sottile con il naso appuntito e gli occhi gialli luminosi come le pareti che li circondavano lo fissavano con quelle pupille verticali insolite, un sorrisino impertinente gli rigò il volto “Che sorpresa ritrovarla qui Angelo” disse con la voce soave.
“CROWLEY ma cosa…?”
“Eddai, mi sto solo divertendo un po’. Usciamo da qui“ poi aggiunse con la voce camuffata di prima, facendosi sentire dal barista: “Lei che è un gentiluomo, mi accompagnerebbe in una passeggiata serale? Non vorrei dover tornare a casa da sola a quest’ora della sera…” e guardò l’angelo sbattendo ripetutamente le ciglia con fare ammiccante, guadagnandosi un sospiro esasperato in risposta.

Uscirono insieme dal locale e si avviarono verso la libreria camminando uno a fianco all’altro, l’eco della canzone ancora gli risuonava nella testa.
“Allora cosa ti ha spinto ad uscire dal tuo guscio, Aziraphale, uno dei tuoi cari vizi eh?”
“Beh sì, se proprio lo vuoi sapere, non posso certo stare sempre rinchiuso in negozio. Anzi, vuoi fermarti un po’? È qualche tempo che non ci si vede”
“Si, ma solo se mi offri da bere” e lentamente fece scivolare la mano sul braccio dell’altro, all’altezza del gomito, prendendolo a braccetto ed eliminando lo spazio tra loro.
Aziraphale si irrigidì in imbarazzo “Ma cosa fai?”
“È così che si accompagna una signora, soprattutto se l’hai invitata a casa tua” gli disse sussurrandogli all’orecchio, quasi sibilando.
Erano già vicino alla libreria. Aziraphale lo guardò intensamente con un misto di ansia e malinconia e strabuzzando gli occhi in imbarazzo gli disse “Forse è meglio se torni a casa tua per stasera, Crowley.”. Abbassò lo sguardo, si girò e se ne andò quasi di corsa, lasciando la bella signora da sola sul marciapiede.
Crowley sbuffò scocciato ‘Sarà per la prossima volta’ pensò e si avviò mestamente verso il suo appartamento.

Et je crispe mes poings, maudissant la foule qui me vole / L’homme qu’elle m’avait donné / Et que je n’ai jamais retrouvé…”
(E stringo i pugni, maledicendo la folla che mi ruba / L’uomo che mi aveva dato / E che non ho mai più ritrovato…)

Non si rividero per i 10 anni successivi.
 
 
 
Note:
Annabel’s a Londra apre ufficialmente nel 1963, e il ristorante di cui si parla è stato inaugurato recentemente.
Riferimento per il vestito di Crowley:  
https://twitter.com/dragon__mouth/status/1751706464765231197?t=D_0ga0VHckrzYnMw6H8OzA&s=1
   
 
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