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Autore: Celeste98    12/03/2024    0 recensioni
“Dunque parlo con la signorina Blumarine Brief, è esatto?”
“Sì, ma la prego mi chiami Bulma"
“Ci serve qualcuno per il quale la tecnologia non ha segreti, credi di poter essere tu questa persona?” Allison prese parola accomodandosi sulla scrivania della sua collega con un tono confidenziale. Bulma rimase rifletté in silenzio per alcuni secondi, dopodiché alzò lo sguardo per osservare le due donne
“Sì, penso di poter essere io”
*
“Hai finito di rompere i coglioni?!”
“Lei è Radish Son?”
“Dipende da chi cazzo lo sta cercando”
“Beh, se lei è chi dice di essere allora posso presentarmi. Mi chiamo Hazel Brief e, con molte buone probabilità, credo di essere sua figlia”
Solo piccoli assaggi per conoscere alcuni dei protagonisti di questa nuova storia - o impresa dal mio punto di vista, vorrei vedere quale altro pazzo scrive tutto ciò che gli passa per la testa per poi comporre i capitoli come fossero puzzle.
Si ritorna alle origini con i miei amati Vegebul, nuovi personaggi inediti, rivalutare il personaggio di Radish, ma anche tutti gli altri su cui ora non mi dilungo adesso perché c’è il limite di caratteri.
Se vi ho incuriositi vi aspetto nei capitoli.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bulma, Nuovo personaggio, Radish
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15: Risultato stupefacente!

Il giorno in cui uscirono le pagelle di fine anno Radish ed Hazel arrivarono a scuola alle otto in punto, nessuno dei due in tutta la sua vita non era mai arrivato a in classe in orario, figuriamoci in anticipo. Eppure eccoli lì a sfruttare tutta la loro altezza per sbirciare dall’altro lato del bancone che divideva il corridoio dalla segreteria, anche se poi i risultati furono scarsi e l’unica cosa che ottennero furono le occhiatacce delle arcigne dipendenti che mal tolleravano l’abbigliamento un po’ troppo casual di Radish. Dal canto suo gliene fregava poco, era arrivato in anticipo questo bastava, poco importa se per ottenere ciò aveva attraversato l’ingresso con la camicia aperta, i pantaloni della tuta e le infradito, praticamente metà del pigiama e l’altra metà dei vestiti che indossava la sera prima al locale. Hazel si era goduta le occhiate che il pubblico dedicò a suo padre, ridacchiando alle sue rispose scocciate.
“Ok, non ne posso più. Forza andiamo a fare colazione al bar qui davanti, tanto ci vuole almeno un’altra ora prima che pubblichino le bacheche. Almeno andiamo a romperci il cazzo con cornetto e cappuccino davanti”
“SIGNOR SON!” Radish si piegò in avanti con le mani sulle orecchie a sentire quella voce acuta e così dannatamente familiare che gli trapanò i timpani “Moderi il linguaggio! Le sembra appropriato comportarsi così davanti a una ragazzina?”
“Oh no! Tutto ma non questo. Via via via” ci mancò poco che Hazel non fosse letteralmente presa di peso da suo padre che la spinse fuori dall’edificio con ancora l’anziana professoressa che gli urlava dietro. Risero entrambi fino a trovarsi seduti fuori dal bar con l’affanno e le lacrime agli occhi, anche solo per le volte in cui nel breve tragitto l’uomo aveva rischiato di perdere le ciabatte o inciampare.
“Questa me la devi spiegare. Perché conosci la vicepreside Violet?”
“Oh il colonnello ha fatto carriera?” Radish rispose con una disarmante tranquillità che per un momento fece preoccupare Hazel, o la vicepreside Violet aveva insegnato in una scuola militare oppure qualcosa le sfuggiva.
“Quando studiavo qui insegnava francese, non ho mai seguito una sua lezione eppure credo che sapesse non solo il mio nome ma anche la mia intera storia dinastica. Perché ne sono convinto? Semplice: perché quando era la vittima preferita per i miei scherzi mi ha urlato dietro nomi di antenati che non sapevo di avere” la colazione al bar riuscì a rilassarli e distrarli abbastanza, ma quando le prime auto cominciarono ad arrivare e studenti ansiosi cominciarono a entrare nell’edificio, l’ansia cominciò a rifarsi viva.
“Ok, basta con il panico inutile. Abbiamo studiato come mai in tutti nostri anni di vita messi assieme. Sei stata grande nel recuperare storia e anche in spagnolo sei migliorata considerevolmente, almeno questo è quello che dice Lincoln perché io non conosco lo spagnolo. Ora entreremo in quella scuola e vedremo i risultati e se è andata bene festeggeremo e andremo in vacanza, se non è andata bene festeggeremo comunque e andremo in vacanza perché si vive una volta sola. Così avremo la botte piena e la moglie sobria” esordì l’uomo col tono di comando, pronunciando a suo dire il discorso motivazionale migliore della sua vita, ma evidentemente sua figlia non era dello stesso avviso.
“E la moglie ubriaca”
“Ma che ci fai con la moglie ubriaca? Andiamo”
“Botte piena e moglie ubriaca perché la moglie ubriaca è più gestibile”
“La moglie ubriaca ti picchia col mattarello”
“Confondi le barzellette con i proverbi. Si dice botte piena e moglie ubriaca”
“E tu confondi botte con botte. Botte perché lo picchia col mattarello” Hazel trattenne a stento la voglia di urlare dalla frustrazione, limitandosi a battere il palmo della mano in fronte.
“Si vede che sono un po’ sudato?”
“Certo che no! Quelle chiazze scure che hai sotto le ascelle lo nascondono egregiamente” Radish le lanciò un’occhiataccia, ma evitò di replicare con un insulto a causa degli altri genitori che cominciarono ad accalcarsi intorno a loro. Ironia della sorte, Radish non era stato così nervoso neanche al momento di vedere i propri voti finali. In quell’occasione era stata Gine quella nervosa che lo aveva trascinato con sé solo per sfruttare la sua formidabile altezza e leggere i risultati in bacheca da sopra le teste delle altre persone. Beh, non che Hazel stesse facendo diversamente ora, ma almeno c’era anche il proprio interesse a spronarlo.
“Che palle! Tu vedi qualcosa da lassù?”
“Magari. O non hanno ancora pubblicato nulla e quel foglio è l’estrazione dell’8, oppure i tuoi professori sono dei veri stronzi a usare un formato sette e mezzo”
Con un po’ di fatica e un numero di insulti pari solo agli spintoni dati e ricevuti, Hazel riuscì a farsi abbastanza spazio da strisciare tra le persone.
“Occhio a cosa tocchi lì in mezzo. Già siamo così stretti che quando usciremo da questa scuola mi troverò incinto” Hazel rise sonoramente sovrastando le risposte poco carine che ricevettero dalle altre persone che continuavano ad aumentare, appena uno levava le tende ne arrivavano altri sette.
I pochi minuti che Hazel trascorse in mezzo a quella folla furono tra i più lunghi che Radish avesse mai vissuto e quando finalmente scorse un braccio della ragazza non esitò a tirarla fuori da quella marasma che si faceva sempre più rumorosa.
“Allora?” Hazel, non rispose bensì gli mostrò lo schermo del proprio cellulare, aveva fotografato la bacheca. Radish impiegò qualche secondo a trovare il nome di sua figlia nelle sette righe che erano state inquadrate, poi seguì la riga fino al voto finale che rappresentava la media di tutti i corsi.
“Sei seria?”
“Come un infarto”
“B-! B- Hazel!” esclamò un attimo prima di prenderla in braccio stringendola forte “Cazzo nocciolina sono così orgoglioso di te! Sei stata bravissima”
“Signor Son! Moderi il linguaggio. È in una scuola, l’amor del cielo!” l’uomo emise un lamento esasperato mentre girava gli occhi al cielo. Quella donna non sarebbe cambiata mai.
“Nocciolina leviamo le tende prima che mi tornino i brufoli per il nervoso” e così dicendo spinse sua figlia fuori dall’edificio proprio mentre, invece, stavano facendo il loro ingresso Gohan e Videl con i rispettivi familiari.
“Ciao a tutti plebe, spero non ce ne vogliate se ci defiliamo. Ci vediamo alla tavola calda per la seconda colazione? Sì? Perfetto a dopo” disse tutto d’un fiato prima che suo fratello potesse aprire bocca perché era risaputo che Goku fosse capace da solo di tenere suo fratello bloccato lì davanti per un tempo a suo dire esagerato solo per decidere se vedersi in seguito alla tavola calda di famiglia. Decisamente meglio imporre la propria opinione e poi chi s’è visto s’è visto. 
“Devo organizzarti una mega festa. Quale locale vuoi? Lo chiudo al pubblico per una serata solo tra di noi. Niente alcool ai minori, ovviamente, ma potrei chiudere un occhio solo per te e farti prepararti personalmente un cocktail leggero. Ti va?” chiese spostandosi al fianco della ragazza per continuare a camminare mentre la spingeva a fare altrettanto con un braccio avvolto intorno alle sue spalle.
“Papà?”
“Mi pare che il Corydoras ti piaccia particolarmente, no? Beh gli acquari hanno sempre il loro fascino ipnotico”
“Papà?”
“E poi, effettivamente, non è neanche nella zona universitaria quindi nessuno ne sentirà la mancanza per una sera”
“Papà!” erano arrivati alla macchina arrivando addirittura a sedersi ai loro posti e allacciare le cinture di sicurezza senza che Radish si accorgesse di niente. Tornando alla realtà, infatti, rivolse ad Hazel uno sguardo stralunato.
“Che c’è?”
“Non ho bisogno di tutto questo” replicò volgendo gli occhi al cielo.
“Davvero?”
“Davvero davvero”
“Beh ma devo pur farti un regalo. Uno di quelli che si rispetti e che passi alla storia”
 
Alla fine il regalo glielo fece eccome, ben oltre il viaggio a Disney World che le aveva promesso poco tempo prima. Quell’estate senza recuperi estivi Radish Son si superò portando sua figlia in un posto che aveva segnato l’inizio della sua stessa storia. L’Australia dal vivo si rivelò un posto ancor più spettacolare di quanto si vedesse in fotografia.
Ripercorsero insieme ogni tappa di quel primo e unico viaggio che aveva fatto conoscere Radish e Kida, e tante altre che furono aggiunte. Fu naturale per Hazel capire perché sua madre desiderasse tanto visitare quella terra selvaggia e mai come in quel momento, da quando Kida era morta, Hazel la sentì vicina.
Al ritorno a casa trovarono una loro routine oltre ovviamente al costruire nuovi ricordi insieme. Radish si era autonominato istruttore di Hazel e l’aveva aiutata a prendere la patente. Ovviamente non avrebbe avuto il permesso di guidare i suoi bolidi fino ai diciotto anni – perché era comunque suo padre e qualche limite doveva pur metterlo, e questo non aveva niente a che fare con il costo di quei gioiellini.
 
“Detesto quando sei lontana. Devi proprio andare a Pasadena?”
“I nonni festeggiano il loro cinquantesimo anniversario e nonna ha bisogno di aiuto per organizzare il tutto, concorderai che posso fare ben poco da qui”
“Sììì lo so” rispose strascinando le vocali “Però anche tu devi concordare che loro ci sono stati per tutta la tua infanzia e adolescenza, io devo recuperare”
“Papà sono vecchi, praticamente con un piede nella fossa e non resterò laggiù per sempre”
“Capirai, con tutto il pilates che fa tua nonna è capace di sopravvivere anche a me” nel vedere un uomo adulto e della sua stazza comportarsi come un bambino chiunque avrebbe faticato a restare serio ed Hazel, quantomeno dentro di sé non fu da meno, assicurandosi di nascondere con ogni mezzo il suo divertimento, questa volta, per esempio, mentre apriva il frigorifero per prendere una bibita di cui non aveva nessuna voglia.
“Sei un uomo in forma, in ottima salute e nei tuoi anni migliori” iniziò con il tono più serio che riuscì fortunatamente a trovare “Bevi moderatamente e non fumi. Fidati, nonna Bonnie non vivrà più di te” nel frattempo erano scesi in garage, Radish aveva insistito che, dal momento che non avrebbe potuto accompagnarla personalmente, quantomeno Hazel usasse una delle sue macchine per andare dai nonni in modo che avesse la libertà di muoversi autonomamente e – ci sperava davvero – tornare a casa ogni volta che potesse.
“Ti stai dimenticando la guida spericolata” borbottò a voce un po’ troppo alta, momentaneamente incapace di capire come le accuse all’arci-nemica nonna Bonnie gli si ritorcessero contro in discussioni che lui ed Hazel avevano già affrontato più e più volte.
“Potresti sempre provare a rallentare u-” un verso inorridito dell’uomo interruppe Hazel prima che potesse finire la frase, se lo aspettava, non era la prima volta che gli ricordava di non guidare come un pilota di formula 1, ma rivolse comunque gli occhi al cielo.
“Dopo questo dovresti veramente chiedere scusa a Zefira per aver proposto una cosa del genere in sua presenza”
“Papà!”
“Uffa Hazzy! Dimmi solo che tornerai appena avrai una giornata libera”
“Che fine ha fatto il playboy che appena scoperto della mia esistenza stava per prenotare una vasectomia in modo da non trovarsi altri figli tra i piedi?”
“Che c’entra, tu sei tu. E comunque non ho accettato di trasferirmi in una megavilla in culonia per starci da solo”
“Numero uno: abbiamo scelto la megavilla perché volevi il cinema privato, la palestra, le due piscine, un numero imbarazzante di camere e la taverna con bar all’angolo. Numero due: viviamo in un complesso residenziale a Beverly Hills, a due passi da West Hollywood dove hai ben due dei tuoi locali. Credimi, la culonia è ben diversa. Numero tre: non starò via per sempre, sono solo un paio di settimane di lavori forzati nell’organizzazione di una festa di anniversario alla quale dovrai partecipare anche tu. Passeranno prima che te ne renda conto. E poi potrai impegnare questo tempo con le ispezioni ai locali, so che avevi preso in considerazione l’idea di fare dei lavori. Dulcis in fundo: puoi darti alla pazza gioia con chi vuoi senza paura che vi interrompa sul più bello, assicurati solo di non lasciare schifezze in giro e disinfettare l’isola della cucina su cui ho la brutta abitudine di fare colazione come le persone normali” Radish fissò lo sguardo nel vuoto per alcuni secondi per poi esclamare senza alcun senso logico
“Dovremmo prendere un cane” Hazel inarcò un sopracciglio caricando il borsone in auto
“Non so papà, non credo noi siamo persone adatte agli animali domestici”
“Nah. È una tua impressione”
“Dici? Quattro pesci rossi sono morti in una settimana e li avevamo comprati uno alla volta per sostituire il precedente. Il pappagallo è volato via e sono sicura che il coniglio Shalby mi abbia guardato negli occhi prima di lanciarsi sotto quell’auto” Radish storse la bocca.
“Ma un cane è diverso”
“Già, è più impegnativo. E poi preferisco i gatti” prima che Radish potesse aprire un nuovo discorso sconclusionato, Hazel gli diede un bacio sulla guancia e salì in auto.
“Ti chiamo appena arrivo. Comportati bene” e partì alla volta di Pasadena. Col senno di poi forse non si sarebbe dovuta stupire più di tanto quando, tornata una settimana dopo, trovò a casa quello che definì un micro micio con gli occhi azzurri e un collarino verde neon al collo. Di comune accordo lo avevano chiamato Tequila in barba a tutti i cani cui era stato affibbiato il nome Whiskey.
 
Infine, con l’inizio dell’ultimo anno di liceo, arrivò anche un’altra prova che padre e figlia si trovarono ad affrontare.
Seduto su un divano del set ricostruito per lo show in diretta di cui si trovava ospite, Radish sembrava a suo agio davanti alla telecamera e non c’era da stupirsi dato il numero di volte in cui vi si era trovato davanti.
“Fin da quando i nomi dei miei locali hanno iniziato a girare nell’ambiente della movida, sono finito spesso sulle riviste, che fosse per qualche scandalo o per interviste. Mi piace chiacchierare con la stampa, ma sono bravo a sviare le domande e fare giri di parole, non parlo mai realmente di me con il pubblico e non è neanche una cosa così strana, mi piace anche avere la mia privacy” la giornalista annuì lanciando di tanto in tanto, occhiate al dietro le quinte.
“Oggi sto per fare un’eccezione, perché se proprio si deve parlare di me preferisco sia per mia iniziativa e non per qualche pettegolezzo mal riferito che mi dipinga come qualcuno che non sono” si fermò per tirare un respiro profondo e riprese a parlare “Meno di un anno fa sono diventato padre” il pubblico esplose in un tripudio di aaww e applausi di fronte al sorriso dell’uomo.
“Lei si chiama Hazel e ha diciassette anni e sebbene ci siamo conosciuti da poco ne abbiamo passare già di tutti i colori. È una signorina straordinariamente intelligente e somiglia tutta a me, ma dovrete credermi sulla parola perché se e quando vorrà farsi conoscere dal pubblico, sarà lei a deciderlo e vorrei davvero che la stampa rispettasse questa mia richiesta”
“Non posso garantire per tutta la stampa, ma per quanto riguarda Channel Five sono sicura di poterti promettere che non interferiremo, Radish. Però dicci qualcosa in più. Come vi siete trovati? E chi è la madre?”
“Beh è di dominio pubblico che sia stato tradito e mollato a qualche giorno dalle nozze. Durante un colpo di testa ho deciso di convertire i biglietti della luna di miele per un viaggio last minute, il primo in partenza. Depresso per depresso, potevo deprimermi anche in un qualche paradiso terrestre, giusto? E invece no, perché mi sono trovato accorpato a un gruppo di turisti che volevano andarsene a zonzo per l’unica zona in cui sono finiti tutti gli animali più incazzati del pianeta: l’Australia, la terra che sta provando in ogni modo a farti capire che vuole vederti morto” il pubblico scoppiò a ridere.
“Squali cattivi, un sacco di serpenti velenosi, polpi velenosissimi, meduse che meglio lasciar stare proprio, ragni come se piovesse, quelli letali, quelli grossi quanto una casa e che ti entrano in casa... E ovviamente io l’ho scoperto solo nel momento in cui ho letto il biglietto quando mi sono messo comodo sul sedile. Letteralmente dalla padella alla brace. Cioè, fino ad allora l’unico sport estremo che abbia mai fatto era il percorso a ostacoli da sbronzo dal divano fino al bagno sull’orribile moquette zebrata dell’appartamento della mia ex” disse con tono acceso e coinvolgente che tenne sempre su di sé l’attenzione del pubblico sia in studio che da casa, ma finita questa parte del discorso si accomodò in modo più ordinato sulla poltrona e riprese con tono pacato
“Inutile dire che appena sbarcato sono corso alla biglietteria per tornare a casa immediatamente, ma ormai avevo speso una piccola fortuna, tanto vale farlo lo stesso. Lì conobbi Kida, che era parte di quello stesso gruppo” gli occhi di Radish si intristirono in un’espressione malinconica, nel mentre cominciò a giocherellare con i due bracciali di corda che portava al polso sinistro. Erano i souvenir di quei due viaggi in Australia, il primo quello più consumato, regalatogli da Kida che ne indossava uno identico, il secondo invece era personalizzato e gemello di un altro che indossava Hazel.
“Era uno scricciolo di ragazza, con i capelli biondi portati a spazzola e spesso coperti da una bandana per via del sole cocente. Ed era una forza della natura. Sembrerebbe una follia, ma era stata lei a convincermi a provare tutte le esperienze proposte nell’itinerario e, sono sicuro, è stata lei a renderle così speciali e straordinarie... Trascorsi quei trenta giorni di vacanza perdemmo i contatti, non ci siamo più visti. Non le porto rancore per non avermi detto della gravidanza, non sapeva nulla di me e sicuramente avrà avuto le sue buone ragioni... Il punto è che... Non ho fatto parte della vita di Hazel fin dall’inizio, anzi fin’ora me ne sono perso una grande parte, ma non la più importante. Diventare padre ha sconvolto la mia intera concezione della vita, capovolgendo le mie priorità. Solo ora, infatti, credo di potermi veramente dire soddisfatto della mia vita e per questo devo ringraziare la mia Hazel”.
 

NOTE AUTRICE – CAPITOLO 15

Sorpresaaaaaa. Questa settimana aggiorno con un giorno di anticipo perché mi dispiacerebbe troppo farvi aspettare troppi giorni, soprattutto ora che siamo agli sgoccioli. Ebbene sì: questo è il penultimo capitolo! E quindi è di passaggio ^_^  Ogni tanto un capitolo di passaggio ci sta, anche se siamo praticamente alla fine. In questo caso mi serviva il legante tra il capitolo precedente e quello finale, quindi eccovi qua una carrellata di eventi, citazioni, freddure e flashback, perché non sarei io senza i flashback (almeno in questo fandom).
Sul finale abbiamo un’intervista a Radish. L’idea iniziale era di mettere più scandali: magari l’uomo che veniva fotografato con Hazel e tutto ciò che ne consegue, ma avevo paura che invece sarebbero finiti con l’allontanarsi, dati i caratteri di merda che si ritrovano... Sia mai che riesca a far fare quello che voglio io a questi personaggi!
Non so ancora se definire questa fanart un piccolo spoiler di un ancor più piccolo frame del prossimo capitolo oppure una più che coerente illustrazione che descriva al meglio i protagonisti della storia.

Ho lasciato un po' di citazioni qua e là, tipo di "the big bang theory", "the lost city", "una mamma per amica" e addirittura citazioni del dottor capitano Barbascura X, magari non saranno gran che ma sul momento mi sembravano divertenti.
  
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