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Autore: amy_hime    02/03/2024    1 recensioni
Fanfiction crossover con What in Hell is Bad.
Mihael rimase in attesa. Il suo battesimo del sangue era stato un fallimento, era riuscito, a tornare in Paradiso, ma con un peso nel cuore. Due occhi blu come l’abisso impressi a fuoco nella sua memoria, gli occhi del demone che gli aveva salvato la vita. Quel demone aveva un nome, un nome che l’angelo si era trovato ad assaporare, a mormorare tra sé e sé solo per il gusto di sentire quelle sillabe scivolare fuori dalle sue labbra. Ryoga.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Michael Arclight/ Three, Ryoga/Shark
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Heaven sent you to me/ I'm just hopin’ I don't repeat history

 

-Ho temuto di perdere una delle Virtù più promettenti. L’ho detto? È un sollievo rivederti.

In silenzio, inginocchiato ai piedi di Gabriel, Mihael rimase in attesa. Il suo battesimo del sangue era stato un fallimento, era riuscito, faticosamente, a tornare in Paradiso, con un’ala rotta, e un peso nel cuore. Due occhi blu come l’abisso impressi a fuoco nella sua memoria, gli occhi del demone che gli aveva salvato la vita, trascinandolo fuori dalle macerie della casa crollata, che lo aveva medicato, ignorando il fatto che stava aiutando qualcuno che era disceso all’Inferno, nella Gehenna, al solo scopo di sterminare più creature, no, più… persone possibile. E quel demone aveva un nome, un nome che l’angelo si era trovato ad assaporare, a mormorare tra sé e sé solo per il gusto di sentire quelle sillabe scivolare fuori dalle sue labbra. Ryoga.

-Va’ a farti medicare. Ti rivoglio sul campo il prima possibile… quei parassiti non possono avere il tempo di riorganizzarsi.

Edifici distrutti. Bambini in lacrime. Demoni in agonia, squassati dallo straziante processo di angelificazione, che li trasformava in grottesche parodie di angeli. Mihael era disgustato da quanto aveva assistito, e cominciava a dubitare che lo sterminio di un’intera stirpe potesse, in qualche modo, rimettere le cose a posto. Ma lui era giovane, era nato dopo il tremendo disastro che aveva sconvolto l’ordine naturale delle cose, e non capiva l’odio verso i diavoli, verso Salomone e chiunque ne fosse il discendente; semplicemente, aveva fatto ciò che gli veniva ordinato, allenandosi a combattere con la falce, imitando i gesti del Serafino Gabriel, seguendo il suo maestro ovunque, preparandosi a sacrificarsi, prima o poi, portando con sé quanti più nemici possibile. Ma la realtà sembrava diversa da quello che aveva appreso.

-Mio signore.

Lo sguardo vacuo di Gabriel si soffermò su di lui, schiacciandolo con la potenza di un maglio, ma Mihael aveva bisogno di risposte:-Se… se avessi frainteso la situazione? Se… se dovessi commettere un errore, come potrei rimediare?

Sentì il gelo della lama della falce di Gabriel premuta contro la gola.

-L’ho detto? Non ti permetterei mai di sbagliare. La nostra missione è sacra, e se tu dovessi voltarci le spalle… ti ucciderei con le mie mani.

L’angelo dai capelli color dell’aurora deglutì. Doveva decidere, se fidarsi ciecamente del suo mentore, o dare una possibilità a quel diavolo che lo aveva salvato. Doveva decidere, e doveva farlo in fretta.

 

 

‘Cause I’ll be / switching the position for you

 

-Posso offrirti da bere?

Appoggiato languidamente al bancone di quel pub che puzzava di zolfo, Ryoga indicò con un cenno delle dita i liquori esposti:-Gli alcolici della Gehenna sono i migliori, non potrai trovare di meglio in nessun regno.

Imbarazzato, Mihael si strinse nelle spalle, le ali che fremevano, sapendo di essere al centro dell’attenzione. Satana dava asilo a chiunque lo chiedesse, diavoli ed angeli, ma tutti quegli sguardi si stavano rivelando un peso difficile da sopportare:-Non bevo, grazie.

-Mi ricordo di te.

Freneticamente, l’angelo afferrò il primo bicchiere che si trovò sottomano e ingollò il contenuto in un solo sorso, senza nemmeno sentire il sapore di ciò che aveva appena bevuto, ritrovandosi con la gola in fiamme. Il diavolo sogghignò divertito, i capelli scuri simili a tentacoli sparsi sul lurido piano del bancone, le lunghe corna azzurrine che si alzavano dalla fronte, formando una specie di corona. Era davvero bello.

-Hai salvato mia sorella. Le hai fatto da scudo e l’hai protetta dal crollo… Mihael, è così che ti chiami, giusto? Mihael, sono in debito con te.

Mihael scosse piano il capo. Non aveva mai voluto salvare quella ragazza, l’aveva solo inseguita nella foga del combattimento, stufo di essere preso in giro. Era una splendida guerriera, aveva falcidiato decine di angeli con le sue pistole, e Mihael non riusciva a tollerare l’idea che una creatura inferiore potesse combattere a quel modo. L’aveva rincorsa dentro la casa, deciso a farle assaggiare la lama della sua falce, ma il crollo lo aveva colto di sorpresa, e l’istinto aveva avuto la meglio. Ryoga gli mise una mano sulla spalla, e l’angelo si ritrovò squassato tra il desiderio di prolungare quel contatto e sottrarsi alle dita di quello che era e doveva restare un nemico.

-Hai un posto dove stare? Posso ospitarti io, se vuoi.

 

Know my love infinite, nothin’ I wouldn’t do / That I won't do

 

Cosa stava facendo? Si era trasferito, temporaneamente, nella Gehenna nella speranza di trovare un motivo per odiare i diavoli. Vedere da vicino la loro lussuria, il caos e la violenza in cui annegavano senza rendersene conto. Voleva soffrire, soffrire e detestarli, per poi tornare a combattere al fianco di Gabriel con la mente sgombra da inutili dubbi. E invece…

-Ti fidi di me?

Ryoga annuì, aggrappandosi alle sue braccia. Mihael spiegò le ali, alzandosi lentamente da terra. Poteva riuscirci, poteva sollevare quel diavolo, quel bellissimo diavolo per cui, forse, stava cominciando a provare qualcosa, e fargli sperimentare l’ebrezza del volo. Era il minimo che potesse fare, alla fine. Grazie a quel giovane dagli occhi color dell’abisso, Mihael aveva imparato, per la prima volta, a divertirsi. La  gioia di correre dietro a un pallone attraverso i vicoli polverosi della Gehenna. La tensione nell’accostare le ultime due carte per innalzare il castello. La concentrazione necessaria per colpire il bersaglio con quel fucile, per poter tornare a casa con un pupazzo… in Paradiso non aveva mai provato nulla di simile. Forse non era tagliato per fare l’angelo, rifletté. Forse il suo posto era lì, tra i diavoli. Uno, due battiti d’ali, e Ryoga si lasciò sfuggire un verso sorpreso:-Sto… volando.

Mihael ridacchiò piano, prima di stringersi al diavolo e slanciarsi verso l’alto, quasi assordato dall’urlo euforico di Ryoga. Lo trascinò in alto, sempre più in alto, giocando con le correnti d’aria, lasciandosi ricadere, per poi riprendere quota, contagiato dall’ilarità del giovane dai capelli viola:-Dove vuoi andare? Ti porterò ovunque tu lo desideri.

La risposta fu un delicato bacio a fior di labbra.

 

-Aspetta! Non muoverti…

In precario equilibrio sulla merlatura di una delle torri di guardia, Mihael e Ryoga stavano cercando di districarsi da quel pasticcio. Corna e aureola incastrate già dopo un paio di baci… la sensibilità di quelle zone non aiutava affatto. E nemmeno il fatto che Ryoga si fosse abbarbicato a Mihael peggio dell’edera a una pianta. Con le fronti incollate, respirando l’uno l’aria dell’altro, cercare di liberarsi si stava rivelando più difficile del previsto. Mihael abbandonò Ryoga sulle pietre, svolazzando, sottraendosi delicatamente a quel contatto così scomodo e al tempo stesso così intimo.

-Scusami. Ho rovinato il nostro primo bacio.

-Ce ne saranno altri.

No, Mihael non era fatto per vivere in Paradiso. O in un qualunque mondo dove Ryoga non esistesse.

 

 

Never need no, no one else, yeah

 

-Ti  fidi di me?

Ryoga non rispose con la voce ma con il corpo, annullando totalmente la distanza che li separava, e Mihael si ritrovò a stringerlo, con le braccia e con le ali, desideroso di annegare dentro di lui, dentro quell’abisso che erano i suoi occhi, fondendosi a lui fino a diventare una cosa sola, annullando ogni differenza tra angelo e demone. Ormai aveva preso la sua decisione.

 

-Non pensavo che le vostre corna reagissero… così. Posso aiutarti a pulirle?

-Non provare a leccarmele come prima, maniaco.

Sorridendo, spostandosi dalla fronte i capelli zuppi, Mihael fece per avvicinarsi alla fronte di Ryoga, poi cambiò idea e scese a baciargli la punta del naso:-Guarda come mi hai ridotto, prima di insultare. Ti avevo detto che è una zone sensibile…

-Non pensavo che la tua aureola facesse tutto quel casino! Mi sono quasi spaventato, lo ammetto.

L’angelo sorrise, prima di stringersi al diavolo, usando le ali a mo’ di coperta per entrambi. Se quello era l’Inferno, Mihael vi sarebbe rimasto per sempre.

Perfect, perfect, / you’re too good to be true.

 

 

 

Angolo autrice: Questa fic è un crossover (il mio primo crossover) con il videogioco coreano What In Hell is Bad, che narra le vicende di un essere umano coinvolto, suo malgrado, nella guerra tra angeli e demoni. Per casualità, l’angelo Mihael appartiene all’ordine delle Virtù (trasformate in Vultures, Avvoltoi, da quelli che spero siano incomprensioni in fatto di tradizione), guerrieri sotto il comando dell’antagonista principale del gioco, il fighissimo serafino Gabriel. Altra piccola chicca, che spiega l’ultima scena: nei demoni, le corna sono zone erogene. E con questo la sezione pubblicità è finita, ci vediamo il mese prossimo, ma prima di andarmene lascio il link per la canzone che ho citato nel testo: https://www.youtube.com/watch?v=7bp0PwYXMnY

   
 
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