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Autore: Spreeng    19/03/2024    1 recensioni
Ambientazione moderna (AU - era moderna) ed ispirata al film QUASI AMICI.
Sesshomaru viene inserito in un programma di recupero, e viene seguito da una giovane donna dal cuore d'oro...come andrà a finire?
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Che diavolo di reazione era, quella?!
Non ricordava di aver mai avuto l'acquolina in bocca per una donna; era sempre successo il contrario, da che ne aveva memoria.
Tornato a casa, si diresse verso il frigo alla ricerca di alcol, ma la sua parte più razionale lo fermò: se avesse bevuto, Rin lo avrebbe notato, e sarebbero state seccature che non aveva voglia di affrontare.
'Ehi, Maru-chan! Che ti prende? Ti vergogni a dire che apprezzi un bel fondoschiena? È naturale, fare apprezzamenti, non avrai la dannazione eterna.' lo scherniva il suo sub-conscio.
"Sta'! Zitto!...cazzo! Non ho voglia di starti a sentire."
'Di cos'hai paura? Sappiamo bene entrambi che non sei più un liceale arrapato, nessuno pensa il contrario.'
E in quel momento riemerse alla sua memoria un ricordo dolce di vendetta.

 

______________________________________________

 

Le riviste gravure non gli suscitavano interesse in passato e nemmeno adesso, e questo aveva incuriosito i suoi compagni del liceo, alcuni dei quali si erano convinti che potesse essere omosessuale.
Quando tale voce iniziò a girare nell'istituto, gli altri studenti iniziarono a guardarlo con circospezione: una discreta fetta della popolazione femminile si lamentò dell'ingiustizia divina, invidiando i propri coetanei maschi, i quali, dal canto loro, furono più che felici, davanti alla prospettiva di non dover più temere le intromissioni da parte di un simile rivale.
Sesshomaru non era mai stato il tipo da badare ai pettegolezzi, e la situazione sarebbe continuata così, se solo qualcuno non lo avesse detto ad alta voce.

Durante una lezione di chimica, il docente chiamò a rispondere Funakoshi, la sua gentile ed impacciata vicina di banco, una mezzo-demone pipistrello.
"Come si chiama il composto organico più semplice appartenente alla classe dei chetoni?"
Con la sua caratteristica titubanza, la ragazza si era schiarita la voce per prepararsi a rispondere; dopo aver pensato qualche secondo, rispose.
"È il Propanone, professor Asaba!"
Il docente corrugò la fronte, confuso.
"Potresti ripetere, cortesemente?"
"P-p-pro-propanone, professor Asaba." ripeté la studentessa.
Allora l'insegnante scosse la testa, in diniego.
"È l'Acetone, giovanotta; sarebbe meglio cominciare a studiare, o rischi di finire in mezzo alla strada."
L'alunna si sentì avvolgere dall'imbarazzo, e avrebbe voluto sotterrarsi.
Dal centro dell'aula si sollevò una risata che Sesshomaru identificò come quella di Horikoshi, una mezzo-demone volpe decisamente chiaccherona.
"Deve p-p-perdonarla, signor professore: si sa che i pipistrelli dormono, durante il giorno."
Le fecero seguito quelle degli altri studenti in aula, meno una.

"Da quando vengono corrette le risposte giuste, Asaba?" domandò Sesshomaru, attirando l'attenzione del docente e gli sguardi dei compagni.
"È PROFESSOR Asaba, Taisho; cerca di ricordartelo."
Che ingenuo, se pensava di poter far desistere Sesshomaru con un tono così patetico; persino le finte minacce di sua madre fatte da bambino incutevano più timore.
"Perché non comincia lei, aiutandomi a ricordarlo?" ribatté "Quale insegnante di chimica degno di questo nome può permettersi di dimenticare la nomenclatura IUPAC, secondo la quale il nome riferito da Funakoshi sarebbe corretto?"
Il professore stava per rispondere, ma era come se le parole gli si fossero incastrate da qualche parte nel tragitto verso la bocca.
Controllò sul libro di testo, e ciò che vide non gli piacque affatto: aveva commesso un errore, e l'intervento di Taisho lo aveva reso manifesto; era stato esposto, e il suo alunno era inattaccabile.

"Oh, guardate, Sesshomaru che difende qualcuno!" lo indicò Horikoshi, parlando a gran voce "Avete visto? Io ve l'avevo detto che non era gay! Tutti a festeggiare o disperarvi credendo a questa sciocchezza, ma alla fine avevo ragione io!"
Tutti gli studenti si ritrovarono ammutoliti, mentre il professore stava ancora cercando un modo per recuperare la situazione con dignità.
L'allievo che lo aveva corretto davanti a tutti cominciò a ridacchiare, alzando il tono a sufficienza perché tutti potessero sentirlo.
'Perché sta ridendo?'
'Non è da lui!'
'Non si sente ben...?'
"Hey, belloccio, si può sapere cos'è che ti diverte tanto?" sbottò Horikoshi.
Sesshomaru smise, si abbassò verso lo zaino e estrasse un foglio protocollo e due piccoli fascicoletti; dopodiché si alzò e cominciò a leggere il primo.
Se volevano la guerra, lui gliel'avrebbe data.

 

Prezzario:
1.200 ¥: pantaloncini e crop top (3 foto)
1.800 ¥: intimo di pizzo (3 foto)
2.000 ¥: solo mutandine (3 foto)
2.200 ¥: come mamma mi ha fatta e come mi sogni tu (2 foto)
+300 ¥/foto: se vuoi vedermi in una posa in particolare, lascia una richiesta, ed io la esaudirò, ;)
...
Che dire? Niente male davvero, Horikoshi: ti faccio i miei complimenti per l'organizzazione."
"Non hai alcuna prova: potrei essere la vittima, per quanto hai detto."
"L'ho sospettato, visto che questo foglio è caduto dallo zaino di Kusanagi, ma vedi: sulla prima facciata c'è il prezzario...sulla quarta ci sono i clienti...e sulla seconda e terza, che hai unito con una spillatrice, c'è una 'lista degli obiettivi'...e dubito fortemente che Kusanagi possa desiderare un bikini floreale della collaborazione Cotazur-Gobodo, giusto?"
Il ragazzo interpellato provò a mostrare calma e sicurezza, ma non aveva capito che non sarebbe servito a nulla.
"Io l'avevo solo trovato per terra, volevo restituirlo a lei, ma non ho mai comprato queste foto, lo giuro!"
Sesshomaru rise.
"Hai ragione, non hai mai comprato quelle foto; dopotutto, a chi serve pagare, quando si può ricattare?"
Riprese a leggere.
"È scritto nella tua calligrafia:
'sono riuscito a strappare a Horikoshi il 15% dei ricavi.
Patetica lei e quelli che la pagano: sono insoddisfatti delle proprie ragazze e poi si accontentano di qualche fotografia...se solo sapessero che basta una mano sotto la gonna, per farla scodinzolare'
Come lo spieghi, questo?"
Sesshomaru era arrabbiato, e aveva imparato ad essere spietato.
Cominciò ad elencare i nomi sulla quarta facciata, uno ad uno; alla fine della recita, risultavano innocenti solo lui ed il professore, che si era dileguato.

La volpe era senza parole per l'imbarazzo e rossa come un pomodoro maturo.
Intorno a lei iniziò ad alzarsi un brusio, tra chi rideva di lei, chi commentava la vicenda e chi la giudicava come una poco di buono.
"Basta." supplicò con un fil di voce, facendosi piccola nel suo banco "Basta, smettetela!"
Tuttavia nessuno pareva ascoltarla.
"In effetti, voi non siete tanto meglio di lei" commentò il figlio di Toga.
Lasciato da parte il foglio, iniziò a sfogliare uno dei due fascicoletti: RECENSIONE RAGAZZE
"Keiko non ha proprio nessuna qualità: è alta, piatta come un tavolo e tiene i capelli corti; sembra mio fratello, sfortunato chi se la ritroverà come ragazza." lesse "firmato: Ryuji"
Gli sguardi di tutti si volsero verso di lui, che negò di aver mai scritto nulla di simile.
"Quella stronzetta di Futaba pensa di potermi battere con Taki? Staremo a vedere, dopo che le avrò distrutto quei bei capelli" ripartì il demone cane "firmato: Sachi"

"TAISHO!!! In presidenza, subito!" esclamò il professor Asaba, accompagnato dal preside.
Nella classe era tornato il silenzio, ma il giovane Taisho aveva altri progetti: prese in mano i due fascicoletti, RECENSIONE RAGAZZE e MALDICENZE VARIE, e li lanciò in mezzo all'aula.
"Buona lettura a tutti!"
gli altri studenti si lanciarono sui bersagli, e Sesshomaru approfittò del marasma generato per afferrare Funakoshi ed uscire dall'altra porta dell'aula; la ragazza rimase un po' scombussolata, ma seguì il proprio 'rapitore'.

"Li abbiamo seminati" fu la rassicurazione che il ragazzo fece alla sua compagna di classe.
"Quindi, n-non ci stanno più seguendo, g-giusto?" chiese lei.
Sesshomaru diede un'occhiata alle spalle e le diede conferma.
"Menomale" fu l'ultima parola che sentì prima di ricevere un sonoro schiaffo sulla guancia sinistra.
"Che diavolo ti è saltato in mente? Perché hai fatto una cosa del genere?" si sentì gridare contro dalla pipistrella, che stava tremando come una foglia "C-ci sono anche io, tra quelle maldicenze?"
"Tu ne hai ricevute più di tutte, ma non ne hai mai scritta neanche una...perché?"
"Perché non mi piace parlare male alle spalle delle persone; e dire delle cattiverie non mi ha mai fatta stare meglio." rispose la ragazza.
"Adesso rispondi alla mia domanda: perché stai rischiando una sospensione per me?"
Sesshomaru distolse lo sguardo.
"Non lo sto facendo per te, insulsa mezzo-demone." la attaccò "Volevo solo vedere come avreste reagito sentendo quello che pensate davvero gli uni degli altri."
"Allora perché mi hai portata via? Non dovrei essere lì ad ascoltare, adesso?"
Doveva concederle che aveva ragione, su questo punto.
"Tu non hai colpe per la tua balbuzie e la timidezza, tutto qui." una breve pausa "come io non ho colpe se le modelle delle riviste che girano a scuola posano per Kimi Gobodo."
Non l'aveva mai detto a nessuno, sia per non apparire debole, sia per non dare pensieri alla madre, ma era quella, la ragione per cui non era interessato alle riviste.

Quelle parole, per quanto semplici e già sentite, resero Funakoshi molto felice: anche se Sesshomaru non lo avrebbe mai ammesso, lei aveva capito che si era preoccupato per lei, e adesso aveva anche condiviso con lei un segreto; voleva ringraziarlo, ma assieme farlo stare meglio, eppure non le venivano idee in mente, tranne forse...ma dai, dove pensava di essere, all'asilo?
Si avvicinò alla guancia che aveva colpito, ma prima che potesse darle un bacetto Sesshomaru si era voltato verso di lei, sorpreso; e adesso, anziché le strisce magenta, sulla sua traiettoria erano finite le sue labbra.
Quel giorno sarebbe entrato a pieno titolo nella classifica dei giorni più imbarazzanti della vita della pipistrella.
Durò un soffio, perché Sesshomaru si allontanò in un lampo.

"Ma che diavolo fai, sciocca??"
"Scusascusascusa, non volevo, non volevo" balbettò Funakoshi "stavo m-m-mirando alla guancia, e tu t-ti sei girato, e-e allora io...ah, s-scusa davvero, fingi, f-fingi che non sia successo, ok?"
Sesshomaru detestava questo genere di prese d'iniziativa, ma una parte di lui non riusciva proprio ad essere arrabbiata con quella tenera e timida ragazza mezzo-demone.
La abbracciò, la rassicurò un'ultima volta, e la salutò.

 

_______________________________________________

 

Con gli anni aveva dimenticato il nome di quella ragazza, ma forse era meglio così: di sicuro l'avrebbe mandata ai matti, viste le brutte abitudini che aveva poi maturato; e poi, le bottiglie di alcolici sono meno suscettibili rispetto alle persone.

 

_______________________________________________

 

"È da un po', che non andiamo al cinema, vero Yashy?" disse la ragazza in punta di piedi, prima di scoccargli un bacio sulle labbra.
"Già, tesoro. Sei pronta per il film?"
Miroku aveva voluto dare la sera libera ad Inuyasha, rassicurandolo dicendo che Kaede si sarebbe occupata di lui, fino all'indomani.
Allora i due piccioncini avevano voluto fare una serata al cinema, e guardare il nuovo film che Izayoi aveva consigliato loro: THE WHALE, di Darren Aronofsky.
Mancava ancora mezz'ora all'inizio, quindi avevano deciso di andare a prendere degli snack al bar.

"Buonasera, vorremmo..." cominciò Kagome.
"Non me ne potrebbe fregare di meno: il mio turno è finito, aspettate che arrivi il mio collega." la interruppe il cassiere.
"Eh?"
"Ho detto che non sono in servizio, carina: o tu e il tuo ragazzo aspettate il mio collega o ve ne potete andare, per quanto mi riguarda."
Inuyasha non era mai stato un campione di pazienza, ma aveva avuto modo di studiare la situazione, e prese una decisione.
Una volta trovato il contenitore di chicchi di mais, lo sollevò e lo riverso in testa all'idiota che stava mancando di rispetto a Kagome e lui.

"HEY, MA CHE CAZZO FAI???" scoppiò il cassiere.
Inuyasha lo squadrò e rispose.
"Rivesto un pannocchione!"
Gli altri clienti iniziarono a ridere, e il cassiere non la doveva aver presa bene, perché provò a colpire Inuyasha con un pugno.
Per sua sfortuna, il mezzo-demone fermò il pugno e sbatté il braccio contro il bancone per bloccarlo; infine, per far desistere il suo avversario, mostrò i denti, come a dire 'ti conviene rischiare?'.
La risposta, come prevedibile, fu NO.

Dopo 2 minuti, e con il sottofondo degli applausi degli altri clienti, Inuyasha e Kagome erano finalmente riusciti a farsi dare i pop corn e le bibite.

Il film scorse piacevolmente, tra momenti allegri ed altri malinconici, ma il finale lasciò commossi tutti gli spettatori.
Kagome conosceva il suo ragazzo, e sapeva che doveva avere il naso saturo dell'odore di pianto delle altre persone in aula, ma era insolitamente tranquillo (non come lei, che sembrava una fontana).

"Tutto bene, Inuyasha? Sembri lontano."
"No, no, tranquilla: ero solo sovrappensiero."
"È per il lavoro? Miroku ti ha dato la serata libera, ricordi?"
In realtà, il ragazzo stava pensando al padre, per il quale la visione di questo film non doveva essere stata semplice.
Ma l'atmosfera era così bella che sarebbe stato un peccato, rovinarla.
"Eheh, hai ragione, amore. Torniamo a casa?"
"Va bene, ma guido io." annunciò Kagome.
"Neanche per scherzo: innanzitutto, hai ancora gli occhi lucidi, e poi..."
"Poi cosa?" chiese curiosa.
"Niente." si affrettò a rispondere il fidanzato.
"Nonono, adesso sono curiosa." protestò afferrando giocosamente una delle orecchie canine. "Dimmelo! Dimmelo! Dimmelo!"
Il figlio di Toga scoppiò a ridere: quando la sua ragazza si lanciava in queste scene da bimba era assolutamente adorabile, e si divertiva un mondo.
In un attimo si portò al suo orecchio e sussurrò.
"Tu lo sai che ti amo da impazzire, vero...?"
"Mhmh, sì?"
"...ma guidi come una lumaca."
"Come, prego?" ripartì all'assalto lei.

Il mattino dopo, per quanto belli fossero stati sia il sesso sia le coccole, Inuyasha trovò la forza per staccarsi da Kagome ed alzarsi dal letto.
Una volta preparatosi e fatta colazione, prese il telefono e mandò un messaggio ad uno dei suoi contatti: TODOKE.

"Il film è stato molto bello: parlava un po' di me ed un po' di te. XO"

Inviato il messaggio, si diresse a casa di Miroku.

   
 
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