Brothers
Brothers
Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo».
La Genesi
Una zazzera di capelli spettinati – non importa che siano chiari come il sole; quei ciuffi sono il marchio dei Mishima, di lui.
Due occhi pungenti, determinati – non importa che siano azzurri, hanno lo stesso scintillio ferreo che brillava in quelli di lui.
Un corpo alto, atletico; le spalle si tendono, la testa scatta all'indietro, i denti si stringono – proprio come faceva lui quando caricava la temibile testata.
Cerca di ucciderlo o, quantomeno, di fermarlo – proprio come aveva fatto lui per tutta la sua vita.
Kazuya retrocede, rischiando di inciampare, atterrito come se avesse visto un fantasma.
Non c'è più alcun dubbio: Lars Alexandersson è suo fratello.
Nelle sue vene scorre lo stesso sangue di lui, suo padre, Heihachi Mishima. E, per questo, Kazuya l’odia, l’odia profondamente; e lo teme, lo teme profondamente perché è troppo annebbiato dal passato per poter visionare il presente. Vede chi non c'è più, sovrappone visi che non combiaciano in nessun’angolazione e non capisce che davanti ha suo fratello, un uomo distinto e separato da suo padre – invece, per Kazuya, essere figli di Heihachi Mishima significa essere essi stessi delle rappresentazioni, delle estensioni di Heihachi Mishima stesso e non delle entità a sé stanti.
Se solo avesse saputo che per Lars Alexandersson era tutto il contrario e che lui – proprio lui, Kazuya Mishima! – costituiva il perfetto erede di loro padre! Non sarebbe stato ironico? Ma Kazuya non può saperlo e quindi continua a opporsi all'unico legame familiare che potrebbe ricongiungerlo con il suo sangue paterno.
Incassa la testata, rotola a terra e si rialza; lo scontro con suo fratello ricomincia.