Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: Cladzky    21/02/2024    1 recensioni
Un povero taglialegna viene espropriato del suo terreno e, cercando un nuovo bosco, ne trova uno abitato da spettri che gli offrono una strana linfa.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Oltre la Circassia stava un piccolo regno e fuori la gran città viveva un taglialegna. Questi, levatosi al mattino, lavorava di buona lena nel boschetto appena fuori casa sua, per poi portare i legni al mercato. Un giorno gli si presentò alla porta un uomo vestito per bene con una gran carta, accompagnato da molti servitori.

“Lei abita qui e taglia questa legna?” Chiese il gran signore.

“Sì” Rispose il pover’uomo.

“E ha comprato questa terra?”

“No, ho visto che nessuno ci abitava e mi ci sono stabilito.”

“D’ora in poi non tagliare più questi alberi, perché ho comprato questa terra dal re ed è mia proprietà.”

Senza protestare troppo l’uomo, furioso dentro di sé, prese a cercare un altro bosco per evitare di cambiare mestiere. Allontanatosi un poco, ad un crocevia incontrò un tale e gli chiese se vi fosse qualche albero nelle vicinanze.

“In mezzo alla steppa cresce una foresta molto fitta” Rispose “Ma io non ci andrei. L’ho vista abitata da spettri e spiriti di morti che si lamentano.”

Non essendo uomo da credere a certe storie, congedatosi, l’uomo la cercò ugualmente e trovò uno strano raggruppamento d’alberi in mezzo al nulla. Addentrandosi fra i fusti per dare un’occhiata e constatando che non ci fosse nessuno che potesse dirsi il proprietario della foresta, prese la scura e fece per vibrare il colpo, pensando a quanto sarebbe stata dura portare tutti i tronchi al mercato così lontano.

“Non tagliare il mio tronco” Lo ammonì una voce e l’uomo vide le fronde muoversi pur senza vento.

“Sento voci e non c’è nessuno. Si muovono le foglie e non c’è vento” Notò l’uomo, sorpreso “Chi mi parla?”

“Io sono l’albero che tu stavi per tagliare. Abbi pietà e trova altri legni per i tuoi scopi.”

Ma l’uomo, che sarebbe dovuto morire di paura come chiunque altro avesse provato a tagliare quegli alberi, restò lì e protestò.

“Se io non vi taglio morirò di fame. Un gran signore mi ha espropriato del terreno su cui lavoravo da anni, comprandolo senza che io vedessi un soldo. Non ho più paura degli spettri più di quanto l'abbia per la fame.”

“La tua storia è davvero triste e io te ne darò una ancora peggiore.” Disse l’albero “Noi tutti eravamo prima uomini, soldati del re precedente al tuo. Quando quest’ultimo invase il nostro paese noi abbiamo avuto in questo campo la nostra ultima battaglia, giurando di non cedere d’un passo neppure da morti. Così è stato, perché si sa che la vendetta vive più a lungo degli uomini.”

“Avevi ragione, è una storia triste” Rispose l’uomo “Ma io non posso fare a meno di tagliarvi e vendere la vostra legna.”

“Siccome non hai paura degli spettri né vuoi cambiare idea allora ti daremo qualcosa migliore del nostro legno. Intaglia la corteccia e raccogli la nostra linfa. Falla seccare e ne avrai un bel materiale che non si è mai visto.”

Così fece l’uomo, trapanò la corteccia e raccolse la linfa. Quando la stendeva in un recipiente si induriva e dopo un po’ prendeva forma solida ma elastica. Studiando meglio il processo riuscì a realizzare aste, assi e tavole, più leggere della balsa. Scoperto il segreto decise di venderlo al re e chiese di farsi annunciare. Presentatosi, nessuno lo prese sul serio, tanto che solo a tarda sera lo fecero accedere al palazzo. Il re, dal suo trono scolpito, lo guardò portarsi dietro tutti quegli arnesi che pareva dovessero schiacciarlo e invece portava con facilità.

“Chi sei te?” Chiese il re “E che vuoi vendermi?”

“Sono un falegname e fedele suddito. Ho qui del legno, anzi, non legno, che non si è mai visto e io intendo venderlo solo a voi.”

Ciò detto ne dimostrò le proprietà, piegando le aste senza che si spezzassero, vibrando le tavole come stoffa al vento e mostrando quanto fosse facile incidere le assi. Il re ne fu soddisfatto e chiese cosa volesse in cambio.

“C’è un piccolo terreno dove abito che recentemente avete venduto a un signore. Io intendo che lo ridiate a me.”

“Così sia” Disse il re e gli diede un atto di proprietà non diverso da quello che il gran signore aveva mostrato al falegname tempo prima. Il re ordinò la produzione di leggerrissimo mobilio ai suoi artigiani e intanto, il taglialegna, si recò dal gran signore a riprendere casa sua. Livido di rabbia, accossentì, ma in sé cercava ad ogni minuto un modo per vendicarsi dell’umiliazione subita. Così gli mise un servo a tallonarlo e questi aspettò che uscisse di casa. Non si fermò nel boschetto di casa sua che aveva appena comprato, né si fermò a lungo, finché non raggiunse una foresta in mezzo a una steppa senza fiumi e senza laghi. Qui lo vide intagliare la corteccia e scoprire il segreto della linfa. Saputo questo, senza nessuno attorno, infilò uno stiletto nella schiena del taglielegna e lo lasciò lì, finché il sangue dell’uomo non innaffiò completamente il terreno d’intorno. Ucciso, seppellì il corpo nella terra dove si trovava e volle tornare dal suo signore a rivelargli il luogo segreto, ma una voce lo fermò.

“Non aver paura” Dissero le fronde “L’uomo che hai ucciso ci ha dissanguato tanto a lungo che vederlo esangue ci fa contenti. Prendi la linfa che aveva raccolto e bevila alla nostra salute, perché è buona.”

L’uomo fece così e la trovò tanto deliziosa da portarne una ciotola anche al suo signore. Dopo averne bevuto ancora per dimostrare che non era velenosa, il signore fu convinto e ne bevve. Dopo poco furono entrambi colti da un dolore atroce quando la linfa si indurì nei loro stomaci e ne morirono entrambi, il signore e il sicario. Da allora un nuovo albero è sorto in quella steppa.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: Cladzky